I Romanzi e le storie di Jacopo Fo

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Come evitare rapine e fucilazioni e trovare l’amore.

Primo capitolo
In questo articolo racconto incredibili storie di persone che sono riuscite a uscire dall’Italia col passaporto scaduto accompagnate da un commissario, evitare violenze sessuali, scenate del capoufficio e altri odiosi inconvenienti della vita utilizzando il potere dell’ATTITUDINE.

Ho dovuto aspettare 55 anni per scrivere questo articolo.
E sinceramente lo scrivo con un sacro timore.
L’argomento e' estremamente delicato e si corre il rischio di cadere in terribili trappole mentali capaci di distruggerti.
Non sto usando un trucco letterario per incuriosirti. Dico veramente.
Oggi ho deciso di tirare le somme di tutto un ragionamento che sto seguendo da anni e che mi porta ad affermare un cosa molto drastica (e qui soppeso attentamente le parole).
Un’idea completamente fuori dal comune modo di pensare.
Andiamo per ordine.
L’argomento e': che rapporto c’e' tra quel che fai e quel che ti succede?
Chiarimento: io non credo al Pensiero Positivo. “Se pensi bene tutto ti va bene e non ti puo' capitare niente di male”. Balle. Come ho ripetuto migliaia di volte esiste la Sfiga Statistica. Se ti deve cascare in testa una tegola non c’e' niente da fare. Il caso spara nel mucchio e becca gli onesti e i farabutti.
Sono da tempo convinto che non esista nessun talismano, potere, destino scritto che ti possa salvare il culo da tutta una serie di disastri. I tuoi meriti non c’entrano un cazzo. Non sono INERENTI.
Per dimostrare questa verita' assoluta posso osservare che io non ho avuto nessun merito ne' nessun demerito a diventare quello che sono.
Io sono nato per caso in una famiglia dove tutti scrivevano, mio nonno materno, mia nonna materna, due mie zie, uno zio, mio cugino, mia cugina. Sono bravo perche' scrivo? Cosa avrei dovuto fare?
Se nascevo in Bangladesh e morivo a 2 mesi ero meno bravo?
Sono anni che medito su questa questione e credo sia molto importante vedere l’immensa schiera dei neonati come un insieme. Alcuni riescono a sopravvivere, alcuni no. Alcuni trovano terreno fertile per sviluppare le loro potenzialita', altri vengono soffocati. E’ terribile, ma l’universo funziona cosi'. E questo da' una grande responsabilita' a chi ha avuto la fortuna di nascere in una situazione positiva.
E dovremmo avere la modestia di pensare all’enormita' di quello che abbiamo e a chi ha invece occupato i posti piu' scomodi. Per questo sono nostri fratelli. Per questo essere solidali e' un bisogno genetico. Perche' la tua vita e' la mia vita. E le nostre posizioni potevano essere invertite.

