Salute e Benessere

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L’autoascolto può far male?

Pratichi discipline psicofisiche? (yoga, ci kung, bio danza, arti marziali ecc.) Ti occupi di terapie alternative?
Questo articolo riguarda la tua salute. I laboratori segreti di Alcatraz hanno scoperto una nuova insidiosa sindrome.

Una delle grandi scoperte della controcultura post ’68 e' stato l’ascolto delle sensazioni del corpo.
Può sembrare un’affermazione azzardata. Qualcuno obiettera' che gli esseri umani hanno ascoltato sempre le proprie sensazioni. E questo e' sicuramente vero.
Ma solo la cultura degli ultimi decenni ha messo al centro di tutto l’ascolto di se'.
Per provare questo mi basta far notare che nella nostra lingua manca addirittura una parola forgiata dal linguaggio comune, che indichi l’azione di ascoltarsi, tanto che si sono coniati solo recentemente goffi neologismi come PROPRIOCEZIONE o AUTOASCOLTO.

Sono assolutamente convinto che la capacita' di ascoltare se stessi sia un elemento essenziale del benessere psicofisico e della crescita interiore.
Sono 30 anni che traggo piacere e informazioni preziose da questo ascolto. E più ascolto, più conosco il mio corpo, i miei movimenti, il mio respiro.
E in effetti l’ascolto di se' e' la porta di tutta l’esperienza umana, tutto ciò che percepisco dell’esterno mi arriva non direttamente ma ricostruito attraverso le sensazioni interne.
Io sento il mondo esterno attraverso i sensi che sono allocati internamente.
Io non vedo il mare. I miei occhi trasformano l’ineguale rifrarsi della luce sul mondo in segnali elettrici che attraverso il nervo ottico giungono al cervello. Qui vengono trasformati in un modello del mondo esterno. E io aggiungerei che questa ricostruzione in effetti e' solo parzialmente un’immagine. La mente crea un insieme di SEGNI intimamente legati a sensazioni: guardo il mare e VEDO impastate nelle onde le sensazioni di tutti i bagni che ho fatto.
Si tratta di un aspetto centrale della nostra percezione che finora non e' stato tenuto nella giusta considerazione.
Quando io guardo il mare e mi emoziono, ciò avviene perche' io ri-sento TRIDIMENSIONALMENTE, con tutti i sensi, tutto ciò che e' associato alla mia esperienza con il mare.
Le persone che non si emozionano davanti al mare sono molte e solo recentemente si sta diffondendo l’idea che questa frigidita' emotiva sia una disfunzione della percezione di se'.
Queste persone che non si emozionano, non si innamorano, non riescono a trarre piacere dalla contemplazione nelle sue mille forme (arte, amore, gioco, cooperazione) soffrono di mancanza di autoascolto. Se non sei capace di ascoltarti profondamente, ti sfugge tutto un livello delle percezioni. Non hai identificato l’immensa diversificazione delle sensazioni minute, sottili, del tuo corpo. Non guardi in quella direzione (verso il centro di te) e quindi non identifichi i microtuffi al cuore, i piccoli blob allo stomaco, i fruscii irregolari del cuore. Classifichi tutto questo minuto fiorire di piccole sensazioni come un RUMORE DI FONDO privo di interesse e quindi ignori tutto tenendo basso il volume delle percezioni.
Milioni di esseri umani non hanno mai messo tutta la loro attenzione nell’ascolto totale della sensazione della mano che semplicemente sta appoggiata, ferma, morbida, in ascolto sulla pelle calda della persona amata. Perche' questa sensazione prenda corpo nella tua mente e' necessaria una scelta, un interesse, la comprensione della centralita' di questa esperienza nella vita.
Io voglio ascoltare la sensazione che il corpo della persona mi da' a prescindere dalla sequenza dell’atto sessuale. Voglio ascoltare il suo corpo perche' sono curioso della magica unicita' della sensazione che lei mi trasmette. E so che ascoltando e crogiolandomi in questa sensazione, amplifico addirittura il volume della vita che vivo in ogni istante. Più ascolto, più vivo!

