Siamo sicuri che B. ha fatto autogol con Annunziata?

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Io non capisco (ormai da tempo) come si ragioni a sinistra. Mi sembra la fiera del trionfalismo.
Sono convinto che Diliberto abbia segnato un punto a nostro favore.
Ho invece i miei dubbi sulla dichiarazione della Mussolini (meglio fascisti che froci). Non so se ha fatto perdere voti alla destra. Il giorno dopo in un bar di Campo dei Fiori a Roma sentivo commenti entusiastici (a favore della nipotina del Duce) e non parlavano squadristi ma una famigliola benpensante che "per carità, ogniuno può amare chi gli pare ma gli omosessuali come possono pensare di adottare i bambini, poi a chi chiamano MAMMA?".
E sinceramente anche lo scontro con l'Annunziata, che ha mandato in visibillio la sinistra, mi è sembrato di dubbio esito pratico. Il problema è che si continua a dare per scontato che Silvio B. sia un fesso.
Invece ho il sospetto (senza esserne però certo) che sia stato un agguato nel quale la povera Annunziata è caduta come una pera lessa. Tant'è che Silvio B. ha poi ritrasmesso il nastro dello scontro nel suo comizio a Pescara sostenedo il vecchio tormentone...Vedete bene che la Rai è in mano ai comunisti.
Contemporaneamente, come prevedevamo giorni fa, sono iniziate le provocazioni in grande stile con gli scontri di Milano. Aimè non ho dubbi sul fatto che alcuni dei teppisti all'opera fossero "di sinistra", ma ci scommetto il colbacco che prima o poi verranno fuori stranezze sul gruppo di tedeschi vestiti di nero con i passamontagna che erano il nerbo degli assalti. Intanto Forza Italia annuncia di aver messo in campo 230 mila (!!!!!) giovani attivisti, chiamati se ho ben capito "Guardiani del Voto" (!!!!) che batteranno l'Italia casa per casa distribuendo "il libro nero del comunismo. Ma questo non è che l'inizio...Ne vedremo di tragiche... Prossimamente, aimè, sui suoi schermi.
Nel frattempo la propaganda dell'Unione non si occupa di quelli che (secondo il mio modesto parere) sarebbero gli argomenti vincenti.
Ad esempio la signora di Milano che ha denunciato Silvio B. per inadempienza contrattuale visto che aveva promesso di non ricandidarsi se non realizzava almeno 5 dei 6 punti del contratto con gli italiani. Cazzo queste sono idee!
E anche altre informazioni pazzesche non vengono fatte passare con masochistica mancanza di senso della comunicazione.
Repubblica pubblica solo nella cronaca di Napoli, in un articoletto la notizia che i camorristi che hanno messo su una sedia a rotelle l'assessore DS ai lavori pubblici Antonio Cangiano sono stati assolti assolti grazie alle nuove leggi sul processo varate da Silvio B.
Se io fossi Prodi questo sarebbe il mio cavallo di battaglia: quanti mafiosi e truffatori sono in libertà grazie alle nuove leggi...


Commenti

Se è stato un autogol o meno lo potrò forse dire dopo che avrò visto il filmato in onda oggi alle 14.30 su rai tre.Il sospetto che fosse una trappola del silvion è venuto anche a me quando a tarda notte ho visto lo spezzone trasmesso dal tg5 che mostrava il premierone indignatissimo abbandonare lo studio inveendo contro i comunisti.
Per ciò che ho letto quello che mi ha colpito di Lucia Annunziata è che finalmente un giornalista ha avuto ancora il coraggio di porre al dittatore domande "da giornalista" infischiandosene delle conseguenze.

