Caffè e prostata, un matrimonio felice

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Un team dell'Università di Harvard ha monitorato per vent'anni 45mila americani, scoprendo che a un grande numero di tazze quotidiane di caffè americano consumate corrisponde un calo deciso (fino al 60%) del rischio di contrarre la forma di cancro più diffusa negli uomini. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute.
In salute sì ma molto più nervosi.


Commenti

Vorrei sottoporre alla Vostra attenzione la mia triste storia di ennesima vittima di malasanità...questa volta dell' IFO di Roma, più precisamente del Dr. Cognetti e del Dr. Ferretti.

Mia madre Rossiello Raffaella affetta da adenocarcinoma è stata ricoverata all'IFO di Roma e sottoposta a cure e trattamenti chemioteratipi sperimentali che la hanno condotta a morte nel giro di 3 settimane. Il dr. Cognetti di Medicina Oncologica A, si è approfittato dello stato di depressione e scoramento di mia madre (che voleva continuare a vivere) per farle firmare un consenso informato per chemioterapici sperimentali non adatti ad una paziente nello stato fisico di mia madre.

Alla prima grave complicazione (una copiosa emorragia) il dr. Ferretti si è rifiutato di trasferirla in ospedale più idoneo (Visto che l'IFO-Istituto Nazionale Tumori - Regina Elena è sprovvisto di Pronto Soccorso e di Rianimazione), facendo morire mia madre per emorragia sotto gli occhi impotenti dei figli.

Non contenti di ciò, il dr. Cognetti ha proceduto contro la volontà dei figli ad una autopsia per "blindare" la posizione dell'ospedale in relazione alle gravi negligenze commesse, ed ha proceduto personalmente alla contraffazione della cartella clinica in relazione alle cure/farmaci e quant'altro somministrato a mia madre.

Questi criminali che in nome della scienza seviziano e portano a morte pazienti oncologici, utilizzandoli come cavie da laboratorio...vanno fermati.

In Fede

Simone Ballatore