Perche' quelli piu' intelligenti sono meno bravi a fare soldi?
Inviato da Jacopo Fo il Sab, 05/05/2007 - 10:46Un gruppo di ricercatori dell'Universita' dell'Ohio ha seguito dal 1979 7.000 americani classificandoli secondo il loro quoziente intellettuale.
Si e' verificato che i piu' stupidi fanno piu' soldi e quelli intelligenti falliscono piu' spesso.
E' una cosa che ho sempre sospettato.
Ho conosciuto parecchi miliardari ma solo due erano intelligenti.
Fare soldi e' una capacita' simile a quella di sedurre. Non bisogna essere intelligenti per riuscirci.
Nella seduzione vincono la bellezza e la vitalita'. Per far soldi servono idee semplici.
Il problema di un'impresa e' che ci sono sempre troppe cose che possono andare storte.
Le persone intelligenti evidentemente tendono a pensare troppo, costruiscono progetti complessi e quanto piu' sono numerose le tappe da raggiungere per ottenere il risultato, tanto piu' crescono le variabili e le possibilita' che un intoppo blocchi tutto. Per questo i grandi strateghi falliscono: la fanno troppo complicata.
Gli stupidi, soprattutto se hanno capito di non essere dei geni, fanno progetti modesti, realizzano una cosa per volta, mirano a un vantaggio semplice e immediato. Vanno sul sicuro. Non azzardano, non si innamorano delle loro idee come fanno spesso quelli convinti di essere intelligenti.
Quelli intelligenti si sentono forti delle loro meravigliose capacita' logiche, si fanno prendere la mano, esagerano, mettono troppa carne al fuoco e poi la lasciano bruciare.
Quelli intelligenti appena stanno per realizzare un progetto scorgono subito incredibili sviluppi, altre possibilita'. Adorano avere idee intelligenti e se ne compiacciono. E quando ancora la loro idea iniziale non si e' concretizzata gia' ne stanno inseguendo un'altra e un'altra ancora.
Quelli stupidi, invece, hanno orizzonti ristretti e quando gli capita (per sbaglio) di avere un'idea intelligente ci si attaccano come sanguisughe e la sfruttano fin che possono, scavandoci dentro come minatori. Seguono il loro filone d'oro fino a quando non ne resta neppure mezza oncia.
Quelli intelligenti sono abituati a riportare quotidianamente piccole vittorie sugli stupidi. Vincono a scacchi, sono piu' bravi a trovare informazioni utili, hanno una conversazione piu' interessante, vanno in vacanza in posti fantastici, leggono di piu' e sanno sfruttare in mille modi le conoscenze acquisite quando devono scegliere una cura medica o un corso di studi. Questo li induce a una esagerata autostima e a una costante sopravvalutazione delle loro possibilita'. Inoltre sottovalutano costantemente gli stupidi, convinti di esser loro superiori. Non si rendono affatto conto che sono gli stupidi a dominare il mondo (e si vede!).
Quelli con poco sale in zucca sono invece abituati ad accorgersi di aver fatto una stupidaggine perche' non avevano capito, non si erano informati, non sapevano come muoversi.
Quindi hanno molta paura di sbagliare.
E c'e' un ultimo fondamentale elemento: gli stupidi si affidano di piu' all'intuito che al ragionamento. E come si sa l'istinto, il fiuto, sono fattori essenziali negli affari come nel resto della vita.
Quelli intelligenti analizzano la situazione, valutano le possibilita' di successo, confrontano, soppesano, analizzano, catalogano. Quelli stupidi ascoltano le sensazioni di pancia.
L'intelligenza senza istinto vale meno dell'istinto senza intelligenza.
Alla fin fine emerge che l'intelligenza in se' e' piu' pericolosa che utile perche' induce alla presunzione, alla superficialita', all'incostanza e a non sfruttare le intuizioni istintive e quindi riduce le possibilita' di successo.
Solo se l'intelligente capisce che l'abilita' del cervello e' un coltello a doppia lama, puo' comprendere la necessita' della modestia e della prudenza, del lavoro in profondita' e della costanza.
Una persona dotata intellettualmente puo' superare sul lungo periodo gli stupidi nel caso riesca a rendere attivi sistemi molto efficienti di verifica delle genialate che partorisce la sua mente. Scegliere solo quel che funziona subito. Seguire la via dei piccoli passi.
A quel punto non c'e' partita. Essere intelligenti e' meglio.
Questo discorso, nato dall'analisi del successo in campo economico, ha una grande applicazione anche in altri campi. Ad esempio in quello politico.
La sinistra ha idee molto piu' avanzate e complesse della destra e ha leader mediamente migliori e militanti disposti ad un grande impegno gratuito e volontario.
Milita a sinistra un maggior numero di artisti, scienziati e intellettuali.
Eppure la sinistra ha enormi difficolta' pratiche a gestire le notevoli potenzialita' a disposizione. E anche all'interno della sinistra sono spesso i leader piu' stupidi e incapaci quelli che riescono vincenti nella lotta per il controllo dei partiti.
Questa incapacita' di trasformare il proprio potenziale in risultati concreti e' evidente se si osserva che sui principali temi la stragrande maggioranza dei cittadini e' d'accordo con le idee essenziali della sinistra. Su lavoro, evasione fiscale, corruzione, ecologia, pace, coppie di fatto, aborto, parita' dei sessi, la maggioranza dei cittadini ha idee di sinistra. Eppure, alle elezioni la sinistra non riesce a conquistare i voti che le spetterebbero perche' troppo spesso ha dimostrato che non e' poi capace di essere concreta e coerente con i principi che sostiene.
Troppe volte nella sinistra al potere trionfano idee e comportamenti di destra o comunque improduttivi.
Ad esempio, la sinistra e' contro la burocrazia ma alla fine tende ad aumentare comunque il numero dei burocrati, dei regolamenti e la lottizzazione della Cosa Pubblica.
E fa questo mentre denuncia lo strapotere dei partiti.
Tutto questo accade perche' i leader piu' intelligenti della sinistra si sopravvalutano, sopravvalutano il potere del pensiero puro, hanno poco intuito e senso pratico e si perdono in grandi sogni delegando il potere reale sugli apparati agli stupidi, prudenti e astuti, che sono la spina dorsale di tutti i partiti.
Mentre gli intelligenti perdono tempo a masturbarsi con le loro raffinate alchimie politiche, gli stupidi mirano a piccoli progressivi consolidamenti del loro potere personale in quel che in politica conta veramente: i favori che sei capace di offrire e i voti clientelari che sei capace di portare. Prodi e' la massima espressione di questo: un uomo intelligente, con grandi idee, accerchiato da troppi stupidi con molto potere.
PS: Non ho trovato maggiori informazioni, qualcuno saprebbe fornirmi le coordinate precise della ricerca su stupidita' e successo economico?