4 centrali nucleari in Italia. Ma sono francesi...

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E ora voglio ridere quando si scopre dove dovranno essere costruite queste 4 centrali.... Le vuoi vicine a casa tua? Ma sono di nuovo tipo... Non ti devi preoccupare... Non ti fidi di Sarkozy? Berlusconi ha firmato un accordo con Sarkozy per 4 centrali nucleari francesi costruite in Italia. Una follia in collaborazione con Enel. Saranno pronte fra 20 anni. La crisi energetica sta già scoppiando (solo la crisi economica ci sta dando una boccata d'aria. Non ci serve energia fra 20 anni, Ci serve ora. Qui di seguito pubblico due approfondimenti sul nucleare con una serie di notizie che i media si guardano bene dal diffondere. Si tratta di un grande lavoro di ricerca per il quale devo ringraziare Laura Maluccelli, grande amica e straordinaria ricercatrice. Leggi solo se hai voglia di farti rizzare i capelli in testa. La storia del nucleare e 100 volte più folle di quel che credi.

Categoria Video controinformazione/video censurati

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Jacopo Fo Michelangelo nucleare

Disegni di Jacopo Fo nessuna centrale nucleare in Toscana

E DOVE LE FANNO STE' CENTRALI NUCLEARI? ECCO DOVE LE FANNO! (ripubblico l'articolo sullo studio lanciato mesi fa da Roggiolani, i disegni sono relativi a quella campagna, clicca per ingrandirli) Ma gll’italiani sono lenti e aspetteranno per incazzarsi quando vedranno muoversi la macchina nucleare sotto casa loro. Basta un solo discorso per dire quanto progetto questo sia folle. I dati ce li dà Repubblica di qualche giorno fa, in un articolo che finge di essere imparziale e ci presenta il piano della Edison per 5-10 centrali nucleari sparse per il paese. Una vera follia. Vediamo perché. Innanzi tutto se si partisse immediatamente a costruirle entrerebbero in funzione (secondo i tecnici Edison) nel 2019. Se ciò si avverasse sarebbe la prima volta in Italia che un’opera viene realizzata nel tempo previsto. Ma poniamo pure che ci riescano sarebbe una realizzazione tardiva visto che la crisi energetica e gli alti costi del petrolio stroncheranno l’economia italiana entro 5 anni se non si troveranno delle soluzioni. Ma al di là di questo, la spesa prevista da Edison per 10 centrali è di 40 miliardi di euro (ottantamila miliardi di lire) con un costo di 2 mila euro a kilowat. Ma con 2 mila euro a kilowatt posso installare le turbine a acqua di nuova generazione che lavorano spinte dalla alta e dalla bassa marea o dalla corrente dei fiumi. Cioè non hanno bisogno di cascate. Ogni singola turbina produce 1 kilowatt di potenza e ha un diametro di 120 centimetri. Quindi è piccola e può essere installata sul fondo di un corso d’acqua senza interferire con la navigazione. E queste turbine potremmo iniziare a installarle da domani mattina e si ripagherebbero con l’energia prodotta prima che le centrali nucleari possano entrare in funzione. Ma l’articolo di Repubblica ci informa anche che Moody’s, la nota agenzia di rating (cioè quelli che valutano l’affidabilità di un investimento) ha stimato che il prezzo reale di una centrale nucleare arriverebbe a 4 mila euro per ogni kilowatt di potenza, mentre il prezzo attuale di un kilowatt prodotto con l’eolico è intorno ai 3 mila euro. Inoltre bisognerebbe calcolare che nei prossimi anni i prezzi di idrico e eolico continueranno a calare grazie alla massificazione dei sistemi di produzione e alle nuove tecnologie che stanno per arrivare sul mercato. E si calcola che tra 3-4 anni il solare dovrebbe diventare conveniente rispetto al