Dichiarazione di voto della sen. Franca Rame sul rifinanziamento della missione in Afghanistan
Legislatura 15 - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 027 del 27/07/2006
(La seduta, sospesa alle ore 17, è ripresa alle ore 18).
Presidenza del vice presidente ANGIUS
Riprendiamo i nostri lavori.
Passiamo alla votazione dell'articolo 2, sull'approvazione del quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
RAME (Misto-IdV). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RAME (Misto-IdV). Dichiaro il voto favorevole dell'Italia dei Valori al provvedimento in esame.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole Ministro e onorevoli Sottosegretari, come ben sappiamo gli Stati Uniti hanno installato in Afghanistan basi militari permanenti. Come mai? Basta guardare la carta geografica. Da questo Paese passano l'oleodotto e il gasdotto che portano carburante dalla Russia verso l'India. Passano anche i camion dell'oppio: l'87 per cento della produzione mondiale, che rende 40 miliardi di dollari l'anno.
L'ISAF va in Afghanistan nel 2001 sotto l'ombrello ONU, ma dall'agosto 2003 la missione è guidata dalla NATO; quindi, di fatto, dal Pentagono. La missione italiana viene chiamata missione di pace, ma siamo sicuri di aver appoggiato la pace in Afghanistan? Con sei milioni di euro l'anno una ONG - ce ne sono otto italiane - è in grado di far funzionare tre ospedali, un centro di maternità, 27 posti di pronto soccorso e un programma di assistenza sanitaria nelle carceri.
Ci siamo impegnati abbastanza in quel senso in Afghanistan? A cosa è servita la presenza dei nostri militari? Le posizioni di Gino Strada si conoscono, ma anche alcuni direttori delle otto ONG questo dicono alla stampa: il Governo deve smettere di usare l'aggettivo "umanitario" per indorare la pillola da far ingoiare all'opinione pubblica quando si tratta da andare in guerra. Per questo chiediamo l'immediato ritiro del nostro contingente italiano.
In Afghanistan, oggi, non viene rispettato nessun diritto umano. Le carceri sembrano lager nazisti, secondo ispettori dell'Unione Europea. Il Parlamento di Kabul è composto in parte da criminali, ex talibani e trafficanti di oppio. Anni di guerra hanno distrutto qualunque cosa e quasi niente è stato fatto, né per la popolazione ridotta alla fame, né per ricostruire il tessuto economico-sociale. Migliaia di donne, per mangiare, sono costrette a prostituirsi; domandiamoci con chi. Sul territorio abbiamo circa 20.000 militari.
I talibani che si erano rifugiati in Pakistan (quelli addestrati dalla CIA anni fa), hanno ripreso il controllo del Sud.
Le forze di Enduring Freedom rispondono attaccando via aria e via terra: si parla di oltre 100.000 tra civili e militari uccisi. Un'operazione, questa, chiamata senza vergogna "bonifica del territorio. "
I costi della nostra missione, dal 2002 ad oggi, ammontano a circa 600 milioni di euro, 488 milioni di euro per la proroga di altre 28 missioni. La spesa militare italiana è al settimo posto su scala mondiale: 27 miliardi e 200 milioni di dollari annui, un fiume di denaro. Sono un po' preoccupata, con i tempi che corrono.
Questo Governo ha anticipato in autunno il rientro del contingente italiano dall'Iraq. Era ora, bravi, evviva! Bene il meeting per la pace, bravissimi!
Il ministro Parisi si trova però davanti ad un serio problema che ha dell'incredibile: dovrà rispettare l'impegno assunto dal Governo di centro-destra che ha contribuito con un miliardo di dollari a fondo perduto per entrare nel programma di sviluppo di nuovi aerei.
Saremo costretti ad acquistare circa 220 cacciabombardieri, per un costo di 14 miliardi e 400 milioni di dollari. Non so dove li troverà. Sono invece già stati acquistati 22 aerei-cisterna, per un costo di circa 50 milioni di dollari l'uno, più altri quattro per il rifornimento in volo, che ci mancavano proprio.
Come li abbiamo pagati? Con cambiali? Mi sono chiesta: "Tutto questo ben di Dio, che procura solo morte, è per la nostra missione di pace?". Se mi trovassi in Afghanistan non mi sentirei per niente tranquilla. "No, no, devi stare tranquilla, Franca" mi si risponde, "li abbiamo dovuti acquistare perché esisteva un contratto, un impegno scritto, ma non li manderemo in Afghanistan". "Ah, meno male", mi sono detta. "Ma che ne facciamo? Beh, ci sono tante guerre, li affitteremo, così facciamo cassetta".
Certamente sapete che noi occupiamo il terzo posto nella classifica mondiale con un debito pubblico astronomico: un miliardo e 580 milioni di euro, oltre 3 milioni di miliardi di lire; sono nella Commissione bilancio e mi sono ben informata. Dove si andrà a finire di questo passo?
Il nostro Governo si sta arrampicando sui vetri per cercare di riassestare il Paese dal disastro finanziario che ha trovato, ma - data la situazione - temo che nemmeno i preannunciati pesanti tagli alle spese sociali basteranno a compensare la spesa militare italiana.
Gli ultimi dati ISTAT ci comunicano che in Italia abbiamo 12 milioni di poveri. Molte famiglie il pasto del mezzogiorno lo consumano presso i centri di carità, mentre allo smontare dei mercati di frutta e verdura si vedono pensionati e non che vanno frugando tra l'immondizia.
