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Vuoi unirti al coro dei piagnistei sulla crisi del Movimento? Oppure vuoi darti da fare? Ci serve gente disposta a tutto. E ci serve subito. Il mondo rischia di esplodere!
(Non è allarmismo, è il caos.)

Il Papa è impazzito, Bush è impazzito e a me mi girano i coglioni?
Il governo Prodi scricchiola?
La Telecom finirà nelle mani del Mostruoso Biscione Catodico?
I fondamentalisti islamici attaccheranno Roma?
Simona Ventura e Gene Gnocchi intervistano Moggi in tv e gli fanno fare pure una bella figura e la gente viene uccisa a coltellate da gentiluomini che sono usciti di galera con l’indulto.
A occhio nudo al momento l’unico dato positivo sembra il crollo dei reality show.
Insomma come vanno le cose sul pianeta Terra?
Avere ancora fede in un futuro migliore è un atto di fede nella sacralità del mondo e nella bontà delle particelle sub atomiche o è pura coglionaggine buonista?
Facciamo fuori una volta per tutte questo mistero.
All’alba i bastardi dei media attaccheranno ancora e all’orizzonte non c’è traccia delle Armate di Dio che vengono a salvarci. Quindi andiamo nelle infermerie e rastrelliamo anche i feriti. Chiunque sia in grado di digitare su una tastiera è abile e arruolato.
Entrate in rete e menate le mani fino che qualcuno non sputa fuori la verità.
Sapere in questo momento è l’Imperativo Assoluto. Lo so che è dura continuare a combattere quando il tuo esercito è in rotta, le Veline sono alle porte e hai scoperto che anche Gene Gnocchi fa parte del Grande Complotto. Ma è in questi momenti che si vede chi è un vero Jedi e chi soltanto un Puffo. E tanto lo sai che non puoi farci un cazzo, che non sei capace di mollare, di dimenticare i compagni caduti per le strade, la gente che in questo momento sta urlando sotto tortura o perché gli è morto un figlio: non c’era cibo da dargli.
Sputa per terra, bestemmia, impreca, fai quel cazzo che vuoi. Tanto lo so che ti alzerai di nuovo. Tu e io non possiamo fare niente di diverso. Tu, io e altri 23 coglioni sul territorio nazionale.
Ma vedila dal mio punto di vista. Potevamo essere di più, ok. Ma siamo comunque 25. I samurai erano solo 7, gli apostoli 12. Noi siamo 25 maledetti figli di puttana. Ci girano i coglioni e sappiamo esattamente dove infilare il cacciavite per far grippare questa merda di cultura del dolore.
A prima vista diresti che è impossibile. Ma questo è un particolare irrilevante.
L’impossibile è all’ordine del giorno.

Occhei. Fine teoria.
Ecco le domande:
Negli anni 50 quale era il numero di omicidi in Italia? Come eravamo messi con la pedofilia? Quanta gente moriva di fame nel terzo mondo?
Quanto prendeva al mese un operaio? Cosa ci potevi comprare?
Quanti anni mediamente campava un milanese? E un palermitano? Quanti erano gli stupri? Quanti gli incidenti sul lavoro? E i morti in macchina?
E l’abbandono scolastico? L’analfabetismo? Il numero di figli di operai che raggiungevano la laurea? Il numero di femmine laureate?
Quante erano le ragazze madri? Quante donne morivano di aborto clandestino?
Quante erano le prostitute?
E i poveri quanti erano? Come veniva calcolata la soglia di povertà?
Domande difficili, per uscire dalle banalità del parlare disinformato.
Ci sono tipi duri, disposti a tutto, che hanno voglia di battersi fino all’ultima statistica? Tanti ci chiedono come aiutarci.
Questa è un’occasione: aiutaci a scrivere un libro che (probabilmente) ridurrà al silenzio quelli che dicono “Si stava meglio prima…”. Oppure dovremo convincerci che il mondo va veramente sempre peggio e non c’è un cazzo da fare.
Se vuoi fare qualche cosa di veramente brutto, sporco e cattivo dacci una mano a rompere i luoghi comuni. E’ un’azione strategica!

PS
Perché ci servono questi dati?
Per dimostrare che oggi, nonostante tutto quello che cercano di faci credere, il potere e le possibilità del singolo individuo (grazie a internet e a tutto il resto) sono un milione di volte quelle di 50 anni fa. E questo aumenta le possibilità che gli umani riescano a liberarsi dal gioco della paura e della follia.
Il potere ci tiene sotto terrorizzandoci e dando l’impressione che noi non si possa fare niente per cambiare.
La paura e il pessimismo sono le armi atomiche con le quali i media inceneriscono la nostra volontà di vivere una vita libera e di cercare il piacere e la felicità.

