REPUBBLICA AMMETTE: GLI INCENERITORI FANNO STRAGE!
Inviato da Jacopo Fo il Mer, 05/21/2008 - 23:14MA NON LO DICE IN PRIMA PAGINA E NON CHIEDE SCUSA A BEPPE GRILLO!
Mi diverto.
E’ ormai chiaro che dentro i giornali italiani si combatte una battaglia durissima tra i direttori e un pugno di giornalisti che si rifiutano di tacere sempre e comunque.
Così abbiamo delle piccole soddisfazioni: alcune notizie bomba finalmente vengono pubblicate. Non le vedete in prima pagina, non hanno titoli a 9 colonne, non sono correlate da interviste e commenti. Però le notizie escono.
Ad esempio vengono pubblicate sul numero 1052 del Venerdì di Repubblica (16 maggio) a pagina 90 (coincidenza o magia alchemica il fatto che la paura nella Smorfia napoletana corrisponde al numero novanta?).
Ecco l’articoletto, secco secco. Un grande pezzo di sintesi giornalistica, probabilmente contrattato parola per parola in riunioni infuocate dei caporedattori, oppure sfuggito per errore alla penna rossa dei censori… Questo articolo credo che alla fine sia uscito perchè protetto dalla Divina Provvidenza in persona, è comunque stato stampato, nero su bianco, e ci dice che 435 (QUATTROCENTO TRENTACINQUE) ricerche scientifiche internazionali provano un aumento di tumori e nascite malformi spaventoso in prossimità dei termovalorizzatori.
Senza commento. Senza due righe di scuse verso il povero Beppe Grillo accusato con ogni tipo di cattiveria dalle colonne dello stesso giornale per essersi permesso di dire esattamente la stessa cosa: gli inceneritori puoi anche chiamarli termovalorizzatori ma ti ammazzano comunque.
Una nota stilistica che permette di capire appieno il meccanismo perverso utilizzato dai media per rendere di scarso interesse notizie di importanza capitale.
Il titolo può essere un modo per indurre le persone a leggere un articolo oppure a non leggerlo.
Se questo articolo fosse stato: “Aveva ragione Grillo gli inceneritori uccidono!” avrebbe destato grande curiosità. Allora lo hanno intitolato in modo tale da tagliargli le gambe: “Emissioni: Una ricerca francese sottolinea il rapporto diossina-cancro
QUANDO LA SALUTE SE NE VA IN FUMO (TOSSICO).
Capisci l’astuzia: non ti dice che le ricerche sono 435, come viene specificato poi nell’articolo. Non si pronuncia la parola proibita INCENERITORE. Si parla di EMISSIONI… Termine vago come la melma.
Questa tattica in effetti funziona. I lettori accorti dicono: “Però alla fine Repubblica le notizie le dà!” E continuano a comprarla. Mentre il 95 per cento dei lettori, un po’ meno attenti, non si accorge di quella notizia così imbarazzante.
Prova ne è che sono passati 5 giorni dall’uscita del Venerdì e se cerchi sul web: “diossina istituto statale di sorveglianza sanitaria francese”, non trovi niente a proposito di questa colossale notizia!
E non trovi niente neanche se digiti “diossina 435 ricerche PubMed”
Comunque giudica tu: ecco il testo integrale:
“Nelle popolazioni che vivono in prossimità di impianti di incenerimento dei rifiuti è stato riscontrato un aumento dei casi di cancro dal 6 al 20 per cento.
Lo dice una ricerca, resa pubblica dall’istituto statale di sorveglianza sanitaria francese, l’ultima delle 435 ricerche consultabili presso la biblioteca scientifica internazionale Pub Med (www.ncbi.nlm.nih.gov) che rilevano danni alla salute causati dai termovalorizzatori per le loro emissioni di diossina, prodotta dalla combustione della plastica insieme ad altri materiali. Questa molecola deve la sua micidiale azione ala capacità di concentrarsi negli organismi viventi e di penetrare nelle cellule. Qui va a “inceppare” uno dei principali meccanismi di controllo del Dna, scatenando le alterazioni dei geni che poi portano il cancro e le malformazioni neonatali.”
(Il pezzo non è firmato ma sta all’interno di una specie di box dentro un articolo di Arnaldo D’Amico.)
Spero ci si renda conto dell’importanza dell’ufficializzazione di una simile notizia: e ti invito quindi a farla girare e ripubblicarla sul tuo sito. Se riusciamo a far sapere a molti italiani come funziona questo giochetto dell’informazione ridimensionata (non censurata, non libera, omogenizzata) potremmo creare qualche altro problema ai signori dei giornali. Loro ormai lo sanno che chi legge i quotidiani poi va su internet…
FACCIAMOLI PIANGERE!
