Cosa fai quando tua figlia di 9 anni ti urla:"Sei un mostro! Ti odio!"?

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(Laboratorio “Genitori sull’orlo di una crisi di nervi.”)

Cavoli acidi!
Sopratutto perché lei è così piccolina e determinata e tu la ami così tanto!
Ma cosa fai? Non puoi far finta di niente sennò diventa una teppista cocainomane.
Il mio dramma educativo è iniziato alle 7 di mattina. Non voleva alzarsi. Il solito problema che la sera fa resistenza ad andare a letto e la mattina casca di sonno.
Ci sono genitori che ammiro che riescono a mettere a letto i piccoli subito dopo Carosello (ore 21, per chi è nato dopo gli anni sessanta).
Io non ci sono mai riuscito. Mi manca la disciplina mentale. E’ un virus di sinistra.
Alla fine, dopo aver tentato ogni sorta di malattia la mia piccola si è alzata. Ma come forma di vendetta mi ha annunciato che voleva il panino con la mortadella. Sospetto che ami la mortadella solo per rivalsa contro di me perché sa che sono bio vegetariano osservante. Lei è carnivora per parte di madre e ha l’intelligenza sociale di sfruttare questa contraddizione a pacchi.
Ma siccome io sono un ecologista duro, e ho vissuto la sconfitta militare degli anni settanta, avevo previsto che prima o poi sarebbe successo. E così mi ero attrezzato con una rivoluzionaria mini mortadella biologica realizzata solo con maiali equi e solidali. Quindi ho tirato fuori il mio asso nella manica per difendere gli intestini filiali e ho iniziato a affettare. Ovviamente prima ho assaggiato la mortadella (io vegetariano, cuore di padre) per accertarmi che fosse veramente il non plus ultra delle mortadelle.
Essa lo era.
Stavo affettando, con minuzia e un coltello da me affilato personalmente al livello “Spada Samurai 1” quando essa (mia figlia amatissima) mi ha detto: “Io voglio la mortadella della Merisana” (Intendendosi per Merisana, la Merisana di Casa del Diavolo da cui il nome dell’omonimo negozio supermarket). Risposi rigidamente, finendo di impacchettare, grossomodo:”Questa è la miglior mortadella del mondo, migliore anche di quella di Prodi. Se vuoi mangiar mortadella alla mattina, invece delle cialde di riso soffiato bio, con la marmellatina bio, con la tisana bio, son cavoli tuoi. Ma sei obbligata a mangiare comunque carne decente. Possibilmente non umana. Sono un padre responsabile e ti ho pure comprato quelle cavolo di vaschettine di mela frullata (BIO!) apposta per te. Piccola ingrata!”
Allorché si apre una guerra silenziosa.
Mi fermo poi davanti alla Merisana per comprare il panino fresco che è ovvio che se provo a farle il panino con il fettone di pagnottone bio mi strozza. Ma lei si intigna. Mi risponde male e io sento il sangue che sale agli occhi, mentre sto infilando, nel panino tagliato a metà, le fette di mortadella affettate meglio di un pescivendolo giapponese cattivo e impacchettate in un cazzo di film alimentare senza minchie di sostanze tossiche che si sciolgono a contatto coi grassi alimentari.
Che fare?
Premetto che con mia figlia non vale nessun tipo di minaccia, castigo o altro.
Lei è quietamente disposta a accettare qualunque punizione piuttosto che piegarsi.
Ed è una qualità che certamente non intendo ammansirle. So che nella vita le sarà più utile di qualunque altra cosa.
Ma d’altra parte qui è in gioco uno scontro epocale sul buon senso. Essere stupidi è inaccettabile. Esserlo per dispetto di più.
Quindi inutile punirla, immorale e disastroso picchiarla (non ho mai dato uno schiaffo a un bambino).
Lasciar correre sarebbe folle e distruttivo per la sua personalità.
Che fare?
Mi viene in mente che conosco una sola mamma che ha risolto in 5 ore il problema della tossicodipendenza di suo figlio.
Ha saputo alle 10 di mattina che lui (17 anni) si faceva le pere e alle 15 del pomeriggio erano su un aereo diretto nel deserto del Sahara. Detto fatto. Hanno passato i successivi 4 anni a fare il giro del mondo. Posti meravigliosi come la giungla Amazzonica, le vette del Tibet, l’Oceano Pacifico, dove non trovi una dose di eroina nel raggio di 500 chilometri.
Quando sono tornati il ragazzino aveva scoperto il senso della vita e sapeva come affrontare un coccodrillo bianco con un macete arruginito. Dell’eroina non gli importava più niente.
(Tra l’altro il costo del recupero è stato molto basso: con quello che spendi a Milano per una cena in pizzeria nella giungla ci vivi un mese. Lì non ci sono molte occasioni di fare shopping.
Il mio ragionamento è stato: devo fare qualche cosa che le dia tutta la mia attenzione (dietro le rabbie dei bambini c’è sempre un desiderio di ascolto e di attenzione), deve essere qualche cosa che la costringa però a fare i conti con i risultati disastrosi che la sua meravigliosa testardaggine rischia di provocarle se la usa male.
E deve essere qualche cosa che dà il risultato subito. Non oggi pomeriggio. Adesso.
Faccio un rapido conto della mia agenda mentale. Decido che non c’è nulla che non possa rimandare di fronte a questo problema con mia figlia. Fermo l’auto vicino alla scuola. Ma invece di portarla in aula le dico che dobbiamo camminare per schiarirci le idee. Poi mi calmo e le spiego che non posso fare nulla per cambiare il suo atteggiamento di dispetto e mancanza di rispetto. Quindi camminiamo fino a che non ragioni. Non posso picchiarti, non posso convincerti, posso solo…
In effetti non so cosa sto facendo. Difficile definirlo. So solo che sono disposto a continuare a camminare INSIEME a lei, volendole bene ma essendo inflessibile, fino a che lei non inizia a ragionare di nuovo. Sono disposto ad arrivare fino a Umbertide.
E in fondo lo trovo divertente: camminare insieme è sempre un’avventura. Il senso dell’avventura è fondamentale per i bambini. A nove anni non si sopporta una vita piatta.
Ma lei si incavola a bestia, urla, si butta per terra, piange, emette quantità inverosimili di nariccio e mi dice la fatidica frase:”Sei un mostro! Ti odio!”.
Io ci resto male perché la adoro.
Ma rifletto sul fatto che è legittimo che lei mi odi. E devo darle il diritto alle emozioni se voglio crescere un individuo intero e “in piedi”, non spezzato.
La tiro su da terra gentilmente, le do’ otto fazzolettini (uno non basta) e poi la spingo morbidamente perché inizi a camminare.
So che sarà dura perché mia figlia si fa 7 chilometri a piedi senza problemi, giusto per fare quattro passi. Ma spero che con questo freddo resista un po’ di meno. Mi fermo a chiuderle bene la giacca a vento.
Lei resiste, resta indietro, rallenta il passo. Io non intervengo più perché comunque sta camminando.
Le devo lasciare il diritto al punto della bandiera. Non devo vincere, devo solo metterla davanti al problema e farla riflettere su quello.
Quindi rallento anch’io. Mi metto dietro di lei e le lascio scegliere l’andatura. Pianissimo. Ma so che camminare molto piano fa bene. Richiede più ascolto delle sensazioni. In pratica mia figlia sta facendo un esercizio di Tai Ci. E sicuramente fa bene anche a me. Cammino e sbadiglio. Siamo sotto zero ma inizio a scaldarmi.
Dopo 3 chilometri mi dice “Torniamo indietro.”
“OK.”
“Però non vado più a scuola oggi.”
“Col cavolo.”
“Allora camminiamo.”
Dopo un altro chilometro la invito a riflettere sul fatto che tutta la strada che facciamo in avanti poi la dobbiamo rifare al ritorno. Non vacilla.
Dopo un altro chilometro arriviamo al sottopassaggio della super strada. Brutto, buio e sporco.
Lei vede un topo morto e un coltello.
“Torniamo indietro.”
Finalmente.
Torniamo indietro.
Le do’ la mano e la infilo nella mia tasca per scaldarla.
Chiacchieriamo e lei mi fa notare un sacco di cose che ha visto, come il topo e il coltello che non avevo notato. C’è
un giardino con un gatto scolpito in un cespuglio.
I due cani bruttissimi, magrissimi e incazzatissimi che da dietro una recinzione ci avevano abbaiato contro all’andata non ci sono più. Chiacchieriamo e tutto lo scontro sembra dimenticato.
Al ritorno camminiamo più veloci e dopo aver raggiunto l’auto andiamo a berci un latte caldo.
La lascio a scuola. Prima dell’inizio del dramma e della marcia avevo avuto l’accortezza di infilarle panino e succo di mela bio nella cartella.
Così non devo tornare sulla storia.
A pranzo parla con la mamma:”Questa mattina col papà siamo andati a fare una passeggiata invece di andare a scuola. Sono arrivata in classe alle 10 e un quarto. Stavano facendo merenda.” Non c’è ombra del dramma che abbiamo vissuto. Miracoli della condivisione.
Di nascosto controllo se in cartella cìè il panino. Non è importante se l’ha mangiato o meno ma sono curioso. Ne ha mangiato un terzo. Meglio. Ma sarebbe stato bene comunque il panino non era più il centro del problema. Era l’atteggiamento il problema. Taglio via il pezzo di pane sbocconcellato, affetto in 6 triangolini il panino rimasto, lo guarnisco con fettine di finocchio e lo metto in tavola. C’è un’amica della sua classe. Tutti ne prendono una fettina. Io non dico nulla. Se notassi il fatto ricreerei una gara e sarebe un disastro. Coi figli non bisogna vincere. E’ solo vietato perdere sulle questioni etiche. Sul resto si può perdere sempre.
Questi i fatti. Mi farebbe piacere conoscere il vostro parere e sapere se e come avete affrontato momenti di rottura simili.
Apriamo un laboratorio?