PS 2
Ovviamente servono anche i dati su quanto succede oggi. L’idea è quella di fare un confronto.


Commenti

Buongiorno!
Come prima cosa spengerei la televisione, anzi più drasticamente staccherei la spina, se fai caso a quanti "mali" hai descritto molti scaturiscono dalla dipendenza che gli italiani subiscono. Io così mi sto curando, le notizie me le scelgo da me, e finchè la tv sarà piena di merda continuerò ad accenderla solo se c'è qualcosa che mi interessa, tipo stasera che su SKY trasmettono "Viva Zapatero" di Sabina Guzzanti.
Proporrei a questo Governo di invire un PC ad ogni famiglia italiana, collegamento internet GRATIS, vedrai che nel giro di pochi mesi i vari Costanzo e marito, Vespa e poltrone, ecc.ecc. si adeguerebbero o meglio scomparirebbero con tutte le Marini le D'Urso e le Ventura. Il problema è a monte ma tutti questi VIP (attori e politici compresi), son troppo ancorati per schiodarsi, solo ignorandoli ce ne libereremo.
Buona giornata a tutti
ba

Negli anni 50 in Italia...

4 - Quanto prendeva al mese un operaio?

Stipendio operaio circa 25/30.000.
Una normale PENSIONE non supera le 4.500 lire al mese. Meno di un sesto di uno stipendio di un operaio.

[FONTE: http://cronologia.leonardo.it/storia/a1950.htm - Copyright © e ® Brevetto nome "Corriere del 2000" e "Cronologia" CCIA 1997 - Autore: Franco Gonzato]

5 - Cosa ci potevi comprare?

Costo giornale £ 20, biglietto del Tram £ 20, Tazzina Caffè £ 30, Pane £ 100/110 al kg, Latte £ 75/80, Vino al litro £ 110/120, Pasta al kg £. 130/140, Riso al kg £ 120/130, Carne bovina al kg. £ 800/810, Burro 1300, Zucchero al kg £ 275, Benzina £ 116, 1 grammo di Oro £ 918.
Una normale PENSIONE non supera le 4.500 lire al mese. Meno di un sesto di uno stipendio di un operaio.

Una Lambretta Innocenti (molto simile alla fortunata Vespa della Piaggio) costa Lire 125.000. La Innocenti con una nuova catena di montaggio ne produce quest'anno 300 al giorno (110.000 all'anno)

[FONTE: http://cronologia.leonardo.it/storia/a1950.htm - Copyright © e ® Brevetto nome "Corriere del 2000" e "Cronologia" CCIA 1997 - Autore: Franco Gonzato]

12 - L’analfabetismo?

7.581.622 sono analfabeti, 13.037.627 sono privi di titolo di studio ma sanno leggere qualcosa, 24.946.399 con Licenza Elementare (3a e 5a), 3.514.474 con Media inferiore, 1.379.811 Diplomati, 422.324 i laureati di cui solo l'8% (34.000) con una laurea scientifica (1 ogni 1400 abitanti).

[FONTE: http://cronologia.leonardo.it/storia/a1950.htm - Copyright © e ® Brevetto nome "Corriere del 2000" e "Cronologia" CCIA 1997 - Autore: Franco Gonzato]

" Sputa per terra, bestemmia, impreca, fai quel cazzo che vuoi. Tanto lo so che ti alzerai di nuovo. Tu e io non possiamo fare niente di diverso. Tu, io e altri 23 coglioni sul territorio nazionale."

infatti sono di nuovo in piedi e faccio la mia parte.
Non partecipo a questo lab, stò portando avanti alla grande l'altro, e abbiamo trovato un chimico di una nota casa di detersivi bio che ci ha corretto e completato il nuovo manuale. Quando sarò pronto sarà una bomba,UNA BOMBA ECOLOGICA! lo è già.
Noi lavoriamo sul quel fronte là. Però lo sai che ci siamo e facciamo la nostra parte.

