Il microcredito in Burkina Faso

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Dopo il conferimento del premio Nobel 2006 a Muhammad Yunus, ideatore e fondatore della Grameen Bank, i giornali finalmente pubblicano qua e la' storie di microcredito.
Oggi ve ne raccontiamo una che arriva dal Burkina Faso, e in particolare dalla periferia della seconda citta' piu' grande del Paese, Bobo Dioulasso.
Si tratta di zone povere, senza acqua ne' corrente elettrica, abitate da persone che sono partite dai villaggi in cerca di fortuna e che oggi "sbarcano il lunario" facendo lavoretti il piu' delle volte sottopagati.
Qui, da circa 2 anni, Grazia Le Mura, docente di Sociologia presso la Pontificia facolta' teologica dell'Italia meridionale (Pftim) dell'Universita' di Napoli, e suor Patrizia stanno promovendo un progetto di microcredito che finora ha "microfinanziato" 48 persone, 20 delle quali hanno gia' rimborsato totalmente il prestito.
Fra queste ci sono Marcelline, vedova e madre di quattro figli, Susanna, disabile e ragazza madre di una quattordicenne, Pierre, fabbro disabile e Bakari, cerebroleso. Quella di Bakari e' probabilmente la storia piu' bella.
"Devo essere sincera - ammette Grazia - quando Bakari ci ha chiesto un prestito eravamo molto scettiche e ci chiedevamo come avrebbe fatto a restituire i soldi".
Bakari si presentava analfabeta, con gran parte del corpo paralizzato a causa delle lesioni al cervello, incapace addirittura di parlare... Eppure e' riuscito a organizzare e avviare un banchetto di prodotti alimentari, il cui ricavato gli ha permesso di restituire i prestiti e mandare a scuola il fratello minore!
Pierre invece, che era gia' economicamente autosufficiente grazie al suo laboratorio di saldatura, ha potuto utilizzare il prestito per vincere una commessa del governo (che paga solo a fine lavori) per la costruzione di biciclette per disabili.
Marcelline, vedova da 10 anni, grazie alla consulenza delle due signore, ha creato un sistema di gestione economica domestica molto ingegnoso. Al posto di un quaderno di contabilita' tiene tre ceste: in una custodisce il necessario per mangiare, in un'altra i soldi per comprare carichi di legna che poi rivende al dettaglio e nella terza il denaro per provvedere agli imprevisti.
Susanna ha avviato anche lei un negozio di alimentari, grazie a un prestito di 50mila CFA, circa 76 euro. Vende i pomodori "al cucchiaio" e olio di semi in bustina (in pratica acquista confezioni piu' grandi, e a volte troppo costose per la gente del villaggio, che poi divide e rivende).
Ogni micro-prestito elargito e' a tasso zero e deve essere restituito nell'arco di tre anni in 10/12 rate. Tutti coloro che partecipano al progetto frequentano anche un corso di economia di base, dove si spiegano concetti come "investimento", "ammortamento" e soprattutto "risparmio" (inesistente in Burkina Faso!).
Per spiegare risparmio e investimento utilizzano ad esempio la metafora dello yogurt, alimento molto diffuso. Se si mangiano subito tutti gli ingredienti, non si puo' piu' preparare lo yogurt, cosi' pure se si consuma tutto il capitale non e' piu' possibile proseguire l'attivita' avviata.
Cosi' semplice, che quest'idea ha vinto un Nobel...

(Fonte: Misna.org, a cui vanno tutti i nostri complimenti!)