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Breve manuale di comunicazione televisiva ad uso dei progressisti

Breve manuale di comunicazione televisiva ad uso dei progressisti

Come forse si è capito non condivido le divisioni tra i progressisti. E sogno che un giorno possa esistere un’organizzazione che sappia unire le diverse anime di quella maggioranza di italiani onesti e lavoratori che vorrebbero una patria decente e funzionate.
Quindi il discorso che segue non è scritto per prendere posizione a favore di qualcuno o contro qualcun altro.
Voglio qui soltanto analizzare dal punto di vista tecnico diversi stili di comunicazione. Credo che il fatto stesso di porsi il problema della comunicazione potrebbe contribuire a svecchiare PD e Sel e a rendere un po’ più cauto il M5S. Se comprendi l’importanza della comunicazione inizi a chiederti cosa capisce la gente e cosa vuole e cosa vorresti dirle veramente…
Insomma continuo nel mio intento ecumenico di diffondere buoni sentimenti e cooperazione… E ce n’è bisogno!

A ottobre proponemmo un corso di comunicazione elettorale, per parlamentari, rivolto a tutte le organizzazioni progressiste.
Non si è iscritto nessuno.
E si continuano a vedere esponenti della sinistra che partecipano a dibattiti in tv, cascando sovente nelle trappole dell’avversario perché sprovvisti totalmente di conoscenza del mezzo televisivo.
Da questa situazione sono esclusi ovviamente gli eletti del M5S che hanno avuto l’ottima idea di rifiutarsi di partecipare ai talk show. Se non sai farlo è meglio che non lo fai!
Non accettare il confronto televisivo inoltre ha dato loro modo di costruirsi un’immagine DIVERSA rispetto al resto dei candidati, e questo essere completamente fuori dai vecchi giochi è uno degli elementi che ha portato gli elettori a premiarli.
Peraltro continuano a gestire intelligentemente i loro rapporti con i media, ad esempio il primo report agli elettori del gruppo della Camera, dopo l’incontro con il PD è stato eccellente: atteggiamento “normale” di Roberta Lombardi, parole semplici, con lei che parla in mezzo a un gruppo di neoletti che stanno seduti senza darsi un’aria impettita.
D’altra parte credo che Pd e Sel facciano bene ad andare nei salotti televisivi… La loro posizione è diversa e non parlare sarebbe un errore.
Però se si va in tv bisogna sapere come si fa.
Non a caso Berlusconi ha tenuto dei veri e propri corsi sul rapporto con i media, corsi che sono stati seguiti con profitto, tanto che possiamo dire che lo stile della destra in tv è omogeneo e abbastanza efficiente, anche se profondamente sgradevole.

La prima cosa che sarebbe utile imparare è che i tempi televisivi sono brevissimi.
Quindi se hai uno spazio devi decidere prima una, massimo due cose, che vuoi dire.
E devi allenarti a esprimere la tua idea in 30 secondi.
Se sei fortunato potrai parlare per 60 secondi e allora potrai approfondire, ma nei primi 30 secondi devi poter portare la palla a meta.
Gran parte dei personaggi del centrosinistra o non centrano l’argomento o dicono proprio nulla. Ora sarebbe meglio capire che se parlo DEVO avere qualche cosa di forte da dire per bucare lo schermo, OTTENERE ATTENZIONE DA CHI STA A CASA.
Mi serve esprimere un concetto che possa colpire le emozioni o la fantasia delle persone. Posso anche decidere di limitarmi a spiegare un’idea complessa, ma devo anche sapere che è difficile catturare l’attenzione delle persone e quindi devo essere chiaro e usare immagini.

