Ecologia e Ambiente

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Notizie sull'Ecologia e sulla salvaguardia dell'Ambiente

VIVA LAMBERTO DINI!!!

Avrei mai pensato di poter essere d'accordo su qualche cosa con Lamberto Dini?
Invece nella folle Italia mi trovo a essere addirittura entusiasta.
Le 7 proposte lanciate da Dini sono realmente un'iniziativa che se passa e' capace di cambiare qualche cosa. E sarebbero pure un shock culturale, un segnale che si vuole cambiare rotta.
Eccovele!
Vi invito a sostenerle sui vostri blog, diffonderle, fare pressione sul vostro politico personale perche' vengano attuate (a proposito: hai aderito a www.adottaunparlamentare.it? Se vuoi costruire un futuro migliore non sottovalutare questa iniziativa).
Sette proposte al governo, un programma minimo che consideriamo imprescindibile, realizzabile in non piu' di sei mesi.
In una lettera al Corriere della Sera il leader dei liberaldemocratici Lamberto Dini elenca i suoi punti del programma all'esecutivo.
Le richieste sono:

1. Una decisa azione per la riduzione della spesa pubblica. A partire dall'uscita anticipata di almeno il 5% dei lavoratori pubblici. Il forte aumento registrato dagli investimenti nella information tecnology e' in grado di generare un incremento della produttivita' di questa dimensione. Occorre poi prevedere una parziale sostituzione di quanti usciranno dal lavoro per limiti di eta' negli anni successivi. Ed aumenti delle retribuzioni legati solo al merito di ciascuno.
2. Il ridimensionamento delle persone che vivono di politica. A partire dall'abolizione delle Province; le Regioni che volessero mantenerle in vita dovranno finanziarle con le proprie tasse. E' vero che serve una revisione costituzionale, ma per adottarla bastano sei mesi.
3. Una riduzione del carico fiscale per i contribuenti, secondo un percorso graduale ma annunciato in partenza. Utilizzando l'intero risultato della lotta all'evasione fiscale, e non disperdendolo per mille rivoli come si e' fatto nella prima parte della legislatura. E utilizzando quella parte della riduzione di spesa non destinata ad anticipare l'obiettivo di pareggio del bilancio. Il tutto senza innalzare il grado di progressivita' del nostro sistema tributario, gia' oggi a livelli che ostacolano la crescita.
4. La rinuncia alle centinaia di programmi inconcludenti nei quali vengono disperse le risorse europee dei fondi strutturali, che lasciano il Meridione nella penosa situazione in cui si trova. Drastica revisione dei programmi per il periodo 2007-2013, concentrando le risorse su strade, ferrovie, porti e aeroporti. Con un unico obiettivo operativo: portare il Sud nel 2013 a una qualita' dei trasporti pari alla media europea.
5. La realizzazione del sistema nazionale di valutazione dei risultati scolastici, per legare ogni incremento reale delle retribuzioni degli insegnanti a livello e dinamica della preparazione scolastica degli allievi. Altrimenti i ritardi nella formazione scolastica dei nostri giovani, sempre piu' evidenti nel confronto internazionale, pregiudicheranno la capacita' di sviluppo dell'Italia per il prossimo mezzo secolo.
6. La riduzione da 45 a 15 giorni della sospensione feriale dei termini processuali. I ritardi della giustizia sono un elemento non trascurabile del degrado economico e civile della nostra societa'. Molto puo' e deve essere fatto. Ma di per se' la sola riduzione del periodo feriale, e il prevedere che i giudici facciano come tutti gli altri lavoratori le loro vacanze a turno, puo' aumentare di quasi il 10% la produttivita' del servizio giustizia.
7. Il ridimensionamento del ruolo della politica nella gestione della sanita' pubblica. 'La politica fornisca regole e risorse; scelga ministro, sottosegretari e assessori.' Ma non direttori generali e primari. Si e' voluto chiamare le unita' sanitarie "aziende". 'Ma quale azienda potrebbe mai funzionare se i capi stabilimento venissero scelti a seconda che siano piu' vicini a questo o quel partito? Quanto enunciato e' un programma minimo che consideriamo imprescindibile e che contiene proposte realizzabili in non piu' di sei mesi. Tanto altro sarebbe necessario; lo abbiamo indicato nel manifesto politico con il quale abbiano lanciato la nostra iniziativa liberaldemocratica. Ma se non si comincia non si arriva mai alla fine. E se non si inizia subito non si riuscira' a sollevare gli italiani da quella sfiducia nelle istituzioni e nel futuro che ne frena lo slancio. Siamo pronti a sostenere un governo che si impegni a realizzare questo programma minimo. Se sara' espressione dell'attuale maggioranza, bene. Ma chiediamo una risposta chiara, senza ambiguita', al piu' tardi al momento della verifica prevista per meta' gennaio. Non rinnoveremmo la nostra fiducia a un governo che non volesse impegnarsi a realizzare questo programma per il rilancio del Paese. In tal caso, non ci rassegneremo al fatto che la legislatura debba andar persa. Ci adopereremo dunque, con le nostre modeste forze, affinche' un governo che realizzi queste proposte nasca in questo Parlamento. Senza dimenticare che nel frattempo occorrera' comunque cambiare la legge elettorale, per via parlamentare ovvero per via referendaria.'