Credo che i Verdi si trovino in un momento determinante per la sopravvivenza del loro Partito.
E’ incredibile che proprio nel momento in cui l’ecologia è diventata un’idea di massa e pure le grandi case automobilistiche parlano di ecologia (!!!) i Verdi siano stati bocciati per due volte di seguito alle elezioni e oggi si trovino a non avere più rappresentanza nel parlamento italiano e in quello europeo.
Il simbolo di questa disfatta è secondo me Di Palma, presidente della provincia di Napoli: incapacità di comunicare, di fare proposte alternative. Incapace di agire denunciando i grandi crimini delle ecomafie, immobile di fronte alla diossina a Acerra (quasi il doppio di quanta ce n’era a Seveso quando fu evacuata). Incapace perfino di tagliare i costi energetici delle strutture della provincia. Subalternità ai giochi di potere campani.
Sicuramente i verdi hanno in alcuni casi peccato stando al gioco delle lottizzazioni più becere, pur di conquistare qualche grammo di potere. E questa linea va stroncata. Si è dimostrato che i Verdi possono prosperare solo se fanno un’opposizione radicale al sistema (il che non vuol dire non avere proposte semplici, concrete e immediate da portare subito).
Insieme al morbo dell’inciucio andrebbero abbandonate anche le pratiche fondamentaliste: un esempio fulgido è l’opposizione ai mulini a vento.
In una situazione nella quale il petrolio uccide milioni di persone per l’inquinamento e milioni per la fame e le guerre che provoca, come si può opporsi all’eolico per motivi estetici?
Lottiamo perché gli impianti eolici siano costruiti bene, posizionati in luoghi sensati, non spruzzino olio lubrificante nel raggio di 200 metri e non comportino la costruzione di strade assurde. Il che vuol dire impegnarsi per ottenere che i mulini eolici vengano installati in modo sensato (efficiente e economico), ma lottiamo per averne tanti!
Sono stato in Germania e ho visto distese di chilometri di pale eoliche gigantesche. Giravano assolutamente silenziose nel verde. Le ho trovate bellissime e poetiche. Filosofiche oserei dire.
E credo che un partito verde che voglia lottare contro le pale eoliche sia destinato a morte certa (e giusta peraltro).
Il fatto è che oggi i Verdi hanno perso la spinta, si sono compromessi e veleggiano pigramente verso la sparizione. E lo dico con grande tristezza perché è il partito che ho votato quasi sempre.
Credo che ci sia oggi per i Verdi una grandissima opportunità, ma si tratta di fare una scelta radicale, proprio sulla FORMA PARTITO, innanzi tutto.
Oggi nella struttura i Verdi assomigliano a qualunque altro partito.
Ma la lotta ecologica fa a pugni per sua natura con la struttura partito tradizionale.
La lotta per difendere l’ambiente si basa su tre fronti essenziali: l’attività dei gruppi locali che si battono per impedire gli scempi ambientali (discariche, inceneritori, centrali nucleari, industrie inquinanti), il lavoro per introdurre tecnologie ecologiche nel nostro paese, la diffusione della cultura ambientalista.
Fin dagli anni ‘80 i verdi hanno scelto di diventare invece un partito d’opinione rinunciando a occupare uno spazio essenziale nella società italiana.
Mi ricordo verso la metà degli anni ’80, quando incontrammo, a Alcatraz, Mattioli allora massimo leader del partito.
Chiedevamo aiuto per contrastare il taglio dei boschi ad alto fusto umbri. Tutta la questione ruotava intorno al fatto che l’Umbria non aveva realizzato la mappatura dei boschi ad alto fusto, come prevedeva la legge nazionale. In questo modo boschi secolari venivano considerati boschi da taglio rapido e distrutti dalle motoseghe.
Serviva un appoggio parlamentare per riuscire a costringere la regione Umbria a cambiare rotta.
La risposta di Mattioli fu molto franca (almeno questo) ci disse che il partito faceva le grandi battaglie nazionali e i gruppi locali dovevano sostenerlo, non era possibile pensare che succedesse il contrario. Il partito non aveva la forza di sostenere i gruppi locali.
La prima cosa che secondo me i verdi dovrebbero fare (domani mattina, entro le 9,45) è quella di rovesciare questo paradigma mentale.
Io metterei un terzo dei militanti ancora in grado di stare in piedi a lavorare al servizio delle realtà locali.