Parlare per immagini
Il politichese è una lingua fatta di parole difficili che riassumono concetti complessi.
I politici tendono a dire frasi tipo: Il Pil è in discesa.
Non si rendono conto che si tratta di una formula verbale priva di senso per la stragrande maggioranza degli italiani. Quindi dirla non è solo inutile, perché non comunica nulla, ma è anche dannoso, perché le persone odiano chi pronuncia parole da professorone.
Bisogna tradurre il concetto in immagini: Non ci sono soldi, la gente compra di meno, le fabbriche producono di meno e il Pil, che è la somma di tutti soldi che si spendono in Italia, diminuisce.
E siccome è una frase lunga, che comunque esprime un concetto complesso, devi chiederti se è proprio necessario spiegare cos’è il Pil.
Potresti limitarti a dire: in questo periodo la gente spende meno.

Questo discorso sul parlare semplice e sul centrare subito il nocciolo del discorso va poi adattato alle diverse situazioni.
Se ho di fronte Berlusconi e voglio far comprendere ai suoi elettori che sbagliano a votarlo dovrò capire cosa può smuovere questi elettori.
Se invece sto cercando di convincere Pd e M5S a trovare un accordo, non mi sto rivolgendo agli elettori del PDL ma a militanti progressisti, e quindi dovrò usare un linguaggio che colpisca la loro fantasia, e ovviamente sia la scelta delle parole che gli argomenti cambieranno completamente.

Mantenere la rotta a tutti i costi
Spesso durante una trasmissione si rischia di non riuscire a dire la cosa essenziale.
È un problema insito del meccanismo del talk show: i conduttori tendono a far parlare gli invitati sulle questioni che interessano a loro, che a loro parere attraggono il pubblico.
A questo si aggiunge il fatto che gli esponenti della destra usano costantemente una tattica micidiale di deviazione del discorso, proprio per impedirti di dire in modo chiaro il tuo pensiero. E la maggioranza dei progressisti ci casca.
Vuoi parlare del risparmio energetico e loro cercano di bloccarti mettendosi a discutere sul fatto che anche tu prendi i treni superveloci.
I progressisti sono mediamente persone che amano il ragionamento e si sentono in dovere di ragionare su qualunque argomento. Trovano disdicevole lasciar correre un’osservazione dell’avversario, qualunque essa sia, così aprono parentesi di discussione che li portano lontano dal nocciolo del discorso. E così perdono miseramente il match.
Quello di destra dice le sue due fregnacce (restituiremo l’Imu) e poi ti trascina a discutere su illazioni e sillogismi cretini.
Se tu vuoi dire che bisogna tagliare i tempi e i deliri della burocrazia (tema di sicura presa sui telespettatori) e il conduttore ti chiede il tuo parere sul rapporto tra Bersani e D’Alema, tu devi far finta di non aver sentito e ripetere il tuo concetto: “In Germania entro 30 giorni o ti dicono che puoi costruire una casa o ti dicono che non la puoi costruire. Poi se non rispetti la legge te la demoliscono e non ci sono ricorsi o cavilli che tengano!”.
E se il destro di turno ti dice che però tu stai con i giudici comunisti tu dici: “Dobbiamo semplificare i processi così che la burocrazia giudiziaria smetta di soffocare il Paese: è mai possibile aspettare per nove anni la conclusione di un processo civile per il pagamento di un lavoro?”
Non è bello non rispondere a un interlocutore ma chissenefrega. Vuoi dire una cosa: dilla! La tv è una giungla: continua a ripetere quel che vuoi dire! (due volte, tre volte, quattro volte, sempre lo stesso concetto raccontato con altre immagini) Non farti deviare mai.