Guardo poco la tv. Ma guarda caso ieri, accendo, faccio un giro, e vedo "sta cosa" ritrasmessa. Praticamente: se parla lui, nessuno deve interromperlo, perchè se no, si alza e se ne va, invocando la libertà. Bravo a girare le frittate...
Ora sta da vedere che pubblicità ha in mente. Direi che la risposta della sinistra, dovrebbe sorprenderlo. Perchè ha già tutte le risposte pronte, vuole fare il furbo nel rigirare le frittate. Ora sta a noi inventare la risposta sorpresa...quella che lui nelle sue statische del "cazzo" non ha pensato.
Ci rimugino sopra...guarderò il filmato delle 14.30...(grazie ornella informazione) e poi...si vedrà...sta di fatto che lui la parola libertà...non sa nemmeno dove sta di casa!!! Forse per questo si è costruito la casa delle libertà...magari la libertà passando di là, vedendo scritto il suo nome, avrebbe bussato...ma di là, manco ci pensa a passà.

non va in onda oggi:)
il filmato lo potete trovare qui.

Ieri un amico dei miei, indubbiamente di destra, era nostro ospite mentre in tv la Annunziata tentava di fare la sua intervista.
Ebbene alle prime difficoltà di “colui che ha” questo signore di mezza età ha iniziato ad inveire ad alta voce contro l’intervistatrice, le argomentazioni erano più o meno “Quella è di sinistra e non lo lascia parlare” e alla conclusione “Dovrebbe alzarsi ed andarsene” ci è arrivato prima ancora che B. minacciasse di farlo.

Di fronte a questa scena la domanda di Jacopo se si sia trattato o meno di un autogol mi passa in secondo piano, qui sembra semplicemente che nessuno sia disposto a mettere in discussione le proprie convinzioni o da cosa queste nascano.

Penso anche a mio padre, che quando al telegiornale sente di qualsiasi criminale che abbia commesso qualcosa di grave se ne esce con frasi tipo “al muro” o “ai lavori forzati”, ma verso little B, a chi (io!) gli ricorda dettagliatamente crimini, misfatti e disastri, i commenti non vanno oltre cose tipo”è arrogante perché abituato a comandare” e simili.
Dissociandomi fortemente da idee quali pena di morte o altre amenità, ciò su cui vorrei focalizzare è l’atteggiamento di sudditanza che temo essere in molti italiani verso un personaggio di indiscusso potere. E’ diffuso il concetto che chi ha potere si possa permettere crimini impuniti, che sia tanto normale da non indignarsene troppo, al punto –perché no- di votarlo.

Credo che di fronte a questo le forze siano già malamente distribuite, che interviste e dibattiti televisivi difficilmente aiuteranno, comunque si svolgano.

Questo si potrebbe anche ricollegare alla discussione sui manifesti elettorali per Franca. A parte gli ultimi commenti tettofili, io temo che molta gente, pur sommersa di informazioni più che sufficienti per desiderare la scomparsa ALMENO dalla scena politica del loschissimo personaggio, non saprebbe che farsene.
Ma spero di sbagliarmi..

"Siamo sicuri che B. ha fatto autogol con Annunziata?

Io non capisco (ormai da tempo) come si ragioni a sinistra. Mi sembra la fiera del trionfalismo."

Non lo capisci, caro Jacopo, perchè ti leggo da tempo e so che sei una persona che tenta di essere razionale, ogni tanto, impresa per altro assai faticosa per tutti noi: siamo scesi dagli alberi e abbiamo smesso di nutrirci di foglie da un tempo relativamente troppo breve.

Tentare di capire i comportamenti umani facendo ricorso a quel poco di razionalità che riusciamo ad esercitare è, dunque, impresa pressocchè disperata.

C'è qualcosa di razionale nell' odiare Berlusconi oppure Prodi?

C'è qualcosa di razionale nell' incensare l' uno o l' altro o, semplicemente, nel ritenere risolutivo votare per uno dei due o per chiunque altro, compresa tua madre, Jacopo?

A mio parere, no, non c'è niente di razionale.

Ma votare bisogna e allora, se non ci guida la ragione, è ovvio che a guidarci siano i nostri "gusti".

E i gusti, si sa, sono svariati e personalissimi. In comune hanno una sola caratteristica: prescindono dalla realtà concreta o, meglio, la interpretano a proprio "piacimento", appunto.

