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ALLA SCOPERTA DELLA “BASILICATA SLOW”: ITINERARIO MOLITERNO, SARCONI, GRUMENTO

CuoreBasilicata - Sab, 05/31/2025 - 23:14

Nel cuore dell’entroterra lucano, lontano dalle rotte turistiche più affollate, dove il tempo sembra scorrere più lentamente scandito dal ritmo della natura e delle tradizioni, immersi nella verde Valle dell’Agri, parte del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, incastonati tra montagne e boschi, spiccano tre gioielli dalla forte identità culturale: Moliterno, Sarconi e Grumento Nova. La Val d’Agri è una destinazione perfetta per “rallentare”, respirare e riscoprire la bellezza dell’Italia nascosta.

Cominciamo il nostro viaggio alla scoperta di questi borghi partendo da Moliterno con il suo rinomato Canestrato e i vicoli che raccontano secoli di vita lucana, per arrivare poi a Grumento Nova dove archeologia e paesaggio si fondono in un museo a cielo aperto passando per Sarconi, piccolo Eden agricolo, dove assaporare i famosi fagioli.

A Moliterno il tempo si conserva tra le tele dei pittori a cui ha dato i natali, nel sapore del Canestrato, formaggio nobile, stagionato nei fondaci e raccontato con orgoglio da chi ancora lo produce, nei vicoli attorno all’imponente Castello si assapora il silenzio, quello pieno che parla di cose vere, nel verde delle faggete che lo circondano si sente la carezza del vento che narra di spiritelli dispettosi e leggende antiche intrise di verità e magia. Tra le curve morbide si snoda poi la strada che porta a Grumento Nova, qui la storia affiora dalla terra: i resti dell’antica Grumentum riposano nel verde, circondati da colline che sembrano vegliarli con rispetto. Camminare tra i resti dell’anfiteatro e delle terme romane è come attraversare un mondo sospeso nel tempo, ogni passo è come un ritorno ad una civiltà che ancora vibra nell’aria. Viaggiare qui significa abbandonare la frenesia, riconnettersi alla terra, assaporare gusti autentici e lasciarsi sorprendere dalla storia millenaria custodita tra vicoli antichi e paesaggi mozzafiato.

Moliterno è tra i borghi più caratteristici dell’area, arroccato su una collina è dominato dal Castello Medievale, che ne è divenuto il simbolo, con la sua torre merlata di fattura Longobarda dall’alto della quale si può ammirare tutta la #ostinata bellezza di questo territorio. Per chi ha interesse per la storia, la cultura e le tradizioni, in ogni vicolo un antico e nobile palazzo ricorda un illustre concittadino forse sconosciuto alle giovani generazioni che ne ricordano il nome solo perché legato ad una piazza o ad una strada. Patria di grandi nomi che si distinsero nelle armi, nelle arti, nelle lettere e nelle cariche ecclesiastiche Moliterno ha dato i natali, per citarne qualcuno, al Generale Giuseppe Parisi (1757-1829), fondatore della scuola militare “Nunziatella” di Napoli, al giornalista e scrittore di fama europea Ferdinando Petruccelli della Gattina (1815-1890); a Giacomo Racioppi (1827-1908) storiografo di fama nazionale, a Michele Tedesco (1834-1916) pittore che fece parte del movimento dei macchiaioli. Moliterno è arte e cultura con le numerose chiese, tra le quali la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, la Chiesa del Rosario, la Chiesa francescana di Santa Croce e l’antico convento, che custodiscono opere d’arte di grande valore testimoniando la ricchezza culturale di questa comunità. Inoltre Moliterno vanta un sistema museale raro per un paese di meno di 4000 abitanti: il MAM “Musei Aiello Moliterno”. Questo circuito comprende ben otto musei ospitati in antichi palazzi in varie zone del paese: il Museo Michele Tedesco e dell’Ottocento Lucano con opere di Michele Tedesco, Di Chirico e altri; il Museo del Paesaggio che custodisce opere di vedutisti della scuola di Posillipo e di pittori stranieri del Grand Tour; il Museo di arte contemporanea in un’antica dimora nei pressi del Castello; la Biblioteca lucana Angela Aiello; il Museo della ceramica; il Museo del Novecento lucano; il Museo di arte moderna; il Museo Palazzo Santacroce. Inoltre a Moliterno, ospitata nell’antico ed elegante Palazzo Valinoti, si trova la Bibliomediateca comunale “G. Racioppi” che vanta un fondo antico di ben 2.500 volumi tra cui un incunabolo del 1490, manoscritti, cinquecentine e testi del XVII e XVIII secolo, aperta al pubblico dal 1975, mediateca dal 2004, offre servizi di prestito e consultazione con un fondo moderno di circa 25.000 volumi.

