Carissimi,
siamo veramente contenti di aver inserito nel nostro catalogo online Commercioetico.it 30 delle opere piu’ famose di Dario Fo e Franca Rame, in DVD!
E questa settimana vi parliamo di un’opera del 2002: “Ubu Roi - Ubu Bas” riprendendo dal sito brianzapopolare.it il testo dell’intervento di Dario Fo al Palavobis di Milano, il 23 marzo 2002.
La parola a Dario Fo.
UBU ROI - DI JARRY
Vi voglio parlare di un testo che sto rileggendo in questi giorni con grande interesse: un testo teatrale di satira grottesca, si tratta di un capolavoro del Surrealismo. Il suo titolo, molti di voi lo ricorderanno, e' "Ubu Roi", Ubu re.
Ubu e' il personaggio protagonista di quest'opera. L'autore e' Alfred Jarry, nato a Laval nel 1873 e vissuto a Parigi fino al 1907; morto quindi a soli 34 anni, ma per raggiungere la fama a Jarry basto' questa sua farsa surreale.
Quando Ubu Roi fu messo in scena alla fine dell'Ottocento, a Parigi, ebbe un successo strepitoso.
La farsa racconta di un paese immaginario, fantastico; presumibilmente situato in Europa, ma potrebbe anche collocarsi in America Latina o in Asia.
In questo paese vive il nostro Ubu, un uomo di gran talento, spregiudicato e alle volte rozzo che si batte con tutti i mezzi per conquistare un grande potere economico e politico.
In poche parole, questa e' la storia tragica e farsesca della sua irresistibile scalata. Carica di allegorie e smaccate, strizzate d'occhi ai piu' grotteschi fatti storici del tempo di Jarry.
Ancora oggi questo testo viene recitato in tutto il mondo, sempre con gran successo da centinaia di compagnie che naturalmente tendono ad adattare le allusioni satiriche alla situazione del Paese in cui viene messo in scena.
Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale ('15-'18), il fenomeno Ubu-Roi riesplode in modo incredibile. Non c'e' teatro moderno nel mondo che non l'abbia in repertorio. Ogni regista di talento ci mette nuovi giochi allegorici, allusivi alla realta' contingente.
Ubu bas
Finche' arriva Jean Jaques Cajou, teatrante geniale che rielabora una sua versione clownesca dal titolo "Ubu Bas", Ubu basso.
Un testo pieno di situazioni spassosissime. Originali, molto vicine al nostro tempo.
Opera che stranamente non ottiene il grande successo che meritava, forse perche' in quegli anni si stava profilando l'esplosione della Seconda Guerra Mondiale. In tutta Europa si viveva un clima di tragica tensione e la gente non amava vedersi riflessa dentro lo specchio concavo della satira.
Ora, qualche settimana fa, come dicevo, rileggendo il testo di Jarry, mi sono trovato appresso, come compendio, quest'altro lavoro di Cajou, dal titolo "Ubu bas".
L'ho letto d'un fiato e ne sono rimasto fulminato, estasiato per la giocondita', il divertimento, la follia grottesca.
Vediamola insieme questa super-farsa a partire dal protagonista Ubu bas: questo e' un personaggio straordinario in quanto a vitalita', grinta; non e' molto colto, anzi direi che e' piuttosto rozzo in certi atteggiamenti, pero' possiede una verve nel dialogare fatta d'iperbole e luoghi comuni piuttosto avvincenti.
Gesticola, si atteggia a uomo sicuro di se' e fa dichiarazioni smaccatamente fasulle con una sicumera sconvolgente. Tutto avviene in un ambiente da clown.
Infatti lui, Ubu bas, e' un po' clown, pero' sempre abbigliato con una certa eleganza... un po' caricata, sempre tirato.
Il piazzista
Purtroppo essendo "bas", soffre di un evidente complesso di statura. Cosi' per ovviare alla "vis comique" del "tappo", cerca di rimediare adottando tacchi alti e sottosuole nascoste per elevarsi. Cura molto il portamento: camminata ritta, sorriso splendente, si esercita in ogni momento ad atteggiare bocca e ganasce a un'espressione di gioconda cordialita'. Ogni tanto... ahime', forza un po' troppo i muscoli facciali e gli capita di ingripparsi le mascelle, bloccate in un ghigno orrendo ed e' costretto a sferrarsi manate pesanti sulla faccia per liberarsi dall'ingrippata. Oltretutto, ogni tanto, per troppa sicurezza di se', inciampa in gaffe tremende, da seppellire di vergogna anche un elefante, ma lui non se ne accorge: (mimando stupore) "E perche', che c'e'?!".
In fondo, come tutti i clown, e' un candido sprovveduto, ma con una grande dote... quella del venditore, un bateleur, come dice in gergo Cajou, l'autore.
Un piazzista di grande fascino attraverso il quale riesce a catturare attenzione e interesse della gente e riesce a vendere l'invendibile.
A convincere il pubblico dello straordinario valore e qualita' di tutto cio' che va offrendo, usa trucchi, gioca basso e giura, giura perfino sui figli! Sulla testa dei figli! "Che un fulmine di fuoco cada su questi miei innocenti se quel che dico non e' la verita'!", un fatto che impressiona...specie i figli... che hanno sempre la dissenteria.
Siamo sempre nel clima surreale del circo….