Carissimi,
questa settimana vi ripresentiamo l'ultima fatica letteraria di Dario Fo. Si tratta de “L'osceno e' sacro”, edito da Guanda.
Il libro oltre ad essere ricchissimo di immagini e disegni di Dario, vede alla cura del testo, come sempre, Franca Rame.
Questa settimana vi parliamo di Ercole, praticamente un Rambo di altri tempi.
Buona lettura!
Le fatiche di Ercole e i suoi amori
Mi e' spesso capitato di trovare racconti nati in paesi dove il linguaggio e' normalmente impastato da una forte trivialita', anche fine a se stessa, e di scoprire, in mezzo a quelle conte gratuitamente oscene, un episodio espresso con alto senso poetico e sottile ironia.
I poeti romani, per esempio, sempre con le dovute eccezioni, non si possono definire costantemente eccelsi, e lo stesso Catullo in piu' di un caso si lascia andare a componimenti di gusto triviale e poveri di originalita'. Analoga sorte tocca ad Ovidio, che sovente incappa in forme facili e risolte in modo sbrigativo, soprattutto prive di umore. Nella sua raccolta dedicata alle Metamorfosi propone il famoso dramma di “sangue e passione” svoltosi fra Ercole, l'Eracle dei Greci e Deianira, la sua giovane sposa. Osserviamolo.
Sulla riva di un fiume che stanno per attraversare, Ercole e Deianira incontrano il centauro Nesso, che si offre di traghettare la donna. Giacche' l'acqua scorre impervia, l'eroe accetta l'aiuto: lui attraversera' nuotando, la sposa invece cavalchera' il possente centauro. Ma nella traversata ecco che Nesso tenta di approfittare della figliola, che sgomenta urla chiedendo aiuto. Giunge lo sposo, che subito lancia una freccia intrisa del veleno dell'Idra di Lerna e colpisce a morte il violentatore.
Prima di esalare l'ultimo respiro, il centauro fa dono a Deianira di una tunica bagnata del proprio sangue e avverte che l'indumento possiede un grande potere: quello, se indossato, di fare innamorare qualsiasi uomo della donna che gliene ha fatto dono.
Ercole s'e' da poco innamorato di una schiava, figlia di re, fatta prigioniera in una delle sue ultime imprese. Per riconquistare il marito Deianira dona la tunica magica a Ercole. Ma e' una trappola. Appena la veste avvolge il corpo dell'eroe ecco che emana un calore insopportabile: Ercole si sente ardere in tutto il corpo, cosi' si getta nel fuoco preparato per bruciare il corpo di Nesso. La sposa impazzita si lancia a sua volta nel rogo.
Insomma, un melodramma risolto con sequenze quasi meccaniche, di effetto tragico ma piuttosto scontato.
Abbiamo scoperto invece un altro testo, piu' o meno dello stesso periodo, che manda all'aria la chiave narrativa di Ovidio e propone situazioni davvero inconsuete, inattese, coinvolgenti.
Prima di tutto l'autore in questione, naturalmente anonimo, unisce in un sol ruolo i due personaggi femminili della storia, cioe' Deianira e Iole, la schiava-regina sottratta al re Eurito, suo padre. Costui, come nella leggenda di Medea, sottratta al padre da Giasone, scatena una vera e propria caccia ai due fuggitivi, inviando navi cariche di guerrieri: l'ordine e' di catturare la figlia e genero ad ogni costo, vivi o morti.
Ercole conduce la sposa in una sua isola conosciuta da pochi intimi. In quel rifugio sperduto nel Mediterraneo i due si amano gioiosi ma, ahime', Giove interrompe brutalmente l'idillio. Il padre celeste chiede al possente figliolo di tornare a compiere un certo numero di imprese: scannare mostri, strozzare serpenti, distruggere draghi e qualche idra, tanto per gradire. Deianira-Iole e' disperata, ma che il suo amato non puo' disobbedire a Iupiter, l'immenso. Anche Ercole e' sconvolto e, oltretutto, a chi puo' chiedere di prendere il suo posto nel proteggere la sua donna? C'e' un unico personaggio di cui si fida, sia per l'amicizia che li lega sia per la fama di lealta' di cui puo' far vanto: si tratta di Nesso il centauro, che e' stato suo maestro di vita e di ogni altro sapere, compreso quello delle armi.
Come andra' a finire questa storia?
Il resto alla prossima puntata oppure qui http://www.commercioetico.it/libri/dario-fo-e-franca-rame.html