Per chi ricerca invece, il contatto con la natura, poco distante dall’abitato, troviamo il Bosco Faggeto, riconosciuto Sito di Interesse Comunitario (SIC), un’oasi di biodiversità con oltre 800 specie floristiche, tra cui numerose orchidee selvatiche, meta ideale per gli amanti delle escursioni naturalistiche e del trekking. Altro sito di grande valore storico, culturale e naturalistico situato nel comune di Moliterno è la Murgia Sant’Angelo, da poco dichiarata “sito di interesse culturale particolarmente importante di interesse archeologico”. Meta ideale per escursioni ed attività all’aria aperta offre un paesaggio suggestivo con formazioni rocciose calcaree e una vegetazione tipica della murgia lucana. Questo sito testimonia la presenza umana sul territorio fin dalla Preistoria, con insediamenti legati alla transumanza e alla pastorizia. I reperti archeologici qui rinvenuti indicano la lavorazione del latte e la produzione del formaggio già migliaia di anni fa. L’ospitalità a Moliterno è genuina e diffusa, numerosi B&B ed agriturismi offrono sistemazioni caratteristiche che permettono ai visitatori di godere di un’accoglienza calda e personale, ideale per chi cerca un’esperienza autentica e rilassante.

Prima di proseguire verso Grumento è d’obbligo una tappa nel piccolo centro di Sarconi che incarna perfettamente lo spirito dello slow tourism con il suo passo lento in sintonia con la natura, la storia e le tradizioni locali. Di rilievo sicuramente il Parco Fluviale Baden Powell, una vera oasi di tranquillità, in cui il suono dell’acqua che scorre lungo il fiume Maglia accompagna passeggiate rilassanti tra la lussureggiante vegetazione. Al suo interno, il Ponte Vecchio del 1583 e i resti di un antico castello feudale narrano di un affascinante passato. Non distante, il Bosco Farnie, di querce e cerri, regala sentieri immersi nel verde, ideali per escursioni a piedi o in bicicletta. Questo piccolo paese vanta una storia millenaria legata alla colonia romana di Grumentum, come testimoniano i resti di un acquedotto che univa i due centri. Sarconi è celebre per il suo Fagiolo IGP, legume pregiato che rappresenta una delle eccellenze gastronomiche lucane. Coltivato in oltre venti ecotipi locali è utilizzato in una cucina semplice e genuina ma è apprezzato anche da chef e appassionati di gastronomia più ricercata. Visitare Sarconi durante la celebre “Sagra del Fagiolo”, che si tiene ogni anno il 18 e il 19 Agosto, e che attira visitatori da tutta Italia, è il momento ideale per incontrare gli abitanti del luogo e vivere lo spirito accogliente di questa comunità.

Tra Moliterno e Sarconi numerose sono le opportunità per sfuggire alla frenesia della vita odierna, attività da praticare all’aria aperta in ogni stagione, trekking, mountain bike, ciclismo sono solo alcune delle opzioni disponibili.

