La riforma sanitaria dal basso

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Un paio di anni fa tentammo di realizzare su www.nonfartifregare.com un sistema di recensioni di strutture ospedaliere. L'idea era che raccogliendo i giudizi dei "pazienti" si potesse aiutare la gente a evitare i peggiori reparti e scegliere invece quelli migliori. E ottenere col tempo anche il miglioramento delle strutture. Un'iniziativa nel solco della Spinta Gentile, movimento filosofico al quale aderiamo da sempre (e' uscito anche un libro tradotto in Italia... Realizzammo un abbozzo ma non riuscimmo a trovare sufficiente interesse per l'impresa. E' quindi con estremo ludibrio che ho scoperto oggi, sul sito del Fatto Quotidiano, la pubblicita' di Pazienti.org, portale realizzato benissimo che va ben oltre il nostro progetto.
Quindi lancio un appello per sostenere questa iniziativa: e' un'occasione grandiosa per reagire ai disservizi e premiare i grandi professionisti che pur lavorano eroicamente in una sanita' malmessa...
Basta chiacchiere! Partecipa alla riforma realizzata con l'azione diretta!
SCRIVI UN GIUDIZIO SU UN REPARTO OSPEDALIERO CHE CONOSCI!

Pazienti.org
 

Qui di seguito alcune notizie dal sito http://www.pazienti.org

La salute e' la tua piu' grande ricchezza: scegli bene a chi affidarla!
Pazienti.org e' un servizio gratuito che consente di trovare informazioni e condividere opinioni su ospedali, cliniche private, ambulatori, ecc.
A seguito dell’incontro con Paul Hodgkin, medico inglese fondatore di Patient Opinion, Linnea Passaler raccoglie intorno a se' un gruppo di persone con l’obiettivo di creare un servizio analogo in Italia: e' il giugno del 2009.
Nel corso dei mesi il team si consolida e nel maggio 2010 lancia la versione beta di pazienti.org. Il servizio suscita grande interesse da parte dell’opinione pubblica e dei media: nel novembre dello stesso anno viene lanciata la versione potenziata del sito.

Il manifesto incompleto della sanita' partecipativa

1) Non esiste una sanita’ buona e una cattiva.
Esiste una sanita' partecipata, che cresce e migliora ascoltando i bisogni delle persone

2) C’e' uno spazio di collaborazione inesplorato
Ciascuno dei protagonisti – gli operatori sanitari, i pazienti e i loro cari - puo' contribuire, da punti di vista diversi, al miglioramento del servizio attraverso un confronto alla pari

3) La salute open source si costruisce attraverso il libero accesso ai dati
Scegliere bene e' possibile se si conosce l’offerta: i dati che riguardano la sanita’ appartengono ai cittadini e devono essere a loro disposizione

4) Internet non cura, ma trasforma il paziente nel protagonista della propria salute
L’accesso a informazioni comprensibili e il supporto in rete di chi vive un’esperienza analoga permettono di fare scelte realmente partecipate - e di sapere che non si e’ soli!

5) Non c’e’ sanita’ senza sostenibilita’
La circolazione dei dati sanitari e lo sviluppo di tecnologie per utilizzarli consentono di tagliare i costi: una sanita’ piu’efficiente fa bene alle tasche dei cittadini.

E infine una notizia, sempre dal sito Pazienti.org, che in questo periodo ci sembra interessante :)))

Il radiatore Heidi Klum
La sindrome da acquisto compulsivo, anche nota con il termine oniomania coniato dallo psichiatra tedesco Emil Kraepelin, rappresenta un disagio psicologico e comportamentale caratterizzato da una tendenza a manifestare vere e proprie crisi di acquisto. La Societa' Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive (SIIPAC) ha messo a punto il compulsive shopping test per valutare la sussistenza dei presupposti necessari a valutare se un soggetto e' potenzialmente affetto da “sindrome da shopping compulsivo”. Tra gli indicatori piu' preoccupanti: frequente impulso a comprare oggetti inutili o dal costo al di sopra delle proprie possibilita' finanziarie, sofferenza provocata proprio dall’acquisto o dal non-acquisto dell’oggetto desiderato, fino ai piu' tragicomici disturbi quali brividi, vampate di calore, vibrazioni, eccitazione, agitazione o persino perdita di controllo di se' davanti all’oggetto desiderato.

Un altro segnale di allarme sarebbe rappresentato dall’essere triste. Infatti, secondo uno studio condotto da un team di psicologi della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, pubblicato sulla rivista Psychological Science, chi e' triste ha la predisposizione a spendere il triplo. La ricerca e' stata condotta su 33 volontari divisi in due gruppi: al primo e' stato mostrato un film drammatico, al secondo un film neutro. A tutti e' stato poi chiesto di acquistare una bottiglia d’acqua, scegliendo il prezzo. I tristi erano disposti a spendere anche piu' di due dollari, i neutri hanno sborsato in media 60 centesimi.

Un’altra trappola sarebbe rappresentata dall’essere esposti alla visione di brand noti. Secondo una ricerca condotta all’Istituto scientifico Life & Brain di Bonn in materia di neuro-economia - la neuroscienza applicata alla ricerca di mercato, finalizzata a spiegare i fenomeni economici con precisione scientifica attraverso lo studio delle aree del cervello (attraverso risonanza magnetica) coinvolte nel processo delle scelte di consumo - pare che lo shopping abbia il potere influenzare le funzioni razionali del cervello, funzioni che verrebbero completamente disattivate nel caso di brand famosi.
Non c’e' da stupirsi che i super brand stiano scommettendo sulla neuro-economia per ottimizzare l’attrattiva dei propri prodotti… un esempio? Uno studio condotto da una nota casa automobilistica ha rilevato che la visione di automobili attiva negli uomini le stesse aree del cervello che reagiscono alla visione di volti umani … e si e' mossa cercando di disegnare le auto ispirandosi alle forme di note modelle.
Come indica la ricerca, qualcosa del genere: “la griglia del radiatore Heidi Klum”.