CITIAMOLI A MARTELLO OGNI VOLTA CHE PER SBAGLIO DICONO LA VERITA’.
(Usare la forza dell’avversario per farlo cadere)
fonte immagine: http://static.flickr.com/93/238601970_fd2119a0ba.jpg
Non c’è nessun errore nell’articolo di Repubblica
Ad alcune osservazioni sull’esattezza dei dati citati da Repubblica, avanzate dai nostri gentili e attenti lettori nei commenti a questo post.
Per vedere la quantità di ricerche sulla tossicità degli inceneritori è sufficiente andare su http://www.ncbi.nlm.nih.gov e fare una ricerca.
Si trovano 535 ricerche digitando la parola “incinerators”.
Con la parola “dioxin” ne escono 13852. Quindi non vedo perché non credere che nel comunicato stampa della nuova ricerca di cui parla l’articolo di Repubblica si faccia riferimento a 435 ricerche?
Ecco uno dei tanti indici possibili di articoli sul tema: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/sites/entrez?Db=pubmed&DbFrom=pubmed&Cmd=Lin...$=relatedarticles&logdbfrom=pubmed
Vera l’osservazione di chi nota che questi studi in gran parte non riguardano i nuovi inceneritori. Su quelli comunque ci sono ricerche sufficientemente allarmanti (vedi tutta la documentazione sulle nano polveri pubblicata da www.beppegrillo.it e vedi l’inchiesta di Report sull’inceneritore di Brescia).
Ma attenzione: anche ipotizzando imprecisioni nell’articolo di Repubblica non si toglierebbe nulla al senso del mio discorso su come funziona l’informazione sulla tossicità degli inceneritori. E qui ricordo che da anni ripetiamo che comunque l’inceneritore è concettualmente demenziale visto che esistono tecniche di suddivisione ulteriore dei rifiuti misti e di trasformazione in gas tramite pirolisi (ristrutturazione molecolare) delle frazioni di rifiuti indivisibili finali.
Inoltre gli inceneritori oggi in funzione in Italia non sono sicuri e non ci sono garanzie che lo saranno quelli futuri. Se non riusciamo a controllare il buon funzionamento di quelli che abbiamo come possiamo essere certi dell’efficienza di quelli futuri?
Ecco di seguito un paio di studi, pubblicati sul rapporto tra diossina, inceneritori e emissioni industriali e relativi aumenti di tumori in Veneto.
Anche qui ce ne sarebbe da prima pagina. Io non li ho visti questi studi al telegiornale e neanche sulle prime pagine dei quotidiani, e voi?
Ma prima delle cattive notizie pubblico anche una ricerca segnalata da una lettrice sugli effetti positivi della diossina sui tumori al seno. Incredibile ma vero anche i potenti veleni fanno bene a qualche cosa. Ma questo non vuol dire che centinaia di studi dimostrino che comunque la diossina fa male. Su questo non ci sono dubbi. Usarla per ottenere benefici sulle tette sarebbe pura follia.
Risk of soft tissue sarcomas and residence in the neighbourhood of an incinerator of industrial wastes.
Comba P, Ascoli V, Belli S, Benedetti M, Gatti L, Ricci P, Tieghi A.
National Institute of Health (ISS), Viale Regina Elena 299, 00161 Rome, Italy. [email protected]
AIMS: To investigate the association between occurrence of soft tissue sarcomas (STS) in Mantua and residence near an incinerator of industrial wastes. METHODS: Cases were subjects with histologically confirmed primary malignant STS diagnosed 1989-98 in the population resident in Mantua and in the three neighbouring municipalities. Controls were randomly extracted from population registries, matched for age and sex. Residential history was reconstructed for all study subjects since 1960. Main residence was geographically positioned according to GPS standards. RESULTS: The study included 37 STS cases (17 men and 20 women) and 171 controls. The incidence of STS in the area of study was estimated as 8.8 per 100 000 in men and 5.6 per 100 000 in women. The odds ratio associated with residence within 2 km, standardised by age and sex, was 31.4 (95% CI 5.6 to 176.1), based on five exposed cases. At greater distances, risk rapidly decreased, showing a fluctuation around the null value of 1. CONCLUSION: The study shows a significant increase in risk of STS associated with residence within 2 km of an industrial waste incinerator; an aetiological role of 2,3,7,8-tetrachlorodibenzo-p-dioxin (TCDD) can be hypothesised.