In bocca al lupo per il nuovo progetto, butto un'occhio anche all' interessante laboratorio creativo di questi giorni sperando che vada avanti.
che non si vive di solo sapone di marsiglia :ò))

viola
"Entrate in rete e menate le mani fino che qualcuno non sputa fuori la verità."
OK Jacopo ,comincia col dirci per favore stò FORUM che fine fà
Lì molti di noi si sono conosciuti ,incontrati e hanno lavorato ,anche litigato o pasticciato ma ci ha aperto tante possibilità,tante strade che a volte si incontrano ,oppure si dividono per tornare a incontrarsi con un nuovo bagaglio da condividere
C'è ancora questa possibilità di incontro ? o no ? diccelo per favore !!!!!!!
"Ma vedila dal mio punto di vista. Potevamo essere di più, ok. Ma siamo comunque 25. I samurai erano solo 7, gli apostoli 12. Noi siamo 25 maledetti figli di puttana."

Dal mio punto di vista siamo molti di più ,ma non riusciamo a tirarci insieme !!!!
Un'altro libro ?? Chi lo loggerà ? Probabilmente quelli che già fanno parte di questa schiera .....

cara Viola,
scusami se mi intrometto, vorrei capire il problema, cosa possiamo fare, e cosa può fare Jacopo per il forum? C'è qualche probelam di carattere tecnico? O chiedi solo partecipazione? Spiegami, anche privatamente a [email protected], grazie mille.
Un abbraccio
gabriella

cara Viola, ho parlato con Jacopo che mi ha detto che non intende chiudere il forum, se mi mandi una mail con il tuo indirizzo ti dico anche del resto, non vorrei ammorbare il blog con inutili cose tecniche. scrivi per favore a [email protected].
baci Gabriella

incredibile ma l'ONU forse serve a qualcosa nel sito dell'agenzia Onu per lo sviluppo umano si trovano un sacco di dati utili al lavoro da te proposto (si può iniziare da questo indirizzo: http://hdr.undp.org/statistics/data/countries.cfm?c=ITA . purtroppo i dati più vecchi risalgono al 1990, comunque sono già riscontrabili notevoli miglioramenti.

www.kuda.tk

Ciao a tutti…
Leggo la sfida lanciata sul web. E visto che oggi ho avuto un po’ di tempo libero, mi sono impegnato in una ricerca piuttosto facile devo dire, ma altrettanto sorprendente. Riassumerei le tue domande intanto dando loro un numero:
1 Negli anni 50 quale era il numero di omicidi in Italia?
2 Come eravamo messi con la pedofilia?
3 Quanta gente moriva di fame nel terzo mondo?
4 Quanto prendeva al mese un operaio?
5 Cosa ci potevi comprare?
6 Quanti anni mediamente campava un milanese?
7 E un palermitano?
8 Quanti erano gli stupri?
9 Quanti gli incidenti sul lavoro?
10 E i morti in macchina?
11 E l’abbandono scolastico?
12 L’analfabetismo?
13 Il numero di figli di operai che raggiungevano la laurea?
14 Il numero di femmine laureate?
15 Quante erano le ragazze madri?
16 Quante donne morivano di aborto clandestino?
17 Quante erano le prostitute?
18 E i poveri quanti erano?
19 Come veniva calcolata la soglia di povertà?

Io questa mattina ho approfondito la 4 e la 5; ovvero a mio avviso una delle tematiche che più scuote gli animi ultimamente, il borsellino. Ho scoperto alcune cose interessanti e cioè che la ricchezza reale (ovvero i kg di zucchero, di pasta, di carne, i grammi d’oro acquistabili) è differente in funzione da un lato dell’anno e dall’altro dal prodotto. Gli anni in cui siamo stati più ricchi in assoluto sono stati il 1970 e il 1990.
Vorrei fare una breve digressione sui criteri di analisi: ogni 5 anni riporto lo stipendio medio (in lire per comodità) dal 1945 al 2005. oltre alla “paga” riporto i prezzi medi dei seguenti articoli: biglietto TRAM, GIORN (quotidiano), CAFFE (al bar), PANE (al kg), LATTE (al litro), VINO (da tavola al litro), PASTA, RISO, CARNE, ZUCCH (zucchero al kg), BENZ (benzina al lt), ORO (al grammo).
Trovo la quantità unitaria di prodotto acquistabile al mese per ogni anno, e le sommo per ottenere la quantità teorica di merce acquistabile (UTPA= Unità teorica di potere di acquisto). Questo è il risultato, non in lire ne in euro, ma in unità di potere di acquisto relativo al paniere specificato, nei diversi anni:
nel 1945 guadanavamo lire 11.000 corrispondenti a UTPA: 7.689
nel 1950 guadanavamo lire 32.000 corrispondenti a UTPA: 6.179
nel 1955 guadanavamo lire 43.000 corrispondenti a UTPA: 6.689
nel 1960 guadanavamo lire 47.000 corrispondenti a UTPA: 6.246
nel 1965 guadanavamo lire 86.000 corrispondenti a UTPA: 8.405
nel 1970 guadanavamo lire 123.000 corrispondenti a UTPA: 9.363
nel 1975 guadanavamo lire 154.000 corrispondenti a UTPA: 6.838
nel 1980 guadanavamo lire 352.000 corrispondenti a UTPA: 7.926
nel 1985 guadanavamo lire 608.000 corrispondenti a UTPA: 7.980
nel 1990 guadanavamo lire1.100.000corrispondenti a UTPA: 9.145
nel 1995 guadanavamo lire1.300.000corrispondenti a UTPA: 8.281
nel 2000 guadanavamo lire1.400.000corrispondenti a UTPA: 7.693
nel 2005 guadanavamo lire1.600.000corrispondenti a UTPA: 7.338