Proseguiamo il nostro tour verso Grumento che custodisce uno dei tesori archeologici più significativi della Basilicata, l’antica città di Grumentum con i resti ben conservati di un teatro, un anfiteatro, le terme e i templi. Luogo ideale per chi ama la storia e desidera camminare tra le tracce del passato in un contesto naturale sorprendente. Il Parco Archeologico di Grumentum è uno dei siti romani meglio conservati del sud Italia. Il silenzio del presente si intreccia con i suoni del passato: il vociare del foro, le incitazioni del pubblico nell’arena, lo scalpitio dei cavalli, ogni pietra racconta una storia, ogni colonna è un ponte tra mondi lontani. L’anfiteatro, il decumano, i templi e le domus si svelano al visitatore come pagine di un grande racconto. Qui il tempo si ferma e la storia prende voce nel Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri, il cuore della memoria a pochi passi dal parco, dove i reperti raccontano dell’evoluzione del territorio dai primi insediamenti indigeni fino alla piena epoca romana. Ceramiche, statue, monete, oggetti di vita quotidiana, ogni sala del museo rappresenta una finestra aperta sulla civiltà che fiorì lungo la valle. Un museo moderno e accessibile, pensato per tutti: appassionati, famiglie, scuole e viaggiatori curiosi. Un ponte ideale tra archeologia, cultura e territorio. Non distante dal parco archeologico il Bosco Maglie, sede del centro di educazione ambientale “Bosco dei Cigni”, che si estende fino alle rive del Lago del Pertusillo, invaso artificiale a sbarramento del fiume Agri, è un’oasi di tranquillità dove il silenzio della natura accompagna passeggiate rilassanti tra vegetazione lussureggiante. Grumento Nova rientra nel territorio di produzione di vini pregiati come i Terre dell’Alta Val d’Agri DOC in più in estate ospita eventi culturali che celebrano la sua storia e le sue tradizioni come la rievocazione storica “aurora sotto le stelle” dedicata alla principessa Aurora Sanseverino, con cortei, banchetti e spettacoli in costumi d’epoca. Il borgo moderno che si snoda tra vicoletti acciottolati e balconi fioriti è la destinazione perfetta per chi ama il turismo lento, quello fatto di natura, incontri, silenzi e sapori veri.

 

Queste tre perle della Valle dell’Agri rappresentano un rifugio autentico per chi cerca il senso del viaggio, la meta perfetta per chi cerca silenzi che sanno parlare, tradizioni che resistono al tempo, una bellezza discreta ma, lontana dai riflettori; qui impari che viaggiare non è solo spostarsi ma anche fermarsi, guardare, ascoltare, sentire.

Sono luoghi che ti aspettano con un tempo da vivere, lentamente e, forse proprio per questo, indimenticabili.

 

Agnese Rubino

Foto Comune di Moliterno – Comune di Sarconi – Comune di Grumento Nova

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MOLITERNO “CITTÁ DEL FORMAGGIO”: UN VIAGGIO TRA GUSTO, STORIA E TRADIZIONE

CuoreBasilicata - Gio, 05/15/2025 - 15:21

 

Nell’ultimo periodo stiamo assistendo, tra molti viaggiatori, ad un cambio di rotta dalle mete principali a quelle cosiddette “minori”; si preferiscono mete meno affollate e lontane dai tradizionali tour, aree rurali e piccoli borghi dove poter godere della tranquillità e della bellezza e dove poter vivere esperienze autentiche e significative. Al turismo di massa si preferisce quello che viene identificato come “turismo lento”. Ed in questo scenario l’enogastronomia si conferma essere elemento assai ricercato ed apprezzato in ogni esperienza di viaggio con l’affermazione di nuove forme, modalità e luoghi di fruizione caratterizzati dalla capacità di introdurre, coinvolgere e immergere il viaggiatore nella cultura della meta visitata. Il nostro Bel Paese è dotato di un’alta capacità attrattiva sul mercato globale grazie alle sue eccellenze enogastronomiche e possiede potenzialità che, se adeguatamente espresse, sono capaci di rafforzare la competitività italiana nello scenario internazionale ed essere da stimolo per lo sviluppo delle aree minori, creando valore economico, sociale e culturale che dura nel tempo. Le eccellenze enogastronomiche rappresentano una componente importantissima per l’economia e la cultura nazionale e offrono un’opportunità unica per valorizzare le tradizioni locali, i prodotti tipici e il paesaggio rurale proprio grazie a questo nuovo modo di viaggiare, con la capacità di generare flussi turistici e spesa aggiuntiva e far aumentare così la quantità dei luoghi e degli attrattori turistici migliorandone la qualità. Ma il turista contemporaneo non si accontenta di degustare sapori: vuole viverli, partecipando attivamente a momenti che celebrano il legame tra cibo, natura e cultura; insieme alla voglia di riconnettersi con la natura, i turisti richiedono spazio ed occasioni per stare insieme e condividere una passione comune. Per questo motivo eventi stagionali o culturali, legati al territorio, stanno diventando catalizzatori di flussi turistici. La ricerca di esperienze autentiche e irripetibili spinge i viaggiatori a pianificare itinerari in funzione di questi appuntamenti, che si trasformano in vere e proprie leve di attrattività per le aree meno note e più interne. Anche la nostra Val d’Agri si sta aprendo a questo nuovo modo di accogliere il turista e nei piccoli borghi sono sempre più numerosi gli eventi che regalano esperienze di questo genere.