nucleare anche senza finanziamenti pubblici. Infine nel costo del nucleare non è conteggiata la spesa per stoccare per decine di millenni le scorie radioattive che in mano dei terroristi si trasformerebbero in bombe atomiche sporche (composte da esplosivo convenzionale e scorie che vengono sparse nell’atmosfera dalla deflagrazione). Infine, se ci fossero ancora dubbi potremmo aggiungere che l’uranio, che alimeta le centrali nucleari, è agli sgoccioli: nei prossimi anni sarà sempre più raro e più caro. In sintesi oggi costruire centrali nucleari è pericoloso, stupido e soprattutto anti economico. Sinceramente non credo che alla fine riusciranno a farle. Credo però che riusciranno a spendere un mare di soldi nel tentativo di farlo. Vedi qui altre info sulla localizzazione delle centrali. (con mappe e spiegazione dei criteri utilizzati per individuare i possibili siti che Berlusconi sceglierà. TUTTI I PROBLEMI DEL NUCLEARE: PERCHE' E' UNA FOLLIA. (Da "salvare l'ambiente conviene!" Edizioni Nuovi Mondi Media-jacopo fo) E CI RIPARLANO DI NUCLEARE... Sono trascorsi oltre 20 anni dal referendum che, nel 1987, bocciò l’uso del nucleare in Italia. Nonostante gli anni, le ragioni sollevate dal NO risultano ancora assai attuali: lo smaltimento delle scorie, la scarsa quantità di uranio disponibile, la pericolosità dimostrata da molteplici avvenimenti, gli astronomici costi che comporta... I problemi sono rimasti, nessuno è stato risolto. Ciononostante, nel periodo 1992-2005, dei fondi per la ricerca e lo sviluppo, l’11% è stato destinato alle fonti rinnovabili nel loro insieme mentre il nucleare ha assorbito oltre il 58%.4 62 Come riporta lo studioso Marco Cedolin: secondo le stime correnti, la quantità di tutto l’uranio estraibile è nell’ordine dei 3,5 milioni di tonnellate. Dal momento che il consumo attuale è di 70.000 tonnellate/anno (per coprire solo il 6% della domanda globale di energia primaria), basteranno 50 anni per esaurire tali scorte (considerando che ci vogliono almeno 10-12 anni per costru i re una centrale nucleare). Se ci fosse un “ritorno al nucleare” l’esaurimento della risorsa sarebbe, però, ancora più rapido: appena pochi anni. Gli operatori del mercato dell’uranio sanno benissimo che diventerà tra non molto una merce rara. anche un dato quantomeno strano rispetto al nucleare: in questi ultimi quattro anni, il prezzo dell’uranio è salito di circa 20 volte, senza che ci sia stato alcun aumento della richiesta. Allo sviluppo dei reattori di IV generazione (che, secondo i ricercatori, dovrebbe avvenire nel 2030) è affidato il compito di superare questi limiti: tre delle sei filiere studiate sono reattori veloci al plutonio e, tra queste, quella più avanti nello sviluppo è raff reddata con sodio liquido. Il Superphénix, un reattore veloce al plutonio raffreddato con sodio liquido, è stato il più grande fallimento industriale della storia: 13.000 miliardi di lire per un ventennio (a partire dagli anni Ottanta), a cui si devono aggiungere 2,1 miliardi di euro (stimati dalla Corte dei Conti francese per 63 lo smantellamento). Dopo 54 mesi, Superphénix è stato chiuso nel 1994 per i continui incidenti. I cittadini italiani non lo sanno ma hanno pagato, attraverso Enel, il 33% di questa folle spesa. Le scorie nucleari si possono dividere in diverse categorie in base al loro stato (solido, liquido o gassoso), dal potenziale di radioattività in esse contenuto e dalla durata nel tempo della loro pericolosità. Sostanzialmente i rifiuti radioattivi si dividono in tre gruppi: • le scorie a bassa attività costituite da