Ma Charlie era il nemico pubblico numero 1!
Ho sentito valanghe di stronzate in tv. Uno tsunami. Charlie è stato censurato un’altra volta. Che vergogna. Anzi, alcuni si affannano a utilizzare questa strage per giustificare gli assalti alle moschee e le aggressioni a musulmani pacifici e indifesi. E si discute di nuovi mirabolanti dispiegamenti di forze armate tecnologiche che ci dovrebbero salvare dal terrorismo.
I ragazzi di Parigi hanno disegnato migliaia di vignette per dire al mondo che i potenti raccontano balle sulla sicurezza e l’unico modo per fermare il terrorismo è smetterla di andare a rubare con le armi in mano le ricchezze dei popoli “in via di sviluppo”.
Certo aumentiamo le difese e facciamo diventare reato anche la partecipazione al terrorismo ovunque si verifichi (deve essere reato andare a combattere con il califfato dell’Isis). Ma queste azioni, per quanto necessarie, sono pecette: se non si va alla radice del problema dovremo continuare a sperimentare la violenza di pazzi islamici o cristiani (come in Norvegia…).
Solo un cambiamento del modello di sviluppo può cambiare le cose.
Parigi: e mo’ sono tutti Charlie
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