PS
Vorrei che il mio racconto non venisse interpretato come un invito a fare come me. Non so se ho fatto bene e non credo che l’importante sia COSA ho fatto ma COME, con che spirito, l’ho fatto. E’ poi dà considerare che camminare con mia figlia è una consuetudine che le fa piacere.
Inoltre io sono un reduce col mito della Lunga Marcia. E mia figlia lo sa. Inoltre il mio comportamento è stato inusuale. E anche lo stupore è essenziale in questo tipo di gioco. Le stesse azioni in altri contesti potrebbero essere disastrose.


Commenti

ciao jacopo,

a volte, i casi della vita... mi hanno appena incaricato di preparare un laboratorio di formazione per educatori (che non hanno studiato nulla di pedagogia) che devono lavorare con giovani adolescenti delle baraccopoli di santia. Praticamente nulla, vero? e stavo girando un po' per vedere cosa si trova, formare educatori in tre mattinate è praticamente impossibile, avevo bisogno di spunti nuovi, e guarda un po' cosa ti incotro... una illuminazione. Nella mia tesi universitaria sulla stupidità concludevo che per vincere la stupidità bisogna fare qualcosa di assolutamente stupido (animal house docet) o di geniale, non tutti sono dei geni, però sforzarsi di fare qualcosa di insensato è alla portata di tutti (e a volte funziona anche nelle relazioni di coppia)
grazie
kuda