Il ruolo dell’enogastronomia come elemento chiave per attrarre turisti e sostenere l’economia locale è ormai un dato indiscutibile sul quale costruire nuove opportunità per le aree interne e i piccoli comuni. Per chi vuole vivere questo nuovo modo di scoprire i luoghi in maniera più autentica la Val d’Agri offre anche prodotti di eccellenza che aiutano a scoprire natura, cultura e tradizioni dei piccoli borghi che li producono. È il caso del piccolo comune di Moliterno, tra i boschi silenziosi della Val d’Agri, dove il tempo scorre al ritmo lento della natura e in cui nasce un’eccellenza che profuma di tradizione, identità e passione: il Canestrato di Moliterno IGP. Non è solo un formaggio, ma una storia d’amore tra l’uomo e la sua terra. Ogni forma racchiude i gesti antichi dei pastori, la pazienza dei casari e il respiro delle stagioni che attraversano i “fòndaci” della stagionatura. La caseificazione del canestrato di Moliterno Igp rispetta ancora gli antichi procedimenti e la sua stagionatura avviene solo ed esclusivamente a Moliterno in questi locali posti nei sotterranei di ogni palazzo nobiliare o antica abitazione moliternese che, con pareti spesse non meno di 40 cm e almeno due lati interrati, consentono il mantenimento di un microclima particolare che assicura una temperatura costante intorno ai 12 gradi ed un tasso di umidità superiore al 90%.

Questo formaggio viene prodotto nel rispetto di un disciplinare di produzione con latte di pecora e di capra allevate prevalentemente a pascolo brado nell’ampia zona di produzione del latte che ricalca gli antichi percorsi della transumanza delle greggi

Per la sua produzione, la cagliata, viene pigiata in canestri (da cui il nome Canestrato) dei quali rimane il segno sulla crosta una volta che il formaggio è stagionato.

Nei fòndaci le forme di canestrato sono affidate alle costanti e sapienti cure dello stagionatore che assiduamente le ripulisce, le gira e le rigira sulle assi di legno locale di abete o di castagno fino ad ottenere un formaggio tendenzialmente dolce e delicato all’inizio della stagionatura (“Primitivo con stagionatura entro i 6 mesi), che evolve verso caratteristiche organolettiche più accentuate, con un sapore forte, aromatico e piccante (“Stagionato” dopo 6 mesi e fino a un anno, “Extra stagionato” dopo 12 mesi). A fine stagionatura il canestrato viene trattato con olio d’oliva, con aceto o con acqua di fuliggine ed è pronto per il marchio IGP, ottenuto nel 2010, che lo contraddistingue.

Le origini di questo rinomato prodotto sono antichissime, i primi scritti che attestano la sua esistenza risalgono ai primi decenni del ‘600. Dal 1700 l’attività di stagionatura si trasformò in una vera e propria tecnica organizzata, che ha reso celebre Moliterno in tutto il mondo tanto che nel XIX secolo, al porto di Napoli era presente il “Molo Moliterno” da dove si spediva il formaggio anche nelle Americhe.

Ogni anno, il 9 e il 10 agosto, il borgo dedica al suo prodotto principe “Le notti del Canestrato, longeva Sagra del formaggio pecorino di Moliterno giunta alla sua 43ˆ edizione. Ogni anno questo evento trasforma il paese in un palcoscenico di sapori, le vie del centro storico si animano con stand gastronomici, spettacoli musicali e mostre artigianali; i ristoratori locali propongono piatti che celebrano il canestrato, dalle ricette tradizionali a reinterpretazioni più moderne, permettendo ai partecipanti di scoprire la versatilità di questo pregiato prodotto.

E per tutto questo Moliterno è entrata a far parte ufficialmente della èlites delle 36 città italiane che, per storia e tipicità, possono fregiarsi del titolo di Città del formaggio”, riconoscimento importantissimo da parte della Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggio (ONAF) ottenuto nell’agosto del 2024 con le seguenti motivazioni:

  • Per la capacità dimostrata nel riportare il formaggio locale, il Canestrato di Moliterno IGP, ad una produzione significativa dopo anni di crisi;
  • Per l’entusiasmo della comunità locale verso la storia, la promozione e diffusione del formaggio;
  • Per l’ottimo evento di promozione rappresentato dalla Sagra del Canestrato IGP giunta alla 43esima edizione e che si tiene il 9 e 10 agosto di ogni anno.