Come si vede il 2000 ha più o meno lo stesso potere di acquisto del 1945 e che le crisi petrolifere degli anni 70 e del recente periodo influenzano da vicino la ricchezza percepita.
Inoltre i blasonati anni 50 sono comunque meno ricchi sia del 45, ma anche di oggi. I baby boomer (quelli nati intorno agli anni ‘50) diciamo che sono quelli che se la sono passata meglio in assoluto.
Alcune sorprese stanno poi nell’andamento del potere di acquisto dei singoli prodotti. L’oro, (l’unica misura scevra da influenze della politica economico-monetaria), potrebbe rappresentare lo stato della ricchezza reale. Mai come nel 1970 è stato conveniente. E se confrontiamo i grammi acquistabili nel 70 (120 grammi) con quelli del 2005 (66 grammi), comunque superiori a quelli acquistabili nel 1945 (13 grammi), possiamo notare che le politiche economico – monetaria abbiano proceduto ad una più equa distribuzione della ricchezza all’interno della popolazione: hanno infatti ridistribuito il potere di acquisto sui prodotti di consumo di massa e di prima necessità.
Interessante è anche il caffè al bar. Se nel 1945 poteva considerarsi quasi un lusso (al mese ne potevo bere solo 550, ma attenzione non c’erano le macchine espresso che trasformano il caffè in una catena di montaggio), nel 1970 diventa la conferma dell’agiatezza (al mese ne ingurgito ben 1757), e oggi rimane il carburante necessario per le giornate che devono rimanere produttive (ne bevo infatti più o meno 1000).
Che dire, stiamo sicuramente meglio degli anni 50, peggio degli anni 70, ma la coperta si è stretta un po’ per tutti. Oggi almeno, sotto questa coperta, ci stringiamo di più, e si sa.. il contatto stimola gli amplessi.. la morale la posso sintetizzare così: meglio trombare..

Ho trovato anche un dato sulla 12, l’analfabetismo. Nel 1950 era più o meno del 12,9 per cento. Oggi siamo intorno al 2,9.

Grazie Sarabanda, per il tuo poderoso contributo. Ma mi pongo la questione della metodologia del confronto. Su Focus una ricerca analoga, realizzata su ore di lavoro necessarie per comprare una lavatrice, un giaccone o un'auto dava risultati ben diversi. Il paniere basico a cui ti riferisci si basa su una frazione della spesa di una famiglia di lavoratori. Se si prendono in considerazione beni di consumo "tecnologici" (tv, telfono, auto, scarpe da ginnastica ecc) il potere di acquisto/ora di lavoro come esce?
Qualcuno ha risposte?

ho 62 anni e quindi sono nata a Torino nel 1944
sono nata e vissuta in una "bariera di periferia"
negli anni 50 non avevamo TV FRIGO AUTO e manco il motorino
in un armadio di mt. 1,50 stavano gli abiti di tre figli compresi maglioni ed intimo. (e noi eravamo fortunati perchè mamma faceva la sarta in casa).
come si può raffrontare la vita di quegli anni e quelli immediatamente successivi con il 2000.
c'è un divario che nessuna statistica, per quanto accurata, potrà mai colmare.
quello che ci si aspettava dalla vita negli anni dal 50 al 60 non ha nessun paragone con l'aspettative del 2000.
le frustrazioni erano per il mangiare e non per il telefonino.
il mio non vuole essere moralismo o pietismo, ma una constatazione di fatto.
non dico che si stava meglio o peggio nè che le frustrazioni di oggi siamo meglio o peggio, dico solo che è troppo diverso per fare un paragone.
secondo me la statistica va fatta sulle aspettative.
su ciò che ci si aspetta.
sorridendo, ma non troppo, dico sovente che mi vergogno delle mie lamentele di oggi pensando ai miei genitori. se loro avessero avuto a disposizione il corrispondente delle pensioni mia e di mio marito, con le loro aspettative sarebbero stati ricchi mentre noi viviamo dignitosamente sul filo del rasoio. i loro "costi" di vita erano essenziali" i nostri sovente sono "superfli".
odddio come mi sento vecchia, sembro i vecchi di una volta!!!!!

