Fai parte di un popolo. Ricordatelo quando la solitudine ti attanaglia!

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Ieri Gabriella Canova mi ha raccontato cose straordinarie sulle api, sugli storni, sulle formiche e sui branchi di pesci.
Sono esseri capaci di azioni complesse incredibili.
Ci sono formiche che quando devono spostare il formicaio creano un tunnel costituito dai corpi di migliaia di formiche legionarie. C’e' lo sciame di api che all’alba sceglie come nuova sede dell’alveare una motocicletta (e' piena di fantastici anfratti). Ma quando arriva mezzogiorno la moto si surriscalda sotto il sole e allora le api operaie segnalano alle api esploratrici che hanno scelto un posto demenziale, battendo le zampette tutte insieme.
E i pesci lattarini quando vengono attaccati da un grosso predatore sono capaci di disporsi istantaneamente in modo da sembrare uno squalo e mettere in fuga l’aggressore.
In natura esiste un’intelligenza collettiva formidabile.
Una capacita' di connettere istintivamente comportamenti individuali.

Anche gli esseri umani hanno grandi risorse unitarie.
Ad esempio, la rivolta del ’68 scoppio' simultaneamente in tutto il mondo, coinvolgendo i giovani dalla Cina a Citta' del Capo. Arrivo' persino nei monasteri tibetani e tra gli sciamani del Messico, che contemporaneamente decisero di diffondere al di fuori del circolo degli iniziati le conoscenze misteriche e rompere il segreto che avevano conservato per millenni.
La sensazione palpabile di quegli anni, che sentivamo in modo fisico, era quella di appartenere a un popolo. Se vedevi in treno una persona che leggeva un libro del movimento ti avvicinavi per chiacchierare. E ovunque si andasse si portava nei discorsi la coscienza di essere milioni in tutto il mondo impegnati nella diffusione del cambiamento in tutti i settori. Tecnici, artisti, storici, pedagogisti, medici, scienziati, imprenditori alternativi agivano rivoltando le basi ideologiche della loro professione, sospinti dalla coscienza che in tutti i campi altri stavano compiendo lo stesso gioioso e difficile lavoro di rifondazione del pensiero umano.

Quel che sembra oggi tra gli umani italiani e' che manchi proprio questo senso comune.
In Emilia e Veneto vedremo schierate tre liste che chiedono voti al popolo schierato contro la Casta: IDEA (Movimento Etico Solidale), IDV e Liste a 5 Stelle (Grillo).
Con IDEA abbiamo cercato in tutti i modi di arrivare a una lista unitaria ma non c’e' stato modo.
Il risultato sara' di dividere per 3 le nostre forze.

Ma questa incapacita' di agire di concerto non riguarda solo le elezioni. Sento spesso dire da molte persone che si sentono sole. Hanno la sensazione di aver perso la connessione con il proprio popolo, con l’idea di far parte di un grande organismo sociale che sta spingendo inarrestabilmente verso il rinnovamento.

Vorrei dire a queste persone che le cose non stanno cosi'.
Al di la' della pochezza della nostra attuale capacita' di creare una rappresentanza politica, stiamo realizzando collettivamente un’opera che non e' da poco.

Il limite del ’68 fu che il vento ribelle non riusci' a scardinare alcuni capisaldi della cultura di massa.
Si posero le basi di una nuova idea della dignita' della donna, dei bambini, degli omosessuali, dei diversamente abili. Si scopri' il potere rivoluzionario del ridere (Una risata vi seppellira'), si videro i primi germogli dell’idea pacifista, della percezione della necessita' fisiologica dell’espressione artistica, del potere del gioco, della crescita emotiva, della consapevolezza degli stati di coscienza, del potere innovativo dell’impresa etica.
Ma era tutto troppo nuovo, troppo diverso, troppo complesso. Abbiamo impiegato 40 anni a digerire quel boccone. Per demolire idee antiche e distruttive tocca approfittare della forza dei decenni. Abbiamo dovuto seppellire una per una le idee sbagliate.
Il macello di Genova per il G8 e' stata la tomba del militarismo nel movimento.
Queste elezioni saranno la tomba della politica delle divisioni e delle contrapposizioni ideologiche dentro il movimento.

