E tu che GAS vuoi? BIODINAMICO OPPURE BIOECONOMICO?

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Apriamo il dibattito. I GAS non si diffondono abbastanza perché spesso non mettono il risparmio al centro del loro lavoro? C'è troppa ideologia? Come mai i Gas non si pongono il problema di fare convenzioni anche per l'acquisto di auto, cellulari, lavatrici, assicurazioni eccetera? Quanto potrebbero risparmiare le famiglie consociando la maggior parte delle loro spese? Perché si organizzano così poche operazioni di acquisto e restauro collettivo di case? Perché non si organizzano fondi di investimento in impianti fotovoltaici collettivi? Perché la capacità di iniziativa di questo movimento che porta in piazza migliaia di persone poi diventa moscia quando si tratta di incrementare veramente il livello di ricchezza delle famiglie? In Trentino se ne sta discutendo... Il Trentino è sempre avanti. Pubblico questa lettera uscita su http://libera-mente.blogspot.com/2010/01/lettera-aperta-al-gruppo-di-acq... Lettera aperta al Gruppo di Acquisto Solidale di Lavis Ringraziandovi per l'ospitalità e la cordialità, con la presente vi comunico che ci ritiriamo dal Gas di Lavis per diversi motivi che di seguito elenco, pur sapendo di andare incontro a numerose critiche. Ritengo il gruppo di Lavis un gruppo, come altri Gas, troppo politico, chiuso, autoreferenziale. Un paragone per tutti: da un paio d'anni, acquisto l'energia elettrica verde dall'Agsm di Verona attraverso il gruppo di acquisto nazionale di Jacopo Fo. Un gruppo di acquisto costituito da migliaia di persone su tutto il territorio nazionale, accomunate dal fatto di acquistare energia verde. Chi per risparmiare, chi per puro ideale ecologico, chi per entrambe le cose... In ogni caso non ho mai ricevuto dal gas di Jacopo Fo, una mail o una comunicazione di alcun tipo. Migliaia di persone che in silenzio, forse, riescono a cambiare qualcosa. In questo GAS invece mi ritrovo la mail intasata da email su vaccini, inceneritore, centro commerciale, ecc. Probabilmente il contenuto sarebbe interessante ma vanno sempre inesorabilmente a finire nel cestino, come i santini elettorali dati dagli “amici” nel periodo di elezioni... Apro un inciso sul centro commerciale di Lavis. Io dico ben venga il centro commerciale. Anzi, non uno, ma molti centri commerciali. Io non lavoro in provincia, alle poste, né ho “il vecchio” con la campagna sulla quale aprire il solito agriturismo. Devo tirare la fine del mese con uno stipendio modesto e in questo non mi aiutano certo i piccoli negozi come quelli di Lavis, che magari manco ti fanno lo scontrino. Oppure le norme di igiene non sanno cosa siano come in qualche panificio. Allora evviva il centro commerciale, dove io che lavoro tutti i giorni, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19 posso andare la domenica. Evviva le catene, dove le procedure fanno si che lo scontrino venga fatto e le norme di igiene rispettate. Sopratutto evviva il centro commerciale perchè posso risparmiare. Evviva il Prix, l'Eurospin e tutti gli hard discount! (Evviva il centro commerciale anche perchè, nonostante sia un po triste, di norma diventa un centro di aggregazione che funziona meglio della caneva autoreferenziale degli orsi trentini). Ricordo che in occasione di una serata di presentazione del Gas a Gardolo una coppia del sud, con figli, faceva notare che loro volevano entrare nel Gas per risparmiare/sopravvivere e che l'acquisto di prodotti biodinamici / biologici mal si coniugava con questa necessità. Da chi presentava gli fu dato ragione ma fu detto che il Gas di Lavis si era dato questa priorità, oltre ad una finalità educativa. Il problema è questo, come sottolineava un professore di Economia, dell'Università di Modena a Radio 24. I gas sono poco diffusi, poiché tranne alcune eccezioni, anziché preoccuparsi di acquisti pretendono di cambiare il mondo e questo limita tantissimo la loro diffusione. Al Gas di Lavis si continua a parlare di divisione, di dimensione ormai ingestibile... ma cosa può pretendere di cambiare un gas di una manciata di persone? E questo ci riporta all'esempio iniziale. Il mondo si cambia cambiando sé stessi, e dando l'esempio, non catechizzando gli altri su cosa è giusto e cosa è sbagliato. Condivido anche il pensiero di coloro che avevano descritto come impresa impossibile contattare il Gas di Lavis, un gruppo che, al di la delle parole, vuole rimanere chiuso. Incontri di presentazione che continuavano a saltare o ad essere spostati, riunioni nelle quali si doveva decidere se accettare dei nuovi entranti... Qui mi fermo, perché penso di aver messo abbastanza carne al fuoco! Con alcune persone stiamo valutando di dare vita ad un nuovo grande gas, apolitico, apartitico, aconfessionale, il cui scopo sia aiutare le persone ad arrivare "alla fine del mese" . Se interessati contattatemi! Pubblicato da ilgrillosparlante a 21.19 Etichette: Gas, Gruppo di Acquisto, Gruppo di Acquisto Solidale, Lavis, trentino, Trentino Alto Adige, trento