Ho provato a trovare un po' di info nel Web, partendo dal sito dell'istat, ma non è facile.
Poi sono arrivato sul sito di Golem, dove ho trovato qualcosa d'interessante, sugli omicidi intendo.
Includo un breve estratto (che fa riferimento ad un grafico ma può essere letto anche da solo) perchè mi sembra una buona sintesi e soprattutto dimostra che quel che dice Jacopo è sostanzialmente vero, anche se c'è un'inversione di tendenza nell'ultimo trentennio.

"...Esiste un'opinione molto diffusa, non solo nel nostro Paese, che la società di un tempo, la società in cui vivevano e lavoravano i nostri bisnonni e trisnonni, fosse molto più pacifica e tranquilla della nostra. Eppure, nonostante questa immagine diffusa di un passato senza ansie e paure, non c'è reato che abbia conosciuto nel tempo un declino così massiccio come il reato più violento di tutti, l'omicidio.....

...A parte i notevoli picchi corrispondenti ai due periodi di guerra, la curva degli omicidi (comprendendo qui sia i tentati che i consumati) è andata progressivamente calando nel corso dell'ultimo secolo, passando da un tasso di quasi 20 casi ogni 100 mila abitanti nel 1880 ad uno di 5 allo scadere del ventesimo secolo. Contrariamente a quanto molti pensano, la curva degli omicidi non solo si è abbassata notevolmente ma si è mossa storicamente in direzione opposta a quella dei reati contro il patrimonio. Mentre questa è andata crescendo, la prima scendeva. Nel 1968 si è toccato il punto più basso, poi anche la curva degli omicidi, come quella di quasi tutti i delitti, ha ripreso a crescere, seppure con oscillazioni e ritmi diversi nel tempo. Ma, nonostante questo, il tasso di omicidi resta incomparabilmente minore oggi rispetto a quello di un secolo fa."

Ci tengo a far notare che, se andate sul sito del ministero dell'interno (Rapporto 2005 sullo stato della sicurezza in Italia), la tendenza mostrata è completamente diversa negli ultimi 10 anni; non sono riuscito a capire se dipende dalla diversa base analizzata (il ministero parla solo degli omicidi volontari, su Golem si parla di tutti gli omicidi denunciati - compresi cioè i preterintenzionali ed includendo anche i tentati), opure se perchè perchè nel rapporto del ministero si mostra l'andamento del numero assoluto invece che in % della popolazione.

Comunque, per l'eventuale lettura dell'indagine completa (elaborata su dati Istat), che include anche dati su furti, rapine, violenze, ecc. vi rimando al sito di cui accludo il link: http://www.golemindispensabile.it/Puntata5/articolo.asp?id=262&num=5&sez...