La rete delle “Città del formaggio ONAF” è una iniziativa promossa dall’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggio nata nel 2020 che riconosce i comuni italiani, borghi, paesi e città simbolo di tradizione casearia, cultura gastronomica e sostenibilità economica legata alla produzione di formaggi, testimoni di una tradizione casearia secolare identitaria, e questo riconoscimento per il piccolo borgo lucano, è più di un titolo, è una consacrazione di identità.

Il 28 Marzo scorso il sindaco di Moliterno, Antonio Rubino, ha partecipato ad un evento in Campidoglio per il conferimento del titolo di “Città del formaggio” da parte di ONAF a Roma (Caput casei). L’iniziativa ha sottolineato l’importanza della rete tra le Città del formaggio per sostenere economia, turismo ed enogastronomia locali ed ha promosso la collaborazione tra le città del formaggio per valorizzare i propri prodotti caseari e stimolare lo sviluppo turistico.

Alla luce di questo si può affermare che il Canestrato di Moliterno rappresenta molto più che un formaggio, è un ponte tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione, è l’identità di un territorio.

In un mondo che corre veloce Moliterno ci ricorda quanto sia prezioso fermarsi ad ascoltare ciò che la memoria racconta attraverso i sensi. E il Canestrato parla forte e chiaro: è il sapore autentico di una comunità che ha fatto di questo formaggio il suo orgoglio più grande.

 

Agnese Rubino

 

Foto: Comune di Moliterno

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La Colonia di Cicogne di Gela

Gela Le Radici del Futuro - Lun, 04/28/2025 - 12:49

Nella piana di Gela potete assistere a uno straordinario spettacolo della natura…La colonia di cicogne più grande d’Italia!

Le cicogne le troverete lì sui tralicci della rete elettrica dove costruiscono enormi nidi visibili a occhio nudo o planare sopra i tetti delle vostre macchine mentre state percorrendo la strada Statale 115 Gela Catania.

La cicogna bianca, specie protetta che da sempre suscita curiosità e stupore, è qui che ha trovato il suo habitat ideale, accanto ai carciofeti e agli ambienti incolti, per nidificare e allevare i piccoli.

Questi grandi volatili arrivano nella piana di Gela intorno al mese di gennaio e iniziano a deporre le loro uova da marzo in poi quando le temperature si fanno più miti. E’ così che si è generata in pochi anni una vera e propria colonia, spontaneamente, senza l’intervento dell’uomo.

La presenza della specie è inoltre, un importante segnale della presenza di pascoli e colture senza l’abuso di prodotti chimici.

Ogni anno si registra in media l’arrivo di ben 100 giovani cicogne.

Le cicogne di Gela sono le prime ad essere state dotate di dispositivi Gps per monitorarle e studiarne i fenomeni migratori.

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IL RESPIRO DELLA VAL D’AGRI

CuoreBasilicata - Dom, 04/27/2025 - 09:00

In un’epoca in cui tutto sembra avere fretta, esiste un modo diverso di viaggiare che assomiglia più a un ritorno che a una partenza. È lo slow tourism, il turismo lento, che non ha bisogno né di itinerari frenetici, né di grandi strutture ricettive ma è fatto di incontri veri, sapori genuini e natura lussureggiante. Il turismo lento non è una moda ma un gesto d’amore per i luoghi, per chi li abita e per il turista stesso; il turismo lento è camminare sui selciati di piccoli borghi dimenticati, perdersi tra i sentieri che non portano solo da un punto ad un altro ma ti conducono dentro storie, volti, tradizioni. Questo tipo di turismo ti fa sedere a tavola con chi ti racconta da dove viene il vino che hai nel bicchiere, ti incanta davanti a un tramonto senza farti pensare alla prossima tappa, ti insegna un modo di muoversi lasciando una traccia lieve fatta di sorrisi e di incontri piuttosto che di foto veloci, ti aiuta a scoprire, viaggiando, la consapevolezza che la bellezza ha bisogno di tempo.