www.kuda.tk

L'idea di farla camminare è servita sicuramente a distrarle l'attenzione sul motivo per cui era incazzata, ma secondo me non le ha fatto cambiare idea sul fatto che la mortadella bio è meglio di quella del supermercato.
Ti parla la figlia di 2 macellai, nata in campagna cresciuta a pane salame e vino...davvero!
Il salame ce lo facevamo in casa (ho 30anni quindi io lo vivevo da spettatrice ed aiutante) con i nostri maiali.
Sono cresciuta con il concetto di mangiare ciò che fa bene, ciò che è "naturale"...anche se non "legalmente" bio.
Se avessi un figlio e mi facesse una tirata del genere, cercherei di spiegare perchè è meglio e fargli vedere con i propri occhi dove stanno le differenze.
Falle vedere dove i maiali hanno spazio per camminare e mangiano bene, e quelli invece che sono rinchiusi senza luce all'ingrasso.
Falle vedere che differenza che c'è nel colore del tuorlo d'uovo di gallina che sta nell'aia e di quelle di batteria, senza parlare del sapore che è molto diverso!
Falle capire che la qualità nn è nel nome Bio, ma nel perchè si chiama Bio, che rispetta la natura, gli animali (scusa anche se sei vegetariano, ma nn entro nel merito del discorso), e soprattutto il corpo.
Son cresciuta con i nonni che mi facevano sentire il mosto appena fatto alle 6 del mattino prima di andare a scuola, anche se era pieno di moscerini, e ora non prenderei mai un Tavernello e la stessa cosa con le verdure che vengono dal nostro orto e gli altri alimentari. Questo mi ha poi "condizionato" la scelta sulle medicine, che non uso, ma mi curo solo (finchè possibile x ora) con le erbe e su tante altre cose che ho imparato vivendo a pieno contatto la natura in tutta la sua evoluzione.
Ho toccato con mano e testato i prodotti fin da piccola, giocato con animali improbabili e solo provando di persona ho capito cosa era meglio e cosa no.
Farei fatica a vivere in città e tu hai la fortuna e ti sei sbattuto (e ti stai sbattendo) di vivere in una città verde, quindi sei già un passo avanti, oltre al fatto che sei una persona bella.
Son certa che se vive di persona la realtà non si porrà più il problema di sgridare il papà, ma dirà "io son fortunata, perchè mio papà mi ha insegnato che...".
Un abbraccio
Stè

Caro Jacopo
ma come fai a resistere ad un bel pezzo di pizza con la mortadella?
E' un piacere al quale è difficile resistere e mi sembra che tua figlia in questo si avvii a superare il maestro (genitore).
A parte gli scherzi, credo che tu ti sia comportato nel modo più giusto, che non è affatto il più semplice......anzi, penso che per arrivare ad avere la paziensa e il buon senso che servono per gestire una situazione come quella che hai raccontato, ci voglia chiarezza su noi stessi, sui nostri figli e sul rapporto che dovrebbe esserci fra loro e noi.
Sembra scontato, ma non lo è affatto!
Da quello che vedo e che sento non mi sembra di vivere in un mondo popolato di gente che sa chi è, piuttosto vedo gente che è il frutto di una ideologia del consumo, del possesso, della violenza, della confusione; è il frutto della fretta, della superficialità, dell'arroganza.
Potrei continuare ancora per molto, ma il senso è quello di dire che noi non sappiamo chi siamo e non abbiamo consapevolezza di quello che realmente facciamo, e allora:
che genitori possiamo essere?
come interpretare il nostro ruolo?
cosa possiamo insegnare?
Il tuo racconto dimostra che ogni volta che i figli ti mettono davanti un problema,di fatto mettono in discussione la tua vita....le tue scelte.
Tutti siamo disposti a dire che i figli sono una cosa meravigliosa, che sono la più bella esperienza della vita, ma quanti sono poi disposti a spendere una mattinata, magari dovendo rinunciare alla chiacchierata con le amiche o dovendo rimandare un appuntamento di lavoro, per cercare di comunicare con loro, per cercare di dimostrargli che sono veramente la cosa che amiamo di più.
Fretta....approssimazione, queste sono le cose che governano il rapporto con i nostri figli.
Sarebbe stato molto più facile per te dare due sonori sculaccioni a tua figlia.
Che capisca chi comanda!
Che capisca che prima di intraprendere una battaglia è meglio considerare i rapporti di forza.
Che capisca l'arte della diplomazia e del compromesso.
Che capisca l'arte subdola dell'inganno, della ruffianeria.
Che capisca infine la ragione della violenza....della legge del più forte.
Sì, sarebbe più facile, ma tu come me e come tanti altri, sei figlio dell'utopia che riconosce a tutti gli uomini pari dignità, stessa possibilità di esprimere se stessi.
Siamo figli di una libertà ancora da conquistare e per questo rallentiamo il nostro passo,
per questo siamo disposti ad ascoltare,
ad amare,
ad abbracciare,
a condividere,
a capire
e tanto di più lo faremo con i nostri figli.
Vedi Jacopo....mi verrebbe da dirti Bravo, ma tu soprattutto sei stato onesto....Onesto con te stesso, perchè hai riconosciuto a tua figlia, la stessa libertà (anche d'incazzarsi)che pretendi per te, e la stessa speranza che in quei momenti, qualcuno, senza fretta, possa fare una lunga passeggiata con te.

Un abbraccio da Angelo

Attenzione però: è giusto comprendere la rabbia e la ribellione dei nostri figli; ci fa pure piacere, ci rivediamo in loro, io sono contenta quando mi accorgo che le mie figlie non si piegano al sistema, agli ordini, quando vogliono fare di testa loro. Ma, secondo me, è importante anche non negare il confronto e il conflitto: insomma, un po' di sana incazzatura anche da parte nostra (che mica vuol dire bastonarli o prenderli a sberle, of course!!) secondo me è positivo, devono imparare anche la dialettica...come dire, accesa. Attenzione però: il risultato poi è che, ad esempio, mia figlia di 12 anni adesso dialetticamente sta imparando a fregarmi!!! Ma io ne sono fiera, non ha problemi a dibattere con i professori (con i suoi "pari" non ci trova già alcun gusto) e a sostenere la sua idea anche se tutti gli altri remano contro. Perciò, secondo me, il conflitto, l'incazzatura dei figli, a volte dev'essere sfogata, buttata fuori, non sempre compresa e assecondata: i bambini, i ragazzi, hanno bisogno di esprimerla, e noi dobbiamo raccoglierla. Poi, appunto, ognuno lo fa a suo modo...

