Una delegazione di agricoltori americani si è recata in Mali per una visita-scambio con i colleghi africani.
Sentite cosa hanno dichiarato, sconvolti, al loro ritorno: "Non c'è paragone tra le condizioni di vita negli Stati Uniti e in Africa occidentale" (Ken Gallaway, coltivatore di cotone e mais del Texas), "Non puoi tornare da un viaggio simile senza comprendere che la nostra politica agricola è vergognosa" (Leo Tammi, allevatore di pecore della Virginia), "le sovvenzioni stanno provocando i problemi dei contadini del Mali, lo abbiamo verificato sul campo" (Jim French, allevatore del Texas).
Abbiamo spiegato svariate volte come funziona il meccanismo, lo ripetiamo: i produttori di cotone americani ricevono complessivamente circa 4 miliardi di dollari ogni anno in sussidi statali. Le aziende più grandi si prendono la fetta maggiore e aumentano la produttività, creando un surplus di prodotto rispetto alla domanda. Il cotone in più finisce sul mercato internazionale a un prezzo molto basso (tanto le aziende ricevono le sovvenzioni), chiudendo così le porte ai produttori africani e indiani che invece non ricevono finanziamenti (o ne ricevono molti meno).
(Fonte: Greenplanet)