Il debito estero dei paesi in via di sviluppo

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L'altro giorno abbiamo letto questa notizia (Fonte: Peacereporter.net):
"Il governo del Burundi ha raggiunto le condizioni per la cancellazione di 143 milioni di dollari del suo debito estero, risparmiando cosi' fino al 90 percento di interessi fino al 2043. Lo ha deciso la Banca Africana per lo Sviluppo (Bad), che detiene il 18 percento del debito estero del Paese. La scelta e' stata motivata dai "buoni progressi nella stabilizzazione dell'economia, costante applicazione di politiche per la stabilita' macroeconomica e finanziaria, crescita e riduzione della poverta'"."

Ci siamo chiesti: ma e' davvero una buona notizia?
Abbiamo fatto un po' di ricerche. Sappiamo tutti in linea di massima di che cosa si tratta ma pochi sanno esattamente come funziona la questione del debito dei Paesi in via di sviluppo.
Iniziamo riprendendo un capitoletto da "Salva la terra... o tutti giu' per terra" di James Bruges edito da Nuovi Mondi Media

Il debito del Terzo Mondo

Il punto di vista dei ricchi

Le nazioni povere devono a quelle ricche un mucchio di soldi. 41 Paesi Poveri Fortemente Indebitati (HIPC) sono in debito di 200 miliardi di dollari.
Il Primo Mondo, dicono i ricchi, ha fornito aiuti e prestiti al Terzo Mondo per aiutarlo a sviluppare le proprie economie e per combattere poverta' e malattie. Inoltre la Banca Mondiale mette a disposizione consulenti sanitari, didattici e agricoli. La Rivoluzione Agrochimica, portata avanti dagli scienziati del Primo Mondo, ha aumentato notevolmente la produttivita' a partire dagli anni Cinquanta e ha aiutato i Paesi poveri ad adottare tecniche moderne in sostituzione dei metodi agricoli tradizionali. Molti degli aiuti sono stati dilapidati da regimi corrotti e varie nazioni hanno gestito male le proprie economie. In questa prospettiva, il Primo Mondo sostiene di aver fatto sforzi molto significativi per aiutare le nazioni povere a uscire dalla poverta'. Se una banca presta denaro a una compagnia corrotta o male organizzata che poi fallisce, perde il proprio denaro e deve cancellare il debito. Ma il Primo Mondo, consapevolmente, effettua prestiti a Paesi che non potranno mai restituire il capitale, nemmeno senza interessi. E, per ragioni politiche, presta anche denaro a regimi corrotti. I debiti sono espressi in valute forti, in genere in dollari, cosi' aumentano notevolmente quando la divisa locale si svaluta. Grazie a questo meccanismo i debiti attraggono interessi composti. Ma il Nord del mondo non cancella mai i debiti ingenti, che diventano sempre piu' alti.

Cosi' il debito totale del Terzo Mondo e' un multiplo della cifra che viene effettivamente prestata.

Non siate dispiaciuti per i Paesi ricchi che perdono denaro: si tratta di una politica volontaria e calcolata, che assoggetta i Paesi poveri al loro controllo. Il debito permette al Fondo Monetario Internazionale (FMI) di imporre aggiustamenti strutturali che obbligano gli Stati debitori ad aprire i loro mercati. Questo inevitabilmente fa calare i salari, e il conseguente crollo del prezzo delle materie prime aumenta i profitti delle multinazionali occidentali, riducendo al tempo stesso il reddito dei Paesi non industrializzati.

La cifra che il Nicaragua stanzia per la sanita' e' un quarto di quella che spende per ripagare il debito. Il Mali restituisce piu' della propria spesa sanitaria e un bambino su quattro muore prima dei cinque anni. Nello Zambia la somma pagata per il debito supera la spesa per sanita' e istruzione. La restituzione del debito taglia le gambe a economie che lottano per sopravvivere e causa fame, malattie e morte. Se un dittatore imponesse le politiche del FMI verrebbe dichiarato colpevole di genocidio. Molte persone, negli Stati poveri, considerano il FMI un'organizzazione terroristica responsabile di piu' morte e miseria di al Qaeda.

Al contrario, i beni finanziari delle banche del Nord del mondo crescono al ritmo di 2500 miliardi di dollari all'anno: piu' del debito del Terzo Mondo. Al meeting di Colonia nel giugno del 1999 i G8 hanno espresso agli HIPC la volonta' di ridurre il debito di 100 miliardi di dollari. I dimostranti erano entusiasti e hanno cominciato a danzare in strada. Avevano dimenticato che il debito riguardava anche il FMI e la Banca Mondiale. Cinque anni piu' tardi, solo otto dei 42 HIPC hanno ricevuto la riduzione promessa.
Nei pochi casi in cui il debito e' stato cancellato, la spesa per salute e istruzione e' piu' che raddoppiata.

Ma il Primo Mondo ha infilato la testa in un cappio. Se una persona e' in debito con una banca di 10.000 dollari quest'ultima la tiene in pugno, ma se gli deve 10 miliardi di dollari, e' la persona a tenere in pugno la banca.