Non farti zittire
Se non caschi nella trappola dei discorsi inutili i tuoi avversari cercheranno di non farti parlare.
Tu parli e loro ti parlano sopra, quel che vien fuori è un casino, non si capisce niente e sia tu sia l’altro risultate sgradevoli. Da notare che per il pubblico di destra uno che fa la rissa televisiva è un duro. Quindi il politico di destra, ottiene di essere simpatico al suo elettorato.
Ma se tu vuoi convincere qualcuno delle tue proposte hai bisogno di essere ascoltato.
Questa questione va affrontata in modo drastico.
Innanzi tutto è necessario adottare uno stile di discussione corretto: mai interrompere chi sta parlando, mai parlare sopra. Se il tuo interlocutore poi non accetta altrettanto rispetto non bisogna cercare di superarlo urlando. Bisogna stare zitti e via via chiedere di poter parlare senza essere interrotti. Se questo non è possibile ci si alza e si va via. In alternativa, in situazioni di particolare gravità, si può decidere di rompere la comunicazione per segnalare al pubblico che non si sta rispettando la possibilità di parlare: si può mettersi a ballare, fare le boccacce, buttarsi per terra, mettersi in ginocchio a pregare Manitù. Cioè, compiere gesti fuori dalla convenzione di un talk show ottenendo, appunto, una rottura della comunicazione televisiva. In questo modo ti dissoci e fai capire alla gente a casa che sta succedendo qualche cosa di grave alla quale ti ribelli. Comunque, hai segnato un punto.
Credo che sia l’unico modo dignitoso di affrontare uno stallo senza perdere credibilità: se tutti facessero così gli urlatori di destra alla fine raccoglierebbero chili di figure di merda e sarebbero costretti a smetterla. E se ci lasciano parlare, e noi parliamo chiaro e andiamo al punto con decisione, credo che potremmo farci finalmente capire da moltissimi.

Confessare di non sapere
Il modello televisivo del commentatore di destra si basa sul mito dell’uomo forte (anche se magari a parlare è una donna). Un uomo che sa tutto e ha una risposta per tutto.
Un oratore progressista dovrebbe limitarsi a parlare di quel che conosce veramente e ammettere serenamente che di certi argomenti non sa nulla.
La gente di destra è impettita, azzimata, corporalmente rigida e parla con sicurezza dimostrando di sapere tutto.
I progressisti dovrebbero essere portatori di un altro tipo umano, di un altro modo di sentire, di un’altra scala di valori. Dovresti capirlo anche senza audio chi sta discutendo per dare il suo contributo al cambiamento e chi è lì per mostrarsi all’altezza del ruolo di leader maximo.
Disgraziatamente molti progressisti sono ancora ingabbiati in modi di pensare e di sentirsi che poco si differenziano dall’Uomo DOMINANTE Efficiente e Sicuro. A sinistra siamo pieni di personaggi che sono ancora intrisi di questo modo di essere, progressisti nei ragionamenti ma non negli stili di vita.
Altri appaiono così solo perché l’emozione li irrigidisce.
È quindi importante continuare respirare, trovare una posizione comoda sulla sedia, rivolgersi direttamente alle persone che guardano da casa, come fossero amici al bar, sorridere e sentirsi a proprio agio: stai per dire quel che pensi, sono cose alle quali credi e credi che portino al bene per il paese, se sei chiaro e semplice le persone capiranno, quindi RILASSATI!
Non tenere le braccia conserte, è un segnale difensivo.
Non stare rigido, dai ansia.
Non contrarre la gola se non vuoi che ti esca una voce sgradevole.
Spiccica bene le parole muovendo anche le labbra, fanno parte del tuo corpo (assurdo quanti politici soffrano di paralisi delle labbra: non scoprono mai i denti)
Tieni le mani bene in vista, ti servono per comunicare il tuo stato d’animo. Tenere nascoste le mani comunica diffidenza.
Guarda la telecamera come fosse un tuo amico.
Respira.
E assicurati di avere a portata di mano un bicchiere d’acqua: l’emozione potrebbe seccarti la bocca. E non vergognarti di bere: mostrare di essere una creatura umana non è negativo.

NB: Per quanto riguarda poi l’essenziale questione dell’empatia nella comunicazione, consiglio a chi è interessato un mio corso di Yoga Demenziale. Il prossimo è a Pasqua.