Ma torniamo al cuore del discorso: cosa determina il successo o l’insuccesso di un’azione?
Siamo abituati a vedere i fatti della vita come un susseguirsi di eventi provocati da una serie di cause. Hai incontrato una persona, ti sei innamorato, lei si e' o non si e' innamorata di te. Se lei non ti ama cerchi delle cause in quel che hai detto o fatto, in come eri vestito. Oppure ti spieghi l’insuccesso dicendoti che non hai abbastanza bellezza, cultura, soldi. Oppure sei piu' fatalista e pensi che non c’era feeling, empatia, corrispondenza.
Ecco piu' vivo su questo pianeta piu' mi rendo conto che i fattori che determinano i fatti essenziali della nostra vita sono aspetti apparentemente secondari e lontani dai fatti stessi.
Cosa fai, cosa dici, che vestiti hai addosso, se sei bello o brutto possono essere concause, rafforzativi ma non sono mai l’aspetto determinante.
Hawking, il famoso fisico non e' certo un bell’uomo e inoltre e' paralizzato quasi completamente. Si e' sposato, ha fatto dei figli, ha venduto milioni di libri, realizzato scoperte entusiasmanti e poi e' fuggito con l’amante.
Se non era paralizzato cosa faceva?
Io credo che il risultato di quello che fai dipenda notevolmente dal PESO MENTALE che metti nelle tue azioni e NON altrettanto da cosa fai.
Certo che se per chiedere a una ragazza di baciarti le dai uno schiaffo non funziona. Ma se ti comporti mediamente in modo sensato la differenza la fa il tuo atteggiamento.
Non importa cosa fai ma come lo fai.
Mi rendo conto che il concetto PESO MENTALE, va chiarito. Gli attori francesi lo chiamano ATTITUDE, attitudine.
E’ un termine che si riferisce al fatto che ci sono attori che riescono a far ridere anche senza dire niente, stando con un lenzuolo in testa. E non si capisce proprio COSA faccia ridere il pubblico. Un altro attore puo' provare a fare le stesse cose ma non ottiene una risata.
L’ATTITUDE e' qualche cosa che abita nel territorio del feeling, delle buone vibrazioni, dell’empatia, del linguaggio corporeo, del suono cellulare forse…
Credo che a volte ti sara' capitato di notare che ottenevi un certo risultato stando in un certo stato psicologico contrassegnato da evidenti sensazioni particolari.
Prova a pensare a un momento della tua vita in cui hai ottenuto un successo.
Come definiresti lo stato emotivo in cui ti trovavi prima di ottenerlo?
Io ho una grande esperienza di rifiuti femminili.
Ero uno stakanovista del rifiuto. Avevo capito che per ottenere grandi risultati bisogna viaggiare su numeri alti, quindi ci provavo con molte ragazze. A furia di provare ottenevo anche qualche risultato e alla lunga mi resi conto che quando le fanciulle si concedevano fisicamente ai miei baci io ero generalmente dentro un certo umore, un certo modo di vedere, di sentirmi.

Sto affermando che esiste un preciso stato di coscienza, stato emotivo, che ti da' precise sensazioni fisiche, chiaramente percepibili e identificabili. Quando sei dentro queste sensazioni, dentro questo punto di vista sul mondo, hai una grande possibilita' di ottenere successi in qualunque campo.
Comunque ti beccherai dei rifiuti, non hai i superpoteri. Ma statisticamente e' molto piu' probabile ottenere un successo quando vivi quello stato particolare.
Se capisci questo, il tuo modo di relazionarti alla realta' cambia. Se vuoi raggiungere uno scopo, se devi affrontare un momento cruciale della tua vita, prima di tutto ti preoccupi di entrare in uno stato d’animo appropriato: quello che ti da' piu' probabilita' di ottenere risultati positivi.

