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Tutto quello che le tv per bene non ti raccontano

Italiani, razza inferiore

DNA alla mano, Cavalli Sforza ci insegna che discendiamo tutti da 5 donne nere che vivevano nell’Africa centrale. Anche noi italiani. Quindi hanno torto coloro che sostengono che noi italiani discendiamo dalla scoreggia di un asino che aveva mangiato pesante.
Ma Cavalli Sforza ci avverte anche che, se non esistono differenze genetiche, esiste pero’ una sorta di codice genetico culturale determinato non dalla razza ma dalle consuetudini.
Internazionale e’ un piccolo settimanale che in ogni numero tira fuori almeno dieci notizie che i grandi media hanno preferito non pubblicare.
Praticamente e’ un giornale straniero.
E su Internazionale numero 735 ho letto un rapporto sconsolato sulla resa scolastica dei figli degli italiani in Germania. Sono poco motivati a studiare e hanno risultati decisamente inferiori agli altri gruppi immigrati. Anche i turchi vanno meglio di noi a scuola. I genitori italiani non si preoccupano di motivare i figli allo studio.
La notizia fa il pari con un altro articolo, pubblicato sul numero 734 (settimana scorsa), che ci spiega che in Italia, secondo due diverse ricerche comparative tra varie nazioni, gli analfabeti totali sono il 5% della popolazione ma l’80% dei nostri connazionali non e’ in grado di comprendere il significato di un testo minimamente complesso come un contratto di lavoro, di rispondere a un questionario, scrivere un diario, capire cosa e’ una percentuale o leggere un grafico.
Questo 80% di italiani non ha mai letto un libro in vita sua, non capisce gli articoli dei quotidiani, non sa nulla di storia o di geografia.
Si tratta di una percentuale che non si riscontra in nessun paese industrializzato. Siamo superati perfino da parecchi paesi del cosiddetto Terzo Mondo.
Tullio De Mauro, autore dell’articolo, ci informa anche su una curiosita’: in italiano manca perfino una parola che indichi un analfabeta numerico. Cioe’ uno che non riesce a capire i numeri e i calcoli.
In molte altre lingue esiste questa parola che potremmo forse tradurre con “anumerico” o “discalcolato” (INNUMERACY in inglese).
E’ un segnale. E spiega, in parte, perché in Italia ci sia meno di un venticinquesimo dei pannelli solari termici installati  in Grecia (quelli per l’acqua calda). E meno di un ventesimo di quelli installati nella gelida Austria. Ogni 1000 abitanti ci sono 240 metri quadrati di pannelli in Grecia, 200 in Austria, meno di 10 in Italia.
E posso aggiungere che grazie a una piccola inchiesta spannometrica realizzata nei negozi di Alessio (delizie per il palato http://www.labottegadialessio.it) ci risulta che meno di un italiano su 10 sa cosa vuol dire la parola FOTOVOLTAICO. Gli italiani non sanno quasi nulla di efficienza energetica, termostati, isolanti termici. Da noi ingegneri, muratori, architetti, idraulici sostengono che 5 centimetri di spessore sono il massimo di isolamento su un tetto e ti guardano come un pazzo se decidi di metterne 16.
E cosi’ la spesa per riscaldare una casa a Milano va da due a tre volte quel che si spende come massimo in Austria. Ma ci sono case bioclimatiche, in Germania come in Svezia, che fanno scendere la spesa fino alle 20 kilocalorie a metro quadrato per anno mentre nel nord Italia si consumano dalle 140 alle 220 kilocalorie a metro quadrato.
Ed era cosi’ gia’ 30 anni fa.
Nel 1985 mi aveva impressionato il calore che sentivo all’interno di case sperdute nelle campagne danesi, all’esterno 2 metri di neve e 20 GRADI SOTTO ZERO, dentro casa si stava in maglietta.
Quando mi dissero quanto spendevano di riscaldamento mi prese un colpo. Un terzo di quel che spendevo io in Umbria per raggiungere una temperatura di 20 gradi.
Il Politecnico di Milano ha realizzato un’inchiesta calcolando che, negli ultimi 30 anni, la famiglia media del Nord Italia ha buttato dalla finestra, in spreco energetico, l’equivalente del valore della casa che ha abitato.
E attenzione: che si tratti di una questione di genetica culturale e’ confermato dal fatto che la zona italiana con minor analfabeti sostanziali, maggior numero di pannelli solari termici e minor spesa per il riscaldamento e’ quella di Bolzano, che li’, grazie a Dio, sono tedeschi.
Queste sono prove inconfutabili del fatto che in Italia la cultura scientifica e’ stata osteggiata per secoli.
Tutto inizio’ quando il Papa vieto’ a Galileo Galilei di studiare le stelle per evitare che si diffondesse la voce che era la Terra a girare intorno al sole.
Da li’ in poi si e’ andati smantellando una cultura scientifica che stava nascendo.
Diverso destino l’hanno avuto i popoli germanici che grazie alla scissione proclamata da Martin Lutero, hanno iniziato a leggere il Vangelo  e hanno conosciuto ben altro interesse per la scienza. E c’e’ da ricordare che lo scisma di Lutero aveva due cause principali: il fatto che il papa vendesse il perdono (e quindi il Paradiso) anche a assassini, stupratori e ladri e il fatto che i papi vietavano la traduzione del Vangelo nelle lingue parlate e la sua lettura da parte dei laici.
Va anche sottolineato che l’idea di poter essere perdonati da Dio in cambio di una piccola somma di denaro, idea che i tedeschi iniziarono a rifiutare con lo scisma, sta all’origine della pratica italica del condono.
Esiste anche un curioso parallelo tra disinformazione scientifica e repressione sessuale.
Il dominio della Chiesa Cattolica ci ha dato un livello di ignoranza anatomica scioccante.
Le cose sono collegate: in Spagna la ripresa economica e scientifica e’ partita insieme alle lezioni di sessualita’ in televisione.
Ma questo non l’ha capito ancora neanche la sinistra italiana. Quando mai l’Unita’, Il Manifesto o Liberazione hanno informato sulla sessualita’?
Un’altra tara della cultura italiana e’ l’assenza di un interesse verso il corpo, le emozioni, i sentimenti e tutto quel che ne consegue come la parita’ sessuale, i diritti degli omosessuali, delle coppie di fatto, e il rispetto dei bambini.
Abbiamo avuto grandi esempi di ricercatori che sono diventati famosissimi a livello internazionale ma sono restati quasi sconosciuti in Italia. Ad esempio l’esperienza Loris Malaguzzi e l’asilo Diana di Reggio Emilia (http://zerosei.comune.re.it/italiano/aperto/index.htm).
E anche la battaglia per il parto dolce e la non separazione dei bambini dalle madri alla nascita, e’ stata condotta in Italia da una piccolissima parte del Movimento (e nonostante questo si e’ comunque riusciti a creare parecchie strutture che permettono il parto naturale).
E le donne italiane continuano ad avere il piu’ alto tasso di disoccupazione d’Europa.

