Ecologia e Ambiente

Facebook Instagram TikTok YouTube Twitter Jacopo fo english version blog

 

RESTIAMO IN CONTATTO!

PER CONOSCERE GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI VISITA LA MIA PAGINA FACEBOOK

 

Notizie sull'Ecologia e sulla salvaguardia dell'Ambiente

A cena con i terroristi

a cena con i terroristiQuesta settimana vi presentiamo un libro molto interessante pubblicato da Nuovi Mondi Media.
Si tratta di "A cena con i terroristi" di Phil Rees.
Buona Lettura

Phil Rees - regista di numerosi documentari per la BBC e autorevole collaboratore di The Independent, The Guardian e di The New Statesman - ha speso buona parte della sua ventennale carriera di inviato di guerra raccontando storie di militanza armata in giro per il mondo.

Perche', sostiene l'autore, "affinche' un giornalista degno di questo nome possa riportare di coloro che hanno scelto di impugnare le armi per ottenere visibilita', e' necessario che sia disposto ad ascoltarne le motivazioni, il punto di vista, a conoscerne usi e costumi". Rees non si definisce un pacifista, piuttosto ritiene che la politica non possa limitarsi prima a dichiarare "guerre al terrore", poi ad aspettare e vedere che succede: "Mi ritengo, a mio modo, una creatura politica. Gran parte del mio lavoro e' stato incontrare i gruppi militanti armati di tutto il mondo e passare del tempo con loro". E lo ha fatto sempre in prima persona, trascorrendo, per mesi, notti intere con i membri della guerriglia islamica algerina, abitando nelle foreste colombiane con le FARC, gustando tisane con gli Hezbollah libanesi, frequentando i club baschi con giovani militanti dell'ETA, scoprendo come l'amore omosessuale trovi spazio anche tra i mujahedin afghani.

Riportiamo qui di seguito un brano di un articolo dello stesso Rees apparso su The Times .
Fonte: http://www.timesonline.co.uk/article/0,,7-1509307,00.html
Traduzione a cura di Arianna Ghetti per Nuovi Mondi Media

Indovina chi viene a cena: Hezbollah
di Phil Rees
L'esperienza di Phil Rees dimostra come cenare con i terroristi piu' pericolosi del mondo spesso sia stato il primo passo per conoscerli meglio e intervistarli. L'autore ha trovato il cibo e la compagnia piuttosto... eterogenei
Venticinque anni fa, stavo visitando l'Irlanda nel giorno in cui Lord Mountbatten di Burma e suo nipote quattordicenne, mentre si trovavano in vacanza, vennero fatti saltare in aria sulla propria barca. Poco tempo dopo, 18 soldati britannici furono uccisi in un'imboscata. Quella sera d'agosto, mi recai in un pub di un piccolo paese al confine con l'Irlanda del Nord. Fu un'esperienza scioccante e sconcertante. Vidi uomini e donne - giovani e vecchi - e bambini cantare e brindare al successo dell'IRA. Cio' che sapevo dell'IRA a quel tempo l'avevo appreso dai reportage dei giornali inglesi. I membri dell'IRA erano terroristi, uomini malvagi e brutali che meritavano disprezzo. Mi domandai come mai l'attitudine di queste persone cordiali e dall'aspetto comune portava loro a celebrare una tale atrocita'.

Da quella notte, ho dedicato la mia carriera ad incontrare uomini e donne etichettati come terroristi, e ad analizzare il significato di questo termine.
Un passo importante e' stato spesso quello di cenare con i "terroristi". Si tratta di una sorta di rito di iniziazione; i militanti mi hanno piu' volte osservato con desiderio mentre mangiavo, per cercare di capire se gradissi il loro cibo. Se questo avveniva, si poteva creare un legame reciproco, nel quale si percepiva un livello base di umanita'. Posso non essere d'accordo con le loro azioni, tuttavia sono riuscito ad entrare nel loro mondo di quel poco che mi ha permesso di conoscere meglio i motivi alla base della loro brutalita'.