Oggi migliaia di siti internet progressisti stanno sviluppando un dibattito enorme, un frullare di nuovi concetti e sentimenti. Stiamo pensando idee mai pensate, sperimentando vie mai percorse, unificando il nostro modo di ragionare sviluppando la capacita' di accogliere le differenze nei punti di vista, comprenderle e includerle.
In questo momento, nelle menti di migliaia di persone stanno quagliando nuovi meccanismi mentali.
Abbiamo impiegato 40 anni per ripulire il nostro modo di pensare dalla merda del patriarcato violento e prevaricatore.

In questi ultimi 4 mesi ho pubblicato una serie di articoli.
Sono partito oscurato dalla sensazione di un grande spanamento e scoglionamento diffuso.
Via via che gli articoli venivano pubblicati ho invece scoperto che c’erano persone che facevano propri quei discorsi, linkandoli, mandandoli in giro, ripubblicandoli.
Altri sentivano la voglia di commentare sul blog.
Altri mi telefonavano o mi parlavano venendo ad Alcatraz.

Qualche cosa di simile e' successo con la storia dell’Ecovillaggio.
Nella prima ondata di persone che hanno chiesto informazioni c’era un’alta percentuale di sciroccati. A un certo punto ho temuto che il progetto saltasse.
Le domande di queste persone vertevano intorno a un problema per loro centrale: se io vengo a vivere nell’ecovillaggio come sara' la mia vita?
Io compro una casa, ma poi tu cosa mi dai?

E quel COSA MI DAI non e' riferito a pannelli solari, isolamento termico, condivisione della lavanderia o della sala feste.
No, io voglio sistemare la mia vita e tu mi devi dire come la posso sistemare nel tuo ecovillaggio.

Una follia. Spesso non funzionano le promesse fatte sull’altare dagli innamorati. Come posso io prometterti che se compri una casa nell’ecovillaggio vivrai in un certo modo?
Si tratta di schemi culturali obsoleti. Dietro c’e' la malattia della ricerca di un leader, un capo, un sistema ideologico assoluto. Tutta roba da fuggire come la peste.

Non ci interessa fare a tutti i costi un ecovillaggio, ci interessa unirci a persone munite di dolce buon senso, calma capacita' di costruire e determinazione comica. E soprattutto persone che abbiano scelto di vivere in proprio, a proprio rischio e pericolo, senza affidarsi a qualche ricetta preconfezionata.

Poi, piano piano, via via che il progetto si precisava, hanno iniziato ad arrivare persone tranquille, che venivano a vedere cosa stiamo facendo con un atteggiamento che non sono riuscito subito a decodificare.
Ho capito di cosa si trattava parlando con una donna straordinaria che e' venuta a festeggiare il suo compleanno ad Alcatraz. Ho compreso che mi stava facendo delle domande per verificare se aveva capito bene cos’e' per noi un ecovillaggio. Lei ha un’idea in testa. Vuole vivere in un certo modo. Se l’ecovillaggio e' come se lo immagina, non ha dubbi. Vuole vivere li'. Lo voleva prima di sapere che noi lo stavamo facendo. E’ una sua convinzione fisiologica. Non mi chiede se comprando una casa nell’ecovillaggio poi le daremo un lavoro. Non mi chiede come saranno regolamentati i costumi alimentari degli abitanti (si', c’e' gente che ci ha chiesto di vietare la carne nell’ecovillaggio!!!), non mi ha chiesto se si potra' fumare, o se useremo questo o quel sistema costruttivo (c’e' gente che odia determinate tecnologie), non mi chiede se ci saranno riunioni di autocoscienza obbligatorie per tutti gli abitanti (orrore!!!).
Mi ha fatto un sacco di domande tecniche, per capire come funziona il meccanismo, i tempi, gli accordi sulla condivisione degli spazi collettivi, l’assenza di regole dogmatiche e ideologiche, ha voluto capire se lo spirito dell’iniziativa le si confaceva e quando ha sentito che il nostro progetto e il suo sono in sintonia, la sua decisione di venire qui ad abitare e' stata scontata: questo posto mi offre la possibilita' di vivere in un modo diverso, mi offre opportunita' di relazione che non esistevano fino a ieri: lo voglio! Tutti gli altri problemi li affronteremo giorno per giorno nei prossimi 100 anni.

