Certe volte il destino riserva delle belle sorprese: a dicembre, mentre a Napoli (e in Italia) scoppiava l’ennesima emergenza rifiuti, io ero in Africa, in Burkina Faso, che spiegavo ai ragazzi del Centro Ghélawé come gestire la spazzatura senza trasformare il Centro in una discarica.
In Burkina Faso non esiste la raccolta differenziata dei rifiuti, non esiste nemmeno la raccolta. La spazzatura viene in parte bruciata e in parte gettata per strada.
Quello che una volta era il fiume che attraversava la citta’ di Bobodiulasso, oggi e’ una discarica a cielo aperto che spacca in due la citta’, provocando morti e malattie.
Li’, per il momento, non ci sono altre possibilita’ e vedere che in Italia abbiamo una situazione simile, se non peggiore in alcune strade, e’ scandaloso.
Non fare la raccolta differenziata e non riciclare i rifiuti e’ un crimine! Contro noi stessi e i nostri figli, e contro la nostra terra.
In Burkina Faso sarebbe possibile dividere la spazzatura trasformando l’organico in compost per l’agricoltura, riutilizzando le latte in alluminio per farne tubi, contenitori, semenzai, raccogliendo e riutilizzando la plastica.
Al Centro Ghélawé dividiamo i rifiuti in carta, plastica, alluminio e organico e “promuoviamo” una continuativa campagna per la loro riduzione.
Il rifiuto “latta del concentrato di pomodoro” si puo’ eliminare facendo la salsa con i pomodori freschi.
In Campania si deve fare lo stesso!!!
Possiamo riciclare tutto, anche cio’ che non sarebbe riciclabile, ed e’ pure estremamente conveniente: i Comuni che attuano la raccolta differenziata porta a porta hanno incrementato le entrate, oltre ad aver assunto nuovo personale.
Abbiamo a disposizione tecnologie di riciclaggio straordinarie.
Un esempio ne e’ il Centro riciclo di Vedelago, che oltre alla differenziazione dei rifiuti, ha messo a punto una tecnica per riutilizzare il materiale plastico nell’edilizia.
Vi invitiamo a leggere la lettera che pubblichiamo di seguito (grazie a Nino della segnalazione!) e a visitare il sito internet dell’azienda.
“Il ciclo dei rifiuti si puo’ chiudere al 100%, recuperando tutta la materia, senza portare nulla ne’ in discarica ne’, tanto meno riducendolo… in fumo.
Domenica 20 gennaio ero a Pianura, invitata a fare un incontro con la popolazione nella scuola elementare, insieme alla imprenditrice Carla Poli del Centro Riciclo di Vedelago (http://www.centroriciclo.com) che ho avuto la fortuna di incontrare nel mio peregrinare: davanti ai cumuli di spazzatura che in noi suscitano tanto orrore, lei si fermava incantata dicendo: “ma guarda quanta bela roba che ghe s'e’, me ne porteria via un pocheto”.
Questa ingegnosa signora, oltre a recuperare in modo ottimale carta, lattine, vetro ecc., ha brevettato un metodo per il 20% del “secco non riciclabile” (i pannolini ad es.). Tramite un processo di estrusione, ottiene da questo residuo (che io per prima non immaginavo potesse avere alcun riutilizzo), una sabbia sintetica grandemente utilizzata in edilizia, che esporta all'estero e che non arriva a produrre stante la grande richiesta che ha!
Nell'azienda sono in 64, gli operai ricevono 1.500 euro al mese con tredicesima e quattordicesima e tutto questo senza camini, senza filtri, senza veleni, ma dando lavoro, occupazione, serenita’ a tante famiglie.
Gli impianti non sono complessi, ne’ da costruire, ne’ da gestire, possono essere pronti in pochi mesi, relativamente basso il capitale di partenza.
Ma possibile che in questo paese e soprattutto in questa Romagna, dove ci si vanta di essere industriosi, attivi e pieni di iniziativa a nessun imprenditore venga anche solo la voglia di verificare di persona?
Possibile che sappiamo solo bruciare mandando in fumo preziose risorse e soprattutto la nostra salute?
Sono sempre piu’ convinta che il problema dei rifiuti non e’ affatto una grave malattia come vorrebbero farci credere, che la medicina che vorrebbero darci (inceneritori) e’ molto peggiore del male e che la cura semplice, immediata, economica, senza controindicazioni esiste ed e’: raccolta domiciliare porta a porta e riciclo totale.
