Sullo sviluppo rurale

Facebook Instagram TikTok YouTube Twitter Jacopo fo english version blog

 

RESTIAMO IN CONTATTO!

PER CONOSCERE GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI VISITA LA MIA PAGINA FACEBOOK

 

Ancora un relatore del convegno della senatrice Franca Rame. Si tratta di Corrado Giannone della CONAL - Consulenza, Analisi, Progettazione in ambito alimentare, agricolo e ambientale.

Lo sviluppo rurale in ambito locale può trovare un sostegno importante, tra le altre iniziative volte alla tutela del territorio e alla salvaguardia dell'occupazione, dall'introduzione dei prodotti agricoli locali nei servizi di ristorazione collettiva erogati da Enti pubblici, quali scuole, ospedali, case per anziani. Questi interventi possono trovare un particolare interesse in quelle aree marginali caratterizzate da un progressivo abbandono del territorio da parte dei suoi abitanti, con effetti negativi sul tessuto economico e sociale, accompagnato da un abbandono delle attività agricole tradizionali, dal conseguente abbandono dei territori, destinati pertanto al degrado e all'incuria, nonché alla perdita del patrimonio e dell'identità culturale del territorio, con la scomparsa progressiva delle tradizioni locali e del patrimonio storico territoriale. L'ipotesi che si prospetta, in generale può essere molto importante per contrastare questo fenomeno, incidendo in maniera positiva sul tessuto  socio economico e contribuendo in maniera importante non solo a contrastare gli aspetti negativi di cui si accennava prima, ma può determinare la nascita di nuove attività produttive sul territorio.
La proposta  trova comunque interesse anche in zone non necessariamente marginali.
L'impiego di prodotti locali nei servizi di ristorazione collettiva ha vantaggi sul tessuto sociale interno generale, con effetti positivi sull'ambiente, poiché riduce le percorrenze tra luoghi di produzione e di consumo (filiera corta), riduce quindi i consumi di carburante ed i conseguenti effetti negativi sull'ambiente, diminuisce il traffico, assicura un controllo maggiore e più efficace lungo la filiera da parte degli organismi preposti e riduce altresì le possibilità di contraffazione, sofisticazione ed altro, per effetto di un numero di soggetti che intervengono nella filiera dei diversi prodotti; in alcuni casi (ortofrutta) migliora la qualità intrinseca dei prodotti, per effetto, nel caso della frutta, di un tempo ridotto tra raccolta e consumo, quindi possibilità di raccogliere i prodotti (maturazione tecnica) in tempi più prossimi alla maturazione naturale (maturazione fisiologica) e quindi migliore qualità nutrizionale e sensoriale. In altri casi (verdura e alcuni frutti) si riducono i tempi di refrigerazione, con considerevole risparmio di energia.
L'uso dei prodotti locali nell'ambito dei servizi di ristorazione, oltre ai vantaggi già evidenziati,  può contribuire in modo massiccio a mantenere in vita quei prodotti del territorio che altrimenti rischierebbero di scomparire, se non opportunamente tutelati. Ciò è valido sia per i prodotti della produzione primaria, ma anche per prodotti trasformati, promuovendo quindi la salvaguardia di quei mestieri che scomparendo determinano la scomparsa di un pezzo di storia del territorio e quindi dell'identità locale.
L'Ente pubblico, comportandosi da consumatore collettivo, può determinare anche gli indirizzi delle produzioni e dei quantitativi di cui necessita, essendo in grado di stimare preventivamente i propri fabbisogni e sulla base di questi, orientare l'offerta.
Per mettere in pratica questo progetto, peraltro perorato dalle associazioni di categoria ma anche da eminenti studiosi di economia agraria, è necessario che le parti interessate dialoghino tra loro, al fine di condividere le scelte; queste ultime devono essere accompagnate da strumenti applicativi che possono essere circoscritti in:
- incentivi,
- formazione,
- assistenza tecnico-amministrativa.
Necessitano quindi strutture di sostegno alla Pubbliche Amministrazioni, e supporti tecnici per i produttori, insomma dei "facilitatori" di relazioni tra i soggetti portatori d'interesse.
Esperienze di questo tipo sono sollecitate in qualche modo dal Green Public Procurement, ossia gli acquisti verdi nelle PA, che ha come obiettivo principale la scelta di acquisti di beni e servizi con bassi impatti ambientali e indica come strumento di analisi il bilancio ambientale, attraverso l'analisi del ciclo di vita del prodotto (LCA), mediante la somma e la combinazione degli impatti ambientali parziali di tutta la sua storia; coerentemente altresì con i principi di Agenda 21 Locale, che indica attraverso prescrizioni normative, strumenti amministrativi ed economici, incentivi per l'attuazione delle azioni del piano generale. Inoltre, indicazioni in questa direzione vengono anche dalla Direttiva Comunitaria 2004/17/CE, che raccomanda di tener presente negli Appalti pubblici, degli aspetti sociali ed ambientali. E nel Codice degli appalti, che di essa è il recepimento nazionale, all'Art 1, sotto i "principi", al punto 2, dice che " il principio di economicità può essere subordinato, entro i limiti espressamente consentiti dalle norme vigenti, ai criteri previsti dal bando ispirati ad esigenze sociali, nonché alla tutela della salute e dell'ambiente, ed alla promozione dello sviluppo sostenibile".

Queste proposte se accettate e messe in campo, tendono, tra l'altro, a generare comportamenti virtuosi anche nel singolo cittadino, attraverso una corretta informazione e divulgazione. Inoltre,
sono modelli riproducibili ed esportabili in altri territori.

       
Conal scrl
       Corrado Giannone