Il guaio è che noi, scimmie presuntuose, non ci accontentiamo di difendere il nostro diritto a coltivare i gusti personali e a comportarci di conseguenza, no!

Vogliamo dare loro la patente di valori assoluti e pretendiamo, di conseguenza, che siano condivisi da tutti col bel risultato che consideriamo imbecille o in mala fede chi si "ostina" ad averne di diversi dai nostri.

Io, Jacopo, trovo più .... succulento e appetitoso Berlusconi mentre Prodi mi fa venire l' orticaria. A te succede il contrario. Bene, e allora? Ognuno ha i suoi gusti, no?

Queste nostre differenti preferenze fanno di noi dei santi o, al contrario, dei peccatori? Dei geni o degli imbecilli? Delle persone per bene o per male?

Se usassimo appena un briciolo di razionalità risponderemmo di no .....

E così rispondo io che, infatti, pur adorando il genio artistico dei tuoi genitori e ammirando la tua intelligenza e soprattutto il tuo sforzo di usarla (averne ed usarla, infatti, non è la stessa cosa come testimoniano i recenti exploit di Eco), voterò per Berlusconi.

E neppure provo a spiegartene le motivazioni, perchè io, per primo, so che NON sono razionali così come NON sono razionali quelle che porteranno te a votare per Prodi.

Sto affermando, qualunquisticamente, che parlare di politica con chi la pensa in modo differente sia inutile? Sì e no.

Sì, è inutile, quando uno dei due si considera depositario della verità ma diventa addirittura demenziale quando ENTRAMBI si considerano depositari della verità!!

No, è utile, quando entrambi sono consapevoli della irrazionalità di fondo delle loro posizioni di partenza e sono disponibili a cercare, insieme, un barlume di razionalità che le modifichi.

L' intervista concessa da Berlusconi alla Annunziata era, dunque, demenziale in partenza, perchè l' uno o l' altra (o entrambi) dovevano prevedere come sarebbe finita.

Che poi avessero addirittura cercato di proposito lo scontro è una ipotesi basata, a mio parere, su una sopravvalutazione dell' intelligenza politica dei due ...

Ho vissuto tante, troppe, primavere per continuare a sopravvalutare la mia e l' altrui intelligenza, politica e non .....

Grazie dell' ospitalità, Jacopo, e tanti auguri per le tue battaglie civili e per le tue attività commerciali (per quelle elettorali, no, ovviamente)!!!!

Paolo Grenga.

Il "libro dei sogni" (come definisce il programma dell'unione l'on. Casini) è un bel libro, un po' lungo se vogliamo, ma con un'idea bella chiara di cosa fare. L'impegno preso dalle forze dell'Unione è sicuramente ambizioso... forse solo un sogno. Ma ci sono persone che in questo paese hanno la forza di sperare di fare qualcosa di buono.

Dal tuo post si deduce che sei una persona intelligente e tanto è il mio stupore. La disillusione che hai sul sistema politico è condivisibile, ma ciò non toglie che come elettori dobbiamo cercare di votare lo schieramento che ha la possibilità di sistemare un paese in forte crisi. Lavoro tutti i giorni con le imprese e ti posso garantire che l'aria che tira mi fa tornare a casa spesso con il magone. Perché sono vite come la mia sommerse dai debiti, imprenditori che non hanno più la possibilità di creare ricchezza.

Continuare a vedere chi fa la miglior figura alla televisione non cambierà affatto la situazione. Per favore, leggi un programma serio e non ti limitare a vedere facili promesse demagogiche dettate dalla circostanza elettorale.

L'intelligenza che hai mettila a disposizione del tuo vicino di casa vedrai che alla fine del mese ci arrivi tranquillamente e senza venire a compromessi con i tuoi valori. Se invece preferisci il sorriso tranquillizzante di Berlusconi beh... come darti torto.
Lui ce l'ha, noi no. Abbiamo il volto teso delle persone preoccupate che vogliono fare qualcosa. Scusaci se pensiamo ancora a cosa possiamo fare per migliorare la situazione.