Ciao

Fabio Piredda
http://piro-piro.blogspot.com/

Ho fatto alcune ricerche sul sito dell'onu, e ho fatto un iniziale confronto tra l'italia e il paese più povero al mondo, il Niger.
Ho dei dubbi in riguardo alla mia corretta lettura dei dati.
Allora come possibilità di vita, nei primi anni '70 in Italia ci si aspettava che una persona vivesse fino a 72 anni in media. Oggi invece (dati riferiti agli ultimi 5 anni, dal 2000 al 2005) la media di vita è fino ad 80 anni.
In Niger invece la media di vita che ci si aspettava durante i primi anni '70 (i dati sono riferiti al periodo che va dal 1970 al 1975) era di 38 anni (il dato completo è 38.4).
A quanto pare il Niger è cresciuto insieme a noi negli anni (come no) ed oggi (periodo 2000-2005) la media di vita è aumentata (Davvero, si vede che l'occidente ha dato una mano) infatti la vita media è di 44 anni (dato completo 44.3). In breve in circa 30 anni la vita media di noi italiani si è dilatata di 8 anni, mentre dei Nigeriani di 6.
Passando poi alle emissioni di diossido di carbonio capiamo che ovviamente l'talia ha una produzione di questo inquinante maggiore rispetto al Niger. Ora il dato mi risulta poco leggibile per quanto riguarda le unità di misura, provo a intepretarle, vi riporto comunque i dati.
Nel 1980 L'italia produceva 6.6 tonnellate di tonnellate al metro di diossido di carbonio pro capite (il dato è riportato così: " Carbon dioxide emissions - per capite metric-tons). Il Niger produceva (con cosa? Penso con le emissioni di gas anali) lo 0,1 di tonnellate al metro pro capite.
Nel 2002 i dati crescono per l'Italia con un emissione di 7,5 tonnellate al metro pro capite di diossido di carbonio. Il Niger (solito paese africano,tsk) invece non si smuove dalla cifra precedente, sempre uno 0,1 . Questi africano come cavolo pensano di progredire se non inquinano un pò di più !?
Altri dati invece riguardo il commercio legale (convenzionale) di armi (così ho capito).
I dati si riferiscono al 1994 e al 2004.
I dati del 1994 riportano un guadagno dell'italia di 146 milioni di dollari. Il Niger invece guadagna 0 milioni di dollari.
Dieci anni dopo, nel 2004, l'Italia guadagna 317 milioni di dollari, più del doppio. il Niger invece, come al solito, non guadagna un fico secco, sempre 0 milioni dollari è il dato riportato. Da notare il cambiamento della Norvegia che nel 1994 guadagnava 99 milioni dollari dal commercio legale di armi. Mentre 10 anni dopo, nel 2004 guadagna 1 milione di dollari.
Passiamo ai diritti delle donne, in particolare riguardo il diritto al voto.
L'italia permette il votto alle donne nel 1945. La Nigeria si discosta da noi di tre anni, e da il voto alle donne nel 1948. Da evidenziare i casi del Lussemburgo che da il voto alle donne nel 1919, e della Svezia che da un parziale riconoscimento dei diritti nel 1862, e da il diritto al voto nel 1921.
Riguardo il consumo di energia elettrica l'Italia consumava nel 1980 3.364 kilowatt-ora pro capite mentre nel 2002 consumava 5.840 kilowatt-ora pro capite (ditemi se "per capita" vuol dire "pro capite"). Il Niger, nel 1980, consumava 39 Kilowatt-ora procapite. Lo sviluppo lo ha portato nel 2002 ad un cosumo di 40 kilowatt-ora pro capite.
Riguardo la spesa pubblica sull'educazione i dati espressi vengono riferiti all'indice di "prodotto domestico lordo", che penso sia il PIL, ma non sono sicuro.
Comunque nel 1990 l'Italia spendeva un 3,1 % di prodotto domestico lordo, mentre la Nigeria ci superava con 3,2 %. La situazione cambia nel periodo 2000-2002 con un Italia che spendeva un 4,7 % di prodotto domestico lordo, mentre la Nigeria calava di molto con il 2,3 % .

Altri dati prossimamente. :D :D :D

POF POF POF !!!
Decidere di ridere, grande libertà. Libertà reale

un giorno, le verita`,verranno a galla e ho paura che non serviranno a niente!
Pare che molta gente abbia bisogno d`illusioni,io no.

meglio un giorno da leoni che cento da coglioni!
chi ha orecchie per intendere intenda.

Stò raccogliendo i dati per la parte che riguarda la pedofilia,le ragazze madri,l'aiuto da parte delle istituzioni,(dai brefotrofi alle attuali comunità)e sulla prostituzione.
E' un lavoro lungo....quanto tempo ho ? :D

E questo è il fiore del partigiano
Morto per la Libertà.

Credo sia difficile risalire a dei dati attendibili sugli anni 50. Negli atti parlamentari del parlamento europeo si sollecita l'analisi di questo tipo di violenza non essendoci dati sufficienti ad analizzare il problema.

Vi riporto una sintesi trovata di una fotografia al 2002. Che però credo possa essere una risposta adeguata all'ondata dei mass-media che "pubblicizzano" per lo più i reati commessi da cittadini stranieri.

"Da un'indagine realizzata dall'ISTAT nel 2002, risulta che oltre la metà delle donne di età compresa tra i 14 e i 59 anni ha subito almeno una molestia sessuale, un ricatto sessuale sul lavoro o una violenza, tentata o consumata, nel corso della vita (55,4%). Sono più di mezzo milione (520 mila), quelle che nel corso della loro vita hanno subito almeno una violenza tentata o consumata, ossia il 2,9% del totale delle donne di 14-59 anni. Inoltre, sono 373 mila (il 3,1%) le donne di 15-59 anni che nel corso della vita lavorativa sono state sottoposte a ricatti sessuali sul posto di lavoro: in particolare l’1,8% per essere assunte e l’1,8% per mantenere il posto di lavoro o avanzare di carriera.

