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Chiquita risponde al nostro articolo Le multinazionali più cattive del mondo

Roma, 17 Ottobre, 2007

Alla cortese attenzione della Redazione di Cacao On line                            
Oggetto: www.mediterre.net, in data 04/10/07
(Fonte citata: www.cacaonline.it)
Le multinazionali più cattive del mondo - multinazionali ufficialmente boicottate

La presente è in riferimento all'elenco delle multinazionali boicottate pubblicato dal sito www.mediterre.net (Fonte www.cacaonline.it), nel quale di Chiquita si dice testualmente:

"E' coinvolta in tutto. Intrighi internazionali, scioperi repressi nel sangue, corruzione, scandali e colpi di stato. Utilizza massicce quantità di pesticidi, erbicidi e insetticidi. Approfitta della sua posizione di potere per imporre prezzi molto bassi alle aziende agricole da cui si rifornisce. Nel 1994 il sindacato SITRAP ha denunciato l'esistenza di squadre armate all'interno delle piantagioni in Centro America e in Ecuador.
I lavoratori sono sottopagati, senza alcuna assistenza medica. Le attività sindacali sono represse talvolta con la forza".

Notiamo che oltre a queste, molte delle informazioni diffuse in questi ultimi tempi sul nostro conto sono imprecise e pur nella consapevolezza che i fatti nei quali siamo coinvolti possano suscitare forti reazioni,  riteniamo opportuno aggiornarvi su alcuni dei passaggi  del processo di trasformazione intrapreso dall'azienda a partire dal 1992. I risultati di questa attività, verificati internamente sulla base dei principi ai quali si ispira il proprio Codice di Condotta ed esternamente, da osservatori indipendenti; vengono pubblicati periodicamente e resi disponibili anche in Internet nella sezione Corporate Responsibility del sito:  www.chiquita.com

In materia di lavoro,
Chiquita è stata la prima azienda del settore ad avere concretamente collaborato con  sindacati internazionali. Nel 2001 ha infatti siglato un accordo quadro (International Framework Agreement) con IUF, il Sindacato Internazionale dei Lavoratori Alimentari e con COLSIBA, la Coalizione Sindacale dei Lavoratori delle Piantagioni di Banane in America Latina, avviando con loro un dialogo sugli standard sociali per i lavoratori agricoli. Il principio alla base dell'accordo IFA presuppone che la società multinazionale che lo sottoscrive - attraverso un codice di autoregolamentazione - si impegni ad applicare le stesse regole in tema di tutela sindacale e di sicurezza sul lavoro in tutte le proprie sedi, anche in quei paesi nei quali gli standard legislativi risultassero ben al di sotto di quelli previsti dal  protocollo siglato.

Nel 2004, a conclusione del ciclo di verifiche effettuate da ispettori indipendenti accreditati da SAI (Social Accountability International), l'azienda ha ottenuto la certificazione di tutte le divisioni agricole di proprietà presenti in America Latina, secondo le norme previste da SA8000, lo standard di affidabilità sociale sviluppato dal Council on Economic Priorities Accreditation Agency.  SA8000 si basa sulle  Convenzioni dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e la Convenzione delle Nazioni Unite per i Diritti del Fanciullo. Le stesse alle quali fa riferimento anche il  Codice di Condotta aziendale, adottato internamente a partire dal 2000.

L'impegno di Chiquita nella tutela dell'incolumità e della salute dei propri lavoratori è costante e crescente. Nelle piantagioni, a seguito delle verifiche periodiche effettuate da enti di certificazione indipendenti, il livello di formazione sulla sicurezza è risultato conforme alla normativa in vigore e agli standard adottati, così come adeguati ai rischi connessi con la professione, sono stati considerati i sistemi per la prevenzione e gli equipaggiamenti di protezione. Le indennità ed i salari corrisposti ai lavoratori nelle proprie divisioni produttive, sono sensibilmente superiori a quelli dei braccianti agricoli impiegati nel medesimo lavoro negli stessi paesi. I contributi sono regolarmente versati per tutti i dipendenti e il ricorso ad appaltatori esterni con finalità di risparmio contributivo, non è più ammesso da tempo. Per gli orari di lavoro è stato fissato il tetto di 48 ore settimanali ed un massimo di 12 ore di straordinario volontario e retribuito, con un giorno di riposo su sette. Chiquita condanna il ricorso al lavoro minorile, e per il personale con età compresa tra i 15 e i 17 anni, ha introdotto ulteriori limitazioni all'orario di lavoro.
Chiquita dal 2002, è membro del board di Ethical Trading Initiative e partecipa attivamente alle loro iniziative.