carta, stracci, indumenti, guanti, soprascarpe, filtri liquidi. Un tipico reattore nucleare ne produce annualmente circa 200 metri cubi (mc); • le scorie a media attività, costituite dagli scarti di lavorazione, da liquidi, dalle resine di ioni derivanti dalle centrali nucleari, dagli impianti di riprocessamento e dai centri di ricerca. Un tipico reattore nucleare ne produce circa 100 mc l’anno; • le scorie ad alta attività, costituite dal combustibile nucleare irraggiato e dalle scorie primarie del riprocessamento, derivanti unicamente dalle centrali nucleari e dagli impianti di riprocessamento. Un tipico reattore nucleare ne produce annualmente circa 30 tonnellate che corrispondono una volta riprocessate a 4 mc di materiale. Le scorie a bassa e media attività resteranno pericolose per centinaia d’anni (circa 300) quelle ad alta attività, che pur costituendo il 3% del volume totale rappresentano da sole il 95% della radioattività complessiva, manterranno la loro carica mortale per molte migliaia di anni (fino a 250.000 anni). Periodi lunghissimi, che vanno molto al di là non solo dell’arco di una vita umana, ma anche della possibile durata di una “civiltà” e perfino della storia dell’esistenza umana così per come la conosciamo. Questi dati dovrebbero bastare da soli a darci la dimensione dell’incommensurabile grandezza del problema con il quale ci stiamo confrontando e dell’assoluta impossibilità della tecnologia scientifica attuale (e con tutta probabilità anche futura) di smaltire in qualche maniera l’enorme carico di materiale radioattivo che anno dopo anno si sta accumulando (come conseguenza dell’attività delle oltre 400 centrali nucleari disseminate sul pianeta). Ogni anno queste centrali, presenti in 31 nazioni, producono migliaia di tonnellate di scorie.5 Anche nel caso (improbabile) di una perfetta tenuta delle strutture di stoccaggio per tutto l’arco di tempo, subentrerebbe comunque l’altissimo rischio di eventi imponderabili quali guerre, terremoti, alluvioni e incidenti di vario genere, la cui possibilità in un periodo così lungo e per come stanno adesso le cose nel mondo, risulta tutt’altro che remota. Le mappe che indicano i depositi esistenti nel mondo riguardano quasi esclusivamente i rifiuti nucleari a bassa radioattività e viene spontaneo domandarsi cosa ne sia stato delle scorie ad alta radioattività. In realtà, per custodire i rifiuti nucleari ad alta radioattività non è stato fatto assolutamente UN PALAZZO DI PIÙ DI SESSANTA PIANI DI PAURE ATOMICHE LA MAPPA DEGLI 80.000 METRI CUBI DI SCORIE NUCLEARI IN ITALIA nulla. O meglio, tutto il gotha della tecnologia mondiale ha dimostrato di non avere assolutamente né i mezzi né tanto meno le conoscenze tecnico/ scientifiche per affrontare un problema che travalica di gran lunga le capacità operative dell’essere umano, qualunque siano le competenze tecniche raggiunte. “Rapportarsi con periodi di tempo il cui ordine è quello delle ere geologiche significa abbandonare ogni stilla di realismo, per rifugiarsi fra le pieghe dell’utopia, dell’incoscienza e della pazzia. Nulla e nessuno potrà mai prevedere le mutazioni di ogni genere che riguarderanno il pianeta nei prossimi 100/200.000 anni, né individuare luoghi o spazi adatti a stipare in sicurezza le scorie ad alta radioattività in un futuro tanto lontano”.6 In attesa di una soluzione che mai potrà essere trovata, le 440 centrali nucleari di cui è costellato il pianeta lavorano a pieno regime e i rifiuti ad alta radioattività vengono semplicemente stoccati in depositi “di fortuna” in attesa di un trasferimento definitivo che non