Quanto fa bene alla salute e alla mente far parte di una tribù creativa?
Tutto intorno a noi è vita.
All’inizio dei tempi il mondo era una palla di fuoco e per milioni di anni è stato un unico blocco di lava.
Solo grazie alle creature viventi si è formata l’aria che noi oggi respiriamo. Batteri, muffe, funghi e piante hanno scavato la roccia per nutrirsi e hanno formato la terra sulla quale camminiamo e l’hanno fatta crescere ammassando per milioni di anni i loro resti mortali. Persino buona parte delle rocce si sono formate con il compattarsi di immense quantità di corpi, conchiglie, foglie e fusti di piante, che si sono accumulati in strati di calcare spessi chilometri. La vita ha modellato questo mondo e lo ha reso vivibile per noi.
Se contempliamo questa realtà scientifica inoppugnabile possiamo sviluppare un senso di stupore e di gratitudine e sentirci parte di un colossale fenomeno che dura da miliardi di anni e che ci ha generati.
E possiamo sviluppare ancor di più questo senso di appartenenza se ci rendiamo conto che noi non siamo dei singoli individui solitari. Scientificamente noi siamo un sistema simbiotico: senza i miliardi di batteri che vivono intorno a noi, sopra di noi e dentro di noi non potremmo sopravvivere. Non saremmo capaci neppure di digerire i cibi senza i miliardi di esseri meravigliosi che costituiscono l’armata della flora batterica intestinale.
Nonostante queste e altre evidenze la maggioranza degli esseri umani ha difficoltà a sentirsi parte di una comunità.
Troppi si considerano esseri singoli, in competizione con il resto del mondo.
Come ho detto questa è la terza e ultima malattia che affligge la nostra mente.
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