In materia di salvaguardia ambientale,
l'indirizzo dell'azienda è di ridurre al minimo l'impiego di pesticidi e sostanze chimiche ricorrendo unicamente ai prodotti approvati dall'EPA,  Environment Protection Agency degli Stati Uniti, e dall'Unione Europea. A partire dal 1992, Chiquita ha aderito al programma di certificazione di Rainforest Alliance,  l'ONG statunitense attiva nell'ambito  delle certificazioni produttive ed ambientali che svolge il ruolo di segretariato internazionale per il SAN (Sustainable Agriculture Network) e dal 2000, tutte le divisioni di proprietà di Chiquita in America Latina sono certificate secondo i parametri del loro disciplinare.  

Nel quadro del suo impegno per un'agricoltura sostenibile, nel corso del 2003, in collaborazione con Rainforest Alliance e con la partecipazione di Migros, la più importante catena distributiva svizzera, Chiquita ha dato vita alla Riserva di Nogal, un parco naturalistico biologico che si estende su 100 ettari di foresta pluviale situata all'interno di un'area adibita a piantagioni nella regione di Sarapiquì, in Costa Rica. La Riserva è stata inaugurata a Febbraio 2004 e nel 2005 ai partners iniziali, si è unita GTZ, la Società Tedesca per la Collaborazione Tecnica che affianca il governo tedesco nella promozione di  progetti internazionali per lo sviluppo sostenibile. Passaggio questo, che ha consentito al progetto di entrare a far parte dell'iniziativa multi-governativa del Corridoio Biologico Mesoamericano.  A Gennaio 2006,  la riserva di Nogal, con decreto del Presidente della Repubblica del Costa Rica,  ha ottenuto il riconoscimento di Rifugio Faunistico Privato.  La gestione della riserva rientra nelle attività del  "Chiquita Nature & Community Project"  ed è finalizzata ad offrire un'opportunità di reddito alle famiglie dei lavoratori e alla comunità locale.

In merito alla situazione in Colombia,
Chiquita ha raggiunto un accordo con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America, in relazione ai pagamenti a organizzazioni paramilitari operanti in Colombia, effettuati dalla ex società controllata da Chiquita, "Banadex".
Sulla base del patteggiamento, Chiquita pagherà in cinque anni una multa di 25 milioni di dollari, essendosi dichiarata colpevole di avere violato la legge degli Stati Uniti per avere effettuato  pagamenti ad entità affiliate con l'organizzazione "Autodefensas Unidas de Colombia" (AUC).
Questa vicenda è stata oggetto d'indagine da parte del Dipartimento di Giustizia con la totale collaborazione di Chiquita, dopo che la stessa azienda aveva volontariamente riferito sulla situazione nel 2003.

I relazione ai  pagamenti di Chiquita ai Gruppi Paramilitari in Colombia,
per completezza e accuratezza dell'informazione, ci teniamo a precisare che l'azienda è stata costretta ad effettuare questi pagamenti da gruppi sovversivi armati di estrema destra e sinistra.
I pagamenti avevano un unico scopo: proteggere le vite dei nostri lavoratori, in una fase in cui rapine e omicidi erano frequenti e in un contesto in cui le autorità governative non erano in grado di garantire sicurezza e protezione.
A tal riguardo, il rapporto del Dipartimento di Giustizia contiene la seguente significativa  affermazione :
" Castaño [leader AUC] ha inviato un messaggio in cui senza dirlo esplicitamente, faceva chiaramente intendere che il mancato pagamento avrebbe determinato danni fisici per il personale e le proprietà della Banadex"
Senza volere menzionare esplicitamente altre situazioni, va inoltre ricordato che molte altre compagnie straniere che operano in Colombia, hanno dovuto adottare misure straordinarie per proteggere i propri lavoratori, inclusa la sottomissione alle estorsioni e ciò a causa della gravità delle minacce alla sicurezza dei propri dipendenti. Chiquita ha volontariamente rivelato questa situazione al Dipartimento di Giustizia nel 2003 e, a nostra conoscenza, è l'unica azienda ad avere dichiarato volontariamente questa circostanza al Dipartimento di Giustizia.
La vendita delle piantagioni di Chiquita in Colombia
Al tempo in cui Chiquita operava in Colombia, i braccianti agricoli godevano di una condizione lavorativa fra le migliori nell'intero settore agricolo nazionale. Le relazioni dell'azienda con i sindacati dei lavoratori erano buone, così come si afferma sul sito web dall'associazione "International Union of Food Workers".