Caro Jacopo,
condivido gran parte delle tue preoccupazioni e osservo che:

1 - una mortadella della Merisana una volta ogni tanto non uccide nessuno
(non vorrai che tua figlia una volta diventata grande partecipando a qualche gruppo di crescita, ad. es. un gruppo gestalt, debba rievocare l'episodio della mortadella della Merisana negata a 9 anni?)

2 - il problema in fondo non sembra la mortadella, ma il fatto che le tue aspettative su tua figlia inizino a divergere rispetto ai suoi desideri, oggi è la mortadella della Merisana, domani sarà un'altra cosa. Il fatto che tu stia dando molta importanza alla cosa crea in tua figlia una reazione quasi energeticamente di opposizione, come due calamite con poli identici messi di fronte, e attenzione che non serve che tu faccia finta di niente, chè tua figlia lo capisce lo stesso.

3 - a volte le influenze genitoriali troppo rigide ottengono, soprattutto nel lungo termine, risultati opposti (esempio: mia madre, maestra elementare, quando ero piccolo mi ha massacrato le vacanze estive con quei perfidi libretti di esercizi per le vacanze, che c'erano ai miei tempi come sussidio didattico, quale è stato il risultato? che non posso studiare senza avere un moto di rifiuto, se c'è un esame da fare non ho piacere nello studio [non sempre però] rimando sempre all'ultimo momento, poi dopo l'esame mi leggo tutto con molto più interesse)

4 - da piccolo non mangiavo carne perchè non mi piaceva proprio, a tavola era una vera tortura, non mi potevo alzare fino a che non terminavo tutto o quasi (non mi potevo alzare perchè lo sapevano che masticavo sempre lo stesso boccone e poi di nascosto andavo a buttarlo da qualche parte, sotto i mobili) risultato, ho un cattivo rapporto con il cibo e per contrasto da grande mi sono mangiato le peggiori schifezze possibili [tra le altre cose la carne di allora era piena di ormoni, e quindi il mio comportamente era molto più saggio di quello dei miei genitori]

Detto questo non chiedermi che farei io al posto tuo perchè non lo so proprio, comunque sono d'accordo sul fatto che a volte non è tanto "quello" che fai ma "come" lo fai che fa la differenza.

Saluti
Lucio

P.S.
che succederebbe se una volta a settimana tu preparassi personalmente un panino con la mortadella incriminata e offrendolo a tua figlia le dicessi:
"mi raccomando mangialo tutto e non lasciare niente, ci tengo che una volta a settimana ti gusti la mortadella della Merisana fino in fondo"?
[una strategia paradossale che potrebbe essere efficace]

Ottima scelta quella di camminar: in un rifugio sui monti del vicentino, Il Pasubio, c'era un cartello che ho imparato a memoria: camminare pulisce il cervello e rende allegri.
Ma ricordiamo una cosa non banale da genitori che sono stati bambini.
E' fondamentale che i nostri figli imparino (e qui sta a noi essere intelligenti) che qualche volta possono anche essere più furbi dei grandi.
Quindi se scopri che un figlio ti ha fatto un tiro mancino, ma di quelli piccoli, non roba plateale o di principio, lascia correre ogni tanto. Non sto istigando a una pigrizia "educativa", ma a una specie di briglia più lunga (per quanto io odi le briglie).
Dobbiamo capire che ogni tanto si deve lasciar correre qualche sciocchezza, mentre in altri momenti occorrerà intervenire più rapidi di Svicolone.
Questo eviterà anche, cosa non secondaria, che molti genitori inizino ad odiare la loro stessa voce usata per lo più per reprimere sgridare sorvegliare, insomma per tenere le briglie corte.

Ciao Jacopo,
volevo farti i miei complimenti per come hai gestito la situazione con tua figlia. Sei stato creativo nella ricerca di una forma di comunicazione che portasse la sua attenzione su di Voi escludendo il resto (il camminare) e su qs posso dirti che ci vorrebbero più genitori così (da "ex" pedagogista/insegnante/educatrice);
Hai spostato la questione non sul vincere in quanto genitore volendo rimarcare la tua "autorità" ma sull'atteggiamento di ostinazione per farla riflettere su se stessa;
inoltre come già qualcuno ha scritto, hai trattato tua figlia con gli stessi tuoi diritti, come il volere un cibo che tu non approvi o avere il diritto come te di esprimere la sue emozioni.
Tranquillo, sul tuo essere mostro, lo sai che scherzava dai! ;oD
Buona giornata
Silvia

Ciao Jacopo,
è bellissimo quello che hai fatto, perché la cosa importante era stare con lei in maniera inusuale. Altro che manuali che hanno la pretesa di insegnarti i comportamenti con i figli (col cavolo che funzionano!). La strada devi trovarla tu, ma quello che ciascuno di noi può imparare da questo è l'approccio che hai avuto tu a questo tipo di problematica: entrerà tardi a scuola lei, entrerò tardi al lavoro io (so che non è un problema tuo, ma c'è chi ce l'ha!), ma la cosa fondamentale è passare del tempo insieme e non parlare della cosa perché la predica è l'ultima cosa che ci vuole in questi casi. Difficilissimo, ma bellissimo.
E dunque, bravo ancora una volta!
Andro

