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Dobbiamo convincere le masse?!? Di che? Perche’? Io sono contrario!

riduttori di flussoRecentemente, durante un incontro tra associazioni del “Movimento”, ho sentito parecchi compagni parlare della necessita’ di far capire le nostre idee e il nostro sogno di un mondo migliore alle “Grandi masse”.
Un’idea giusta in senso strategico ma che porta la maggioranza del Movimento a ragionare in termini disastrosi.
Trent’anni di pratica politica sono li’ a dimostrarlo.
Questi amici pensano che siccome dobbiamo cambiare il mondo e per farlo dobbiamo essere in tanti, allora il cuore del lavoro sono le azioni di proselitismo e di educazione delle masse.
Io invece credo che non serva diventare milioni per poter fare le cose.
Dobbiamo fare il contrario: facciamo le cose, dimostriamo che sono positive e che fanno bene e poi vedrete che altri si convinceranno.
Sono i fatti e non le parole che convincono le persone.
Credo che in questi anni abbiamo dimostrato nei fatti che questa logica funziona.
Produrre cibi biologici, diffondere tecnologie ecologiche, aprire centri culturali dove si praticano rapporti umani diversi, organizzare feste, giochi, performance, praticare uno stile di vita diverso con amici e amanti, e’ stata la nostra rivoluzione. Una rivoluzione che abbiamo vinto proprio perche’ e’ stata concreta e ha cambiato nei fatti il modo di vivere, di fare arte, di comunicare, di partorire, di occuparsi del benessere del corpo e della mente.
E, visto che il nostro stile di vita ci ha fatto vivere meglio, altri hanno visto quel che facevamo e lo hanno giudicato intelligente.
filtro a struttura composita per il trattamento dell'acqua potabileOggi il cibo biologico, il commercio equo, il risparmio energetico, le ginnastiche dolci e la conoscenza dei muscoletti vaginali sono patrimonio di milioni di italiani che molto spesso non la pensano come noi ma sono stati comunque contaminati dalle cose buone che abbiamo scoperto, reso reperibili e sperimentato con grande vantaggio.

Ho sentito recentemente compagni che si lamentavano perche’ la loro associazione dedicava tanto tempo alle cene conviviali invece di concentrarsi sulla propaganda politica, i banchetti informativi e i volantinaggi.
Un compagno ha risposto che era necessario fare cosi’ perche’ le cene conviviali sono un modo efficace e astuto per diffondere il messaggio aggirando le resistenze.
Non sono d’accordo con questa logica. La penso proprio al contrario. Le cene conviviali, le gite, gli spazi ludici e ricreativi come Alcatraz non sono un modo astuto per far passare i messaggi ne’ tantomeno una perdita di tempo.
Il centro della mia lotta e’ innanzi tutto vivere meglio, con persone che sentono l’emozione della vita come me.
Coltivare il gioco, il ridere, l’amicizia, il dialogo, lo scambio artistico ed emotivo e’ il centro della mia attivita’.
E’ da qui che si parte per trovare l’energia, la fiducia per vivere appieno. Solo chi e’ veramente arrivato a crescere dentro, a trovare le ragioni di un ottimismo profondo e di una gioia di vivere puo’ pensare di poter dare un contributo per il miglioramento del pianeta. Un contributo che viene spontaneo perche’ quando ami e ti ami e ti diverti ti viene voglia di far crescere il tuo stile di vita fuori dalla tristezza commerciale delle multinazionali del dolore.
Al contrario, gente che non e’ cresciuta emotivamente, che non si dedica con tutte le forze alla ricerca della felicita’, che non ha lo scambio emotivo al centro del bersaglio esistenziale potra’ riempirsi la bocca con tutte le frasi ecologiste e rivoluzionarie che vuole ma non sapra’ dare alcun contributo positivo al mondo migliore.
Sono persone tristi e irose e da trent’anni ci dimostrano che sono capaci di produrre solo vecchia politica, scontri ideologici, riunioni spaccapalle, logiche competitive, idee stitiche e banali.
Capacita’ di azione concreta zero.
Calore umano zero.
Politica maschile (poche donne e sempre zitte in un angolo).
Venerazione del leader e seghe mentali.

Sarebbe ora che si mandi al diavolo questo modello ideologico e politichese.

Ma questo discorso ha un’implicazione strategica essenziale.
Gli italiani oggi sono culturalmente e politicamente divisi: meta’ con la sinistra, meta’ con la destra. Cresce il risentimento contro i partiti ma gli elettori non vedono alternative.
In questa situazione di transizione verso nuove forme di rappresentanza e democrazia diretta non e’ pensabile dar vita ad azioni che spostino le coscienze di una decina di milioni di persone, tantomeno della meta’ piu’ uno degli elettori.
Ma ci sono moltissime iniziative che possono determinare grandi cambiamenti e porre le premesse per una maturazione culturale.
lampadineLe nostre battaglie sul biodiesel, sui riduttori di flusso dell’acqua, sulle lampadine ad alto risparmio, sulla legge sui pannelli solari hanno dimostrato che un piccolo gruppo di persone determinate e’ piu’ che sufficiente per lanciare comportamenti di massa o smuovere gli equilibri nel centro sinistra, portando a risultati concreti. In pochi possiamo riuscire a smuovere le amministrazioni e coinvolgere milioni di persone ad adottare comportamenti positivi.
Che cosa succederebbe se questa logica, finora promossa da poche centinaia di persone, diventasse la strategia di alcune migliaia?
Se 3.000 persone aderissero a un gruppo d’acquisto di telefonia mobile potremmo offrire contratti collettivi per i cellulari. Lo stesso vale per banche, assicurazioni, elettricita’. Con 10mila persone consociate potremmo ottenere auto energeticamente efficienti come quella proposta da Beppe Grillo che fa 100 chilometri con 3 litri di benzina.
Potremmo ottenere servizi e prodotti piu’ economici, eticamente ed ecologicamente validi.
Convenienza+etica+ecologia.
Chi potrebbe resistere a simili proposte?
Cosi’ potremmo realmente conquistare l’attenzione di milioni di  italiani delusi dalla politica e da questo sistema dominato dai furbi.
Il problema che abbiamo di fronte e’ proprio questo. In Italia almeno un milione di persone vorrebbe fare qualche cosa per un mondo migliore, ma non riusciamo a metterne insieme poche migliaia su proposte di consumo consociato, critico, conveniente e ecologico. Ma non esistono scorciatoie. Fino a che la politica parolaia non cedera’ di fronte alla pratica del potere dei consumatori non faremo un solo passo in avanti.

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