M.

La Contro_Informazione_Poffa
Gazzetta Ufficiale della Contro_Informazione_Poffa :

n°1 at 17 Febbraio, 2006
.
clicca sulla colonna sonora : "era una notteeee che eee pio---ve-e-vaaaaaaaa
e che tiraaaaa-aaa-vvaaaaaa un fo-ooo-rteeee VVeee-eeen-tooooooooo----"

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clicca play : " Se avessi saputo che avrebbero rieletto Berlusconi "

clicca sull' audio :" .... sighhhhhh sighhhhhhhhh....... "

clicca Video : " jacopo fo prostrato dal dolore singhiozza incredulo_nonostante..."

.

Eppure l'aveva detto.
Ci s'era impegnato per mesi a scongiurare il miserrimo risultato
Ci s'aveva messo dentro tutto il cuore e la passione e il tempo e i soldi
Persino i cioccolatini a forma di soldino dell'alberello di natale aveva impegnato nella eroica impresa di salvare il paese

Perfino la mamma ci aveva messo su, con tutto il bene che le voleva
E col papà ci s'era proprio provato fino allo stremo,
Persino il web corteo e il pascucciolo infiltrato s'era dovuto di sopportare fino alla morte....

E addirittura - Anatema degli Anatemi-
si era lasciato sfuggire il meraviglioso spettacolo dei meravigliosi unici ed eccezionali ad eternum ed onorem
clawn autogestiti dello jacopo fo blog, uno spettacolo meraviglioso che non capita mica due volte nella vita...
ecco.. non c'aveva mica avuto il tempo nemmanco di guArdarli, di apprezzarli, di farsi scaldare il cuoricino..

e se gli chiedevi cosa pensava del movimento pof, ti rispondeva " ma cùsà l'è stò POF POF ?! "

...

" ED ORAAAAAAAAAAAAA!!!
E ADESSSOOOOOOOOOOO!!!!!
AAAAAAAAARRRRRRRRRRRGGGGGGGGHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!"

.

il grido di dolore dello jacopo disperato fà incrinare i vetri della casupola sul cucuzzolo di al_catrazzz..
il cielo si fà nero nero ... il vento tira ancora più forte ...

i piccoli poffi fedeli nascosti agli angoli a guardare, si raggelano dalla paura
il pericolo è enorme

una bestia atavica e inferocita si stà impadronendo dello jacopo fo ...

chi avrà il coraggio di portargli conforto?
chi avrà il coraggio di sottrargli il serpentone luminoso di juju lamarge con cui stà pensando di attaccarsi definitivamente alla trave?

Chi ?
Chi???
Chi????

Si rimpallano i poffi terrorizzati ...

" " Se avessimo saputo che avrebbero rieletto Berlusconi .... CI AVREMMO PENSATO PRIMA!!!!"

....
.

ADELANTE, i pof arruolamenti sono aperti,
c'è da lavorare ragàààààà.......
PENZIAMOCI !

.

POF!

.

By Elle at 17 Febbraio, 2006 - 22:36

La Contro_Informazione_Poffa
Gazzetta Ufficiale della Contro_Informazione_Poffa :

n°2 at 14 Marzo, 2006

Don Don Don...

Per chi suona la campana?

ogni battito è un rintocco, ogni rintocco è un passo...lo riesci a sentire?

tu-tum tu-tum

don-don don-don

un-due un-due

...è una notte di luna piena
è cominciata la lunga marcia dei pof....

le note sono finalmente uscite dal bosco, pronte a comporre una nuova sinfonia che copra tutto il rumore, il rumore di chi col suo spam intasa la nostra mente impedendoci di pensare ad altro, ci riempie la testa di falsità,menzogne nient'altro che menzogne...la sua strategia? apparire, far parlare di sè.
la nostra strategia?
ignorarlo, semplicemente ignorarlo. Lui riempie il mondo di rumori dati dalla ripetizione della stessa nota che ti rimane fissa in testa?
noi contrapponiamo la nostra sinfonia, fatta di note diverse, che armonicamente si mettono in fila a produrre qualcosa di semplicemente bello, nuovo, creativo, che non può essere comprato o costruito ad hoc.