Io sono molto fortunata perchè ho un maschio e noto che le ragazze sono molto più problematiche insomma strarompono abbastanza. I ragazzi invece in genere non polemizzano.
Con Andrea mio figlio mi e' capitato in passato di dover gestire polemiche sterili come quelle della mortadella, insomma qualunque cosa fai non va bene ed io ti critico. Di solito con pazienza granitica sopporto, rispondo a modo cerco di accontentare le sempre ulteriori richieste, alcune volte però oltre ad un certo limite non si va, mi ribello. E come dire: ho capito che stai dimostrando un disagio ma sono umana anche io perciò non esagerare.
Infatti penso che questi escamotages sono utilizzati dai nostri pargoli ( mio figlio lo faceva già a 2 anni!) per esprimere un disagio che va oltre la mortadella ma riguarda il bisogno di sentirsi amati e considerati. Per molto tempo andrea lo ha fatto e da quando sono separata la situazione è migliorata perche sono più serena e disponibile io. Ho imparato a lasciar perdere la preparazione della cena ed a giocare e dedicarmi a lui prima di pensare a dargli da mangiare.(considero la nutrizione una cosa fondamentale).
simonalba

Che bello, quando hanno solo nove anni e ti dicono "ti odio!", perché è vero, è verissimo, ma solo per il nanosecondo in cui lo dicono.
Poi è più un gioco di forze.
Vedrai quando ne avrà 20 e farà la stessa cosa (perché l'adolescenza si è spostata in là), con quel corpo da donna, quella maturità (a volte) da donna... e ti odia davvero. Per più di un nanosecondo. :'(

Il mio parere sulla tua esperienza? Ti invidio per la pazienza, che io non ho.
Trovo che lo spirito con cui l'hai fatto sia quello giusto [anche se anch'io tengo per la mortadella e altre schifezze ;) ].

Auguri

Franka

io non ho figli, però come educatore mi sento chiamato in causa.
Venerdì abbiamo fatto un incontro con tutti i gruppi di giovani con cui stiamo lavorando nelle baraccopoli di santiago, più di 60 ragazzi tra i 10 e i 18 anni, un bel casino, però siamo riusciti a fare tutto quello che avevamo pensato, compresa una messa in scena teatrale. L'unica cosa che alcuni giovani di un gruppo si sono pre
si una sgridata per essersi allontanati dal posto della riunione.
Ieri c'era l'incontro con uno dei gruppi, quando arrivo, di 20 giovani ne trovo solo 3, mi dicono che gli altri non sarebbero venuti per non beccarsi la sgridata per il loro comportamento del venerdì.
Cosa fare?
ho preso i panini che avevamo preparato per la merenda del gruppo e i tre giovani e abbiamo fatto il giro della baraccopoli andando casa per casa di tutti i compagni soltanto per portargli un panino ed invitarli ad una nuova feste per il prossimo mercoledì, tra la sorpresa di presenti ed assenti per l'assenza di sermoni e sgridate.
Tornati al punto di incontro c'erano altri 3 giovani, abbiamo mangiato i nostri panini, e poi li ho inviati dai loro compagni a portar loro il messaggio che nessuno era arrabbiato con loro, e che il fatto che non fossero venuti era stupendo, perchè voleva dire che già avevano fatto da soli il percorso di ripensare agli eventi del venerdì, e tra l'altro che dicessero che io ero contentissimo per come fosse andato quell'incontro.
mercoledì vedremo se ho azzeccato le mosse.
Kuda

www.kuda.tk

ho scritto un articolo specifico che forse potrebbe esserti utile: Cosa fare per abbassare il livello di violenza e bullismo tra i giovani.. Racconto un po' della mia esperienza con ragazzi "devianti".
Un abbraccio e auguri.

grazie mille davvero...
kuda

www.kuda.tk

Dicono che è un buon impulso quello che porta a ribellarsi.
E' una prima timida ed un po' imbranata affermazione di sè.
(sento qualcuno che ride...)
Ma se era prosciutto cotto di Praga che facevi?
Volantinavi tutta Roma?

Voglio iniziare il mio commento con le parole di un grande pedagogista: "Nessuno educa se stesso, nessuno educa nessuno. Gli uomini si educano tra di loro" (paul Fraire).
Ho iniziato con queste parole, perché quel che è accaduto a te e a tua figlia è stato un bellissimo educarsi a vicenda, credo sia stato questo lo spirito che ha mosso le tue azioni, quella mattina, ma anche le sue.

Probabilmente se non ti fossi messo in ascolto del suo disagio e non fossi stato "fermo" su un principio che volevi passarle, quel "papà ti odio" non sarebbe uscito.
Sicuramente se lei non avesse rallentato il passo, se non avesse deciso di darVi una possibilità, non avresti notato quei bruttissimi cani, il topo e il coltello e avrebbe raccontato a mamma del vostro conflitto.

Momenti di rottura simili non ne ho ancora vissuti con Jacopo (mio figlio), ma ha solo tre anni e riesce comunque a spiazzarmi con i suoi assoluti, dove non v'è spazio alla mediazione, quindi rimango ferma anch'io su quelle poche questioni "etiche" a cui tengo, e su tutto il resto mi metto in ascolto e cerco di imparare, di educarmi mentre provo ad educarlo.
Cedo sul bon ton, sullo stare a tavola, sull'andare a letto presto, sul saltare a pié pari sui divani, sullo scrivere sui muri, c'ho un virus più grave del tuo, mi sa.

Poi magari tra qualche anno sarò qui a chiedermi perché quel "mamma sei un mostro", ma che dubiti pure sulle mie origini e manifestazioni, ma non sul mio amore.

Credo tra l'altro che "quelle poche questioni etiche" oltre che dall'amore debbano essere supportate dall'esempio, nulla è più educativo. Certo, questo comporta che non puoi più sbagliare, non devi sgarrare un attimo adesso, nemmeno nel deserto e in piena arsura potrai berti una cocacola della Merisana, ma duro e puro dovrai cercare dell'acqua Bio che non rovini l'ecosistema dell'unica oasi nel raggio di qualche kilometro.

