Carissimi, questa settimana riprendiamo un articolo apparso su www.nuovimondimedia.com che racconta cosa sta avvenendo a Cuba. Sembra quasi che almeno l'idea di un altro mondo sia possibile.
Il futuro della rivoluzione in mano a benzinaie adolescenti
di Richard Gott (The Guardian)
Le trabajadores sociales a Cuba non si limitano a gestire le stazioni di servizio, ma vanno di casa in casa per distribuire lampadine a basso consumo e per controllare che tutti possiedano le nuove pentole cinesi
Ad una stazione di servizio fuori dalla cittadina di provincia di Cienfuegos, a Cuba, una mezza dozzina di ragazze adolescenti sostano vicino alle pompe di rifornimento in una languida posa, e ritornano sull'attenti quando si ferma un'auto o un camion. Queste ragazze gestiscono le pompe di benzina con grande efficienza, incassano e registrano i pagamenti in un grosso modulo ufficiale; sono accuratamente vestite in jeans e maglietta, sul cui retro compare la scritta trabajadores sociales (lavoratrici sociali) che attesta la loro identita'. Sono l'ultimo esercito di guerriglieri di Fidel Castro schierati nella lotta alla corruzione - flagello che ha sempre reso le economie di stato particolarmente vulnerabili - ma costituiscono anche l'avanguardia della generazione dalla quale dipende il futuro della rivoluzione cubana.
Durante le mie precedenti visite a Cuba, ho potuto osservare da vicino - o meglio, ne sono stato direttamente coinvolto - il problema dei carburanti. Guidando per le campagne si riusciva sempre a trovare qualcuno disposto ad accompagnarti a prendere una tanica di benzina nel retro del giardino di qualche abitazione, dove era venduta sottocosto - oppure semplicemente oltre la quantita' contingentata. Questa veniva spillata dalle riserve dello stato e nonostante la pratica sembrasse interamente innocua, essa aveva iniziato a creare un buco nell'economia dell'isola. Infatti, Castro lamentava: "Viene rubata altrettanta benzina di quanta ne viene venduta". L'anno scorso il suo governo e' intervenuto con una nuova soluzione: circa 10.000 giovani attivisti, piu' della meta' donne, hanno preso il controllo delle pompe di benzina del paese, mentre i vecchi benzinai sono stati lasciati a casa a stipendio pieno.
I lavoratori sociali non si limitano a gestire le stazioni di servizio, ma vanno anche di casa in casa per distribuire lampadine a basso consumo, per controllare che tutti possiedano le nuove pentole a pressione elettriche cinesi e per promuovere lo scambio dei vecchi frigoriferi ad alto consumo degli anni '50 con nuovi modelli a risparmio energetico. Altri ancora esaminano le pratiche finanziarie aziendali, dalle panetterie all'edilizia. Circa 30.000 di questi giovani rivoluzionari, in eta' compresa fra i 16 e i 22 anni, sono stati schierati in tutto il paese. Indicati alcuni anni fa come potenziale classe controrivoluzionaria, ora studiano contabilita' - e le strategie per mantenere vivo il mistero della rivoluzione.
Una delle caratteristiche piu' affascinanti della rivoluzione cubana e' stata la sua capacita' di reinventarsi. In origine, Castro era un guerrigliero rivoluzionario animato dall'utopistico programma di creare una societa' nuova. Poi, negli anni '70, divenne una pedina dei russi con un'impostazione comunista tradizionale. Negli anni '90, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, si ritrovo' a essere un semplice e precario sopravvissuto, malgrado il costo ideologico di tale condizione. Ora, nel ventunesimo secolo, mentre l'economia si sta riprendendo da anni di disastri, Castro si dice ancora socialista, ma e' soprattutto un attivista verde in piena regola. Gli sforzi per frenare la corruzione, risparmiare energia e promuovere l'agricoltura biologica, fanno tutti parte della nuova lotta per riaccendere il fuoco rivoluzionario nelle nuove generazioni, quelle che non ricordano i bei tempi dell'era sovvenzionata dai sovietici - e figuriamoci gli istinti rivoluzionari di mezzo secolo fa.
Castro, 80 anni, ha la stessa eta' della regina d'Inghilterra e, nonostante abbia governato Cuba per quasi altrettanto tempo, e' in apparenza piu' attivo che mai. Lo scorso novembre ha tenuto un discorso di 5 ore all'universita' e poi si e' intrattenuto con gli studenti fino all'alba. Tuttavia, non sembra stia molto bene: le persone che gli stanno vicino dicono che a volte gli riesce difficile sostenere una discussione. I suoi discorsi, intelligenti ma a volte sconclusionati, tendono ad essere piuttosto rimaneggiati prima di andare in stampa. Mentre prima pensavo che sarebbe potuto durare per un altro decennio, ora sospetto che potrebbe non andare molto oltre le celebrazioni dei 50 anni della rivoluzione, nel 2009.
Anche Castro stesso forse la pensa cosi'. Parlando agli studenti universitari ha affrontato il problema di cosa succedera' dopo la sua morte, e ha posto loro una serie di domande retoriche: "Cosa accadra' quando i veterani inizieranno a scomparire per far spazio alle nuove generazioni di leader? Puo' il processo rivoluzionario essere reso irreversibile"?
Castro ha avvertito gli studenti che, per quanto sia difficile immaginare che la rivoluzione venga rovesciata dall'esterno, e' comunque possibile che il paese vada incontro all'autodistruzione. Ha aggiunto che spettera' alle nuove generazioni far si' che questo non avvenga - ammettendo che il suo governo e' stato tutt'altro che perfetto. "Dopo tutto, abbiamo assistito a tanti errori che a quel tempo non avevamo semplicemente notato".