PMID: 12937191 [PubMed - indexed for MEDLINE]
Sarcoma risk and dioxin emissions from incinerators and industrial plants: a population-based case-control study (Italy).
Zambon P, Ricci P, Bovo E, Casula A, Gattolin M, Fiore AR, Chiosi F, Guzzinati S.
Veneto Region, Assessorato alle Politiche Sanitarie, Istituto Oncologico Veneto, I.R.C.C.S. Veneto Tumour Registry, Padova, Italy. [email protected]
BACKGROUND: It is not clear whether environmental exposure to dioxin affects the general population. The aim of this research is to evaluate sarcoma risk in relation to the environmental pollution caused by dioxin emitted by waste incinerators and industrial sources of airborne dioxin. The study population lives in a part of the Province of Venice (Italy), where a population-based cancer registry (Veneto Tumour Registry--RTV) has been active since 1987. METHODS: Two hundred and five cases of visceral and extravisceral sarcoma, confirmed by microscopic examination, diagnosed from 01.01.1990 to 31.12.1996, were extracted from the RTV database. Diagnoses were revised using the actual pathology reports and clinical records. For each sarcoma case, three controls of the same age and sex were randomly selected from the population files of the Local Health Units (LHUs). The residential history of each subject, whether case or control, was reconstructed, address by address, from 1960 to the date of diagnosis. All waste incinerators and industrial sources of airborne dioxin in the Province of Venice were taken into account, as was one very large municipal waste incinerator outside the area but close to its boundaries. The Industrial Source Complex Model in Long Term mode, version 3 (ISCLT3), was used to assess the level of atmospheric dispersion. A specific value for exposure was calculated for each point (geo-referenced address) and for each calendar year; the exposure value for each subject is expressed as the average of specific time-weighted values. The analysis takes into account 172 cases and 405 controls, aged more than 14 years. RESULTS: The risk of developing a sarcoma is 3.3 times higher (95% Confidence Interval--95% CI: 1.24-8.76) among subjects, both sexes, with the longest exposure period and the highest exposure level ; a significant excess of risk was also observed in women (Odds Ratio OR = 2.41, 95% CI: 1.04-5.59) and for cancers of the connective and other soft tissue (International Classification of Diseases, ninth Revision--ICD-IX 171), both sexes (OR = 3.27, 95% CI: 1.35-7.93). CONCLUSION: Our study supports the association between modelled dioxin exposure and sarcoma risk.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17634118?ordinalpos=1&itool=EntrezSys...$=relatedarticles&logdbfrom=pubmed
[Environmental pollution from dioxins and soft tissue sarcomas in the population of Venice and Mestre: an example of the use of current electronic information sources]
[Article in Italian]
Tessari R, Canova C, Canal F, Lafisca S, Inio A, Murer B, Stracca V, Tollot M, Simonato L.
Dipartimento di medicina ambientale, Università di Padova. [email protected]
OBJECTIVE: Estimating the potential carcinogenic risk associated with exposure to dioxins generated by industrial emissions and urban incinerators. DESIGN: We conducted a geographical investigation on the relationship between Soft Tissue Sarcomas (STS) and other tumours, and estimated levels of exposures to dioxins. Estimates ofthe population's exposure were derived from a historical analysis of emissions of dioxins and other pollutants, conducted by the Province of Venice in all the Venetian area in 1980-1990. Cancer cases were selected from two electronic pathology databases of Venice and Mestre, computerized since 1987. All STS diagnoses were revised in order to improve the quality of the cases in the study and cases of Kaposi sarcoma were excluded from the analysis. The 198 remaining STS--Hodgkin's lymphoma, non-Hodgkin' lymphoma and subjects with at least one cancer--were linked to the registry of residents and mapped according to the pollutant level estimates using GIS techniques. The same procedure was applied to cases of non-Hodgkin's lymphoma (n=822), Hodgkin's lymphoma (n=142) and to 25.568 cases of all cancer at other sites, with microscopic confirmation for comparison. SETTING: Venetian AULSS 12. RESULTS: Risks for STS (measured as Standardized Incidence Ratios SIR) did not show any trend related to categories of dioxin pollution. Among women, a statistically significant increased SIR of 1.69 was estimated for the highest category of exposure. The corresponding SIR for Hodgkins lymphoma was 1.94 (I.C. 1.08-1.19). No major excesses were estimated for other cancer sites. CONCLUSION: Overall, no consistent association between cancer risk and estimated exposure to dioxins was detected in the population under study However, a statistically significant excess of STS among women in the highest exposure category allows for the possibility of a role of environmental exposure.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17051943?ordinalpos=3&itool=EntrezSys...