Il dialogo con questa donna e' stato come un segnale. Dopo di lei sono arrivate altre persone, dall’Italia, dalla Germania, dall’America, che mi facevano le stesse domande e avevano lo stesso spirito.
Non vengono a chiedere a me cosa si fara' nell’ecovillaggio. Cosa vuoi che ne sappia io?
Io posso costruire muri e strade, posso dipingerti i muri con disegni meravigliosi e mettere tutte le tecnologie ecologiche e creare un sistema di garanzie su prezzi, finanziamenti e qualita', controllato da Banca Etica. E questo ecovillaggio e' a un passo da Alcatraz, dove gia' esiste una macchina immaginifica che attrae migliaia di persone.
Quel che succede poi lo determineremo insieme, vivendo.

Quando ho visto che arrivavano queste persone ho capito che ce l’abbiamo fatta.
Siamo partiti come le api esploratrici, abbiamo trovato il posto giusto, il resto dell’alveare viene a dare una controllata (caso mai avessimo avuto la pessima idea di domiciliare il nuovo alveare in una motocicletta) e quando vede che il posto e' ok torna a casa a dirlo al resto del suo gruppo.

Da anni ripeto che si sta lentamente formando un nuovo popolo, il Popolo degli Alberi (lo dico da ben prima che uscisse Avatar).
Credo che ora il processo di creazione sia entrato nella fase della lievitazione.
Stiamo tutti appoggiando i piedi per terra in un modo diverso e stiamo tutti camminando nella stessa direzione.
Non c’e' stato nessun leader, nessuna Bibbia, semplicemente siamo arrivati alle stesse conclusioni, abbiamo maturato lo stesso modo di sentire.
Abbiamo creato un dna culturale, pezzetto per pezzetto e ce lo siamo passato. Dalle Termopili a Honolulu, da Londra a Canicatti'.
Per lo piu' ci sentiamo parte del movimento progressista ma non reggiamo piu' il vecchio modo di fare politica che oggi domina anche questo movimento.
Il nostro modo di pensare segue meccanismi diversi.
Siamo quelli che pensano che i rapporti umani siano la parte migliore della vita.
Siamo quelli che pensano che l’amore sia un’esperienza estatica magica e mistica nel senso piu' pieno di queste parole.
Siamo quelli che pensano che baciarsi con passione sia un’azione politica militante.
Siamo quelli che quando c’e' uno scontro non pensano mai di avere tutte le ragioni.
Siamo quelli che quando vediamo una persona che soffre cerchiamo di farla ridere.
Siamo quelli che quando cadiamo ci congratuliamo con noi stessi perche' ne abbiamo imparata un’altra.
Siamo quelli che preferiscono sbagliare con la propria testa e che fare giusto con la testa degli altri (e siamo ricchi di errori).
Siamo quelli che non c’e' mai una buona ragione per uccidere un bambino.
Siamo quelli che preferiscono una vittoria piccola subito a un grande obiettivo che non si raggiunge mai.
Siamo quelli che il diavolo si nasconde nei particolari, per questo quando lavori devi farlo in modo ordinato.
Siamo quelli che cercano di trovare una scusa per collaborare perche' la collaborazione e' un bene primario che migliora la salute.
Siamo quelli che amano fare i lavori fatti bene, che considerano la capacita' individuale il proprio contributo al progresso, la parola data l’unico dogma religioso, l’onesta' un sistema per prevenire la sfiga e aumentare la potenza sessuale.