Gli autori delle violenze (tentate o consumate) sono soprattutto persone conosciute, se non addirittura intime, delle vittime: nel corso della vita, solo il 18,3% delle vittime è stata violentata da un estraneo e il 14,2% da un conoscente di vista. Per il resto sono gli amici ad essere più frequentemente i violentatori (23,5%), seguiti dai datori o colleghi di lavoro (15,3%), dai fidanzati/ex fidanzati (6,5%), dai coniugi/ex coniugi (5,3%). Nel caso poi delle sole violenze consumate, l’autore è un amico delle vittime addirittura nel 23,8% dei casi, il coniuge o il convivente (o l’ex coniuge/convivente) per il 20,2% e il fidanzato o l’ex fidanzato per il 17,4%, mentre le violenze da parte di estranei riguardano appena il 3,5% delle donne che hanno subito violenza sessuale.

Soltanto il 7,4% delle donne che ha subito una violenza tentata o consumata nel corso della vita ha denunciato il fatto (9,3% negli ultimi tre anni). La quota di sommerso è dunque altissima. Le donne che hanno subito una violenza consumata hanno indicato maggiormente la paura di essere giudicate e non credute e la paura di essere trattate male e con poca riservatezza, la paura di non aver denunciato per imbarazzo, vergogna o per un senso di colpa. Le vittime, inoltre, riferiscono di non aver denunciato perché temevano per la propria incolumità o non volevano che il violentatore fosse mandato in prigione."

Mi fa riflettere il dato impressionante che oltre 500.000 donne abbiano avuto un'esperienza di violenza. In questa luce i casi di cui si occupa l'informazione sono estremamente selezionati a colpire l'immaginario di città non sicure fuori dalle mura domestiche... ma il 96,5% delle violenze è compiuto da persone NON estranee.

M.

Tutto interessante.
Domanda per Sarabanda (e chi ci capisce qualche cosa): i dati sul potere d'acquisto tengono conto che articoli come scarpe da tennis, lavatrici, radio, auto e televisori costano proporzionalmente molto meno' Avevo letto su Focus uno studio in proposito.
Per chi ha voglia: Kuba dà un indirizzo chi fa un riassunto?

Ciao.
per quanto riguarda i dati che ho trovato, si riferiscono soltanto ai seguenti prodotti: biglietto TRAM, GIORN (quotidiano), CAFFE (al bar), PANE (al kg), LATTE (al litro), VINO (da tavola al litro), PASTA, RISO, CARNE, ZUCCH (zucchero al kg), BENZ (benzina al lt), ORO (al grammo).
Non si tratta di generi "voluttuari" come NIKE o Bentley.. quello che ho trovato (su www.cronologia.it) è piuttosto interessante e consente di misurare una vita media, di una persona media, mediamente incazzata..
il prezzo di un bene infatti dipende dall'incontro tra domanda e offerta (così insegnano), per i beni a domanda elastica (quelli che per intenderci possiamo anche non consumare), e dalle regolamentazioni (legislative, di monopolio, di cartello) per quelli a domanda rigida (esempio benzina). Io a questo introdurrei un concetto di "prezo ipnotico" ovvero quello che viene inculcato nella mente come giusto ed equo (190 euro le nike air max, fatte in vietnam al costo di 4 euro).. scherzo, comunque includere nell'analisi prodotti "voluttuari", sarebbe alquanto rischioso, perchè dovremmo in qualche modo stimare il livello di cretinaggine cosmica per confrontarlo con quello dell'inflazione.
comunque è assolutamente vero che i prezzi della tecnologia in genere scendano. questo per diversi ordini di motivi:
1) la curva degli innovatori: primo fenomeno noto a seguito di analisi di mercato che dice più o meno questo: esiteranno delle persone disposte a poter dire, "io sono figo perchè cho il telefono telepatico". bene se queste persone esistono allora sono anche disposte a pagare di più. Poi la tecnologia si diffonde e una volta che anche mia nonna cha il telefono telepatico, il prezzo dovrà pur calare..
2) il ciclo di vita di una tecnologia: molte compagnie immettono sul mercato innovazioni già vecchie, ovvero tentano di sfruttare il potenziale innovatore anche di una tecnologia già obsoleta
3) le economie di scala (per i prodotti maturi): da un certo punto in poi, in tecnologia vince chi vende di più, ovvero i veri guadagni si fanno non sul margine unitario, ma sulla capacità di contribuzione ai costi fissi. Da questo punto in poi la differenziazione (il potere della pubblicità, delle componenti immateriali) conta un po’ meno. Per favorire la penetrazione e aumentare le vendite, giochi sulla variabile prezzo a parità di qualità effettiva.
4) la rincorsa dei player di mercato meno specializzati: ovvero quelli che puntano solo sulla variabile prezzo (la differenziazione non conta più) prima o poi riusciranno ad ingegnerizzare (portare un prodotto dal concept allo scaffale) un prodotto uguale al tuo, solo che costa la metà (esempio i ventilatori cinesi, perfetti che costano un quinto).