I bimbi sono terribili in questo, hanno una logicità da spavento.
Il mio qualche giorno fa, per zittirmi che lo invitavo ad andare a dormire da solo (da noi si fa co-sleeping selvaggio), mi ha risposto con un tormentone che io uso spesso:

"scherzi? siamo una famiglia, facciamo TUTTO insieme".

Comunque è bella quest'idea del laboratorio, se vuoi io ho a disposizione un po' di mamme pronte a dirti la loro (abbiamo un forum da tre anni dove ci intrippiamo in discussioni del genere per interi giorni) e possiamo fare un gemellaggio "genitoriale" (che è orrendo come termine ma a quest'ora non me ne vengono altri).

Io poi ti devo ri-ringraziare per un bellissimo drago che hai mandato al mio Jacopo tramite un amico comune (carlo di BS).

fammi sapere, paola.

(non metto qui il link del forum e del sito per non dare l'idea di spammare)

sono pienamente daccordo con cos...anche io penso che il trasgredire x una volta non è poi la fine del mondo!!!...
...inoltre penso che la ragazzina si ribelli al cibo vegetariano anche perchè vive tra persone che non lo sono...vede mangiare le merendine,panini con nutella,pizzette,patatine fritte...e lei si ritrova col suo cibo bio...non è facile!!..specialmente alla sua età!!
Volevo inoltre sottolineare un sistema che uso io..passegiata si ma importante è parlare alla ragazzina e spiegarle il perchè del divieto,farle capire il proprio pensiero e darle la facoltà di scegliere...se giochi bene le tue carte e fai l'amico e non il padre..vedrai che capirà e ti seguirà!!!...dalle tempo per pensare e sii molto umile!!
I bimbi quando si sentono trattati da "grandi"di solito danno maggior ascolto!!!
In bocca al lupo...Alison

vorrei tanto sapere il link del forum e del sito...come fare..se lascio la mia e mail...mmm

Sul virus di sinistra sono stramazzata: è proprio così, ah ah ah!
Noi siamo nemmeno quattrenni ma mi son già beccata diverse volte il più semplice ma equivalente "non ti voglio più"... scoprendomi di una maturità impensata perchè non ci resto male! :D
Tremo al pensiero di quando comincerà ad opporsi per il gusto di farlo e scoverà i miei punti deboli, ma confido che avendo rispetto per la sua personalità nascente, e non cercando di impormi, le cose vadano almeno benino... sperando di essere un buon esempio.
I conflitti, più semplici di concetto, esistono già anche coi bimbi piccoli come saprai (il carattere della tua bimba sembra simile a quello della mia), per adesso nel nostro caso l'unica cosa che sembra funzionare è il "va bene fai come vuoi ma tieni presente che... ecc"
Ecco, ha iniziato un po' a fidarsi di quello che le dico (dato che cerco sempre di dirle la verità su quel che succederà ecc) e se è in un momento abbastanza ragionevole è molto bello cavarsela in questo modo.
Una cosa che non sempre riesco a mettere in atto, ma che mi sembra importantissima, è quella di mantenere la calma e concordo con te che "movimentare la situazione" con un comportamento inaspettato, inusuale, possa essere utile.
SUl fatto di non poter perdere sulle questioni etiche, non so se sono totalmente d'accordo o per lo meno forse non ho capito bene cosa intendi.
Nel tuo caso si è trattato di una pretesa assolutamente irragionevole da parte di tua figlia, cioè una mortadella è una mortadella... bio non può che essere meglio e non dovrebbe far la differenza per lei (semmai per il tuo portafoglio). Io non so perchè tu sia vegetariano, ma se è una scelta etica mi sfugge la differenza fra il fatto che lei mangi la mortadella ed il fatto che mangi una mortadella non bio.. cioè l'essere vegetariano è una scelta personale, mentre l'utilizzare alimenti bio no?
Insomma è solo il comportamento di opposizione che non ti è piaciuto? oppure per te è importante non utilizzare proprio la mortadella della Merisana (o simili) nemmeno una volta?
Quello che voglio dire è: non avrebbe potuto essere più d'impatto un ironico "ok se vuoi quella mortadella.. costa pure meno!", quindi non accettare lo scontro ed accontentarla e poi magari nel tragitto verso la scuola, senza conflitto sulla mortadella, spiegarle senza pretesa di convincimento, ma solo a livello tuo personale, perchè TU fai certe scelte?
Non sarebbe stata una sconfitta, ma una strategia che punta ad una vittoria più sostanziale!

Confermo l'invito della mia collega qui sotto: sarebbe bello se tu venissi a parlane con noi, nella "forma forum" che è più adatta della "forma blog" a questo genere di confronto!

avrei comprato panino e coca cola.

http://www.enciclopediauniversale.it/areariservata/forum/viewtopic.php?t=10820

Che facciamo li scriviamo o no, sti programmi "altri" per le scuole elementari?

Ciao a tutti, non saprei dove scrivere questa copia di una bozza di lettera al "mio" sindaco.

Visto che si tratta di scuola copio incollo qui. Se qualcuno ha qualche suggerimento, su come protestare, su come interagire con il Comune, e capire di chi sono le responsabilità, vi ringrazio.

MOlti dicono che la protesta è inutile, che tanto non ci sono soluzioni... insomma pecoreeeeeeeeee...

Egreggio Signor Sindaco di Pantelleria,

e a tutti quelli che vogliono bene a Pantelleria.

Il comitato genitori, si chiede:” quale futuro per i nostri figli?”

Deve proprio cadere una pietra per risvegliare l’attenzione, su quello che è il nostro futuro, e cioè i nostri figli? Si, perché la fortuna, la provvidenza ha voluto che i pezzi di intonaco di circa 800 grammi, dal tetto sono caduti di notte. Ma se cadevano di giorno in testa ai bambini, mi chiedo chi avrebbe pagato i danni? E visto che danni non ci sono stati, la nostra protesta di non mandare i figli a scuola, sembra esagerata per alcuni. Deve proprio scappare un morto per legittimare una protesta?