Continuando a osservare il risultato delle mie azioni mi sono accorto che riuscivo a identificare alcuni precisi elementi del mio ESSERE SEDUTTIVO.
Alla fine escogitai una modalita' di corteggiamento veramente efficiente. Ovviamente continuavo a beccare parecchi rifiuti ma le probabilita' di successo erano quintuplicate.
Il mio sistema si basava su un gioco mentale.
Avevo meditato a lungo sulla quantita' enorme di donne meravigliose che ci sono nel mondo ed ero arrivato alla serena conclusione che fare sesso con tutte sarebbe stato impossibile e che il mio obiettivo era trovare la donna giusta per me. Meglio fare l’amore mille volte con la donna che veramente desideri arrivando a conoscerla fino in fondo che farlo con mille donne. In fondo inizi a far veramente bene l’amore con una donna quando la conosci bene. Ci vuole allenamento. Se veramente quello che vuoi e' il massimo del piacere non puoi perdere tempo a fare il galletto con tutte le femmine che incontri.
Quindi mi convinsi che prendere un rifiuto era uno smacco che potevo digerire usando la filosofia: il mio obiettivo non e' dimostrare che sono un ganzo, facendo sesso con decine di donne ma trovare una persona con cui conoscere una profonda, piacevole, duratura intesa. Incassare dei bei due di picche da parecchie ragazze era il costo indispensabile da pagare nella mia ricerca di un grande, vero amore. Ogni donna che mi rifiutava era un passo in avanti, ne avevo eliminata un’altra dalla lista delle donne possibili.
Ragionando cosi' arrivai a rilassarmi un po’ e a non crollare nella depressione ogni volta che una donna rifiutava i miei baci. Non mi sentivo piu' una merda rifiutata ma un uomo che cerca la donna giusta e sa che solo baciando molti rospi troverai un bel principe.
La seconda mossa fu affrontare la mia ansia da prestazione sul campo.
Quando uscivo con una ragazza giocavo a far finta di averla gia' baciata. Quindi mi rilassavo. E mollavo anche tutti quei giochini che fai per non far capire subito a lei che ti piace. Sono stronzate e funzionano solo con le ragazze che hanno poca anima. Parlavo come se fosse chiaro che ci amavamo… la prova era che ci eravamo gia' baciati (che me l’ero inventato).
Se mentre stai mangiando con una ragazza le dici: ”I tuoi occhi sono bellissimi, credo che per tutta la mia vita continuero' a guardarli.” Hai rotto lo schema comportamentale classico. Stai proponendo a lei di buttare le schermaglie amorose al cesso e di passare a un rapporto vero, intenso, sincero. Mi piaci, siamo qui per conoscerci, voglio sapere se tu sei la donna che cerco. Questo atteggiamento e' potente. Se poi alla fine della serata tu non provi a baciarla (l’hai gia' baciata!) dai un valore ancora piu' forte al tuo atteggiamento. Non hai fretta perche' tanto se e' la donna della tua vita succedera' che si fara' sesso…
Se hai voglia di baciarmi mi baci… Non sono qui a rincorrerti, sono qui a offrirti una storia d’amore.
Ho scoperto che le donne apprezzano moltissimo questo atteggiamento e spesso decidono che vali una scopata anche se non pensano proprio di amarti per tutta la vita.
Ma attenzione: questa non puo' essere una tattica. Funziona solo se senti la storia proprio cosi'. Cioe' veramente devi sentire, fisicamente, la sensazione di essere distaccato, soddisfatto di te, disponibile e senza fretta. Alla fine mia moglie, Eleonora, l’ho corteggiata per 4 giorni e una notte intera, fino all’alba, senza mai provarci. E c’e' stato un momento in cui i giochi si sono scoperti. Lei stava mangiando un’anguria, io mi sono avvicino e ho morsicato l’anguria. Un gesto da fidanzati. Lei avrebbe potuto mandarmi subito al diavolo e io avrei saputo che era inutile insistere. Ma non mi mando' al diavolo e io rafforzai cosi' la mia tranquillita' sul fatto che alla fine mi avrebbe baciato. Vorrei spiegare meglio come funziona questo meccanismo stupido nella mia testa.
Mi aveva gia' baciato nella mia mente e mi permetteva pure di comportarmi come se ci fossimo gia' baciati non incazzandosi se mordevo la sua fetta d’anguria. Potevo essere felice come se mi avesse gia' baciato. Quindi lei sente che tu sei contento e si chiede: “Perche' e' cosi' contento che non lo ho ancora baciato? Forse sa qualche cosa che non so… Forse mi ama veramente talmente che sente l’ineluttabilita' del nostro amore cosmico…”
Ho chiesto a Eleonora che cosa ha pensato quando le ho morsicato la fetta d’anguria. Lei mi ha detto che fino a quel momento non mi aveva considerato proprio. Penso': “Ma guarda questo…” Poi si giro' verso le sue amiche e si scambiarono un’occhiata e lei disse: “Ma questo e' pazzo…”
Ecco io credo che se tu vivi veramente una posizione nella quale senti l’ineluttabilita' di un rapporto e la manifesti sia proprio difficile che l’altra persona resti indifferente, se c’e' un feeling, un sentire di base.
Ovviamente si tratta di stare attenti verso chi si indirizza il proprio interesse. Avevo capito che se volevo trovare un grande amore era necessario che io ci provassi con donne con le quali c’era empatia.
Mi ero messo a assaporare tutta una serie di particolari. Quando incontravo una ragazza che mi interessava mi mettevo in ascolto delle sensazioni che mi provocava. Quando c’e' qualche cosa di potenziale tra due persone c’e' proprio una specie di calamita. Il momento cruciale e' nei primi secondi. Secondo me ci deve essere subito un incontro di occhi. E’ una cosa che succede quando incontri un amore o un amico potenziale. Gli occhi si guardano e c’e' una micro scossa, un’emozione. Se non c’e' questo lascia perdere.