Adelante pof!!! che abbia inizio la musica!!!

Intervista demenziale dici tu.
Boh.. l'ho vista in differita.
Sì, probabilmente cercavano entrambi lo scontro.
Berlusconi per avere la prova provata che la rai è in mano ai comunisti, l'annunziata per aver la prova provata che Berlusconi non risponde ai giornalisti.

Secondo me l'annunziata ha fatto una gran bella cavolata.
Non si è comportata da Giornalista, si è comportata da Socci (e questa non è farina del mio sacco, l'ha detta Travaglio).

Un vero peccato, perchè poteva essere interessante se solo l'annunziata fosse stata vagamente più intelligente e vagamente più diplomatica (e vagamente più preparata). Ah.. e se avesse fatto anche qualche domanda giusta.

Che in Italia gli uomini politici tutti non siano più abituati a rispondere alle domande dei giornalisti mi sembra abbastanza palese.
Anche che i giornalisti non facciano più domande è abbastanza palese secondo me.
Berlusconi in questo forse esagera. Addirittura dice all'annunziata "ma mi lasci dire qualcosa che interessa agli elettori invece che solo a lei" e io mi dico: "ma cristo santo! è un'intervista, dovrai rispondere alle domande mica far campagna elettorale! Eccheccribbio!!!"

Per altro poi l'annunziata non si capisce.
E' presidente di garanzia e permette la chiusura di RAIOT di sabina guzzanti, ma poi si scandalizza dell'editto bulgaro.
Berlusconi ha detto effettivamente una cosa vergognosa e offensiva: che Biagi ci ha guadagnato ad andare in pensione, che ci ha guadagnato un sacco di soldi.
Io mi ricordo che all'epoca Rai 3 disse che sarebbe stata felicissima di ospitare il giornalista epurato.
E venne risposto (dal direttore generale? boh.. mi pare) che il signor Biagi "costava troppo" per le povere finanze di rai 3 e che quindi non era possibile.
E mi ricordo la replica di Enzo Biagi, un vero signore.
Disse una cosa tipo: "Sono disposto ad essere pagato quanto l'ultimo giornalista -non raccomandato- assunto da rai 3".
Quanto questo venne tenuta in considerazione la proposta economica di Biagi è storia.

Il lavoro del giornalista non credo sia semplice, ma immagino ci fossero risposte più argute da dare rispetto a quelle date dalla neo-vergine Annunziata.

Ma com'è? Spesso ti leggo e mi viene voglia di tirarti le orecchie, poi partorisci "pagine" simili, e trovarmi a pensare... ma le ho scritte io?
Poi vado allo stile ed alla capacità di comunicazione e mi riprendo... no, le ha scritte jacopo!
Non sposterei una virgola di quello che hai scritto, giuro!
Aggiungo una piccola chicca che ieri ha divulgato Rutelli a Matrix.
Grazie alla cirielli, è andata a farsi benedire la giustizia anche sul vecchio scandalo del Molinette! Un'altro brillante risultato di questo Governo, no?

Solo una piccola nota di ottimismo: a vedere ieri Fini vs Rutelli da Mentana (e si, sotto elezioni ho ripreso confidenza col tv... ma dopo le elezioni torna in naftalina!) ho trovato FIni in seria difficoltà, al punto di essere uscito dallo studio stringendo frettolosamente la mano a Rutelli e Mentana, prima ancora che partissero i titoli di coda.
Ha fatto una serie di autogol e di errori che sono indicativi per una persona della sua freddezza... niente niente cominciano ad avere timore di non farcela?

p.s. oggi ho difficoltà a deambulare... ho intrecciato anche le dita dei piedi!