Commenti

Onestamente, la sottoscritta s' impegna dapprima a capirci qualcosina in più sulla questione, e poi a fare alla succitata Q.I ( Questione Intelligente) un pò di umile pubblicità.
Invero m' incuriosisce punzecchiarla, la gente, sulle questioni poco dibattute.
La questione dei Gas, da quel che capisco e sospetto, non decolla non per disinformazione, ma per una cultura della frammentazione per settori sociali, che fa una fatica immane ad essere superata.
Ma mi tacito e m' aggiorno. A presto.
Gabriella

I GasBo di Bologna affronta le stesse tematiche. Un gruppo di acquisto è anche fatto di questo. Dialogo. E anche capire che ruolo abbiamo quando consumiamo.

Probabilmente i GAS sono nati da persone che non riuscivano a trovare prodotti come desideravano nella grande distribuzione e si sono autorganizzati. Ciò non toglie che si possa replicare il modello anche per altre cose.

L'elogio della grande distribuzione però NON mi sta bene. Non mi sta bene che il produttore venga "strangolato" con prezzi troppo bassi, o con pagamenti a 180 giorni, non perché io abbia compassione del "povero" imprenditore... solo che se il prezzo che viene pagato è troppo basso, semplicemente l'imprenditore abbassa la qualità, lentamente ma costantemente.

A questo punto il meccanismo del "libero mercato" si rompe. Si chiama asimmetria informativa: io so solo che costa poco ma non so altro sul prodotto che vado ad acquistare. E' così che le auto hanno smesso di durare 30 anni!! Che le case oggi sono di cartapesta e che nel cemento ci sono i residui dell'inceneritore dei rifiuti.

Possiamo anche pensare che l'unica cosa che ci interessa sia il prezzo, ma forse, cambiando stile di vita, risparmiamo molto di più che comprare dei biscotti da 2 euro al kg.

Poi come al solito sono d'accordo con Jacopo, i GAS dovrebbero essere molto più sviluppati e un po' su tutti i settori. Però richiede lavoro.. e in tanti sono disponibili a lavorare 8 ore al giorno per un misero stipendio ma neanche un ora al mese come volontariato in un GAS. Gli stessi magari PERDONO 20 ore al mese a guardare la pubblicità in televisione, 8 ore al mese a fare il "tanto divertente" shopping... e chi più ne ha più ne metta.

Oggi il mio capo mi ha detto che ho troppo tempo libero... che faccio troppe cose e che potrei lavorare di più delle 40 ore che già faccio... invece che fare il volontario! Io potrei rispondergli che oggi lo stipendio mensile che prendo lo risparmio interamente e che semmai sto pensando di non lavorare affatto piuttosto che smettere con banca del tempo e i gruppi di acquisto solidali.

Si tratta di scegliere il proprio stile di vita... e forse, in questo, anche "salvare il mondo".

Baci M.

quando non approva l'entusiasmo nei confronti dei centri commerciali. L'autore della lettera adduce a delle legittime critiche nei confronti di questo gas alcune scuse che stento a comprendere...si tratta davvero di carenza di dialogo tra le due parti o piuttosto di pregiudizio?
In entrambi i casi, non sembra informato; dovrebbe sapere che un gas predilige il rapporto diretto con i produttori, non con i piccoli negozi, che i grandi centri commerciali danno l'illusione di risparmiare ma non è così, anzi, hanno costi salatissimi che ricadono poi su tutti noi.
Quindi, esaltare un immediato tornaconto personale per mangiare: "merda, basta che sia ben confezionata" (non sono parole mie ma di chi prepara i futuri produttori nostrani a fronteggiare il mercato globale), quando invece con un lavoro comune, serio e paziente, si può avviare una piccola economia locale, tra produttori e consumatori a prezzi onesti per entrambi, beh, come minimo la definisco ingenuità.
Poi, dico io, quando afferma che gli dà ragione un luminare di Modena, a radio 24, che taccia i gruppi gas di presunzione perché vogliono cambiare il mondo, davvero non vi pare strano?
Questo benedetto gruppo di Lavis, che non conosco, potrebbe anche essere composto da pessimi comunicatori ma interessarsi del territorio non significa far propaganda politica.
La cosa più sgradevole, inoltre, è che lui sembra aver organizzato un gruppo, dividendo gli associati, "contro" il vecchio gruppo con motivazioni davvero approssimative e poco convincenti.

Se passate in centro a Trento, dalle 7:30 del mattino alle 10:00 circa potrete imbattervi nella seguente scena.
Arrivano in gruppo degli extracomunitari, si dividono - ognuno nella sua zona - e passeggiano con un cartello in mano importunando i passanti con pressanti richieste di carità e aiuto.
Alle 10:00 lasciano le loro postazioni per poi tornare verso le 18:00 fino alle 20:00 circa e ripetere la stessa scenetta del mattino.
Ciò si verifica inesorabilmente tutti i giorni.
Tranne il giovedì in cui il focus si sposta sul mercato e può continuare tutto il giorno.
Ogni tanto cerca di subentrare qualche nuovo arrivato che, non essendo a conoscenza del gioco, prova a mettersi in una zona ma viene prontamente allontanato dal leggitimo "proprietario"... Ci mancherebbe!
L'incrocio via Diaz/via Oss Mazzurana è presidiato da 1 persona, lo stesso dicasi per via Oss Mazzurana/Via Manci, piazza Pasi ecc.
Guai a non lasciare l'obolo richiesto, i "poveretti" rispondono con il dito medio, forse tipico saluto africano... In alternativa sbiascicano un mix di parolacce in italiano/inglese/francese ecc.
E' evidente che tutto fa parte di un sistema organizzato.
Ci domandiamo allora dove vanno a finire i soldi che vengono dati a queste persone? Armi? Droga? Prostituzione?
Ci sono istituzioni in grado di rispondere alle richieste di aiuto in modo egregio, come la Caritas.
Lasciare che queste persone si impadroniscano della città non vuol dire essere caritatevoli verso i bisognosi ma alimentare la delinquenza, l'odio razziale e il disagio dei cittadini trentini, italiani e degli extracomunitari con regolare permesso di soggiorno.

Abbiamo interpellato i vigili urbani ma nulla possono fare in merito poichè non esiste una legge che vieta l'accattonaggio, anche se - continuiamo noi - si tratta di accattonaggio in gruppo, organizzato e sistematico, probabilmente controllato da un clan che ricicla i soldi per altri scopi...
Se i vigili non ci sanno dare risposte aspettiamo una risposta dalla politica, come sempre...
Pubblicato da ilgrillosparlante a 11.18 0 commenti

Ma poi questo gruppo è partito? io sarei interessata..