ALGERIA, SETTEMBRE 1994: COUSCOUS CON I GUERRIGLIERI ISLAMICI

Poco prima del nostro pasto, Oussama, il comandante di un'unita' di guerriglieri islamici, si era presentato assieme a mezza dozzina dei suoi uomini armati. "Salve, siamo terroristi", annuncio' prima di proseguire in risatine nervose. Non apprezzai il suo umorismo. Ero giunto sul posto per incontrare i guerriglieri islamici dell'Algeria. La loro sete di sangue aveva dominato le notizie provenienti dalla nazione nordafricana: 61 stranieri erano stati trucidati nel corso dell'anno precedente. Il loro rito di esecuzione preferito era definito in maniera pittoresca l'engorgement spectaculaire (l'ingorgo spettacolare) - il tagliare la gola in maniera spettacolare, a cui spesso faceva seguito la decapitazione. Oussama non aveva l'aspetto di un killer; assomigliava curiosamente a Peter Sellers. Per certi aspetti mi ricordava vagamente anche l'ispettore Clouseau; era una persona incline alle disavventure e al contempo lamentosa, soprattutto riguardo al cibo.

La nostra avventura iniziata da Algeri e proseguita verso aree in mano ai guerriglieri mi aveva creato un nodo allo stomaco e il cibo era l'ultimo dei miei pensieri. Tuttavia, le mie paure svanirono non appena visitammo le zone "liberate" nei pressi delle montagne Atlas, compresi un ospedale da campo e un centro di comando. Incontrai circa 50 guerriglieri e scambiai con loro il saluto "La pace sia con te". Ogni guerriero barbuto mi bacio' poi su entrambe le guance.

I guerriglieri erano ben nutriti e la vita quotidiana appariva stranamente spensierata. Chiesi ad Oussama se fosse preoccupato di un possibile attacco da parte delle forze governative. Si mise a ridere e mi disse di rilassarmi. Dopo aver trascorso la mattinata a girare sulla Toyota Land Cruiser che gli uomini di Oussama avevano rubato alla polizia durante un agguato, il comandante di quest'unita' di circa 100 ribelli si fermo' in prossimita' di una grande abitazione di fango, e sorridendo annuncio': "A pranzo". Mi condusse in una stanza non ammobiliata. Venne srotolato un tappetino di plastica al centro e una ventina di uomini si riunirono attorno ad esso.

Cenai con membri di entrambi i gruppi della guerriglia, il Fronte Islamico di Salvezza (FIS) e il piu' radicale GIA (Gruppo Islamico Armato - NdT). Il loro cibo occupa la prima posizione della mia personale graduatoria sulla gastronomia "terrorista". Forse si tratta di un lascito del dominio coloniale francese. Potrebbe anche trattarsi dell'orgoglio che gli algerini riservano per il proprio piatto nazionale: il couscous. Per voler sottolineare il ruolo fondamentale di questa pietanza nella cultura nazionale, esso era chiamato iconograficamente ta'am, termine il cui significato letterale e' "cibo".

Il pasto inizio' con uno spuntino di sfoglia di pane, accompagnata da yogurt e miele. Poi arrivo' il couscous: semolino al vapore aromatizzato con cannella e burro in abbondanza. Era accompagnato da stufato d'agnello con carote, pomodori e ceci, condito con coriandolo. Si trattava di una delizia cucinata in modo rustico e casereccio. Oussama era fiero del couscous dei guerriglieri, si vantava del fatto che la loro varieta' era la migliore, anche in termini di qualita', di tutta l'Algeria. Il semolino doveva essere di consistenza perfetta, disse: fine e inumidito al punto giusto affinche' aderisca alla forchetta, ma secco a sufficienza per poter essere separato nel piatto. "Bon appe'tit!" esordi' mentre discutevamo, tra le altre cose, dei presunti meriti legati alla pratica di sgozzare gli stranieri.