Come ho detto questo modo di corteggiare una donna funziona spesso ma per arrivarci bisogna viverlo veramente. Quindi e' necessario agire con la massima cautela e determinazione. E bisogna affrontare con metodo i problemi tecnici. Se vivo in mezzo al deserto e conosco un’unica donna all’anno e' probabile che me ne innamori anche se non c’e' nessuno sguardo iniziale magnetico. La questione numerica, statistica, ha la sua importanza. Ammettendo che uno sia un maniaco dei canoni estetici comunque al mondo c'e' almeno una donna su mille che ha l’eta' e le volumetrie richieste. Quindi ci sono 6 milioni di donne che potenzialmente potrebbero piacermi. E visto che sono un tipo strano di queste solo una su un milione mi combacia perfettamente. La questione e': come faccio a incontrare questa fata?  Ovviamente per incontrare la persona dei tuoi sogni devi metterti in posti dove passa tanta gente e c’e' modo di guardarsi e parlarsi. Ad esempio, non la discoteca. I corsi di salsa sud americana, meraviglioso ballo movimentato, sono invece ideali. Iscriversi a una decina di corsi di salsa e' un’azione che ti mette in condizione di essere tranquillo sul piano statistico. Se conosci 500 potenziali amanti al mese alla lunga una persona che ti corrisponda la incroci. A me non piace molto ballare e ho aperto Alcatraz, dove ogni anno si ha modo di conoscere migliaia di persone.