Mi telefonano decine di associazioni locali chiedendomi consigli e appoggi per battaglie vitali per il territorio. In questo momento in Italia ci sono centinaia di micro gruppi che combattono contro la distruzione ambientale e le minacce alla salute pubblica. Combattono senza mezzi, spesso senza esperienza, senza appoggi. Io creerei una task force che si metta a disposizione di queste realtà senza chiedere nessuna forma di adesione al partito. Una centrale che fornisca supporto tecnico, realizzi una mappa nazionale, aiuti nella diffusione dei comunicati stampa, dia visibilità, fornisca informazioni, dati, documentazioni, analisi chimiche, corsi di formazione per agitatori locali…
Molti gruppi che combattono contro inceneritori, cementifici che bruciano sostanze tossiche e aziende chimiche inquinanti, non hanno ad esempio i mezzi e i contatti necessari per realizzare analisi dell’aria, dell’acqua e dei terreni. Servono convenzioni con laboratori di analisi, servono fondi.
E servono avvocati e commercialisti che analizzino gare d’appalto e regolamenti.
Ed è necessario creare forme di coordinamento tra i gruppi locali.
Un simile lavoro potrebbe raddoppiare in poco tempo l’efficacia delle azioni locali.
Un altro terzo del partito invece dovrebbe dedicarsi alla diffusione delle ecotecnologie.
Si tratta di una questione essenziale se vogliamo che l’impegno verde dia realmente risultati positivi.
E su questo terreno i verdi possono vantare grossi successi. Il più recente, ne abbiamo parlato, è il fatto che il gruppo di Roggiolani (www.ecquologia.it), in collaborazione con aziende private e il comune di Peccioli, ha realizzato il primo dissociatore molecolare, un impianto capace di estrarre gas dai rifiuti per produrre energia elettrica attraverso una turbina a gas. Il tutto con un sistema che non ha emissioni tossiche, non impiegando una fiamma viva ma una combustione in presenza controllata di ossigeno, a temperatura relativamente bassa (400 gradi).
Questo impianto può fornire ai comitati locali una carta vincente nella lotta contro gli inceneritori.
Si tratta di piccoli impianti a basso impatto che possono smaltire i rifiuti indifferenziati e traformarli in energia mentre gli italiani imparano a suddividere i rifiuti, abbattere la quantità degli imballaggi e riciclare... Questo è l’obiettivo centrale ma non possiamo pensare di arrivarci in meno di 5 anni. L’impianto realizzato a Peccioli ci permette di proporre un’alternativa, in questa fase di passaggio, agli inceneritori che sono impianti devastanti per la salute dei cittadini. In futuro, quando la raccolta differenziata sarà diffusa in tutt’Italia questi impianti, potranno smaltire l’enorme massa di potature legnose che oggi non vengono raccolte o vengono bruciate sul posto (il che inquina ed è uno spreco pazzesco, in Svizzera è reato) o finiscono in discarica. Basti pensare a quanta biomassa potrebbe fruttare la pulizia dei bordi di strade, autostrade e ferrovie e la pulizia dei fondali dei fiumi e delle coste. Parliamo di milioni di tonnellate di biomasse.
Questo esempio di Peccioli è l’esemplificazione più semplice che mi viene in mente per descrivere il lavoro che dovrebbe fare il partito dei Verdi.
E questo lavoro potrebbe anche diventare un nuovo tipo di propaganda politica.
Immagino la creazione di un PRONTO INTERVENTO VERDE, un pulmino arriva a casa tua, ne scendono un paio di tecnici con una tuta da lavoro verde fluorescente e ti montano il filtro dell’acqua che toglie il sapore del cloro all’acqua potabile, così smetti di comprare la minerale in bottiglia, il pannello isolante da mettere dietro i caloriferi, i riduttori di flusso per i rubinetti, le lampadine ad alto risparmio (vedi www.commercioetico.it) e un meccanismo che ti segnala quando stai consumando energia elettrica che ti costa di più. Inoltre ti propongono detersivi ecologici, valutano se ti conviene mettere un pannello solare termico o fotovoltaici e se è il caso ti fanno un preventivo, la pratica per l’istallazione e poi arrivano gli installatori a montartelo.
Una simile iniziativa sarebbe una forma di propaganda mostruosa e fornirebbe anche una fonte di finanziamento eccellente per le campagne di informazione ecologica.
Ovviamente un partito ha bisogno anche di tenere aperto un fronte di iniziativa nazionale.
A questo dedicherei le energie di un terzo dei militanti (l’ultimo che ci resta visto che due terzi li abbiamo schierati in sostegno dei gruppi locali e nella diffusione pratica delle ecotecnologie).
Ma incentrerei questa forza sulla denuncia dei grandi scandali e dello spreco nazionale di energie e risorse, sui grandi temi della difesa dei consumatori e su campagne di sensibilizzazione sui pericoli dell’inquinamento.
Cose che già si fanno ma che oggi sono portate avanti con una logica a bassa intensità di comunicazione. La comunicazione a bassa intensità va bene nelle battaglie locali e nella diffusione delle ecotecnologie. Ma sui temi generali o suoni la grancassa o diventi invisibile.