avverrà mai. Il Dipartimento dell’Energia (DOE) americano, per risolvere (in realtà, si tratta piuttosto di “rammendare”) il problema delle scorie nucleari, impiegherà dai 70 ai 100 anni, spendendo dai 200 ai 1.000 miliardi di dollari. Con tutta probabilità, quando il deposito sarà terminato, e cioè non prima del 2015, la quantità di nuove scorie accumulatesi nel corso degli anni (al ritmo di 2.300 tonnellate annue) richiederà immediatamente la costruzione di un nuovo deposito. Inoltre, studi scientifici effettuati da commissioni non governative hanno dimostrato che, nel lungo periodo, sarà impossibile impedire le infiltrazioni delle acque sotterranee nel deposito. L’attuale stato di conservazione delle scorie nei vari paesi è spesso estremamente precario e anche le più elementari norme di sicurezza non sono neppure prese in considerazione, costituendo la potenziale occasione per incidenti di gravità anche superiore rispetto a quello di Chernobyl. Questo non avviene solo nei paesi meno sviluppati e nell’est europeo, ma anche in Europa e negli Stati Uniti che, dal punto di vista tecnologico, rappresentano una delle realtà fra le più avanzate al mondo. Diciamo pure che il problema è ovunque irrisolvibile, pensate che persino l’uranio usato nel 1942 da Enrico Fermi è ancora in attesa di una sistemazione finale. La “banda dell’atomo” (Berlusconi, Bush, Sarkozy e compagnia atomica) che, anche in Italia, sta tentando di riproporsi con la promessa di energia a buon mercato può solo fingere che i rifiuti radioattivi non esistano, poiché qualunque tentativo serio di smaltimento degli stessi, avrebbe dei costi esorbitanti (a fronte di ben scarsa resa) e li metterebbe inevitabilmente fuori dai giochi. Il pericolo più grave, posto nell’immediato, è quello che alcune organizzazioni (molte delle quali private) fra quelle che gestiscono le centrali e il loro contenuto scelgano la strada più semplice e decidano di far “sparire” le proprie scorie, magari in fondo al mare o interrandole in vecchie cave e gallerie in disuso, confidando nel fatto che difficilmente un simile crimine ecologico verrebbe alla luce in tempi brevi. Il rapporto dell’Italia con le proprie scorie nucleari è esemplificativo. Nel nostro paese tutto ciò che oggi riguarda il nucleare fa capo alla Società Gestione Impianti Nucleari S.p.S. (SOGIN) istituita nel 1999, che ha incorporato tutte le stru t t u re e le competenze che prima appartenevano all’Enel nell’ambito del nucleare. Presidente della SOGIN è il generale Carlo Jean che, nel febbraio 2003, ha così quantificato i rifiuti radioattivi presenti in Italia: circa 50.000 metri cubi (mc) di scorie radioattive a bassa e media radioattività, circa 8.000 mc di scorie radioattive ad alta radioattività, 62 tonnellate di combustibile irraggiato, oltre a ospedali, acciaierie, impianti petrolchimici e così via che producono circa 500 tonnellate di rifiuti radioattivi ogni anno. Dal 1989 in poi il cittadino italiano ha iniziato a pagare, attraverso un’addizionale sulle bollette Enel, i cosiddetti “oneri nucleari” destinati in un primo tempo a compensare l’Enel e le altre società collegate per le perdite conseguenti alla dismissione delle centrali. Dal 2001 fino al 2021 gli oneri sono stati destinati alla SOGIN e finalizzati alla messa in sicurezza degli 80.000 mc di scorie radioattive frutto dell’attività nucleare. Alla data del 2021 i cittadini avranno pagato attraverso addizionali sulla bolletta Enel la cifra astronomica di 11 miliardi di euro. Fonte immagine: http://fotostrane.superba.it/foto-strane/bimbi/foto%20strane%20(4).jpg