Ma torniamo al nostro discorso sul PESO DELLE AZIONI e L’ATTITUDE.
Il mercato e' pieno di manualetti che ti insegnano a comportarti in modo seduttivo. Ma non c’e' modo di imitare un atteggiamento appassionato ma distaccato come quello che ho cercato di descrivere.
Se voglio solo fare il maschio conquistatore perche' sono roso dalle mie insicurezze e ho bisogno di approvazione e segni di stima, allora non riusciro' a mettere la giusta attitudine, la giusta intenzione. Semplicemente aspettare a provare a dare il primo bacio non e' la stessa cosa. C’e' differenza tra recitare un ruolo e sentirlo veramente.
E tanto piu' io lo sento tanto piu' e' vero, tanto piu' e' potente.
Per spiegarmi meglio ricorrero' ad alcuni esempi.
Parecchie persone mi hanno raccontato di essere uscite da situazioni impossibili comportandosi spontaneamente fino in fondo.
Ad esempio, una ragazza viene aggredita nell’androne del suo palazzo da un maniaco. Lui la butta per terra minacciandola con un coltello. Lei gli dice: “Scusa sono un po’ scomoda ti dispiacerebbe violentarmi sul mio letto?”
Lui assurdamente acconsente. Salgono le scale (lui con una mano regge il coltello con l’altra i pantaloni) arrivano alla porta dell’appartamento di lei, lei apre tremante, poi si fa in disparte per lasciarlo entrare e lui scappa.
Oppure c’e' la storia di un ragazzo che deve partire per andare a trovare la sua fidanzata che e' in ospedale a Copenhagen, deve essere operata di li' a poche ore. Lo bloccano all’aeroporto perche' ha il passaporto scaduto da un giorno. Lui va al commissariato dell’aeroporto per vedere se c’e' modo di partire lo stesso, lo prendono per pazzo. Colto dalla disperazione, si mette a piangere e piange per 20 minuti. Alla fine il commissario si fa raccontare cosa e' successo, gli chiede che qualcuno confermi la sua storia e ottenuta una conferma lo fa uscire dall’Italia col passaporto scaduto.
Un’altra storia riguarda un ragazzo derubato degli ultimi soldi che aveva da uno scippatore a Parigi. Lo segue e lo raggiunge in un bar. Sono le 2 di notte, lui e' l’unico bianco in un bar dove sono tutti neri. Lui chiede allo scippatore di riavere indietro i soldi. Quello dice: “Usciamo che te li do.” Il ragazzo bianco dice: “Io con te non esco perche' ho paura.” Quello crolla e gli restituisce i soldi.
Tiziano Terzani racconta di quando un khmer sta per sparargli, nella giungla cambogiana. Lui nell’ultimo istante di vita ripensa a tutti i fatti assurdi che lo hanno portato a morire in un posto cosi' fuori mano e scoppia a ridere. Il giovane khmer si mette a ridere anche lui e lo lascia andare.
E ancora: sono le 3 di notte, un’auto sta uscendo dall’autostrada a Fano. A bordo 5 ragazzi che stanno fumando erba. I carabinieri li superano e li fermano. Il guidatore apre la portiera, scende, da' un ultimo tiro alla canna e dice: “Ragazzi, sono le tre di notte, non vorrete mica fare i carabinieri a quest’ora?” e i carabinieri li lasciano andare.
Parigi, mezzanotte, in un bar della periferia Scalzone e un altro latitante italiano di Potere Operaio stanno bevendo un the, sono disperati, soli e non hanno una lira. Arriva un rapinatore, apre l’impermeabile e gli punta una pistola: “Datemi i soldi!” Loro lo guardano attoniti. Scalzone dice: “Ma va la'!” E riprendono a parlare non considerando proprio il rapinatore. Quello insiste, gli dice che li ammazza, poi alla fine se ne va.
Una signora molto distinta, che lavora per una grande multinazionale, mi ha raccontato che dopo aver frequentato un mio corso volle mettere alla prova le modalita' di comportamento claunesco e creativo che io propongo. Un giorno venne chiamata dal suo capo, uomo iroso, e gia' dalla telefonata capi' che voleva sfogarsi nel solito modo isterico e urlato.
Entrando nell’ufficio del capo viene accolta da urla bestiali e si dice: “Devo inventarmi qualche cosa!”
dopodiche' le arriva l’intuizione. Si butta per terra facendo finta di inciampare e inizia a urlare fingendo terribile dolore. Il capo cambia subito atteggiamento e successivamente inizia a trattarla con piu' rispetto. Ha capito di avere di fronte un essere umano sensibile come tutti gli esseri umani.
Molto curiosa era anche la tecnica che utilizzava un rapinatore di Prima Linea, un gruppo terroristico degli anni settanta. L’ho conosciuto che aveva appena finito di scontare quindici anni di prigione e sono stato ad ascoltarlo per ore. Volevo capire cosa succede nella testa di un giovane idealista che decide di entrare in una banca con una pistola in mano per finanziare la rivoluzione comunista. Lui entrava in banca, diceva la fatidica frase: “Fermi tutti questa e' una rapina!” E poi appoggiava la pistola sul bancone e non la toccava piu' fino a quando non se ne doveva andare. Essendo un idealista non voleva spaventare troppo le persone presenti. Una volta una signora si senti' male e lui l’accompagno' in bagno a rinfrescarsi il viso lasciando la pistola sul bancone. Nessuno dei presenti penso' di impugnarla.
Un’altra storia me la racconto' Enzo Baldoni, anche lui voleva mettere alla prova l’efficienza della strategia clown. A quei tempi faceva ancora il pubblicitario. Venne convocato da una grossa azienda a una specie di gara tra agenzie pubblicitarie. In palio c’era una commessa per qualche miliardo di lire. Il tema della disfida era: giudizi sulle nostre campagne pubblicitarie passate e proposte. In effetti Enzo era convinto che la loro campagna pubblicitaria l’anno precedente fosse stata ottima. Lui rappresenta l’azienda piu' piccola e ottiene di parlare per ultimo. I concorrenti si buttano in proiezioni, presentazioni, proposte e bozzetti, accessoriati e pieni di assistenti di sublime avvenenza.
Arriva il suo turno e lui segue un’intuizione istantanea e dice: “Secondo me la campagna che avete fatto l’anno scorso e' molto bella. Rifate quella.” E si becca il contratto.
Nella mia vita ho lavorato a lungo con i tossicodipendenti e ne ho conosciuto uno che raccontava di essersi trovato per tre volte con un cane antidroga che lo annusava e tutte e tre le volte l’aveva scampata nonostante avesse addosso vari tipi di sostanze illegali. In due casi addirittura il cane gli era balzato addosso ma l’agente che lo teneva al guinzaglio l’aveva trattenuto per fermare un extracomunitario che si trovava a un passo. Questo ragazzo aveva talmente poco l’aria da drogato che l’agente fraintendeva i chiari segnali dati dal cane.
Non che avesse un aspetto particolarmente ordinato o elegante. Vestiva anzi in modo piuttosto trasandato ma non aveva l’ARIA da drogato.

Ho fatto esempi che riguardano persone aggredite e aggressori, persone oneste e fuorilegge.
Questo perche' le regole della relazione prescindono dalla moralita' di una persona. E’ vincente chi aderisce alla sua natura anche se questo lo porta a compiere azioni empie. Per agire con grande peso non necessario cioe' essere buoni, anche se ai buoni generalmente riesce meglio. Senno' non si capirebbe il successo di veri mostri, completamente pazzi. Da Gengis Khan a certi politici contemporanei.
Ma se sei buono e' importante che comprendi fino in fondo come funzionano certi meccanismi determinanti per gli effetti delle tue azioni. Se ti devi scontrare con gli stronzi non partire in svantaggio. Organizzati bene.