Uno di questi e' stato il non essersi accorti che la produzione nazionale di zucchero stava diventando drammaticamente antieconomica. "Disponevamo di tanti economisti e non ho intenzione di criticarli, ma vorrei sapere perche' non abbiamo capito prima che mantenere i nostri livelli di produzione abituali sarebbe stato impossibile. L'Unione Sovietica crollo', il costo del petrolio era di 40 dollari al barile, il prezzo dello zucchero era a livelli bassissimi, perche' non abbiamo razionalizzato l'industria?" - invece di continuare a seminare migliaia di ettari all'anno. "Nessuno dei nostri economisti sembrava aver notato nulla di cio', e noi siamo stati praticamente costretti a ordinare il blocco della produzione". In realta', gli economisti sapevano esattamente cosa stava succedendo, cio' che mancava era una stampa libera grazie alla quale discutere delle varie possibilita'. Nonostante i dibattiti privati siano spesso aggiornati e a volte anche esplosivi, quelli pubblici circa le strategie economiche a Cuba sono quasi completamente inesistenti.
Cuba, che un tempo produceva 8 milioni di tonnellate di zucchero l'anno, ha ora abbandonato questa attivita', tagliando i ponti con 300 anni di propria storia. Ora ne viene prodotto appena un milione di tonnellate, quantita' sufficiente al fabbisogno interno. Le entrate di oggi derivano dal turismo, dalla vendita del nichel, dall'"esportazione" di medici e manager sportivi in Venezuela. Quest'ultimo progetto, unito alla produzione locale del 50% del fabbisogno nazionale di petrolio, per la prima volta ha dato ossigeno all'economia cubana dal crollo dell'Unione Sovietica, 15 anni fa. Nonostante le citta' dell'isola versino ancora in uno spiacevole stato di ricostruzione, molti prodotti alimentari trovano una loro collocazione e un loro prezzo nel libero mercato. La popolazione si lamenta meno di quanto non facesse alcuni anni fa, ma rimane il problema principale della mancanza di mezzi di trasporto.
Le ragazze alle stazioni di servizio rappresentano parte di un progetto che mira a contrastare l'alienazione giovanile. Castro attualmente sta cercando di ovviare alla crescente disuguaglianza dei redditi che ha caratterizzato lo scorso decennio. Ha criticato i "nuovi ricchi" che, procurandosi denaro da parenti a Miami o dal lavoro nel settore turistico, riescono a guadagnare 20 o 30 volte quello che guadagna un medico o un insegnante. Castro non sta muovendo verso un'economia di mercato, ma verso una societa' che sia piu' consapevole del valore di cio' che consuma. Mentre la sanita' e l'istruzione a Cuba rimarranno gratuite, i sussidi per l'elettricita' e gli alloggi verranno ridotti e il razionamento del cibo verra' infine gradualmente eliminato.
Si tratta di cambiamenti radicali, sebbene le pensioni e gli stipendi siano stati aumentati per attenuare il colpo. Tutto cio' rientra nell'intenzione di Castro di salvaguardare il suo lascito rivoluzionario. "Le rivoluzioni sono destinate a fallire?", ha chiesto l'anno scorso agli studenti. "Puo' la societa' evitare che crollino"?
Nessuno ha in mano una risposta definitiva, ma la posizione personale di Castro nella storia e' assicurata. Gli europei sembrano credere che il Líder Máximo abbia di gran lunga superato la sua data di scadenza, che sia ora una specie di dinosauro della remota era comunista. Tuttavia, grazie all'attuale svolta a sinistra dei governi dell'America Latina, Cuba ha ripristinato il contatto con il continente, instaurando legami diplomatici e commerciali inimmaginabili nell'ultimo cinquantennio. Castro stesso e' visto dai sudamericani come una delle figure piu' popolari e rispettate, ed e' riconosciuto dalle nuove generazioni come una delle piu' grandi personalita' del ventesimo secolo.
Richard Gott e' autore di 'Cuba: a new history'.
Fonte immagine: www.pbs.org
Fonte articolo: http://www.guardian.co.uk/comment/story/0,,1755563,00.html
Tradotto da Anna Lucca per Nuovi Mondi Media
Commenti
Piccole azioni
Creano grandi movimenti! Forse Fidel non è tutto da buttare!
Certo che queste sono cose davvero belle, che ti fanno apprezare la vita su questo pianeta! Ragazze che hanno anche meno cultura di un ragazzo medio italiano che fanno cose straordinarie e se ne interessano volontariamente e con piacere! Abbiamo qualcosa da imparare da i poveri: vivere! Hanno meno di noi e sorridono di più nonostante non ne abbiano motivo! E' gente con le palle, anche le donne, noi invece siamo sempre più spesso coglioni!
POF POF POF !!!
Decidere di ridere, grande libertà. Libertà reale
cuba
Vi chiedo di leggere il libro " Il terrorismo degli stati uniti contro cuba" così uno si fa un concetto su cuba più sano e veritiero.
auspico che tutta l'america latina assomigli a cuba e abbia quel tanto poco che hanno i cubani. se l'america invadesse cuba anche se ho 59 anni andrei a combattere a fianco dei cubani per la loro libertà dall'imperialismo e dalla schivitù economica sicura sotto il fondo monetario internazionale e la banca mondiale organismi che stanno affamando il sud del mondo.