Protesto perché da anni nessuna manutenzione viene fatta nelle scuole, sia di Pantelleria, che Scauri e Khamma. Tutti dite di avere le mani pulite, che è tutto in regola. Ma se cade un pezzo di tetto, chi ne risponde? Nessuno, perchè nessuno è morto?

Inoltre mi chiedo quali strutture ospiteranno le scuole elementari per i prossimi due anni,

o per essere ottimisti, il prossimo anno?

Cosa ne sarà della scuola che non diventa più un diritto, ma un obbligo a “ztupparesse” i doppi turni, in una struttura anni ‘20, rattoppata varie volte, e di cui alcuni progetti si sono persi?

E’ lunga la storia di questa scuola, che ha cresciuto la maggior parte di noi.

Ce la ricordiamo bella? Giocosa  famigliare?

Mi chiedo come ricordano i panteschi la loro scuola elementari?

Oggi che istruzione diamo ai nostri figli?

Raggiungeranno gli obiettivi, in famiglie di corsa, prese da doppi turni?

Si tratta di rivoluzionare l’intero orario famigliare? “Beh, ni l’avemo a zuppare sta minestra?”

Sono perplessa,,,

E faccio appello alle forze politiche sociali per risolvere questo problema, che non è da poco.

O forse i disagi delle famiglie, l’attenzione al loro benessere passa in secondo piano, rispetto all’organizzare feste per i vip? Questi vip! Che quando c'è da mostrarsi in tv, per farsi belli delle produzioni di passito, sono sempre presenti, e quando sta per cadere il tetto della scuola in testa ai bambini, non ci sono!

Lei come se la vive, signor Sindaco questa situazione?

A cosa servano queste scuole dell’obbligo, se diventano un peso starci dietro?

 

Distinti saluti

 

 

 

Premetto che anche io ho la sindrome di sinistra: cioè ho avuto un paio di esperienze come educatrice e mi sono resa conto che sono una persona troppo creativa per imporre paletti ai bambini, anche perché sento quanto hanno fatto soffrire quelli imposti a me,  Credo molto nella disciplina, ma penso che la disciplina a tutti i costi sia terribilmente stupida. Puoi evitare  che i bambini si lancino le sedie, ma non è sensato impedirgli di giocare col cibo (purché lo mangino), o di fare disegnini sui muri, o di scaccolarsi. Al massimo si può cercare di decidere quano scaccolarsi è lecito e quando no. Si può decidere quale parete è riservata agli scarabocchi e quale no. Quando con la pastina ci si può fare la collanina e con la mollica le sculture e quando assolutamente no. Però è difficile. Specie perché non sono figli tuoi. I loro genitori non vogliono che si scaccolino, che facciano chiasso con le posate contro i bicchieri, che scrivano sui muri, o che sperimentino il body painting senza che nessuno gli abbia mai detto cos'è. Io sono troppo buona. Loro se ne accorgono e finisce che si comportano come se io non vedessi cosa è giusto e cosa no. Poi, puntualmente, alla fine, ti mandano un disegno in cui tu sei grandissima e accogliente e piena di capelli. Detto questo, io credo di essere così perché ho avuto una madre molto severa.

Quindi io chiedo: come si fa a fare i figli? Ho 23 anni e non lo so. Non penso di essere stata una cattiva figlia finora. A volte sì, ma per quali motivi? A volte ho l'impressione che sia mia madre la bambina, quella che vuole vincere per forza, quella per la quale importa avere ragione più di ogni altra cosa. Ho 23 anni e mia madre mi corregge se dico 'a me mi piace'. Puntualmente le faccio notare che sono una linguista e la so benissimo la storia dell' 'a me mi', e proprio perché la so dico spesso 'a me mi' e 'incazzato' piuttosto che 'arrabbiato'. Sono due cose diverse: uno potrà a 23 anni scegliere di parlare come gli pare. Non insegnerò mai ai bambini a scrivere 'a me mi', ma sarò libera di dirlo a casa? Poi io mi scaccolo sul divano davanti alla TV. Non lo faccio per dispetto. E' automatico come schiacciarsi i brufoli. Mia madre dice che faccio schifo, che sono una signorina ecc. A me sta storia che sono una signorina mi ha sempre fatto girare i coglioni: non ti sedere in quel modo, e chiudi le gambe, e non ridere troppo che è da civettuola, e non fissare, e non ti toccare, e vergognati, e non metterti le dita nel naso, e non dire parolacce, e questi comportamenti per una signorina non vanno bene... Non mi metterò mai con la patatina al vento quando sono al ristorante, anche perché non lo trovo né decoroso, né igienico, ma a casa mia potrò sedermi con le gambe aperte anche se indosso la gonna, mentre sto sdravaccata sul divano? Se parlo con qualcuno e mi sto divertendo, potrò ridere sguaiatamente come piace a me?

Queste, comunque, sono solo stronzate. Io ho preso tanti schiaffi da mia madre, e la cosa brutta è che di tutte le punizioni non mi ricordo la causa 'vera'. Mi ricordo solo quei suoi momenti di esasperazione, e che certe volte mi veniva voglia di andarmene. (Adesso me ne sono andata). Io amo molto mia madre, ma diventando una donna anch'io mi sono resa conto di quanto sia stupida. Qualche anno fa ha preso la bellissima abitudine di smettere di parlarmi dopo una lite. Il punto è che spesso lei litiga da sola. Tu magai le rispondi a cazzo perché con le sue fisse su come bisogna fare ti snerva, ma da lì lei parte in quinta, si fa una litigata da sola (tu non la ascolti più perché preferisci ignorare il dolore nel sapere che è fiera di te, ma... non sei come ti vorrebbe), e poi ti punisce col silenzio per settimane o mesi. A volte dopo un mese non te lo ricordi più perché vivi in casa con questa creatura che non ti parla e che non ti risponde quando la saluti. A volte te ne dimentichi e provi a ricominciare a parlarle, anche solo del tempo che fa. Dopo un po' lei ti accontenta, ti parla del tempo che fa. Scuse per i tuoi scleri non ne accetta e non si scusa mai per i suoi. Si chiude sempre di più. Sempre meno abbracci e baci, sempre meno coccole.  E tu, anche se hai 20 anni, hai un disperato bisogno d'amore e non te lo ricordi cosa hai fatto di così grave per non meritare amore, e allora finisce che fai un mare di stronzate, tipo andare con uno a caso solo perché ti sembra di vedere una lucina, però hai visto male, perché quello magari voleva farsi una scopata e basta e del tuo universo non gliene frega niente, e via dicendo. Stronzate cretine, ma cmq che dimostrano quanto tu abbia bisogno di coccole e non le trovi nei posti giusti.

