Cari amici,
presentiamo oggi un nuovo libro della Nuovi Mondi Media. Si tratta di "Manicomi Armati - Chi ha paura del lupo Osama?", di Greg Palast, gia' autore di "Democrazia in vendita".
Palast e' probabilmente il piu' grande giornalista investigativo dei nostri tempi, e' americano ma vive in Inghilterra, dove collabora con il Guardian e la BBC.
Ironico, divertente, assolutamente destabilizzante, in questo libro Palast compie un'acuta analisi della storia recente in cui si susseguono scene tanto paradossali quanto tremendamente reali. E proprio attraverso il paradosso, l'autore svela un mondo diverso da quello che viene raccontato.
Per darvi un piccolo assaggio di questo gustosissimo libro pubblichiamo il prologo che ci parla di un prossimo futuro.
Tranquilli, e' solo fantascienza... o no?
Buona lettura!
In Principio
"Da quel cane vigliacco che era"
Il Presidente Jeb Bush ha proclamato la propria rielezione molto presto, in agosto, ancor prima che fossero state programmate le macchine per l'elaborazione dei dati. Ciononostante, l'esito della votazione era gia' certo. Il Presidente ha accettato una chiamata di "Hillary Kerry Gore" - candidata virtuale, presentata come sua avversaria nel quadriennio e destinata a perdere - che, come sempre ha pronunciato lo stesso discorso buonista e commovente ("La democrazia americana ha trionfato ancora") scritto per lei da Karl Rove. La votazione ufficiale si svolgera' soltanto a novembre.
"La nostra nazione", ci assicura il vicepresidente Kate Harris, "e' piu' sicura e piu' prospera che in qualsiasi altro momento della nostra storia".
Ci sono, tuttavia, alcuni contestatori di questa America nuova e felice, che tramano nelle loro cantine: i Michaeliti con le loro icone di San Moore. Il regista, nonche' santo, fu martirizzato quando, in seguito a una rapida dilatazione causata dal moralismo e dai fritti, esplose letteralmente sul palco del Festival di Cannes 2011: una fine del tutto appropriata considerato il titolo del suo ultimo film, "Odio talmente i Bush che potrei esplodere".
Pochi si lamentano, e senza dubbio nessuno lo fa apertamente dopo le Rivolte per le Assicurazioni Sanitarie del 2009, durante le quali gli ultimi sindacalisti dichiarati furono "trasferiti" a Guantanamo. "La citta' delle tute arancioni" e' oggi l'ottava metropoli piu' grande d'America, "piu' sicura e prospera che mai".
E ancora: ogni mattina il Rio Grande pullula di sciami di texani analfabeti e obesi, che guadano il fiume per andare a lavorare a 70 centesimi di dollaro all'ora nelle maquiladoras di Juarez.
Oggi piu' che mai, l'America e' la terra del Signore. I giganteschi megastore della Wal-Mart si sono metastatizzati, diventando monumentali "Cattedrali del Commercio al Dettaglio" in cui coloro che credono veramente negli aggeggi usa e getta a buon mercato si recano per pregare e pagare.
E ci divertiamo anche un sacco: abbiamo 11.000 reti televisive e ogni programma e' scelto personalmente dal cervello di Rupert Murdoch, che ora e' custodito in salamoia sulla scrivania del presidente del network Fox, Roger Ailes. Stasera, Bill Clinton lancera' la sua quarta autobiografia, che contiene frottole ancor piu' grandi delle altre tre: "Sono nato in una casa mobile fatta di tronchi di legno", "Non ho mai diviso il letto con quella Hillary!".
Il governo, sovrano dell'Iraq e' ancora rintanato, come lo e' stato negli ultimi dieci anni, nell'ambasciata americana di Baghdad. Questa settimana, il Presidente Iracheno del Giorno ha proclamato la propria rielezione. "L'Iraq e' piu' sicuro e piu' prospero che in qualsiasi altro momento della sua storia", ha detto mentre i colpi di mortaio bersagliavano il complesso.
E tornando agli Usa, dopo il coprifuoco si sentono le urla e i pianti dei bimbi negli ospizi di mendacita', chiusi dietro cartelli minacciosi che proclamano "Nessun bambino e' stato abbandonato". La democrazia prospera. Ieri, anche il Presidente dell'Eurasia, bin Laden, si e' rieletto da solo, e ha ricevuto una telefonata di congratulazioni da parte del Presidente Bush. "Per quanto potremo continuare cosi'?", gli ha sussurrato bin Laden. Il nostro Presidente ha risposto: "Fino a quando i babbei, i rozzi reazionari, i pazzi scatenati e i credenti continueranno a essere infervorati e arrabbiati... per sempre, socio".
Domani, il Presidente sara' assassinato da bruti senza nome. O almeno, cosi' sembrera'. Fa tutto parte del piano, in cui storie e notizie pensate per la TV vengono manipolate a piacere per titillare il pubblico intorpidito. "Il Presidente Bush e' morto da cane vigliacco quale era", diranno "i terroristi"... e sara' sostituito da un altro Bush, che giurera' di combattere contro il nemico invisibile in una guerra infinita, che non si puo' sperare finisca.
Se la mia cronaca dal futuro vi fa venire i brividi, non e' che il presente sia tutto rose e fiori. Il giorno prima che scrivessi queste pagine, Carlos Arredando, 44 anni, di Miami, Florida, e' saltato su un furgoncino militare, ha tirato fuori una tanica di benzina da 20 litri, se l'e' svuotata addosso e si e' dato fuoco, bruciandosi meta' del corpo. Qualche minuto prima, i soldati della polizia militare che avevano fermato il furgoncino davanti a casa sua, gli avevano detto che il suo unico figlio era stato ucciso in Iraq. I vicini hanno detto che Arrendono e' impazzito. Io non credo: credo piuttosto che sia rinsavito.
Cio' che e' folle e' un regime che non concede protezione contro la cupidigia dell'esercito e la cui unica forza salvifica e' la propria incompetenza: se si rendesse conto di cio' che sta facendo, sarebbe peggio. Arrendono ha messo in pratica la saggezza del mio povero insegnante, Allen Ginsberg, che scrisse: "L'anima non deve morire in modo empio in un manicomio armato".