Tutti questi episodi hanno in comune un elemento.
In tutti i casi l’azione compiuta ha funzionato perche' era veramente sentita, era in perfetta sintonia con la realta' della persona. La ragazza aggredita era veramente scomoda per terra, Scalzone e il ragazzo scippato a Parigi erano veramente al verde, Terzani era veramente stupito della situazione assurda che lo stava portando alla morte, cosi' come il rapinatore voleva sinceramente evitare inutili sofferenze ai rapinati, Baldoni era veramente convinto che la pubblicita' dell’anno prima fosse buona. La donna che si butta per terra era convinta che il suo capo fosse ingiusto a urlarle e quelli che sono sfuggiti a un arresto per uso di sostanze stupefacenti erano veramente convinti di non meritare la galera.
Al di la' se uno ha ragione o torto, se sta compiendo un’azione onesta o malvagia, e' la convinzione l’elemento essenziale.
E credo che allargando il campo puoi trovare anche nella tua cerchia di conoscenze persone che sono riuscite a compiere azioni assolutamente improbabili grazie a una convinzione molto forte.
Ecco allora che imparare a riconoscere quando la nostra intenzione e' veramente forte diventa un elemento essenziale per il nostro benessere.

Ma prima di lasciarvi devo aggiungere un’altra osservazione.
Tutti gli episodi che ho raccontato qui hanno in comune anche un altro elemento.
La persona agisce seguendo un impulso profondo e trova il coraggio di compiere un’azione che e' stupefacente. Un’azione che spiazza l’interlocutore, gli propone un diverso punto di vista.
La forza dell’intenzione, il PESO DELL’AZIONE e' un aspetto del nostro modo di agire che e' intimamente legato alla facolta' di stupire.
Quando ti senti in quel certo modo, appassionato ma distaccato, desideroso ma capace di attendere, ti viene spontaneo agire seguendo modalita' inconsuete e quindi stupefacenti.
Ma attenzione: anche qui non serve a niente fare una cosa qualsiasi che sia fuori dall’ordinario. Bisogna essere invece talmente in armonia con la situazione e con i nostri sentimenti, da riuscire a intuire istintivamente, sentire, che puoi compiere quel gesto assurdo, e se lo fai esattamente adesso e' perfetto.
Si' perche' anche il tempismo e' essenziale, esiste un solo preciso istante in cui puoi morsicare la sua fetta d’anguria e poi vivere insieme a lei una vita intera d’amore. Quel momento. E devi ascoltare le sensazioni, sentire l’onda delle tue emozioni e agire quando ti senti che e' il momento.

Mi sto sforzando per trovare le parole esatte per dirlo.
Non e' facile. Mancano proprio le parole. Si tratta di un enorme buco nel nostro vocabolario. Ci mancano decine di termini.
Uso frasi evocative per circoscrivere il concetto.
In realta' “sentire l’onda” o “senti che e' il momento” sono parafrasi approssimative.
Qui si apre tutto un aspetto non detto, non raccontato della nostra vita. Un vero disastro visto che in gran parte dipende proprio dalla nostra capacita' di riconoscere questo livello percettivo: sentire quando sei in palla, quando l’intuizione ti viene dal cuore, quando la pancia ti dice che quell’azione (che stupisce te per primo) puo' veramente funzionare, adesso.

Per ottenere un risultato positivo con maggiori probabilita' puoi cercare uno stato d’animo appropriato, desiderante ma flemmatico, e imparare a riconoscere la sensazione che ti danno gli istanti nei quali sei IN PALLA, cosi' da poterli incrementare. Se scopri che e' in quello stato che le cose vanno meglio cerchi di ritornarci dentro ogni volta che ti serve il massimo della tua potenza. Questo non ti da' i superpoteri ma sicuramente aumenta le probabilita' di uscire interi da certe situazioni… Almeno quando e' umanamente possibile riuscirci.

A questo punto vorrei parlarti di queste sensazioni sottili che ci permettono di identificare il nostro stato di coscienza piu' produttivo. Ma di questo te ne parlero' domenica prossima.
 
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