L’impegno essenziale al quale mi sono dedicato negli ultimi 30 anni e' stato proprio questo: vivere di più ogni istante ascoltando il più possibile.

Ma ad un certo punto mi sono reso conto che c’era qualche cosa che non andava.
E devo ringraziare le mie preziose emorroidi per avermi dato un segnale robusto: sono state un campanello d’allarme che non potevo ignorare.
Ed ecco cosa ho scoperto.

Quando ascolto me stesso posso cadere in un grave errore, una sorta di autismo endogeno.
Sostanzialmente mi ascolto, scopro che e' gradevole e via via divento sempre più bravo ad ascoltarmi. Diventa il mio rifugio, la mia droga.
Ascolto solo verso l’interno.

Infatti anche nell’autoascolto ci sono due possibilita': ascoltare in modo chiuso o aperto verso l’esterno.
Mi rendo conto che si tratta di una frase un po’ ostica da capire ma non trovo modo migliore di esprimermi.
Comunque provo a dare qualche altro elemento.
Abbiamo detto che mentre percepisco l’esterno in realta' ascolto l’interno di me stesso.
Ma comunque questa funzione di ascolto esterno caratterizza un’area della mente (un sistema di funzioni) che potremmo indicare come IL MONDO ESTERNO DENTRO DI ME. Quando io ascolto me stesso lo posso fare in qualche modo chiudendo l’area dell’ascolto interno tipo bozzolo oppure mantenendo un flusso verso l’esterno, cioe' facendo vibrare le sensazioni interne insieme a quel che intanto ascolto all’esterno.
Quel che io facevo era di CONTRARMI  in qualche modo mentre ascoltavo le sensazioni interne impedendomi cosi' di ascoltare contemporaneamente quelle esterne. Per me l’autoascolto era diventato un modo per NON ascoltare il mondo esterno, quindi non coinvolgere l’area del cervello che se ne occupa. Fino a qui potrebbe sembrare un discorso solo cervellotico se non fosse che nel momento in cui ho iniziato a ascoltare le sensazioni interne senza chiudermi a quelle esterne ho notato un immediato rilassarsi di una serie di contrazioni che non riuscivo a sciogliere.
E le mie emorroidi hanno beneficiato di un grande miglioramento.
E registro che questo autismo dell’autoascolto da eccesso di yoga e simili, ha vari corollari.
Ad esempio, la sopravvalutazione del lavoro sull’area del bacino, rispetto a quella collo/spalle, quasi fosse nel basso ventre/sesso che risiede questo se' che andiamo ad ascoltare in modo esagerato.
Ugualmente spesso si privilegiano gli esercizi respiratori incentrati sull’impegno dell’area del basso ventre. La stessa cosa possiamo dirla a proposito di molti esercizi sulla voce: si spinge troppo verso il basso e si privilegiano le note e i toni bassi.
Non mi stupirei se una statistica registrasse una forte presenza di disturbi legati a troppa pressione nell’area inferiore del corpo tra i praticanti occidentali di tecniche psicofisiche orientali.

E noto anche quanto sia diffusa negli ambienti new age una tipologia umana che fa della ricerca interiore un sistema per fortificarsi contro il dolore e le delusioni, mettendo se' stessi al centro di tutto invece di ricercare la collaborazione e la convivialita'.

E potremmo aggiungere che lo schema stesso guru-allievo e' strutturato intorno a questa forma di attenzione smodata verso l’interno/comunicazione unidirezionale.

Mi fermo qui perche' se mi hai preso per pazzo e' inutile che continuo, se hai inteso quel che voglio dire ho detto abbastanza.
 
Jacopo Fo

Fonte immagine
http://www.bobartlett.com/paintings/images/oil/water/ishmael.jpg
http://blog.libero.it/oscuroebuio/