Il Terzo Mondo ha un debito di 2.500 miliardi di dollari e tiene in pugno l'economia mondiale.

Al meeting del WTO di Cancún, nel settembre del 2003, per la prima volta la maggioranza delle nazioni ha sperimentato la forza dell'azione collettiva. Osservando che dopo 55 anni il WTO non e' riuscita a produrre un mondo giusto, tali nazioni possono portare al collasso l'economia mondiale.  Oppure possono chiedere la cancellazione del debito e la creazione di un nuovo ordine mondiale, basato sulla tutela dell'ambiente e sulla giustizia sociale.  Aiutiamole a scegliere quest'ultima alternativa.

Secondo Renato Ruggiero, ex presidente del WTO, ogni anno i Paesi poveri perdono 700 miliardi di dollari di guadagni a causa delle barriere commerciali imposte dalle nazioni industrializzate.

Spesa annua sanitaria pro-capite: Usa 2.765 dollari, Tanzania 4 dollari, Etiopia 2 dollari.

Nel luglio del 2002 nel Malawi oltre tre milioni di persone hanno rischiato di morire di fame. La Banca Mondiale e il FMI avevano costretto il Malawi a vendere 28.000 tonnellate di mais per restituire il debito in dollari.
Ci sono state proteste contro queste istituzioni in 25 Paesi, con 111 episodi distinti di rivolta civile.

Il Terzo Mondo, a causa del debito, paga una cifra pari a nove volte gli aiuti che riceve.

Giugno 2002
35 miliardi di euro bruciati in borsa in un solo giorno.
30 miliardi di euro destinati a riportare in mano pubblica le ferrovie.
3,8 miliardi di dollari frodati dalla WorldCom.
1,5 miliardi di euro di aiuti condizionati all'Africa da parte dei G8.

La cifra che l'Ecuador spende per pagare il debito e' circa un terzo di quella del suo bilancio e il doppio di quella stanziata per l'assistenza sociale. Circa due terzi della popolazione dell'Ecuador vive in uno stato di poverta'.

"I pacchetti di salvataggio del FMI hanno come unico obiettivo il salvataggio dei creditori occidentali."
Ellen Frank, docente di Economia, Boston

Tra il 1503 e il 1660, 185.000 kg d'oro e 16.000.000 kg di argento furono trasferiti dall'America centrale all'Europa. Ma esiteremmo ad accusare l'Europa di saccheggio o furto: si tratto' certamente di un prestito. Se le nazioni del Centro America ci chiedessero anche solo un modesto interesse, diciamo meta' di quello che noi imponiamo a loro, l'ammontare del nostro debito sarebbe un numero di 300 cifre.

"Solo quando moriranno gli ultimi tre di noi, quando l'ultimo fiume sara' avvelenato e l'ultimo pesce catturato ci renderemo conto che non possiamo mangiare il denaro".
Un americano dell'Assemblea delle Prime Nazioni

(Fine del brano)

A fronte di circa 18,3 miliardi di dollari di debito cancellati a 18 tra i paesi piu' poveri del pianeta, l'ammontare del debito che ancora pesa sugli altri e' di ben 2.597 miliardi di dollari. E il servizio del debito (cioe' la restituzione del capitale piu' interessi, nel 2004 e' stata di 373 miliardi di dollari). Se teniamo conto che nello stesso anno i 30 paesi industrializzati dell'Ocse hanno destinato in aiuti allo sviluppo 78 miliardi di dollari possiamo trarre delle conclusioni interessanti.

Il debito e' considerato insostenibile quando un paese ha un reddito pro capite intorno ai due dollari al giorno e un debito estero che e' pari al 100/150 per cento del valore delle esportazioni. L'obiettivo del percorso per la riduzione del debito per questi paesi, cosiddetti HIPC (piu' poveri altamente indebitati), e' riportare il debito di questi 38 stati a un livello sostenibile. Per farlo questi paesi devono adottare alcune riforme economiche come l'apertura dei mercati e le privatizzazioni e l'adozione di un piano strategico di riduzione della poverta': cosi' alla fine del percorso a questi paesi verra' rimesso circa il 51% del debito. Ad oggi solo 18 paesi hanno completato il percorso e a questi si aggiunge oggi il Burundi.
E allora tutto bene, pensiamo noi, vuol dire che questi paesi stanno veramente combattendo la poverta'.
"Per una giusta valutazione di tali incrementi" sottolineano i ricercatori della Fondazione Giustizia e Solidarieta' che ha pubblicato per la EMI un volume che analizza la spesa sociale di questi Paesi "e' di fondamentale importanza legare questo aspetto della spesa sociale alla effettiva situazione del paese. Purtroppo aumenti anche consistenti rispetto alla situazione precedente rimangono largamente inadeguati alla realta' sociale dei paesi e possono quindi rivelarsi non sufficienti per incidere sui problemi reali".

Insomma, cancellare il debito non sempre significa combattere la poverta' e molte volte ridurlo serve solo a farsi un lifting mediatico che dovrebbe ingannare sempre meno persone.