Buongiorno a tutti!
Nel Cacao di oggi seconda puntata della rubrica Mamme Zen, a cura di Federica Morrone, giornalista, scrittrice, mamma…
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Stare nel cambiamento
La notizia della mia gravidanza aveva alimentato diversi opinionisti che si erano espressi sulla differenza tra l’avere un figlio a trent’anni e uno a quaranta. Con la scusa di elargire buoni consigli avevano in realtà lanciato i loro anatemi con l’aggiunta di visioni apocalittiche. Tra tutti, come spesso accade, si era distinta mia madre già alla prima notifica. Dopo che per mezz’ora l’avevo implorata di sforzarsi di non reagire in modo aggressivo all’annuncio che stavo per darle, avevo finalmente preso fiato: «Sono incinta» e lei ascoltando le mie preghiere aveva urlato: «O Dio NO! Non ce la farai!». Qualche giorno dopo mi aveva telefonato per dirmi che aveva sognato il bambino, inizio a rassicurarmi, «moriva perché mi dimenticavo di dargli da mangiare». Vorrà dire che non glielo affiderò, credo nei miracoli, ma non è ancora arrivato il momento. Mia madre non considera i figli una benedizione bensì un ergastolo (sorvoliamo sui danni che questo avrebbe potuto crearmi se non avessi deciso di salvarmi da sola).
Dieci anni prima non aveva reagito meglio...