Bush "colpito" da un uccellino

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Durante una conferenza stampa nei giardini della Casa Bianca un uccellino ha evacuato sul braccio di Bush, macchiandogli la giacca.

Ora e' il Presidente degli Stati Unti.


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-Putin: punterò i missili sull’Europa –
a cura di Paolo De Gregorio - 3 giugno 2007

Dopo poche settimane dall’annuncio unilaterale della Nato (leggi degli Usa) di voler dispiegare uno scudo antimissile in Polonia e Repubblica Ceca, ecco la risposta di Mosca che minaccia di tornare a puntare i suoi missili nucleari sulle capitali europee.
La “protezione”, che gli Usa così generosamente ci riservano, assomiglia molto al rapporto del protettore con la puttana, dove la protezione è una prepotenza contro la volontà della protetta, e i vantaggi tutti da una parte.
Dando per scontato che non ci siano in giro minorati mentali che credono alla favoletta dell’Europa minacciata dai missili islamici, la strategia Usa di creare tensione tra Europa e Russia risponde ad un preciso interesse americano di impedire l’integrazione economica e politica tra queste due aree geopolitiche che presto diventerebbe uno dei poli mondiali di pari peso di quello Usa.
Addirittura erano state sconsigliate dai nostri benefattori yankee le forniture di gas naturale proveniente dalla Russia perché queste ci rendono troppo dipendenti e quindi ci condizionano anche politicamente.
Questa situazione si è determinata per l’assenza di politica estera dell’Unione Europea, per la perdurante presenza della Nato che fa politica contro i veri interessi europei, per la mancata costituzione di una difesa integrata di tutti i paesi europei che renda inutile la presenza di basi straniere sul nostro territorio.
L’Europa è già coinvolta in una nuova “guerra fredda”, non per sua volontà o scelta, ma per strategie unilaterali, non concordate, da parte di uno stato che si autodefinisce nostro “alleato”, ma che si comporta da padrone e da protettore di strada.
Non sento una sola voce che invochi un po’ di dignità dell’Europa, autonomia e indipendenza che impediscano che la nostra politica estera sia decisa a Washington.
Paolo De Gregorio