Siamo quelli convinti che per affrontare i problemi bisogna stupirli.
Siamo quelli convinti che abbiamo iniziato a migliorare il mondo 100 mila anni fa e non smetteremo fino a quando non avremo finito.
Siamo quelli convinti che il sonno e' un’esperienza religiosa e la pigrizia una virtu' cardinale.
Siamo quelli che hanno fiducia nella natura, nell’istinto, nell’empatia e nella buona sorte.
Siamo quelli che credono nella priorita' dell’arte nella ricerca della felicita'.
Siamo quelli convinti che essere noiosi e' un crimine nefando.
Siamo quelli che non sopportano il conoscente che ti dice che il tale parla male di te (e gode nel vedere che ti rattristi).
Siamo quelli che hanno chiuso con quello che si appaga a raccontarti le sue sfighe con dettagli raccapriccianti (e gode nel vedere che ti rattristi).
Siamo quelli che hanno chiuso con l’industria dei sensi di colpa.
Siamo quelli che si alzano la mattina immaginando qualche cosa di bello da fare.
Siamo quelli che non misurano la vita contando gli anni vissuti ma gli abbracci che hai dato e che darai.
Siamo quelli che salutano le persone che incontrano, perche' sono esseri umani ed e' bello augurare loro un buon giorno.
Siamo quelli che ascoltano i bambini, e costruiscono i pupazzi di neve.
Siamo quelli che non dividono gli altri in categorie (i neri, i camionisti, i berlusconiani).
Siamo quelli che non cercano la vendetta.
Siamo quelli che considerano il corpo un tempio e non temono il sesso ma lo considerano una delle cose piu' profonde, filosofiche e piacevoli della vita.
Siamo quelli che pensano che si vive una volta sola e perdere tempo e' un peccato mortale.
Siamo quelli che non sanno se ci sara' vita dopo la morte ma se ci sara' ci divertiremo.
Siamo quelli che non hanno ne' tessere ne' bandiere ma dopo 5 minuti che parli con uno di noi lo capisci.
Siamo ovunque, siamo milioni, abbiamo costruito la nostra cultura dinamica, la nostra arte giocosa, la nostra economia etica, i nostri spazi di vita e di condivisione.
Siamo milioni, siamo capaci di collaborare, stiamo cambiando il mondo.
E lo facciamo cercando di divertirci.
 


Commenti

grazie Jacopo! riesci sempre ad esprimere mirabilmente pensieri entusiasmanti; mi piace pensare ..sapere, che anch'io sono tra i "siamo quelli.." non verrò ad abitare all'Ecovillaggio, ma ci vivo nella mente applicando i principi, lo stile di vita, mi è congeniale inscindibile da me, malgrado il marito così abbarbicato alla terra.
Buon proseguimento, Buona Primavera, finalmente arrivata a riempirci il cuore di colori, ciao a rileggerti presto luisa

Mi unisco a questo meraviglioso coro di primavera!!!
Grazie di cuore.

vorrei aggiungere...
siamo quelli che per cui essere forti non è picchiare donne o bambini ma ammettere i propri errori, sopportarne le conseguenze ed uscirne minimizzandi i disastri.
siamo quelli che conoscono la legge della compensazione: i ricchi diventano ricchi perché si sentono miserabili, sempre e comunque. i potenti fanno di tutto per avere il potere sugli altri perché sentono di non poter mai avere degli amici, un compagno o riuscire a fare una qualsiasi cosa bella.
siamo quelli che sanno che il mondo è esattamente il contrario di quello che vuole sembrare.

marco

W NOI !!
Marco L.