Commenti

Possono approvare una mozione in consiglio in cui dichiarono che sul loro territorio non si possono costruire centrali nucleari per salvaguardare la salute dei cittadini?

E i sindaci possono emanare un'ordinanza in cui dichiarano che non potranno sorgere centrali nucleari sul loro territorio per garantire la sicurezza dei cittadini? 

http://gold.libero.it/KudaBlog/6578403.html

www.kuda.tk

visto che i poteri dei sindaci in teoria sono accresciuti. E comunque ci si può anzi ci si DEVE opporre in tutti i modi, dalle vie legali allo scendere in piazza tutti i santi giorni.

Comunque, anche se non hanno ancora detto dove sorgeranno questi monumenti all'idiozia, posso dire fin da ora che uno di questi lo faranno in Sardegna, vogliamo scommettere? E un altro magari in Sicilia?

Ho letto questo lungo articolo e volevo fare i complimenti per l'approfondimento di un tema che passa spesso sotto silenzio, o di cui si sa ben poco... Ha proprio ragione, a noi l'energia serve adesso e non fra 20 anni, la situazione è già abbastanza grave nel nostro Paese, e perdere altro tempo sarebbe una follia.. Per non parlare dei danni che delle centrali nucleari apporterebbero all'ambiente e a chi ci vive vicino... Bisogna cominciare a far sentire la nostra voce, testimoniando attraverso, post, blog, video, ciò che di negativo succede intorno ad ognuno di noi a livello ambientale. Solo attraverso la denuncia potremo cambiare qualcosa. Per questo vi segnalo un sito (ecozoom.tv) dove è possibile caricare video a tema ambientale denunciando gli abusi edilizi, la sporcizia, ecc. Un altro modo per essere attivi!

Articolo veramente interessante!

Anch'io sono convinto che al nucleare in Italia non ci arriveremo! Sarà comunque una scelta che pagheremo a caro prezzo! forse troppo caro per la situzione in cui è messo il debito pubblico!

Però, dopo avere letto un articolo forse 3 anni fa di Rubbia, e navigando qua e la su internet mi sarebbe piaciuto avere delle informazioni, chiare e dettagliate come quelle che ho letto sopra, sul nucleare prodotto con il Torio!

Qualcuno mi sa dire se ciò che si dice su internet è vero ... e che Rubbia in realtà sta sviluppando questo sistema in India? 

Ormai non mi stupisco più di niente!

Grazie

Il punto di caduta di questo discorso è che non sarà mai possibile ottenere energia dal Plutonio. Si parla infatti di questo elemento quando si fa riferimento al 95% della radioattività ed ai 250.000 anni di pericolosità residua.

Ovviamente, portando sfiga, si può anche dire che il problema di utilizzare il plutonio come combustibile sia irrisolubile - quando tuttavia le bombe le fanno con relativa facilità e senza le estreme condizioni necessarie a quelle termonucleari.

E' del tutto naturale che, qualora ciò avvenisse, immediatamente le scorie diverrebbero ambìto combustibile per di più praticamente inesuribile in quanto permetterebbe di utilizzare per irraggiamento anche l' abbondantissimo uranio cosiddetto impoverito in un ciclo virtuoso. E' altrettanto naturale che finchè non si prova difficilmente si può riuscire ed il fatto che non ci siano riusciti i Francesi vuol dire poco; una volta l'Italia era al vertice della ricerca scientifica e potrebbero essere ancora presenti competenze residue, se non tutti costrette ad emigrare.

Turbìne nei fiumi: proprio la scorsa settimana ho avuto modo di visitare un'acciaieria in Russia (ma ce ne sono parecchi anche in Italia, compreso una a Terni che infatti si alimenta dalla cascata delle Marmore) dove opera un forno elettrico che fonde l'acciaio mediante tre catodi che creano un arco voltaico di alcuni metri tra di loro! Se non si fà così i rottami non c'è modo di restitiuirli alla produzione - il gas non crea abbastanza calore: vogliamo fare a meno di tubi, auto, navi, posate, ringhiere e di tornare alla vita dei campi... ovvero si pensa di generare l'energia necessaria con gli impianti fotovoltaici, le turbine e gli impianti eolici, una volta esaurite le cascate?