A me piace quando un giornalista avverso alle idee del mio schieramento mette in difficoltà il leader dello schieramento stesso. Godo quando il povero intervistato ammutolisce, arrosisce, suda freddo.....Godo ancora di più (e per la verità...solamente) quando il mio rappresentante, colui che impersonifica almeno in piccola parte ciò a cui credo, riesce con la preparazione, la dialettica e LA FORZA DELLE PROPRIE IDEE a uscirne fuori a testa alta, riesce a superare tutte le difficoltà create da un'altra persona preparata, anzi, spero preparatissima!!!
Piuttosto che domandarsi se B. sia un vigliacco, un vecchio o un grande statista, faremmo bene a interrogarci sul perchè i giornalisti non riescono a intervistare nessuno, perchè regalino parcondicionamente tempi televisivi lasciando che i loro ospiti li riempiano di ogni volgarità.
L'Annunziata si è chiamata fuori da questo stato di cose e la va dato atto del coraggio, tuttavia un po' di presunzione in meno non le avrebbe fatto male: solo all'università si pongono domande conoscendo già le risposte, altrove si lascia che l'intervistato risponda come creda; se a tema o no lo decidono gli spettatori.
In fine dico che per me è un pareggio dove nessuno ha cambiato la sua opinione.Comunque non credo faccia piacere a nesuno avere un capo del governo teso, nervoso e violento .
ciao Davide

Oramai ci siamo disabituati al Giornalismo con la G maiuscola, non sappiamo più cosa sia, quindi mi sembra utile postare un vecchio articolo (1999!):

Il gigante e i Sette Nani del tabacco
Come un reporter ha incastrato le multinazionali del tabacco. Ora un film racconta quella battaglia
Miliardi segreti e avvocati
di MARIO VARGAS LLOSA

CHIUNQUE volesse conoscere le grandezze e le miserie del giornalismo in una società industriale moderna, dovrebbe correre a vedere "The Insider", un formidabile film diretto da Michael Mann e interpretato da Al Pacino e Russell Crowe, appena uscito negli Stati Uniti. La sceneggiatura, scritta dal regista e da Eric Roth, trae spunto da un articolo giornalistico, apparso su Vanity Fair, che ha reso nota la storia del dottor Jeffrey Wigand, uno scienziato e direttore della ricerca di una società produttrice di tabacco, licenziato dopo che i suoi scrupoli morali avevano suscitato tra i suoi datori di lavoro il timore che Wigand non fosse più un collaboratore affidabile.
Non si sbagliavano. Pur avendo, da un punto di vista legale, le mani legate da un rigidissimo contratto che gli vietava di rivelare anche un solo dato di cui fosse venuto a conoscenza all'interno dell'impresa, e dopo una vera odissea per sopravvivere alle minacce e a pressioni di ogni tipo con le quali le sette grandi corporazioni (conosciute come "I Sette Nani") tentarono di farlo tacere, il dottore testimoniò.