Per concludere, la situazione rispecchia un grave ritardo. E non si intravvede una via di uscita in tempi brevi.
Anche perché da noi la maggioranza dei ribelli e’ convinta che la societa’ si cambi con la lotta sociale e questa lotta sociale la si immagina ancora tutta politica vecchio stile: cortei e volantini. Non si capisce che se la denuncia non va di pari passo con la crescita di nuovi modi di pensare e di vivere la societa’ non cambia.
La radice di tutto non sono Berlusconi e Veltroni.
E neanche i politici.
Non cambi niente se non cambia il modo di pensare e il modo di pensare non cambia se non costruisci esperienze che cambino il modo di vivere quotidiano.
E’ importante far sapere che i politici sono corrotti ma non serve a niente se non spieghi anche dove le donne hanno il punto G.
Questo ragionamento sembra ancora un’assurdita’ a troppi compagni.
Mi sono trovato a discutere con loro sul fatto che il mio ultimo spettacolo non parla di politica ma di vita di coppia.
Come se nella vita di coppia non ci fosse niente di importante e rivoluzionario da dire.
Cosa incide di piu’ nella vita di una persona: l’amore o Berlusconi?
L’orgasmo o Veltroni?
I figli piccoli che la notte dormono o Bertinotti?

E’ triste testimonianza di questo preconcetto ideologico il fatto che quasi tutti i siti politici del Movimento non affrontano mai temi esistenziali.
Non si capisce proprio che il cambiamento di un paese deve per forza passare per un cambiamento di stile di vita, di priorita’, di modi di divertirsi, stare con gli amici, amarsi, affrontare la morte, crescere i figli.
Possiamo solo pregare che vada in crisi alla svelta il militante tutto politica e controinformazione, sprovvisto di amori, sentimenti ed emozioni, che vive solo nella sua testa e crede che l’ulcera faccia parte del capitalismo inevitabile.

E adesso beccatevi Berlusconi. O, se proprio vi va bene, Veltroni.

E comunque, rimandate il suicidio.
Possiamo sopravvivere ad altri 5 anni della Banda Bassotti.  (http://www.jacopofo.com/node/4222)