Fabrizio Bartolomucci Roma

buongiorno,

non sono pienamente in accordo con quanto scrivete. negli articoli precedenti infatti ci sono parecchie imprecisioni e, nonostante apprezzi il lavoro di ricerca dei molti dati riportati, ho qualche riseva anche sui di essi. molte critiche sono inoltre delle congetture sulla gestione delle scorie o degli impianti da parte delle aziende di controllo (scorie seppellite ecc,,,). queste critiche non sono però riguardanti la pericolosità del nucleare in se, quanto all'etica di chi amministra. ciò premesso, inizio:

sebbene sia anche io scettico sul rispetto dei tempi di attivazione delle centrali (siamo in italia....si sa come vanno....o meglio non vanno le cose) e sulla futura gestione delle stesse, devo dire che le centrali nucleari sono la fonte più pulita di energia su larga scala attualmente competitiva dal punto di vista economico.

dobbiamo infatti pensare che anche se il costo di impianto iniziale è evidentemente elevato, una volta avviata la produzione si può definire praticamente continua (per continua intendo 365 giorni l'anno e 24 ore al giorno) per tutta la durata di vita della centrale. questo rende ammortizzabile in breve tempo l'investimento iniziale e i vari costi di manutenzione.

nelle righe qui sopra trovate già un punto di forza del nucleare. lo fai partire lo controlli e lui va ...e va .....e va.....continuamente espellendo in atmosfera dalle gigantesche torri evaporative dell'innocuo VAPOR D'ACQUA.

ovviamente il problema principale direte voi sono le scorie, e avete ragione, ma solo in parte perchè, sebbene sia giusta la classificazione fatta nell'articolo precedente delle scorie  (bassa, media e alta attività; un reattore da 1000MW produce ogni anno (in totale tra alta , media , bassa emissività) 5 mc di scorie.1000 reattori 5000mc, 1000 reattori in 100 anni  500.000mc----il colosseo ha capienza  1.500.000 mc  per avere un'idea) è anche vero che per le scorie di categoria media e bassa i tempi di decadimento (tempo nel quale la scoria riduce il suo tenore radioattivo fino a confondersi con materiale classificabile come non radioattivo) è nell'ordine dei 100 anni ed è quindi un tempo breve.

il vero problema sarebbero quelli ad alta emissività di radiazioni che tuttavia non superano che i pochi metri cubi (il 3% del totale delle scorie)  ogni ciclo di attività del combustibile fissile (3-5 anni). il problema non è quindi quello dell'ingombro di queste scorie altamente radioattive, e vi dirò di più, il problema non è nemmeno l'alta emissività, poichè delle radiazioni che ci investono nella nostra vita solo lo 0.04% è dovuto alle scorie radioattive a fronte di un 11% dovuto da uso medico (lastre ecc) e di un  88% di radiazioni naturali (raggi cosmici, raggi gamma ecc) (il restante 1% circa è dovuto ad altre emissioni artificiali). ovviemente queste scorie radioattive provenienti dalle centrali devono essere stoccate in magazzini sicuri, schermati a dovere, non dico che si possano tenere in giardino, ma se correttamente conservate non influiscono pesantemente sulla nostra esistenza.

per quanto riguarda l'esauribilità della fonte primaria (l'uranio) è impreciso quello che viene riportato nell'articolo precedente. è infatti vero che l'uranio-235 (uranio-235 è un isotropo dell'uranio (1% dell'uranio naturale totale), l'unico al momento utilizzabile nelle centrali nucleari) non è un elemento abbondante in natura ma è anche vero che sono già tecnologicamente mature (sono perfettamente funzionanti ma non ancora competitive dal punto di vista economico) le centrali nucleari "autofertilizzanti" che utilizzano uranio-238 e il torio (elemento chimico molto più abbondante dell'uranio in natura). la fonte nucleare si configura quindi per il futuro prossimo come praticamente inesauribile.

per quanto riguarda i dati sulle fonti di energia alternative (di cui sono sostenitore) sono si veritieri (nominalmente) ma è anche vero che gli impianti sono estremamente incostanti. sebbene la potenza nominale degli impianti e il costo dell'energia da essi prodotta (a regime) sia inferiore o concorrenziale a quella prodotta con nucleare, bisogna tuttavia riconoscere che, mentre una centrale termoelettrica tradizionale (a petrolio) o nucleare è a ciclo continuo, le altre tecnologie alternative sono legate alle condizioni ambientali (notte-giorno per il solare; vento più- meno forte o assente per l'eolico ecc. piene o secche per l'idroelettrico)  e quindi variano nel tempo con rese che raramente raggiungono i valori nominali di funzionamento, non permettono inoltre una uniforme copertura della richista di energia durante la giornata. è quindi impensabile pensare di produrre l'energia elettrica necessaria per il nostro paese con sole fonti alternative. queste possono, allo stadio attuale, ma penso anche in futuro, accostarsi alle tipologie di produzione di energia su larga scala (nucleare, termoelettrico) ma non sicuramente soppiantarle.