IL DOTTOR Wigand disse davanti ai Tribunali che quelle società avevano aumentato le dosi di nicotina nelle sigarette, ben sapendo che quella sostanza provocava assuefazione, e la sua testimonianza fu oggetto di uno dei più clamorosi scandali giornalistici che siano mai stati vissuti negli Stati Uniti.
"The Insider" descrive, con ipnotica efficacia, tutte le vicende interne di questo affare, che va di gran lunga al di là del problema del tabacco e riguarda la questione, ancora più grave, della possibilità di sopravvivere che ha il giornalismo indipendente e critico nell'era delle onnipotenti multinazionali.
L'eroe de "The Insider" non è Jeffrey Wigand, nonostante il film faccia vedere l'enorme coraggio e la resistenza alle avversità dimostrati durante tutto quel processo, che distrusse la sua famiglia e quasi lo fece finire in carcere, ma bensì Lowell Bergman, un producer di 60 Minutes, programma giornalistico della Cbs che fu il fattore determinante, grazie al suo team investigativo, nell'infondere nello scienziato il coraggio per intraprendere la donchisciottesca battaglia contro "I Sette Nani".
60 Minutes non è un programma d' informazione qualunque. Fin dalle prime trasmissioni, nel 1968, dirette dal suo ideatore, Don Hewitt, che ne è ancora il regista, e con un terzetto di presentatori tra i quali c'era anche Mike Wallace, ha battuto tutti record di audience dei programmi giornalistici e, ancora oggi, trenta anni più tardi, campeggia tra i più popolari e influenti della televisione statunitense (circa 30 milioni di spettatori in media).
Dalla prima volta che l'ho visto, verso la fine degli Anni Sessanta, sono rimasto impressionato dal rigore con cui si documenta, dalla sua incisività critica e dalla sua eccellenza visiva e, d'allora, ogni volta che mi sono trovato, di passaggio o per periodi più lunghi, negli Stati Uniti, ho fatto in modo di restare libero le domeniche dalle 7 alle 8 della sera per non perdermi il programma. E in tutti questi anni neppure una sola volta sono stato deluso (non esagero).
Il formato di 60 Minutes è molto semplice. Tre brevi argomenti o questioni di 13 minuti e mezzo ciascuna e, alla fine, un commento libero di 2 o 3 minuti del giornalista Andy Rooney. La cosa veramente notevole del programma non è tanto la capacità investigativa dei suoi giornalisti, che gli permette di fare ogni settimana sorprendenti rivelazioni, di mandare per aria potenti operazioni politiche o finanziarie e di documentare accuse gravissime, ma che riesca a sviluppare ognuno dei suoi argomenti nel limitatissimo tempo di appena 13 minuti e mezzo, nel corso dei quali, lo spettatore ha l'impressione di essere stato informato di tutto ciò che è essenziale riguardo all'argomento trattato.
Sulla puntigliosa, pazzesca verifica a cui sottomettono gli argomenti trattati posso dare una testimonianza personale, giacché sono stato uno dei loro intervistati (stavo per dire vittima). Non avrei mai potuto immaginare, quando accettai di comparire in 60 Minutes nel 1989, quello che mi attendeva. Una producer, accompagnata da un team d'investigatori, sbarcò a Lima e per due settimane sottomise i miei famigliari, amici e nemici, e chiunque fosse in grado di fornire qualche informazione sulla mia persona a una vera inquisizione sul mio passato, presente e futuro, e girò non so quanti caricatori di pellicola su tutti i luoghi che avevano a che fare con la mia vita, al punto tale, che quando il giornalista Ed Bradley venne a intervistarmi, un mese più tardi, nella mia biblioteca, era meglio informato sulla mia vita di quanto lo fossi io stesso. Per quei 13 minuti e mezzo che mi dedicarono avevano investito più lavoro, tempo e denaro che per un lungometraggio.
La cosa incredibile è che, pur addottando tante precauzioni, 60 Minutes ha commesso degli errori per i quali ha dovuto scusarsi con il suo pubblico. Per quel che ne so, è successo due volte: con un documentario sul narcotraffico al quale avevano dato credito e che era risultato essere stato falsato, e con una accusa al Pentagono, in rapporto al Vietnam, che pure si dimostrò falsa. Ma soltanto due sbagli di un certo rilievo in trenta anni sembrano essere una credenziale abbastanza decente.
Non sono soltanto le vaste risorse economiche o il talento professionale dei suoi reporter, giornalisti e producer a garantire il successo di un programma del genere. È, innanzitutto, la libertà di cui gode, il potersi permettere, nel suo lavoro d'informazione, di fronteggiare i grandi interessi senza essere condizionato o messo a tacere. Ciò è affatto facile, ovviamente, né è stato sempre così, come fa vedere "The Insider".