Durante il nostro pasto, ebbi modo di osservare l'aspetto di uomini che le notizie ufficiali descrivevano come assassini irrazionali. L'etichetta di "terroristi" e' utilizzata per demonizzare nemici politici. Scoprii, mentre parlavo di idea di famiglia e di questioni di calcio, che se da un lato Oussama e i suoi uomini potevano anche essere stati spietati, dall'altro avevano impugnato le armi per motivazioni comprensibili e non per il mero desiderio di tagliare la gola a persone innocenti. Oussama era stato il sindaco di un paese nei pressi di Blida, a sud di Algeri, una regione conosciuta come il " Triangolo della Morte". In seguito, l'esercito annullo' le elezioni che il Fronte Islamico di Salvezza (FIS) era pronto a vincere, suo cugino fu ucciso e i servizi di sicurezza vennero a cercarlo. "Non avevo altra scelta se non 'prendere in mano' la situazione". E cosi' inizio' a reggere il suo AK47.

Sorseggiammo te' alla menta e, naturalmente, non c'era traccia di vino. L'AIS (Esercito Islamico di Salvezza - braccio armato del FIS - NdT) aveva bruciato centinaia di acri di vigneti per fermare la produzione del vino rosso algerino, il Mascara. Per i militanti islamici, la cena e' un evento formale, e solo per uomini. Il couscous era stato preparato da cuoche donne che non mi fu permesso conoscere; riuscii solo a scorgere di sfuggita le loro mani ricoperte di guanti neri passare i piatti. Fu solo dopo un giorno trascorso con i ribelli che mi resi conto di come non avessi visto una sola donna. Realizzai presto che le migliori portate della cucina "terrorista" sono preparate proprio da donne - i guerriglieri islamici uomini se ne stanno immobili senza speranza di fronte ai fornelli.

NOVEMBRE 1990: CALAMARO ALL'INCHIOSTRO NERO CON BATASUNA, BRACCIO POLITICO DELL'ETA

Quando cenai con gli uomini di Batasuna, il braccio politico del movimento separatista basco Eta, essi mi fecero compiere un rituale per verificare se avessi mai potuto diventare un "basco onorario". Tale cerimoniale prevedeva un piccolo pasto di carne al sangue e di un calamaro cucinato nel suo stesso inchiostro nero. Prima di mangiare bevemmo blancos, un vino bianco, dopodiche' ingurgitammo abbondanti quantita' di Patxaran, un liquore dolce piuttosto alcolico preparato con bacche selvatiche e anice. Mi era stato detto che i giornalisti che non avessero bevuto o apprezzato la nouvelle cuisine avrebbero ricevuto una fredda accoglienza. Gli Stati Uniti definirono Batasuna un'organizzazione terrorista nel 2003, quando la Spagna si uni' alla coalizione di coloro che desideravano invadere l'Iraq. I baschi amano il cibo quasi quanto il valore dell'indipendenza, e la discussione sulla propria storia e sulla propria cucina puo' durare fino alle prime ore del mattino. Non commettete il mio stesso errore: se siete invitati a cena con l'Eta, e' meglio non mettersi alla guida.

FEBBRAIO 1993: MEZZE1 CON GLI HEZBOLLAH

Ci sono state diverse occasioni in cui mi sono sentito morire dalla voglia di bermi una birra. Durante un pasto con i "terroristi" Hezbollah in Libano, un mullah trascorse quasi un'ora facendomi la paternale sui misfatti dell'Inghilterra coloniale in Medio Oriente. La tavola si trovava a meno di 60 cm dal terreno e circa una dozzina di combattenti erano inginocchiati sul pavimento; non riuscii a stare in ginocchio per molto tempo e fui costretto a sedermi a gambe incrociate. Un panno di plastica era stato collocato sopra la tavola e uomini con la barba portarono un sontuoso pasto di mezze, compresi tahina, una salsa al sesamo, e baba ghanouj, un impasto di melanzane aromatizzato con limone e prezzemolo, il tutto accompagnato da una sottile sfoglia di pane cucinata al momento. Mentre i mezze cominciavano a stuzzicare l'appetito, emerse qualche prima forma di cordialita'. I guerriglieri mi fissavano mentre gustavo bocconi di mezze con pane. Il mullah utilizzo' ripetutamente il termine arabo Inglizi per descrivermi, poi interruppi il suo monologo rivelando la mia origine gallese. Con fare scherzoso, dissi che gli inglesi colonizzarono i gallesi per quasi 500 anni, molto piu' a lungo rispetto agli israeliani o a chiunque abbia occupato le terre arabe. Il mullah si fece d'un tratto silenzioso per poi esordire con la domanda: "Avete una Resistenza?". Io risposi che alcuni nazionalisti gallesi avevano bruciato abitazioni di villeggiatura di proprieta' di famiglie inglesi. Il mullah sembrava compiaciuto ma concluse che cio' non era abbastanza. Chiese all'improvviso: "Vi serve aiuto militare?"

