Nella calura estiva si consuma la sceneggiata globale della finanza italiana.
I giornalisti omologati, le grandi firme, fanno a gara a sfoderare la oro prosa più raffinata. Parlano difficile, alludono, infarciscono i testi di citazioni dotte e latinorum. E’ gran pericolo parlare chiaro di certi argomenti e fa buon gioco che ci si trovi davanti a meccanismi veramente complessi. Per capire qualche cosa bisogna leggere editoriali mattone fino all’ultima riga con devozione e avere un retroterra di informazioni indispensabili per farsi un quadro dell’abominio.
Ma in effetti la situazione, a voler parlare fuori dai denti non è poi così difficile da capire.
Una banda di signori con amici altolocati ha escogitato un modo straordinario per fare soldi. Hanno comprato azioni di due banche con soldi presi in prestito e garantendo i prestiti con quel che compravano. Ovviamente se io vado in banca e chiedo un miliardo di euro per comprarmi una banca dando in garanzia per il prestito la banca che mi voglio comprare mi ridono in faccia. E qualunque istituto di controllo degno di questo nome bloccherebbe un prestito garantito dall’acquisto di qualche cosa che oggi vale 1 e domani può valere quasi niente (le azioni, si sa, possono crollare). Anche quando vai a chiedere un prestito per comprare una casa la banca vuole sapere quanto prendi di stipendio perché si presuppone che la casa tu debba potertela permettere. E nessuno ci crede se dici che compri la casa e poi la rivendi subito e sei sicuro di guadagnarci.
Ma in questa storia strana di gente che riceve cifre da urlo in prestito sulla base di una grande simpatia si innescano casini a non finire.
C’è di mezzo Fazio, al quale Fiorani, che è stato appena salvato da un intervento del Capo della Banca D’Italia, dice al telefono grazie, sei stato tanto buono con me che “mi fai venire i brividi”.
Cioè cazzo viviamo in una nazione in cui il presidente della Banca di Stato fa venire i brividi!
Questo è quello che mi piace dell’Italia. In un posto normale i presidenti di banche di stato che fanno venire i brividi li licenziano in quattro minuti, cinque al massimo. Ma c’è il problema che Fazio è nemico di Berlusconi perché membro della vecchia oligarchia Agnelli-Cuccia che i nuovi oligarchi stanno scalzando. Quindi la sinistra ha problemi a scagliarsi contro Fazio perché farebbe un piacere a Silvio. E c’è il fatto che il club dei finanzieri che spendevano soldi presi in prestito si sono infilati nella trattativa di Unipol per comprare la Banca Nazionale del Lavoro. In realtà l’Unipol è l’unica che i soldi ce li aveva veramente (e tutti suoi) ma visto che doveva scontrarsi con un acquirente straniero (Banca di Bilbao) alla fine ha dovuto accordarsi con i finanzieri simpatici che (coi soldi presi a prestito) avevano accumulato grandi quantità di azioni diventando l’ago della bilancia nello scontro finanziario.
Ed è chiaro che la pubblicazione delle registrazioni telefoniche (patetiche) tra i vari attori della storia è stato un poderoso calcio negli stinchi a Fazio e Unipol e una grande vittoria mediatica di Silvio.
E’ la vecchia storia del fine che giustifica i mezzi e del primato della tattica sulla strategia.
In privato la sinistra si giustifica: così fan tutti. Come possiamo non trattare con i briganti? Saremmo fuori dal gioco. Operazioni così sono abituali. Lo scandalo è esploso solo perché faceva comodo al Berlusconi di colpire noi. Far fuori Fazio e bastonare le mire espansionistiche di Unipol ha voluto dire prendere due piccioni con una fava.
Pochi credono sia possibile costruire un’alta finanza etica. Pochi credono che i consumatori consociati possano oggi determinare una rivoluzione finanziaria, produttiva e economica. Dicono che è un’utopia. Eppure è questa utopia che ha fatto nascere il movimento cooperativo italiano e che ha portato Unipol ai vertici dell’economia italiana.
Forse è un’utopia che funziona…
Commenti
ci vorrebbe il bignami
ecco, grazie per il riassunto, adesso la storia è un po' più chiara
ed è schifosa così come me l'aspettavo
*** www.peacereporter.net ***