A dicembre ho iniziato a proporre a alcuni leader verdi di lanciare una campagna elettorale basata sul far esplodere uno scandalo alla settimana. Un lavoro sporco che richiedeva 5 persone che lavorassero a tempo pieno per 6 mesi.
Il modello di una simile iniziativa lo abbiamo sperimentato con successo quando con Sergio Angese lanciammo l’Eco della Carogna.
Mettemmo al lavoro un gruppo di tecnici che ci aiutarono ad individuare un pacchetto di ASSURDITA’ TOTALI. Così scoprimmo che il Gratta e Vinci era ricoperto di una sostanza cancerogena. La gente grattava la patina luccicante sul bancone del bar e poi se la sniffava insieme al cappuccino. Facemmo un numero denunciando questa assurdità. Non successe niente. Nessun giornale riprese la notizia, nonostante avessimo mandato centinaia di comunicati stampa e avessimo contattato personalmente decine di giornalisti. Allora con un amico avvocato, Marco Marchetti, Angese andò a depositare un esposto alla procura chiedendo il sequestro immediato dei Gratta e Vinci sul territorio nazionale. Tempo 24 ore i Gratta e Vinci furono ritirati e poi sostituiti da altri senza polverina luccicante tossica. Una doppia vittoria: evitati un mucchio di malanni per gli italiani, aperture dei telegiornali sul Gratta e Vinci e l’Eco della Carogna.
Disgraziatamente l’Eco della Carogna fu istantaneamente fucilato.
L’editore si ritirò. Così capimmo anche che per fare certe cose ti serve avere alle spalle un grosso gruppo editoriale ben determinato. O un partito politico.
E i Verdi sono un partito politico…
Questa dovrebbe essere secondo me il modus operandi dei Verdi a livello nazionale.
Si tratta di coniugare iniziative legali con azione politica e comunicazione.
Le idee non mancano...
Finisco qui. Sono stato sufficientemente prolisso.
Commenti
Mi sono candidato nei verdi
Sono sempre stato impegnato in una lista civica, ma in questa tornata elettorale mi sono candidato nei Verdi per le elezioni in Provincia di Milano cercando di massimizzare l'attenzione sulle proposte programmatiche che avessero una ricaduta immediata sulla vita delle persone. Ho anche creato una mappa dei cambiamenti visibili che sarebbero avvenuti. Questo, legato alla credibilità della mia persona, mi hanno permesso di portare i Verdi al 4.30% in un comune dove non hanno neanche una sezione. Gente che non aveva mai fatto politica attiva mi ha appoggiato nella campagna. Questa è la strada, hai perfettamente ragione, proposte calate nei territori. Non avviene da tutte le parti, altrimenti non si spiegherebbe lo striminzito 2% che i Verdi hanno raccolto su scala provinciale.
Non voglio entrare adesso nella diatriba Verdi da soli o con altri, ma ritengo che le riflessioni che Monica Frassoni fa sul suo sito sono molto interessanti, soprattutto guardando al modello francese.
Certo è assurdo che nel momento in cui anche la coca cola parla di slow food e mc'donalds di prodotti locali, i Verdi non riescano a darsi una dimensione.
Pronto a lavorare pancia a terra, non per i Verdi, ma per un mondo più pulito e migliore. Pronto ad ogni lotta.
www.kuda.tk
visibilità
Spiacente ma niente di quello che dici è causa del mal dei verdi. Anche se non sono un "verde", anzi, ma mi girano le scatole per la loro situazione !
Non sono visibili !!!!!!! Basta chiedere in giro, al bar, alla stazione, DI QUELLO CHE SANNO DEI VERDI !
Vedrai che sono un cumolo di balordaggini propinate ad arte dai Giornalisti di questo Stato delle BANANE.
Logico che votino di conseguenza, POI le votazioni Italiane sono TUTTE taroccate. basta fare un controllino prima di chi vota per chi vota e vedrai che il responso delle urne è spesso troppo diverso. Del resto qui si vota con una matita invece di avere un timbro inchiostrato (di tipo e colore deciso pochi minuti prima) e scarsi controlli sulle operazioni, specie quelle dei "aventi diritto al voto" che spesso votano fin 20volte in 20 posti diversi lo stesso girno !!!
Sapere è Potere !
DI PALMA CAPRO ESPIATORIO DI TURNO
Mi sembra ridicolo far ricadere tutte le colpe su una figura - per giunta - assolutamente minore nell'ambito istituzionale e dei Verdi. Pecoraro lo avte ucciso e occultato il cadavere. Non è più imputabile.La Francescato non lo è altrettanto perché inesistnte come Presidente nazionale. E allora? Seppellito il Di Palma, cosa rimane?
IL FUNERALE!