Elenco ecotecnologie e idee per lo sviluppo del Terzo Mondo
Inviato da Jacopo Fo il Sab, 09/14/2013 - 22:04Stiamo realizzando un censimento di idee pratiche innovative, per realizzare un libro. Vuoi collaborare? Aggiungi quelle che conosci tu.
Stiamo anche creando un gruppo di lavoro su questo tema, che realizzi un libro in diverse lingue; se ti interessa partecipare invia una mail a [email protected] e collegati alla prima riunione via web tv-chat-mail-skype-telefono lunedì 16 settembre ore 21,30 su www.alcatraz.it.
Ecco di seguito alcune ecotecnologie per i paesi in via di sviluppo di cui siamo a conoscenza.
- Stufe a legna per Paesi del Terzo mondo costruibili con una forbice da lamiera e qualche latta che permettono di bruciare legno in modo molto efficiente senza produrre fumo (pirolisi) offrendo un risparmio enorme nel consumo di legna. In questo modo si evita la desertificazione, l’inquinamento da fumo nelle case e si riduce il tempo che le famiglie devono dedicare alla raccolta della legna (vedi qui http://lenoteamargine.blogspot.it/2009/03/amazzonia-biomasse-e-pirolisi.html).
- Fornello a pirolisi per cucinare, produce anche elettricità per alimentare un cellulare o un led.
http://www.macitynet.it/BioLite-CampStove-liPhone-si-ricarica-facendo-bollire-lacqua/
http://www.biolitestove.com/
- Illuminazione domestica ottenuta con latte da 5 litri riempite di sterco di vacca, una manciata di sale, una pila esausta, un filo elettrico e un led. Dà luce per 45 giorni.
- La tanica a forma di ruota col buco in mezzo che si trascina con una corda (versione 1 e versione 2).
- Sistemi di filtraggio dell’acqua a basso costo, sistemi di captazione dell’umidità dell’aria con muri a secco e altri metodi tradizionali (filtri sabbia polvere di carbone di legna, pietre, vedi Pietro Laureano)
- Solvatten, purificatore d’acqua. Quello di portare l’energia elettrica nelle comunità più povere e disastrate è solo la punta dell’iceberg. L’accesso all’acqua potabile, infatti, è una priorità che non può essere più ignorata. A dare il proprio contributo alla causa ci ha pensato l’inventore svedese Petra Wadstrom che ha inventato un sistema di depurazione dell’acqua alimentato con l’energia del sole. Il sistema, infatti, sfrutta i raggi UV per purificare l’acqua contenuta nella speciale tanica. (fonte: http://www.tuttogreen.it/49474/)
- Un altro tipo di desalinatore solare è stato inventato da un giovane neolaureato italiano, è in terra cotta e può generare circa 5 litri di acqua dolce dall’acqua salata.
- Eolico artigianale realizzato con rottami di bicicletta (progetto di un giovane africano).
- Micro mulino a vento composto da una ventina di piccolissime pale eoliche (non troviamo la fonte di questa notizia).
- Generatore di corrente idrico che sfrutta le onde con un galleggiante. La novità è che il generatore si trova sulla spiaggia, quindi è meno costoso di un generatore subacqueo.
- Mini impianti di biogas autocostruiti al costo di 150 dollari. Ne sono stati realizzati più di un milione e mezzo solo in Bangladesh
- Frigoriferi a inerzia, super isolati, costruiti sul posto a basso costo con mattoni, isolanti e un refrigeratore... Funzionano anche con un'ora sola di energia elettrica al giorno. Accumulano il freddo grazie a contenitori d’acqua (progetto della Western & Co di Giovanni Cimini).
- Biciclette modificate per il trasporto di merci
- Lampada a gravità, sfrutta un meccanismo a contrappeso simile a quello di un orologio a pendolo per produrre corrente elettrica che alimenta una lampada a led.
- Serra Interrata. Al costo di 200 euro è possibile costruire una serra interrata che permette di coltivare verdure anche in inverno.
- Case a basso costo con argilla pressata mista a cemento e sabbia.
Roberto Mattone probabilmente è stato preso in giro a scuola per il suo cognome, e forse per rivalsa è diventato poi ingegnere e docente al Politecnico di Torino. Ma è andato oltre e ha inventato un mattone speciale. Realizzato in terra cruda (argilla), con l’aggiunta di una piccola percentuale di cemento (3/6%) e di sabbia finissima, ricavata setacciando ciottoli. Il mattone diventa particolarmente resistente grazie alla forza di una pressa manuale dotata di un lungo braccio. Basta che una persona si appenda al palo per ottenere, grazie ai miracoli dell’effetto leva, una compressione notevole, sufficiente a realizzare un mattone crudo molto più resistente e duraturo di quelli antichi. Inoltre, Mattone ha progettato un laterizio con una forma simile ai mattoncini dei Lego con l’aggiunta di incastri squadrati anche sui lati. Questo particolare rende molto più facile costruire un muro dritto e a piombo. Tra un mattone e l’altro si usa a mo' di colla argilla liquida. Case a basso costo grazie a questo metodo sono state realizzate in molti paesi in via di sviluppo. Per saperne di più vedi qui. Per una descrizione più tecnica scarica qui.
