Fin dalla nascita le donne dell’aristocrazia spartana venivano trattate in modo ben diverso dalle loro contemporanee, greche e non solo
Innanzi tutto appena smettevano di succhiare il latte venivano nutrite con la stessa quantità di cibo riservata ai maschi, e questo Grecia antica era un fatto notevole e rarissimo.
Le bambine poi, dopo i 7 anni, avevano a disposizione più cibo dei maschi. Infatti i bambini figli dei guerrieri spartani, a 7 anni andavano a vivere in caserme dove iniziavano il tirocinio come soldati; una vita durissima, allenamenti estenuanti, botte e poco cibo, solo una tunica in estate e in inverno, piedi nudi. Come vedremo questa educazione brutale aveva lo scopo di temperare i cittadini (almeno quelli che non morivano, il che accadeva di sovente).
Tutti i figli degli spartani subivano questo trattamento ad eccezioni dei figli dei 2 re che governavano la città e che se la passavano solo un po’ meglio.
Decisamente la vita delle donne dell’aristocrazia guerriera era decisamente meglio di quella dei maschi, da tutti i punti di vista.
Tutti i costumi spartani avevano al centro la volontà di permettere alle donne di sviluppare al massimo le loro potenzialità. Ancor oggi molti sostengono che questo rispetto per le donne avesse come obiettivo rafforzare la probabilità di partorire figli forti e sani.
Ma è riduttiva la visione delle donne Spartane come cavalle da riproduzione delle quali si cura la salute per ottenere puledri più prestanti.
Continua a leggere...