Ed esiste un luogo in terra lucana dove il tempo sembra voler avere un ritmo che si prende cura di te, dove ogni passo racconta una storia e ogni sguardo si perde tra dolci colline e boschi silenziosi, tra piccoli paesi con nomi antichi che custodiscono un’anima gentile, dove ogni sorriso è una porta che si apre, dove i riti religiosi uniscono sacro e profano e il dialetto si mescola al vento: la Val d’Agri. Immersa nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano è un piccolo paradiso per gli amanti del trekking e della natura con i suoi paesaggi da cartolina che cambiano colore ad ogni stagione e in cui la memoria è viva ed è pronta a farsi raccontare a chi ha il cuore abbastanza aperto per accoglierla.

Scegliere di visitare la Val d’Agri significa scegliere un turismo autentico, fatto di esperienze genuine, natura incontaminata e borghi ricchi di cultura. È la destinazione ideale per chi vuole rallentare il ritmo frenetico della vita di tutti i giorni, ritrovare un legame con la terra e vivere la Basilicata più vera.

In Val d’Agri non si corre … si cammina … si ascolta … si respira.

Qui non serve “avere fretta”, serve solamente il desiderio di ascoltare, sentire, vivere.

Qui non si va “in vacanza”, si torna a sé stessi, alla terra, alla meraviglia delle piccole cose.

Anche il tempo qui non corre ma cammina… cammina tra i sentieri di antichi boschi di faggi, tra i vicoli di borghi addormentati sulle dolci pieghe dell’Appennino Lucano. Non ci sono folle, né file interminabili di turisti davanti all’entrata delle chiese o dei musei ma ci sono ancora le nonne sedute sull’uscio delle case intente a ricamare i corredi per le giovani spose e gli anziani seduti al tavolino del bar a giocare a carte e a commentare le notizie del quotidiano appena acquistato in edicola.

Qui, dove il cielo si specchia nel grande Lago di pietra del Pertusillo e le nuvole accarezzano le cime del monte Volturino e del monte Sirino, si scopre un nuovo modo di viaggiare che non è solo un modo di muoversi alla scoperta di posti un po’ nascosti, ma è un modo di sentire e vivere quei posti.

Chi arriva in Val d’Agri lo fa in punta di piedi e trova accoglienza “vera”.

Chi arriva in questa terra è accolto dal profumo del pane appena sfornato nel forno di paese, è accolto dal “profumo della domenica” che sa di buon cibo, di festa, di ricordi di famiglia, di tradizioni antiche, è accolto dagli allegri schiamazzi dei ragazzini che giocano, ancora, a pallone per strada, è accolto da un silenzio che racconta storie mai scritte ascoltate dai nonni che riposano al sole sulle panchine della piazza del paese.

Ogni passo nei vicoli dei borghi della valle dell’Agri è come un ritorno alle origini, un dialogo con la storia e la cultura di questa terra dove la natura è ancora madre, custode e compagna di viaggio, un viaggio che non ha fretta, che insegna a guardare il muschio che cresce sugli alberi, a bere l’acqua che scorre limpida e cristallina tra le gole rocciose, a guardare negli occhi chi si incontra per strada. È un viaggio guidato dal cuore e non dal navigatore, ogni borgo custodisce un segreto, una leggenda, una ricetta assaporata con lentezza.

In questi luoghi il tempo non si misura in minuti ma in emozioni, il turismo lento in Val d’Agri è un invito a lasciare a casa l’orologio, a camminare tra ulivi e vigneti come si cammina tra i propri pensieri, è un invito a camminare come tra le pagine di un libro per ascoltare storie narrate davanti al fuoco di un camino. Il turismo lento è un turismo che non consuma ma contempla, che non si esaurisce in un selfie ma si custodisce nell’anima. Chi sceglie la Val d’Agri sceglie la lentezza, la verità, l’autenticità, sceglie di ritrovare ciò che conta davvero.

Agnese Rubino

 

Foto: Polifoto

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I documentari animati di Gela le Radici del Futuro proiettati nelle scuole italiane

Gela Le Radici del Futuro - Mer, 03/26/2025 - 17:52

 

 

 

BriksLab, la piattaforma didattica digitale utilizzata da migliaia di classi, di comune accordo con l’associazione Scuola Senza Zaino, ha selezionato i tre documentari animati realizzati da Gela le Radici del Futuro per la diffusione nelle scuole italiane.

Raggiungeranno così anche una grande platea di insegnanti, studentesse e studenti.

I tre documentari animati sono visibili a questi link

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