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L’italiano ne ha pieni i coglioni della destra e della sinistra!

Nei sondaggi di Repubblica sul gradimento di politici e partiti, Berlusconi arretra ma arretrano anche PD e Di Pietro.
Nel giro di 11 mesi Berlusconi ha perso 8 punti passando dal 49% di consenso al 41%. Il suo governo sta al 37%.
Il Partito Democratico stava al 32% a settembre 2009, era salito al 41% a novembre, ora e' arretrato al 34%.
A settembre 2009 l’IDV raccoglieva un gradimento del 43% fino ad oggi ha perso 7 punti e sta al 36%. Perdita di due punti per Udc, stazionaria la Lega.
(http://www.repubblica.it/statickpm3/rep-locali/repubblica/speciale/2010/sondaggi_ipr/fiducia_governo_giugno.html?ref=HREC1-3)

Il che vuol dire che nessun partito riesce oggi ad aumentare il proprio consenso.
Siamo in una specie di melma. Cresce il numero dei cittadini che sono esasperati e non vedono una via d’uscita.

E la situazione non potrebbe essere diversa.
E’ ormai evidente che l’opposizione e' affetta da una serie di malanni che non la rendono abbastanza diversa dalla Banda Bassotti.

Ad esempio, il PD continua a candidare personaggi di dubbia moralita'. Non vogliono proprio capire che per il popolo della sinistra e' un’azione disgustosa.

Poi e' sempre piu' evidente che la strategia complessiva dell’opposizione parlamentare ed extraparlamentare contro il Governo del Conflitto di Interessi e' perdente.

Come si batte Mister B?
Con un bel corteo?!?
Con un bel referendum? (Quanti ne abbiamo gia' persi? 23 o 24? Ho perso il conto…)

Nell’ansia di attaccare il presidente del Consiglio italiano piu' inquisito degli ultimi 2.000 anni, si arriva poi a sostenere il malaffare.
E’ il caso della giusta protesta contro i tagli alla cultura.
E’ orrendo che si tagli il denaro destinato a un’area essenziale per la crescita del nostro Paese.
Ma come e' possibile chiedere al popolo della sinistra di difendere un sistema di finanziamenti che favorisce le baronie?
Da sempre in Italia i finanziamenti alla cultura sono stati uno strumento di potere e camurria. Spettacoli faraonici costati centinaia di migliaia di euro e poi visti da qualche centinaio di spettatori.
Teatri Stabili che si scambiano gli spettacoli in un girotondo che serve a “fare serate” per incassare lauti premi ministeriali.
Un sistema burocratico che rende quasi impossibile a chi non e' AMICO di arrivare a incassare un solo euro.

Ma poi, perche' finanziare spettacoli che interessano solo a un pubblico ristrettissimo?
Non si dovrebbe investire per diffondere la cultura?

Ieri sera sono andato a vedere il saggio di ginnastica ritmica di mia figlia. Qui in provincia di Perugia ci sono tantissime scuole che si riuniscono per dar vita a spettacoli di danza con piu' di 100 ragazzine per volta. Sono scuole di paese, frequentate da ragazze figlie di operai, impiegati, artigiani, contadini.
C’erano almeno mille genitori a vedere lo spettacolo.
E valeva proprio la pena. Le scuole, aiutate dai genitori, hanno prodotto costumi e coreografie notevoli. Hanno messo in scena “Il re leone”.
Credo che la maggioranza del pubblico presente non sia mai stata in un teatro vero.
Peccato che lo spettacolo si svolgesse in una palestra, senza un’illuminazione e un’acustica decenti.
Ma queste scuole popolari sono disprezzate dai baroni della cultura e non ricevono un solo euro di sostegno pubblico.
I teatri finanziati con i nostri soldi non offrono la possibilita' di rappresentare gli spettacoli sopra un palcoscenico vero e attrezzato. I teatri stanno chiusi piuttosto che dare spazio a pezzenti che non hanno mai preso un premio o ottenuto una recensione.
Se avessero un minimo di sostegno queste iniziative potrebbero compiere grandi salti di qualita'. Da questo punto di vista la cultura e lo sport sono simili. Se voglio avere molti calciatori devo organizzare molte squadre di calcio per bambini. Se voglio ottenere vivacita' culturale devo investire a livello di massa dando possibilita' a centinaia di migliaia di dilettanti.
Sono stato in Danimarca dove ho scoperto che la' lo Stato investe cifre enormi proprio per sviluppare queste attivita' di base. I gruppi “amatoriali” hanno spazi di ogni genere a cifre irrisorie. Non solo teatri veri ma laboratori favolosi dove ci sono tutti i tipi di attrezzature, e anche artigiani in grado di aiutare le persone alle prime armi. Ci sono centri multidisciplinari super attrezzati in tutti i quartieri e perfino nei paesini.
E appena un gruppo teatrale raggiunge un minimo di qualita', ha a disposizione circuiti eccellenti dove cimentarsi di fronte a un pubblico. E incassare. Ad esempio, ogni scuola, dalle elementari in su, paga piccoli gruppi che rappresentano spettacoli per gli studenti.
Vedere spettacoli teatrali e di danza fa parte integrante del programma scolastico.

Insomma, il sistema di finanziamenti pubblici pelosi alla cultura, nato dall’inciucio tra destra e sinistra, fa schifo. Non me la sento proprio di impegnarmi per difenderlo.
Non si puo' difendere un sistema marcio e corrotto solo perche' una cacca e' meglio di niente.
E non si puo' pensare di fare un’opposizione vera se non si ha il coraggio di proporre il totale ripensamento del sistema.
La crisi italiana e' di sistema.