Credo che sarebbe ora di smettere di fidarsi dei tanti esperti (televisivi e non) che fino ad ora hanno dimostrato di non avere a cuore ne’ l' ambiente ne’ la salute e cominciare piuttosto a fidarsi del buon senso delle donne.
Sia ben chiaro a tutti: non ho alcun interesse personale in questa “promozione” del Centro di Vedelago e il biglietto per Napoli non me lo ha rimborsato nessuno.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Patrizia Gentilini
Oncoematologo
Associazione Medici per l' Ambiente
ISDE Italia”
Commenti
riciclo totale
Sembra incredibile ma è vero, quindi: i rifiuti si possono ridurre a zero!!! ... o quantomeno si può eliminare la quasi totalità dei rifiuti in modo non inquinante. Intanto producendone meno e separando adeguatamente i materiali, cosa che nel centro-nord dell'Europa è abitudine da decenni, tanto che ormai non se ne discute quasi più.
Ho appena scoperto che anche in Svizzera francese c'è una ditta che ricicla rifiuti di plastica (flaconi, plastica da imballaggio, etc ..) ... cioé tutto quello che di solito, anche per chi fa una raccolta differenziata totale come me, finisce nella pattumiera (diventando quasi l'unico rifiuto prodotto).
Si tratta della Swisspolymera, di Payerne (allego il link del sito per chi, riuscendo a leggere in francese, voglia trarne spunto per iniziative analoghe anche qui da noi).
http://www.swisspolymera.com/index.php?langue=fr&page=services
Per una qualsiasi azienda, inviare una tonnellata di plastica di scarto alla Swisspolymera costa molto meno che inviarla ad un comune impianto di smaltimento (circa un terzo in meno, se ho capito giusto i calcoli). Questo perché la Swisspolymera ricicla e riutilizza questi rifiuti: separa la plastica da altre componenti eventualmente presenti, poi, attraverso quella che chiama "operazione di granulazione", la riduce a "lenticchie", da cui rimodella materiale utilizzabile, soprattutto industrialmente (come tubi etc), che poi rivende, ripagandosi i costi del riciclo. Inoltre, assicura la ditta, "nessun additivo chimico è utilizzato durante la trasformazione". Meglio di così!!
Infine mi permetto di commentare, ma è ovvio, come dite giustamente anche voi, che il miglior modo per ridurre il carico dei rifiuti è produrne meno!!! I
Ad esempio, mi vengono in mente i pannolini riutilizzabili: costano un poco di più, ma nel calcolo sui due-tre anni di pannolini usa e getta ci si guadagna e soprattutto ci guadagnano la natura, i nostri polmoni e... le nostre strade!! Mio fratello è cresciuto con i pannolini riciclabili (gli straccetti semplici di una volta, non i super-pannolini riutilizzabili di oggi, con i quali è difficile lamentarsi) e oggi ha 40 anni e sta benissimo. Se invece l'obiezione è che bisogna lavarli e il detersivo inquina.. cambiate detersivo!! ... il sapone di marsiglia, con un poco di bicarbonato (o aceto bianco, oli essenziali o altro igienizzante naturale) va benissimo. Se infine l'obiezione è che pulire "quella roba" vi fa schifo... beh... provate a dirlo a chi, a Napoli, da due mesi (e più, forse) si ritrova quintali di pattume odoroso in fermentazione sotto la finestra di casa!!
MP
riciclo dei rifiuti
Nel sito del CNR il giorno 8.01.2008 nella pagina delle news compariva una splendida notizia. La notizia è talmente bella da farla sembrare una bufala se non fosse il Consiglio Nazionale delle Ricerche a darla , la presentazione di una macchina per la separazione dei rifiuti (THOR) è in grado di recuperare ogni singolo componente presente nei rifiuti, non c'e bisogno di separarli, non puzzano, non produce fumi. Si avvale di nanotecnologie per la separazione di ogni materiale. Il prototipo è già funzionante in Sicilia. Leggete per credere www.cnr.it
La mettiamo qui o nelle belle notizie?
IN ITALIA NELI ANNI 50 - 60
METTO nel blog quello che ho scritto personalmente a Jacopo: