(C’è un’ape dentro di te! Ma non è cattiva, ti ama)
È assolutamente indispensabile che tu sappia che una serie di decisioni che hai preso nella tua vita dipendono dal tuo cervello primordiale. Cioè ci sono dei giovedì che ragioni come un’ape. A volte come una cavalletta. Non lo dico per deprimerti. A volte è assolutamente meglio ragionare in modo coleottero. Probabilmente questa possibilità straordinaria di pensiero ti ha salvato la vita o ti ha evitato disastri spettacolari quanto dolorosi. Il cervello insetto è una tua risorsa essenziale perché è estremamente semplice. Mediamente la formica ha un grande senso pratico binario. Si fa una sola domanda per volta e di fronte ai grandi interrogativi della vita si chiede: “si mangia o non si mangia?” Che sintesi! Che immediatezza.
Scoprire la propria potenzialità coccinella è fonte di semplificazione. Quante volte nella vita hai sperimentato la tua straordinaria capacità di ragionare a oltranza ottenendo un colossale ingarbuglio di sottigliezze e sofismi? E quante persone hai visto naufragare a causa di un eccesso di intelligenza e autoanalisi?
Comunque è anche importante sapere che a volte situazioni complesse non possono essere ridotte all’alternativa si mangia non si mangia. E può essere utile rendersi conto che c’è anche un’insetto che parla dentro di te. E puoi anche dirgli: “Stai zitto moscerino!” ed evitare così guai tremendi. A volte gli insetti dicono stronzate. Hanno il cervello di una mosca.
Disgraziatamente di questa idea del cervello insetto e della sua benefica capacità semplificatrice non si parla molto. Forse c’è qualche testo super specialistico ma sul web non ho trovato nulla…
Comunque vale la pena diffondere questa nozione cerebrale. Quindi approfondirla.
Ma andiamo per ordine…
La molteplicità delle identità che ci abitano non ha una precisa corrispondenza nelle aree del nostro cervello. E' importante sapere che la nostra materia grigia non è un tutt’uno. La forma fisica del nostro cervello conserva le strutture via via elaborate nel corso dell’evoluzione della nostra specie. Quindi esiste un’area cerebrale centrale che è quella rettile, intorno a questa si è sviluppata la mente mammifero; solo nella buccia del cervello (la corteccia cerebrale) risiede la mente “umana” intelligente… Questo sostiene la scienza moderna. Ma io sospetto che se si guardasse un po’ meglio all’interno della mente serpente troveremmo una piccolissima zona, più piccola di una capocchia di spillo, che è figlia del livello evolutivo precedente a quello rettile. Infatti prima di diventare esseri squamosi i nostri antenati primordiali erano insetti. E se guardassimo bene dentro questa capocchia di spillo troveremmo sicuramente una massa cerebrale invisibile ad occhio nudo: ovvero la mente ameboide. La mente cellulare invece probabilmente non sta nel centro del centro del cervello, per via che le cellule sono decerebrate. In effetti è in corso a livello scientifico una grande discussione: cosa governa le cellule? Dove ce l’hanno il cervello?
Ho trovato affascinante l’ipotesi espressa da Bruce Lipton in Biologia delle Credenze: egli sostiene che la mente cellulare non risieda nel Dna ma nella membrana cellulare, in quanto è questa che decide cosa deve entrare e cosa deve essere espulso dalla cellula e inoltre determina la specializzazione delle proteine (vedi Anatomia umana: mi manca un pezzo! Chi coordina tutte le funzioni del mio corpo?)
Ragionandoci sopra ho ipotizzato che una qualità essenziale della nostra mente insetto sia la sua semplicità…
A questo punto dovrei dire qualche cosa sulle capacità derivanti dall’esistenza del cervello ameba e della mente cellulare.
In effetti non ne so nulla. Datemi qualche anno per rifletterci sopra. Sospetto però che queste capacità ruotino intorno alla dote dell’empatia. Tipo quando sei abbracciato alla persona che ami, quella meravigliosa sensazione estatica non potrebbe essere un po’ tipo estasi dell’ameba al sole? Secondo me le amebe se la spassano…
(A questo punto la mia identità ameba mi suggerisce che qualcuno stia pensando che io sia uscito di senno).
Invece vorrei affermare che c’è senso a scrivere oggi su temi poco conosciuti… Abbiamo bisogno di cambiare il modello del mondo e c’è bisogno del contributo di tutti. Io quel che so fare meglio è filosofeggiare in modo cazzeggiante… Quel che spero è di provocare altri a entrare nel gioco delle idee irregolari.
Prima di concludere voglio aggiungere un’altra osservazione che mi pare di portata storica... Si dice che la mente guerriera abbia la sua centrale operativa nella mente serpente improntata sulla pulsione combatti o fuggi...
Si dimentica che le alternative non sono 2 ma 3: c’è anche la possibilità nasconditi (mimetizzati, resta immobile…), comportamenti che troviamo già completamente formati negli insetti. Comprendere che la scelta prevede anche l’opzione nasconditi ci permette di capire meglio i nostri comportamenti. Ad esempio è la madre del conformismo: nelle situazioni di pericolo uniformati alla massa… È quel che sta accadendo in questo momento di stress da crisi; invece di incazzarsi e agire in modo organizzato molti cercano di rendersi invisibili...
È importante comprendere che alcune nostre identità sono profondamente determinate nel loro modo di ragionare e nei pareri che ci propongono dal loro essere figlie di particolari fasi geologiche della nostra evoluzione. Altre identità sono strutture culturali complesse (l’identità stupida, quella artigiana, quella materna o paterna, il poliziotto interiore ecc…)
Altre identità ancora, che potremmo definire secondarie (ma non per questo meno importanti), non hanno stretti rapporti con particolari aree del cervello relative a memorie genetiche o strutture culturali.
Ad esempio una serie di complesse contingenze, tempeste ormonali e suggestioni evocative possono averti creato un’identità Fonzie che può diventare, all’atto pratico, altrettanto determinante nelle tue scelte relazionali di identità primarie come quella del Guerriero, dell’Artigiano o della Grande Madre.
Ma se ti fai rovinare la vita dal Fonzie che è in te non verrai perdonato nel giorno del Giudizio Universale. I demoni ti avranno e non proveranno nessuna pietà.
Ho trattato il tema delle diverse identità “culturali” e di come sarebbe il caso di trattarle in “Tu non sei una persona! Tu sei un condominio di differenti identità!”, un articolo di una profondità che io stesso sono restato sconcertato rileggendolo e mi sono chiesto: “Ma chi è questa bestia che ha scritto questa roba qua?!?”. Quindi ti suggerisco di leggerlo per ottenere effetti mirabolanti sul tuo stile di vita.
P.S.:
Cambiare… sembra facile.
Negli ultimi 30 anni mi sono applicato a cercare di comprendere il più grande mistero dell’umanità, al cui confronto questioni come il moto perpetuo o l’energia bionica sono quisquilie. Se le persone scoprissero come si fa a cambiare, la loro vita migliorerebbe in modo esponenziale. Il cambiamento certamente porta a compiere errori e a esporsi a rischi ma la costanza nel cercare il miglioramento sperimentando sempre nuovi approcci è anche l’unica via che ci permette di evolvere. E l’evoluzione è una delle leggi fondamentali del creato. Lo dimostra il fatto che la massa informe delle particelle subatomiche aveva già dentro di sé questa direzione fisiologica strutturale; tant’è che le particelle elementari si sono fuse tra loro fino a formare la diversità delle sostanze chimiche che sperimentando tutte le possibili combinazioni si sono evolute in esseri viventi di tutte le forme e colori.
Quindi il cambiamento è nella natura delle cose. E certamente durante la nostra vita continuiamo a cambiare. Qualcuno dice: “Io non cambio mai…” ma è una balla. Cambiamo ogni giorno. Niente di noi è uguale. Tra l’altro invecchiamo… Quindi non cambiare è impossibile. Utile sarebbe cambiare in meglio…
Ma nonostante il cambiamento sia nella natura dell’Universo gli esseri umani spesso temono il cambiamento positivo proprio a causa delle contraddizioni insite nella complessità della loro mente. Trovare il modo di disinnescare l’eccesso di pulsioni reazionarie e valorizzare l’essenza progressista della natura umana è quindi la madre di tutte le battaglie e come tale la più difficile da condurre. Ovviamente nessun umano ha il potere di cambiare le altre persone secondo i suoi desideri. Il massimo che posso immaginare è di rendere noto che esistono delle precise procedure che possono permettere ad ognuno di riconoscere i propri meccanismi conservatori e di intraprendere con essi una trattativa amorevole allo scopo di ammorbidirli.
In questi anni sono riuscito ad appurare con certezza questo stato delle cose. In particolare ho verificato che le persone non cambiano quando si convincono che sarebbe utile farlo. Il cambiamento richiede una serie concatenata di fattori… E sospettando che se si conoscessero meglio i meccanismi che determinano le decisioni più persone cambierebbero in meglio la loro vita ho iniziato a scrivere questa serie di articoli…
Jacopo Fo