Quando il producer scopre il caso dello scienziato Jeffrey Wigand e disegna una strategia affinché questo rilasci davanti alle telecamere la sua testimonianza sul cinismo e l'ipocrisia delinquenziali dei dirigenti dei "Sette Nani", che avevano giurato davanti a una commissione di Washington di ignorare assolutamente che la nicotina produceva assuefazione, riceve l'appoggio entusiasta di tutto lo staff di 60 Minutes, incluso quello di Don Hewitt e di Mike Wallace. L'esplosiva intervista viene registrata mentre Wigand testimonia, nonostante le minacce di azioni legali degli avvocati delle compagnie colpite - i migliori del paese, non c'è da dubitare - in maniera privata davanti a un giudice del Mississippi, per mettersi così al riparo dall'obbligo di confidenzialità del suo contratto.
A questo punto le pressioni dei "Sette Nani" si rovesciano su 60 Minutes attraverso la sua compagnia madre, la Cbs, per impedire che l'intervista del dottor Wigand sia diffusa. Gli avvocati della rete confermano ai dirigenti che se il programma viene trasmesso così come è stato montato da Lowell Bergman e Mike Wallace, i produttori di sigarette avvieranno una causa che potrebbe costare miliardi di dollari e che, come conseguenza, potrebbe vedere la Cbs assorbita dai "Sette Nani". I dirigenti della Cbs allora ordinano di tagliare l'intervista allo scienziato per evitare rischi legali. Questo ordine è accettato, anche se a malavoglia, da Don Hewitt e Mike Wallace. Nel frattempo, I "Sette Nani" preparano la condanna morale di Wigand, passando alla stampa un rapporto preparato da investigatori professionisti che rivela una vita familiare traumatica, crisi psicologiche, un matrimonio fallito e altre piccole nefandezze, che indicherebbero una personalità volubile e inconcludente.
A salvare Wigand dal rimanere schiacciato dal discredito e 60 Minutes dal disonore e dall' essere complice di una flagrante cospirazione contro la libertà di espressione, fu l'oscuro giornalista e producer di quel programma, Lowell Bergman. Come ci riuscì? Approfittando di quel meraviglioso strumento della società democratica che è la concorrenza. Lasciò filtrare informazioni su quello che stava succedendo a due grandi giornali newyorchesi, New York Times e Wall Street Journal, i quali dopo aver fatto le proprie ricerche pubblicarono la testimonianza di Jeffrey Wigand e articoli sulla campagna di discredito a suo danno finanziata dai produttori di sigarette e sulle pressioni di fronte alle quali 60 Minutes aveva capitolato. Reso pubblico lo scandalo, alla Cbs non restò altro che fare marcia indietro e trasmettere, nuovamente, ma ora completo, il programma su Wigand e i produttori di sigarette.
Diventato per un giorno un vero gigante morale, Lowell Bergman aveva sconfitto i potentissimi "Sette Nani" ai quali, inoltre, come conseguenza della testimonianza devastante del dottor Wigand, l'azione giudiziaria contro questo costò l'astronomica cifra di 246 miliardi di dollari. (Ma stanno ancora lì in piedi e guadagnano sempre molto denaro). Ciononostante, deluso per il programma nel quale aveva lavorato per 14 anni, Lowell Bergman si allontanò da 60 Minutes e si rintanò in uno oscuro programma della televisione pubblica dove lavora tuttora. Wigand è tornato anche lui nell'anonimato: è un serio professore di chimica in una scuola secondaria in una remota provincia del Midwest.
La fine di questa storia anche se a prima vista sembra felice, ci lascia un sapore agrodolce in bocca. La domanda è: e se un giornalista della qualità morale di Bergman non fosse stato lì, che sarebbe successo? I "Sette Nani" ce l'avrebbero fatta. E la successiva domanda è: in quanti casi di cui non sapremo mai nulla è andata così? E ancora un'altra: fino a quando potrà esserci un giornalismo indipendente e critico in questo mondo dove i grandi gruppi economici accumulano a volte più potere di molti Stati messi insieme?
Arriveranno in un prossimo futuro gli interessi delle grandi imprese a riuscire in ciò che formidabili Stati totalitari si sono proposti senza successo, cioè un mondo interamente robotizzato e rimbecillito dalla disinformazione?
Non ho una risposta a questa domanda, soltanto l'angoscioso sospetto che questa aleggerà sinistra, sempre più vicina alle nostre teste, negli anni a venire.