La polemica Grillo-Lerner sulla formazione politica
Inviato da Jacopo Fo il Gio, 01/27/2011 - 18:00Ogni tanto scoppia qualche polemica interessante. Ad esempio questa. Un argomento cruciale del quale poco si parla. Come selezionare assessori, sindaci, parlamentari?
Il movimento su questo punto è profondamente diviso e le posizioni di Lerner e Grillo rappresentano bene due visioni della questione.
Ecco cosa ha scritto www.beppegrillo.it :
Mi ha colpito la risposta di Gad Lerner allo psiconano che enunciava le qualità di Nicole Minetti: "E questo le consente (alla Minetti, ndr) di saltare la gavetta della politica?". In questa frase è racchiusa la differenza tra politica partecipata e politica professionale, di lungo corso, un mestiere che si impara. Tra le mille cose (un'enciclopedia giudiziaria) che avrebbe potuto ribattere a un tizio ("Quello della notte") che si aggira tra una trasmissione e l'altra importunando i telespettatori, Lerner ha scelto la superiorità del politico rispetto al comune cittadino.
Di che gavetta sta parlando Lerner? Le regole della democrazia sono tutte saltate. Il cittadino è stato escluso da qualunque processo democratico. ........ Tutto parte dal cittadino e tutto ritorna al cittadino. Lo Stato è il cittadino e il cittadino è lo Stato.
Questa la replica di www.gadlerner.it :
"Caro Beppe,grazie per la bella compagnia in cui mi hai messo, anche se di solito tendo a sistemare i modesti attributi di cui dispongo lontano dai teleobiettivi. Confermo che abbiamo idee diverse su come si dovrebbe selezionare, in democrazia, la rappresentanza del popolo nelle istituzioni ........ Sì, per me ci vuole la gavetta. Se per esempio mi prendesse l’uzzolo di candidarmi sindaco in una città -figurati che me l’hanno proposto due volte, e per giunta erano grosse città!- ebbene affronterei un percorso di umile apprendistato. Perchè io di delibere, procedure amministrative e un sacco di altre faccende non ne so un’acca. Dunque prevederei cinque anni da consigliere comunale per imparare .........è meglio, molto meglio se studia e dimostra agli altri aspiranti che per quel posto si è preparato.
.......
Amo sia Beppe che sostengo da sempre, che Gad, con il quale andavo a scuola... Quindi entro nella discussione con affetto per entrambi.
Io credo che sia necessario formare manager capaci di gestire la cosa pubblica. Fare i politici per tutta la vita non ha senso, ma non ha senso neppure limitare a 5 anni l'attività politica, gestire un comune o sedere in parlamento richiede un apprendistato e una formazione che peraltro i partiti oggi gestiscono in modo inefficiente, mandando i peones allo sbaraglio.
Ma vado oltre la posizione di Gad aggiungendo che ci serve anche una schiera di manager capaci di offrire ai gruppi d'acquisto e alla "società civile" servizi complessi. Solo così potremo superare la consociazione degli acquisti limitata a cibo e poco altro. Ma per ottenere la produzione di auto come vogliamo noi, l'acquisto consociato di servizi come telefonia e corrente elettrica, servono persone che diventino professioniste di quel settore e che lo facciano a tempo pieno. Esattamente come abbiamo fatto per garantire il successo del gruppo d'acquisto dei pannelli solari o della corrente elettrica da fonti rinnovabili. E abbiamo dimostrato che ricorrere a ottimi professionisti garantisce servizi migliori a prezzi inferiori.
La qualità in questo settore è tutto!
Ed è quello che sta succedendo ad esempio nel commercio equo e solidale che ha raggiunto gli attuali enormi livelli di diffusione anche grazie a professionisti.
Sono anni che sostengo che non possiamo affrontare le sterminate orde dei professionisti del dolore soltanto con i volontari della domenica. Gli zombi della speculazione lavorano 12 ore al giorno tutti i giorni per danneggiare il mondo...
Il che non vuol dire che non sia necessario uno stretto controllo di politici e manager professionisti da parte "della base". Dobbiamo far sì che tutti possano discutere veramente, sui progetti concreti... Non come succede oggi nei congressi di partito...Abbiamo tante esperienze che hanno dimostrato che si può fare, ad esempio i bilanci condivisi dei comuni... Le possibilità di controllo per "la base" sono tante e vanno potenziate e messe al centro dei meccanismi democratici. Ma non possiamo buttare via il bambino con l'acqua sporca... Se trovo un grande sindaco almeno 10 anni glieli faccio fare... Anche perché 5 anni sono un tempo troppo breve per chiudere un ciclo di iniziativa come sindaco o parlamentare... E nell'impresa privata o cooperativa i tempi per realizzare un progetto complesso sono spesso ancora più lunghi... Io lavoro alla realizzazione di Alcatraz giusto da 30 anni. E posso finalmente dire che le fondamenta ci sono e funzionano. Ma di strada ne abbiamo ancora tanta davanti per arrivare a coronare il lavoro iniziato.