Sul sito del comune di Alessandria le pagine dello studio Terra Cruda, lavorare con la terra cruda, da pagina 37 a pagina 43, sono 3 Pdf.
Per contatti con l’associazione Mattone su Mattone vedi http://www.mattonesumattone.org
- Università indiana dei tecnici dai piedi scalzi
Nel villaggio di Kharaghogha vive Dhanjibhai Kerai, 30 anni. Gravemente paralizzato dalla polio è alto solo 70 centimetri. Anche se non è mai andato a scuola, Kerai ha avviato una piccola impresa di elettronica: ripara radio, registratori e televisori in bianco e nero, tutto a basso costo.
Si è poi specializzato nella costruzione di macchine agricole, carrucole, pompe con componenti recuperati in discarica. A partire dalla sua esperienza e da altre simili è nata un’università per tecnici che ospita fino a 500 allievi per volta. Kerai ha costruito anche uno scooter per disabili. Questo movimento per la tecnologia a basso costo sta cambiando la vita degli Dalit indiani che non possono attingere direttamente acqua dai pozzi e per ottenerla devono compiere servizi per le caste che hanno accesso ai pozzi. Questa forma di schiavitù per l’acqua viene oggi debellata da cooperative che costruiscono linee idriche per portare l’acqua direttamente nelle case degli Intoccabili.
- Generatore idrico a ruota galleggiante (simile a quelle dei trattori ma più leggera). Si alza e si abbassa seguendo il livello dell’acqua del fiume.
- Tecniche per bloccare il deserto e recuperare terreni
(Vedi anche articolo il Fatto Quotidiano Il contadino nero che fermò il deserto)
Negli anni settanta alcune Onlus decisero di realizzare collinette alte 4/5 metri e lunghe chilometri allo scopo di bloccare il vento secco del deserto che asciuga rapidamente il terreno dopo le piogge e creare così zone protette dove la vegetazione potesse ricrescere.
Partirono con ruspe e camion ma dopo poco tutta l’attrezzatura fu devastata dalla sabbia che si infiltrava ovunque e dovettero abbandonare l’idea. Così i contadini presero in mano la situazione utilizzando una tecnica millenaria.
Iniziarono a piantare lunghissime file di foglie di palma intrecciate. Queste foglie costituirono una barriera che tratteneva parte della sabbia portata dal vento. Così, piano piano, la sabbia si accumula intorno alle foglie fino a ricoprirle. Allora i contadini piantavano sulla prima fila una seconda fila di foglie. Altra sabbia si accumulava fino a coprire anche questo secondo strato. E così via. Un lavoro ciclopico che ha richiesto anni ma che lentamente ha iniziato a dare risultati (vedi Pietro Laureano e http://www.reportafrica.it/reportages.php?reportage=141).
Questi e altri tentativi analoghi hanno oggi raggiunto un ulteriore risultato, alcune multinazionali una volta tanto hanno deciso di fare qualche cosa di buono, investendo cifre enormi per piantare nelle zone predesertiche completamente improduttive, piante oleose resistentissime alla siccità ma disgraziatamente non commestibili, allo scopo di produrre biodiesel. Parliamo di estensioni di terreno grandi come la Lombardia… In questo campo, oltre alla coltivazione della Jatropha (sulla quale la sperimentazione ha dato esiti contrastanti) ci sono altri esperimenti in corso, ad esempio con una particolare varietà di cedro che può essere innaffiato con acqua relativamente salata. Un altro progetto è la Muraglia Verde africana (http://www.missionline.org/index.php?l=it&art=1547
e http://www.liquida.it/grande-muraglia-verde/) che partendo dal Senegal e attraversando 11 Stati dovrebbe costituire una fascia di alberi lunga 7.000 chilometri. Le piante più utilizzate sono l’Acacia senegalensis e la Balanites aegyptiaca, (datteri del deserto).
Un progetto analogo è in corso di realizzazione in Cina.
Tutte queste azioni hanno fatto sì che l’espansione dei deserti è stata in gran parte bloccata e in alcune zone si è arrivati addirittura a ridurne l’area.
Jacopo Fo
(con la collaborazione di Andrea Brugnolli)