Una volta che il gruppo comincio' a familiarizzare con me, credendo che appartenessi ad una nazione "oppressa", arrivo' la portata principale: kebab di montone oleoso. Ma ero gia' sazio. Avevo gustato abbondantemente i mezze ma insistettero per riempirmi il piatto di kebab. Sorrisi e mangiai molto di piu' rispetto ai limiti di cortesia.

DICEMBRE 2002: NASI GORENG CON JEMAAH ISLAMIYAH A JAVA (INDONESIA)

Ho trovato il cibo dei gruppi "terroristici" asiatici il migliore. La Jemaah Islamiyah e' un'organizzazione ombrello di islamici attiva nell'Asia sud-orientale; e' stata accusata di aver sferrato l'attacco a Bali. Mi gustai un ottimo laksa - preparato con gli aromi cinesi-malesiani della cucina di Straits - assieme ai seguaci di Abu Bakar Bashir, il teologo pro bin Laden imprigionato per 30 mesi che gli Stati Uniti ritengono abbia ideato gli attentati che causarono 200 vittime nell'ottobre del 2002. Mangiai anche la pietanza base indonesiana, il nasi goreng (riso fritto - NdT) e un meraviglioso curry piccante di carne di manzo con carote. Si trattava sempre di cucina di qualita'. In un'altra occasione, un ecclesiastico militante, Habib Rizieq, forni' banana fritta in salsa di cioccolata e avocado, davvero irresistibile. Rizieq si trovava agli arresti domiciliari a quel tempo; decanto' il fatto che sua moglie fosse andata a fare spese "apposta per me", per acquistare gli ingredienti necessari. Un enorme poster di bin Laden dominava dall'alto il tavolo da pranzo.

DICEMBRE 1998: CURRY AL COCCO, CON CARNE DI MANZO E RISO, ASSIEME ALLE FORZE ARMATE RIVOLUZIONARIE DELLA COLOMBIA (FARC)

Le forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) si ispirano alla figura di Che Guevara. Gli Stati Uniti e l'Europa le hanno catalogate come gruppo terrorista. L'immagine di un Che asciutto e tenace, con solo del pesce secco nello zaino, contrasta decisamente con la flemmatica leadership di mezza eta' delle Farc. Gustai con loro una cena a base di zuppa, seguita da carne di manzo e riso, e da un rozzo okra vegetariano, in compagnia di Raul Reyes, uno dei comandanti del movimento. Si caratterizzava per atteggiamenti maestosi, e la divisa militare che indossava non era l'ideale per nascondere la sua grossa pancia. La carne era mediocre, cucinata su una griglia portatile in stile Che; ma la zuppa piccante di banana si rivelo' una delizia, e il desiderio di Reyes di mandarla giu' con rum cubano - un'usanza sviluppata dopo i legami di lunga data con Fidel Castro - ne fecero una cena piacevole.

Dei guerriglieri delle Farc, un terzo sono donne. Il Che scrisse che le donne possono combattere a fianco degli uomini anche se immagino' loro destinate a un ruolo diverso: "La donna come cuoca puo' migliorare enormemente la cucina", dichiaro' con entusiasmo. Due uomini cucinarono il nostro pasto: cio' permise alle donne guerrigliere di trascorrere il proprio tempo a lavarsi i capelli in un fiume e a darsi lo smalto prima di cena.

A cena con i terroristi lo trovi su CommercioEtico.it