Pannelli solari fotovoltaici

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400 adesioni al gruppo d’acquisto pannelli solari elettrici.

 

Foto da http://fotostrane.superba.it/

Innanzi tutto questa è una buona notizia.
Speravo in 50 adesioni. Molto bene!
Oserei dire che sono entusiasta.
Grazie per la fiducia. vedi qui l'articolo.
E’ iniziato subito il lavoro di presa di contatto con banche, produttori e installatori, ingegneri e consulenti, e spero di poter dare risposte al più presto.
Ma intanto registro che c’è grandissimo interesse. Quando 5 anni fa lanciammo una proposta simile, per i pannelli solari per l’acqua calda, ricevemmo un centinaio di domande di informazioni in 3 mesi.
400 in una settimana è molto di più.
Ed è un grande segnale: si fa finalmente strada la coscienza che la battaglia energetica è la madre di tutte le battaglie.
La nostra campagna di 5 anni fa era intitolata “Pannelli solari contro la guerra”.
Qualcuno sorrideva prendendoci per buontemponi e chiedeva: “Ma cosa c’entra l’acqua calda con la guerra?”.
Oggi risulta più chiaro a tutti che le ragioni delle guerre sono essenzialmente energetiche. Il petrolio e il gas sono oggi una delle principali fonti di potere e ricchezza. E il sistema basato sui combustibili fossili sta sviluppando una nuova forma di fascismo che è stata battezzata, da insigni analisti, energofascismo.
Ma io credo che questo pericolo sia destinato a evaporare rapidamente.
Stiamo vincendo la battaglia sulle ecotecnologie.
Le condizioni sono mature.
Oggi risparmiare energia razionalizzando i consumi è il più grosso affare economico che si possa fare. E produrre energia su piccola scala è altrettanto vantaggioso.
Io credo che l’umanità stia iniziando a capirlo. E spero che rapidamente i pacifisti di tutto il mondo comprendano che la diffusione della microproduzione di energia vale mille cortei. Finalmente ognuno ha la possibilità di contrastare a casa propria le cause della guerra.
E’ nata una nuova categoria dalla politica: la Democrazia Energetica. grande macchina che ristruttura gli interessi economici planetari.
Quel che ci manca è di costruire strumenti organizzativi e finanziari che permettano ai cittadini di diventare (in modo semplice e garantito) produttori di energia o direttamente (mettendo pannelli solari sopra il loro tetto) o indirettamente (investendo i propri risparmi in impianti di produzione energetica invece che in azioni Parmalat).
Si tratta di una partita economica epocale che ha ricadute in molti settori e tocca direttamente le tasche dei cittadini.
In questo momento milioni di italiani devono decidere che fare del loro Tfr e che tipo di pensione integrativa scegliere.
In cosa investiranno?
Lasceranno che le banche scelgano per loro?
Oppure qualcuno capirà la possibilità di creare prodotti finanziari veramente sicuri e redditizzi, slegati dalla nevrosi speculativa dei mercati azionari e fiinanziari?
In Germania e nei paesi scandinavi già da anni milioni di famiglie hanno capito che mettere i propri soldi in una cassa cooperativa che finanzia mulini a vento è molto meglio che giocare col fuoco dei fondi di investimento classici.
Vedremo cosa succederà.
Intanto iniziamo a verificare la reale possibilità di realizzare questo primo progetto di gruppo d’acquisto.
Già molte mail segnalano problemi e difficoltà di ogni tipo.
Ma io ho fiducia perché credo che la direzione sia quella giusta e che il mercato energetico debba svilupparsi per forza costruendo forme di acquisto, garanzia e finanziamento condivise.
Si tratta cioè di creare un mercato blindato contro i furbi e gli incapaci, facendo diventare l’investimento energetico il più sicuro e accessibile da tutti i punti di vista.
Teoricamente è così ma mancano ancora quelle strutture e quelle collaborazioni economiche e tecnologiche che permettano di superare il mare tra il dire e il fare.
Alla prossima puntata.