Nei 18 mesi trascorsi dalla firma in data 14 Giugno 2001, l'accordo sui diritti IUF/COLSIBA/Chiquita ha prodotto concreti vantaggi per i lavoratori e i fornitori  di Chiquita in almeno due Stati. In Colombia, SINTRAINAGRO ha utilizzato l'accordo per assumere 800 nuovi dipendenti e avviare nuove divisioni  nella regione Magdalena. Gli accordi hanno comportato significativi miglioramenti dei termini, condizioni e diritti per tutti i nuovi membri della SINTRAINAGRO.

Nel 2004 Chiquita ha venduto le proprie piantagioni in Colombia con una perdita finanziaria sostanziale, allo scopo di districarsi da questo dilemma etico e legale.

Le condizioni per la vendita, sono state concordate con IUF, l'unione internazionale dei sindacati dei lavoratori nel settore alimentare, e quello colombiano dei lavoratori bananieri, COLSIBA, che è stato descritto in questi termini sul sito di IUF : www.iuf.org :  
 
E' stato finalizzato un Memorandum di Intesa fra  IUF, COLSIBA SINTRAINAGRO e Chiquita, che impegna Chiquita a "insistere affinché gli accordi per questa vendita provvedano a mantenere effettivi i  contratti collettivi pre-esistenti  affinché i potenziali acquirenti  riconoscano SINTRAINAGRO come il  sindacato rappresentativo dei lavoratori Chiquita, con tutti i diritti e gli obblighi di legge.

Informazioni non corrette sul traffico di armi in Colombia
Si è inoltre parlato piuttosto impropriamente di implicazioni di Chiquita in una importazione  illegale di armi da parte del gruppo AUC nel 2001.
L'azienda ci tiene a chiarire che questo episodio è stato oggetto di approfondite indagini da parte del Governo Colombiano e delle autorità internazionali, inclusa l'OAS (Organization of American States) e secondo la documentazione prodotta dall'OAS medesima e dal Procuratore Generale Colombiano, non esiste nessun presupposto per queste erronee affermazioni.
Nessuna indagine ha evidenziato alcuna condotta illegale da parte dell'azienda o dei suoi dipendenti. Un impiegato della Banadex la società colombiana allora di proprietà di Chiquita è stato detenuto per un breve periodo, ma dopo un'approfondita indagine effettuata dal Procuratore Generale Colombiano, è stato rilasciato e assolto. Il Governo Colombiano alla fine delle indagini, ha messo sotto accusa quattro uffici doganali. Subito dopo avere appreso dell'incidente, Chiquita e Banadex, hanno volontariamente deciso di non accettare più navi cargo per conto di terzi.
Nessuna autorità legale ha imposto o suggerito questo cambiamento. Da quel momento e fino alla vendita di Banadex, l'azienda ha accettato solo navi cargo di sua proprietà o affidate direttamente alla propria gestione.

Un'ultima precisazione
Nel testo da voi pubblicato, si fa riferimento all'esistenza ".....di squadre armate all'interno delle piantagioni in Centro America e in Ecuador".  In Ecuador, Chiquita non ha mai posseduto piantagioni ma da molti anni e tuttora, acquista le banane da produttori indipendenti.

Chiquita  è impegnata nel consolidamento dei risultati sin qui ottenuti ma anche nel raggiungimento di nuovi e più ambiziosi obiettivi. Siamo del tutto consapevoli infatti che, anche il più severo degli standard di certificazione, non rappresenti un passaggio di adeguamento fine a se stesso ma solo uno degli elementi costitutivi del processo  di evoluzione verso una politica d'impresa pienamente  responsabile.

Vi ringraziamo per l'attenzione che vorrete prestare a quanto scritto e vi preghiamo di non esitare a contattarci qualora desideraste ulteriori chiarimenti.

Contatti :
Michael Mitchell
Director Corporate Affairs
Chiquita Brands International Inc.
[email protected]

Luciana Luciani
Responsabile comunicazione
Chiquita Italia SpA
Cell. +39 335 6283028

Deborah Sgrò
INC - Istituto Nazionale per la Comunicazione
Ufficio Stampa Chiquita Italia
Tel. + 39 06 44160881

Link di approfondimento:
www.chiquita.com
www.rainforest-alliance.org
www.iuf.org
www.colsiba.org
www.ethicaltrade.it
www.sa-intl.org
www.bsr.org
www.ilo.org
www.gtz.de