Erano un popolo matriarcale e la loro storia ha molti punti di contatto con quella degli Ebrei
Circa 5.500 anni fa l’inizio delle guerre di colonizzazione condotte dai pastori guerrieri e la nascita delle società servili e schiaviste aprì un periodo molto turbolento. Le civiltà delle pianure irrigue vennero a più riprese sconvolte da ogni sorta di eventi violenti, e da processi di meticciato.
In particolare due popolazioni ebbero una storia molto particolare.
In Egitto si venne a creare una coalizione di diversi gruppi etnici che vivano sotto il dominio dei faraoni. La Bibbia narra la storia di Mosé che cappeggia la rivolta di questo gruppo al dominio del re e riesce a organizzare una fuga di massa verso la Palestina, alla ricerca di una terra nella quale vivere in libertà.
Marx e Freud erano convinti che gli ebrei fossero un popolo nato dalla fusione di tribù di origini diverse che si uniscono per fuggire dall’Egitto.
E che non fossero un popolo etnicamente omogeneo con tradizioni comuni lo dimostra il fatto che Mosé scendendo dalla montagna con le tavole della legge che Dio gli ha donato, trova un gran numero di ebrei che stanno adorando il toro simbolo di fertilità, va su tutte le furie e ordina ai suoi uomini più fedeli di massacrare tutti gli eretici: 3 mila persone vengono così uccise a colpi di spada.
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