un'ultima osservazione sul riferimento alle turbine ad acqua. mi è parso di leggere negli articoli precedenti un riferiemento a tale turbina che viene definita piccola....da mettere nei corsi d'acqua. diametro dichiarato 120 cm...1metro e venti di diametro. non misembra poco ingombrante, non si parla della lunghezza che in proporzione oso stimare sui 2-3 metri...si dice che lascia spazio anche per la navigazione....in un corso d'acqua....forse si intende un fiume...e un bel fiume di almeno almeno un 4 /5 metri di profondità...e la manutenzione?? subacquea??  i pesci che ci si infilano, i ramoscelli, le alghe, mucillaggine?? bisognerà schermarla, e alla turbina ci va attaccato un alternatore se no la corrente come la produci--->impianto di produzione a fianco del fiume. e una volta prodotta cosa fai la butti in linea?? no! ci vuole un trasformatore e anche un accumulatore. la corrente la accumuli, non puoi mandarne in linea quanta ne vuoi se no sovraccarichi. viene fuori una bella centrale a fianco del fiume!!...eh....quante turbine ad acqua hai intenzione di installare se con una produci 1 kW (regime nominale)??

a conti fatti ci conviene una centrale nucleare da 1000 MW no??

 

un saluto a tutti!!

Mauro. laureando in ingegneria energetica c/o politecnico di milano

Gentile Mauro,
anche ammetendo che i dati che tu fornisci siano esatti restano due questioni:
--Comunque dovremmo sommare al costo di costruzione e gestione degli impianti il costo di stoccaggio per un secolo del 97% delle scorie e per migliaia di anni del 3% delle scorie, nonchè i costi di smantellamento della centrale a fine attività. Se lo facciamo il nucleare smette di essere economicamente conveniente.
--Nelle fonti rinnovabili idriche parli di fiumi ma dimentichi il mare: correnti e maree ci sono sempre, quindi sono un grande sistema per produrre una basa stabile di energia.
Dimentichi poi i sistemi che accumulano energia sotto forma di acqua o altre sostanze bollenti, in modo di avere energia anche di notte. Dimentichi anche situazioni come il deserto del Sahara dove il sole è garantito (esistono ormai cavi a basse temperature con dispersioni bassissime.
---Dimentichi poi le biomasse: cacca umana e animale, spazzatura organica, scarti alimentari e agricoli che possono alimentare produzione di gas combustibile (scoreggia di batterio mangiacacca) e a cippato di legno (estrazione del gas da fibre legnose tramite alte temperature).
---Dimentichi poi che parliamo sempre di razionalizzare i consumi energetici: sprechiamo l'80% dell'energia! Quindi non dobbiamo far fronte con le rinnovabili ai consumi attuali ma a consumi di molto ridotti anche calcolando i futuri bisogni dei paesi emergenti.
Infine non consideri che sulla ricerca nel settore nucleare si è speso molto di più che su quella sulle fonti rinnovabili.
Ora che anche in questo settore stanno arrivando molti soldi assisteremo a enormi progressi.
Ci sono settori completamente inesplorati come la cavitazione, produzione di acqua calda tramite ultrasuoni.
E comunque sono convinto che il tempo ci darà ragione: non verranno costruite veramente le centrali di Berlusconi perchè l'idea diventerà obsoleta molto prima del 2020. Questa storia è solo un sistema per arricchire gli amici di Silvio con i nostri soldi.

Non possiamo pensare di lasciare fuori dalle nostre scelte lo Spirito del Pianeta..

Un articolo interessante:
http://www.lamentemente.com/2010/06/25/nucleare-non-possiamo-pensare-di-...