Caro Jacopo,
molto spesso i tuoi interventi, come in questo caso, sono dei magnifici concerti e per questo mi hai abituato bene.
Seguendoti ho affinato l'orecchio e sono diventato molto sensibile ed esigente,per questo mi permetto e spero che accetterai che ti faccia notare quella che a me è parsa una evidente stonatura.
Definire la prima ondata di persone che hanno chiesto informazioni sull'ecovillaggio "un'alta percentuale di sciroccati" mi è sembrata francamente una definizione azzardata,e perlomeno poco rispettosa trattandosi all'inizio di un progetto molto approssimativo e in via di definizione.
Io ero fra queste persone e non escludo, anzi lo trovo probabile che forse anch'io in questa fase iniziale un pò confusa, possa averti posto una domanda del tipo:"tu cosa mi dai?" ma non per questo sono una persona che ha bisogno di leaders,nè di capi,nè tanto meno di un sistema ideologico assoluto.
Certo persone con questi bisogni ce ne saranno state, ma dire che erano un'alta percentuale, mi pare un'affermazione molto discutibile.
In una fase così approssimativa mi sembrano normale tali domande, non essendoci ancora un progetto preciso.
Lo dici successivamente tu stesso che via via che il progetto di precisava iniziavano ad arrivare persone tranquille.
Ma a quel punto le cose erano molto più chiare!
Ti dico questo sapendo che forse ti creo fastidio, probabilmente perchè a me lo darebbe se uno venisse a evidenziarmi una cosa come questa, dopo una grande esecuzione concertistica.
Ma poichè mi considero tuo amico,devo dirti ciò che penso.
Un abbraccio

e quando parlo all'alta percentuale di sciroccati non mi riferisco a chi ha grandemente contribuito con discussioni aperte alla fase iniziale... Tant'è che grazie a te e a altri il progetto è stato (giustamente) rivoltato come un calzino. Ti posso però assicurare che c'è stata anche un'alta percentuale di sciroccati...

Ma esiste un documentario sull'intelligenza collettiva del regno animale? Sennò bisognerebbe farne uno... sarebbe fantastico!

Volevo segnalare questa iniziativa, indagini sociologiche inedite parlano di una nuova razza di umanità :)

http://www.creativiculturali.it/home.php

Ne hanno parlato ad una conferenza a Vicenza, e Jacopo mi è venuto in mente come esempio esemplare di questa nuova razza!

Non lo dico per leccare, ho un'idea troppo alta di me stesso per sentirmi in dovere di farlo, ma Jacopo incarna a puntino la mia idea di "creativo culturale" :)

Più gioia per tutti.

La penultima puntata di ULisse con ALberto angela parlava proprio di intelligenze collettive. Secondo me poteva essere un po' meglio però la storia delle formiche e degli storni e dei pesci è raccontata decentemente. La pui trovare sul sito si ulisse nella sezione puntate. Te la guardi instreaming!
Ciao!

Grazie a voi!

Per chi interessa il link all puntata di Ulisse è

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-66238a59-cbd0-470...

Mi associo a sostegno dell'ottima segnalazione di Chris75 al quale invio tutta la mia gratitudine per l'informazione che a mio parere merita grande visibilità per la positività e l'incoraggiamento che infonde.
Allego tre articoli tratti dal sito in questione:
CHI SONO I CREATIVI CULTURALI
Sono le persone che desiderano una società più giusta e pacifica, un'economia etica, uno sviluppo ecosostenibile, un'umanità più consapevole. Sono coloro che, in Italia e nel mondo, auspicano stili di vita più sani e autentici, ispirati ai valori della pace, dei diritti umani, dell'ambiente, della qualità della vita, delle relazioni consapevoli e costruttive, della crescita personale e spirituale.
Pur essendo costituita da individui e gruppi sociali diversificati, questa avanguardia culturale presenta alcuni valori comuni quali: sensibilità ecologica; attenzione alla pace e alla qualità delle relazioni interpersonali; interesse verso la crescita personale e/o spirituale; disinteresse per l'esibizione della posizione sociale; parità di diritti tra maschi e femmine; fiducia nella possibilità di una evoluzione positiva dell'individuo e della collettività. Inoltre, i creativi culturali hanno la tendenza a prendere le distanze dall'edonismo, dal materialismo, dal cinismo mentre danno molto peso ai valori della autenticità e della integrità. Per questa ragione, molti disdegnano la cultura del business, i media, il consumismo. Come osserva il sociologo americano Paul Ray, pioniere delle ricerche sui creativi culturali, essi sono inoltre disincantati dall'idea di "avere più cose", mentre mettono una grande enfasi nell'avere "nuove ed uniche esperienze" e rappresentano il mercato centrale per le terapie e medicine alternative, i cibi naturali, la psicoterapia, i corsi e seminari di crescita personale, le nuove forme di spiritualità. Prediligono il consumo critico e si orientano all'acquisto e fruizione di prodotti culturali più che materiali, producendo in molti casi loro stessi cultura.
Sono i valori e le visioni del mondo che determinano le direzioni che le civiltà e gli individui perseguono, e quindi, se si vogliono migliorare i dissesti ambientali e i gravi problemi socioeconomici della nostra epoca occorre cambiare alcuni valori, convinzioni e stili di vita che da secoli dominano incontrastati lo scenario occidentale. I creativi culturali rappresentano l'avanguardia di questo (speriamo) imminente cambiamento culturale epocale.