E il precariato? I giovani senza futuro? La disoccupazione? E le Regioni senz'acqua?
Per quanto mi riguarda, e concludo, non sono così insensata da battermi per l'abbandono immediato dell'Afghanistan, ma chiedo al Governo, a nome di tantissimi italiani, che nell'immediato futuro i militari vengano sostituiti dai civili e che si cerchi di sradicare l'illegalità e la connivenza tra i vertici USA e i signori della guerra.
So di proporre una svolta difficile, ma molto coraggiosa: Di quel coraggio, credetemi, ne abbiamo bisogno, non per combattere, ma per fare la pace.
Fare la pace è il più coraggioso dei gesti. Infatti, è un gesto raro. Ma che dico? Rarissimo. (Applausi dai Gruppi Misto-IdV, Ulivo, RC-SE e IU-Verdi-Com Congratulazioni).
Commenti
Organismo non utile (ONU)
ORGANISMO NON UTILE (ONU)
a cura di Paolo De Gregorio – 28.07.06
E’ veramente insopportabile assistere ai rituali della diplomazia internazionale nei quali sembra che succeda chissà che cosa, sembra che sia in gioco il prestigio dell’Italia e i destini del mondo, sembra un consesso democratico di pace, e poi si alza il rappresentante degli Usa e dice in quattro parole che loro sono contro la tregua e appoggiano solo Israele, e tutti zitti e a casa.
Ma ciò che pesa di più non è tanto il diktat dei padroni del mondo e il totale fallimento della riunione, ma che i nostri politicanti si fanno fare fior di interviste magnificando i risultati della loro iniziativa.
Se questi signori fossero persone serie dovrebbero concludere quanto segue:
- che l’ONU da 50 anni non ha mai prevenuto né evitato una guerra, che le sue risoluzioni sono carta straccia, e che invocare un suo intervento significa solo perdere tempo
- che la questione palestinese, che è legata allo scontro in Libano, è sempre stata trattata da un regista, gli Usa, che senza tanti complimenti convocavano in America i rappresentanti palestinesi e israeliani, con la motivazione ufficiale di colloqui di pace, tutti falliti, mentre continuavano impunemente a riempire di armi modernissime e di soldi Israele, a bocciare ogni risoluzione Onu favorevole ai palestinesi, e a dire loro che si dovevano rassegnare alla situazione sul campo. Insomma 50 anni di farse in cui i “colloqui di pace” si tenevano negli Usa, al cospetto del maggior alleato di una sola delle parti in causa. E tutti nel mondo possono capire che se gli Usa avessero avuto un progetto di pace, sarebbe bastato chiudere il flusso di armi e soldi, che poi sono la sola superiorità che gli israeliani hanno rispetto ai palestinesi, e già da tempo si sarebbe arrivati ad un processo di composizione del conflitto
- che l’Europa, pur avendo il massimo interesse geo-politico ed economico ad una situazione di pace e di cooperazione in Medio Oriente, è rimasta ottusamente legata alla becera politica Usa, che nell’area mediorientale vuole mantenere l’egemonia, rinunciando ad un ruolo diplomatico del peso di quello europeo che, sommato con quello russo che in quell’area ha importanti interessi economici, poteva e potrebbe costituire un poderoso fattore di riequilibrio e pacificazione.
Il peso dell’Europa e della Russia a favore della costituzione di uno stato palestinese e di vere trattative sui territori, al di fuori dell’inutile ONU, è l’unico contrappeso possibile agli USA che sono i diretti responsabili dell’attuale disastro in Medio Oriente, Iraq, Afghanistan, gli stessi che finanziano in Somalia i signori della guerra contro le Corti islamiche, gli stessi che premono per armare Taiwan e il Giappone in funzione anticinese, gli stessi che hanno preparato un colpo di stato contro Chavez in Venezuela, gli stessi che usano Guantanamo per torturare fuori da ogni legge internazionale.
La presenza della Nato in Europa è il maggior ostacolo al definirsi di una nuova politica europea, che deve essere autonoma, con propri progetti di difesa, di convivenza con i nostri vicini, di integrazione economica, e deve parlare con una voce sola.
Un mondo multipolare: Europa-Russia, Cina–India, Unità africana, USA-Canada, Confederazione sudamericana, cancellerebbe per sempre pretese egemoniche di chiunque, e se finiscono colonialismo e imperialismo finiscono tutte le guerre.
Lo dico sorridendo, con voluta ingenuità, ma credo di dire il vero: se gli Usa chiudessero le 850 basi militari che hanno nel mondo, mettessero ad arrugginire portaerei e sommergibili atomici, smantellassero l’enorme arsenale atomico di attacco montato su missili balistici, e la smettessero con tutti gli interventi militari, per un costo annuale stimato in mille miliardi di dollari, credo che avrebbero le risorse per introdurre il ciclo energetico dell’idrogeno e non importare più nemmeno una goccia di petrolio, finirebbero di essere il paese più odiato del mondo, e avanzerebbero anche i soldi per migliorare l’assistenza sanitaria che oggi negli Usa lascia 40 milioni di cittadini a crepare senza aiuto.
Paolo De Gregorio
Pensierino della sera:
Se non fossimo stati al Governo di fronte ad un "SI" al rifinanziamento della missione in Afghanistan non saremmo forse scesi in piazza indignati?
Parafrasando "Alessandra":
Meglio insensata che complice.
E questo è il fiore del partigiano
Morto per la Liberta.