Adesso che vivo all'estero, spesso mia madre mi manca, ma quando poi le telefono, ricomincio a sclerare. Mi fa sclerare che lei, perenne casalinga che non ha mai imparato ad usare il telecomando della TV, che è la caricatura di Marge Simpson... mi voglia sommergere coi sensi di colpa e mi voglia dire come è appropriato comportarsi. Se un ragazzo fa il maiale con te, forse gliene hai dato motivo. Se il tuo datore si licenzia senza motivo, forse il motivo gliel'hai dato tu. Sei sicura che non fai la scema con gli uomini? Sei sicura che sei educata? Sei sicura che non canticchi troppo? Io le odio ste cose. Mia madre dovrebbe insegnarmi ad essere fiera di essere una donna libera, che canticchia e che ride. Quando mi dice che io facendo così posso dare una cattiva impressione, mi si stringe il cuore e mi viene da piangere. Così l'altro giorno mi ha fatto un'altra delle sue domande stupide e io, che avevo fatto i salti mortali per chiamarla, le ho risp un po' a cazzo. Ma era una chiamata internazionale con skype dopo ore di tentativi, quindi secondo voi non avevo davvero voglia di parlare con lei? Il risultato è che se prima mi faxeva gli squilli per farmi sapere che mi stava pensando, adesso non me li fa più. Per un'intera giornata non mi ha nemmeno risposto ai miei. Adesso si limita a rispondere. L'altra sera mi sono preoccupata perché ho ricevuto tanti squilli di fila. Ho chiamato e ha risposto papà. Mi ha detto che mi stava facendo tanti squilli perché mi pensa tanto. Allora mi sono detta che, visto che questo non è da papà, forse come al solito lui avrà fatto questo per far notare a mamma che non risolve niente chiudendo ancora una porta, solo perché io sono come sono. Mia madre avrà detto che mio padre non è un educatore, come al solito. E sì, mio padre non è mai stato particolarmente educativo. Però mi lasciava giocare con l'acqua, e quando io ho deciso di chiudere la mia prima storia importante, lui non si è permesso di dirmi che si vergognava di me.

Come si fa ad essere figli senza deludere i propri genitori?

Non si impara e non è giusto, non è proprio giusto. A un certo punto si smette di essere figli e si diventa adulti. E si smette di cercare conferme da chi invece le chiede per sè, da chi non vuole smettere in ruolo dell'educatore perchè non sopporta l'idea di invecchiare, di non aver più alcun potere sulla propria progenie.Che semplicemente non riesce a capire che i figli sono altro da sè, Che ha sempre in testa la famosa frase: "Io ti ho fatto e io ti disfo" e se ormai non può più farlo fisicamente (e poi non starebbe bene) lo fa psicologicamente: con il silenzio, i ricatti morali, gli squilli quando sempre e quando mai.
Non c'è modo di risolverlo, mettitela via e guarda altrove, sei altro da tua madre, sei proprio altro: sei brava, spiritosa, vera, pulita, checcè ne pensi lei e chissà quanta gente te lo dice, chissà quanti amici ti amano ma non basta eh? Cerchiamo l'amore da qualcuno che dice di amarci ma di fatto non lo fa perchè non ci lascia liberi di essere come vogliamo essere. L'amore è altro, questo è potere. E l'amore non è possesso. L'amore non è una cosa che si deve conquistare facendo le "brave ragazze". Tu ami così? no, vero?
Ok, bisogna capirlo, bisogna farselo entrare dentro, bisogna "elaborare il lutto" e tirare avanti, bisogna diventare adulti.
Un mio amico mi diceva: la famiglia è un sogno per bambini, Noi siamo grandi, Chikkoino, Tu stai all'estero, fai la tua vita, le tue scelte, la tua mamma (come la mia) ha fatto le sue. Ora basta, non devi essere tu a non deludere tua madre, devi farti la tua vita, Perchè, mi spiace, ma non c'è modo, non c'è modo di non deluderla, non c'è modo di avere quello che vuoi tu. Non c'è modo di essere come vuole lei, perchè tu sei altro.
Non frequenterei mai mia madre se l'avessi conosciuta da adulta, non sono d'accordo su nessun suo pensiero, non mi appartiene. E allora? Allora basta, finiamola di credere ai film di Hollywood dove, verso la fine in genere, un bel discorsetto farà capire a qualcuno che ha sbagliato tutto e ci sarà l'abbraccio finale e lei dirà quella famosa frase che ci fa piangere tanto: "Sono orgogliosa di te". senza se e senza ma. Non ci sarà. I film sono stati inventati dagli uomini per credere nei sogni e per inchiodarci in regole che non esistono.
Sei libera, Chikkoino, sentiti tale, sei un essere umano meraviglioso anche quando ti scaccoli, quando stai con le gambe all'aria... sempre. E ti dirò un grande segreto, si scaccolano tutti, basta che ti fermi dieci minuti a un semaforo :)) e gli adulti, quelli che non sbagliano mai, che sanno sempre quello che è giusto, che sono perfetti e corretti pure quando sono seduti sul cesso, quelli... non esistono. Ci hanno mentito, un sacco di menzogne.
Gabriella