SI TRATTA DI ESIGUE MINORANZE O DI PARTI RILEVANTI DELLA POPOLAZIONE ?
Finora nessuno era in grado di rispondere con certezza a tali domande, e prevaleva l'opinione che si trattasse solo di gruppuscoli minoritari. Recenti ricerche sociologiche effettuate in vari paesi del mondo, Italia inclusa, sfatano clamorosamente tale opinione e propongono un quadro della situazione assai più positivo e incoraggiante per tutti coloro che hanno a cuore l'evoluzione del genere umano e le sorti del pianeta.
I dati rivelano che gli individui sensibili a tali valori non sono affatto pochi ma oscillano anzi tra il 60% e l'85% dell'intera popolazione adulta. Cosa ancora più importante, oltre il 35% mostra particolare coerenza e impegno, cercando di applicarli nella propria vita quotidiana. Per questo tali individui sono stati definiti Creativi Culturali, cioè "creatori attivi di una nuova cultura".

L'INFLUENZA DEI CREATIVI CULTURALI SULLE SCELTE POLITICHE, ECONOMICHE E SOCIALI
I vasti e profondi cambiamenti che stanno avvenendo nei valori e nell'etica delle popolazioni occidentali possono svolgere un ruolo decisivo nel favorire un cambiamento di rotta dei comportamenti individuali e collettivi e delle politiche socio-economiche e tecnologiche nazionali e internazionali verso direzioni più ecosostenibili, pacifiche, etiche, eque.
Pur non essendo ancora maggioritari, i creativi culturali rappresentano una componente assai significativa della popolazione, vuoi per la numerosità (35% circa della popolazione adulta) vuoi per il fatto che molti di loro sono dei veri e propri opinion leader. Inoltre le ricerche mostrano che a poche lunghezze di distanza dai creativi culturali si colloca una ulteriore consistente parte della popolazione che, pur non identificandosi pienamente con la cultura emergente, ne condivide però molti dei valori ed è pertanto definibile "in avvicinamento". È quindi prevedibile che la consistenza numerica dei creativi culturali aumenti considerevolmente nei prossimi anni, anche considerando che dal 1999 ad oggi tale categoria ha avuto un tasso di crescita medio di circa il 3% annuo.
Va però considerato che anche la conflittualità sociale e il degrado ambientale stanno accelerando e non è detto che il mutamento culturale si estenda in tempo per invertirne l'andamento.

Più gioia anche a te Chris75 !!!!

Caro Jacopo,
da tempo ti leggo con piacere, ma mi sono registrata solo ora perchè volevo porti una domanda.
Nelle elezioni regionali che sono maggioritarie e senza ballottaggio, l'affermazione di liste "anticasta" a mio parere può risultare controproducente. Il Piemonte ne è l'esempio lampante: per pochi voti la regione è finita in mano alla destra. Ne valeva la pena?
Con affetto
Monica