Purtroppo però fare le analisi sulla tecnologia è fuorviante perché la tecnologia è quanto di più magmatico e variabile esista. La tecnologia è sempre più collegata a bisogni indotti, ovvero nuovi e non prima percepiti, con cui il nostro potere d’acquisto deve fare i conti. ecco perchè ritengo sia giusto lasciarla perdere per ora..

viola
scuasate ...probabilmente sono OT :-)))) è che tutti stè dati mi confondono che sono confusa già di mio
Forse più che statistiche e dati cerco alternative possibilità
Borsellino ?? G.A.S http://www.retegas.org/
Prostituzione ,ragazze e ragazzi in diffficoltà ,comunità.....
Gallo prete da marciapiede
Generi "voluttuari " ??? commercio etico .it
L'IMBOTTITA DI SETA l'è una goduria per non parlare dei materassi in lattice :-)))) scusate l'OT se c'è :-)))) ciaoooo

Il link del commento ITALIA-NIGER

POF POF POF !!!
Decidere di ridere, grande libertà. Libertà reale

THINK REVOLUTION
Questo è quello che ho potuto fare... è poca cosa lo so, ma è l'intenzione e la convinzione interiore che contano.
Grazie molte per le belle parole lette.

http://blog.libero.it/lamoscacieca/1682543.html

Scusate forse e` un po` off-topic
Sono pazzi questi americani....una buona notizia che sa di cacao
un gruppo di ragazzi/e donne/uomini vanno in giro offrendo, gratis ,
abbracci (mostrando un cartello con scritto "free hugs" (abbracci gratis)!! il fenomeno si e` diffuso in tutto il mondo - ci sono anche alcuni gruppi anche in Europa. Il loro sito coloratissimo e`
www.free-hugs.com dove ti spiegano anche le "tecniche dell'abbraccio"

Lancio una proposta : fondiamo una sezione italiana del free-hugs, che
ne dite?
Un abbraccio da Carlo, ex-rivoluzionario che ad un certo punto ha capito che manifestazioni & volantini marxisti non servono a niente (ovvero: Jacopo avevi ragione, ci ho messo
un po` di tempo a capirlo...)...

p.s. sto raccogliendo delle informazioni interessanti sulla qualita` di vita italiana ed europea negli ultimi anni, appena ho un po` di tempo - mando un sunto (che spero sara` utile al progetto lanciato da Jacopo)

Non ci salto fuori...troppi dati,ho un po di link ma non riesco a cavarci fuori nulla.
Mi do dell'incapace mi ritiro nella mia buca.
Metto qui quel poco che ho trovato e passo la palla a chi è più bravo di me :)

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violaOff Corso, è a Rotterdam l’unica discoteca “autoricaricabile"

Si parla in continuazione di sviluppo sostenibile, qualcuno ogni tanto si alza per dirci quali sono le città sostenibili, si discetta di finanza sostenibile. Ora in Olanda si sono inventati – proprio così – la discoteca sostenibile. Che deve il “titolo” fondamentalmente all’idea di generare elettricità grazie all’energia prodotta dalla vibrazione della pista da ballo. Il progetto, sviluppato dalla collaborazione organizzazione Enviu con lo studio di architettura Döll-Atelier voor Bouwkunst ed entrato in “produzione” lo scorso 14 ottobre, grazie ad una tecnologia piezoelettrica riesce a generale l’energia necessaria al fabbisogno dello stesso locale, il club Off Corso di Rotterdam. E tutto il locale si è adeguato alla nuova voga ecologica, con pareti che cambiano colore in base ai mutamenti di temperatura, ed un giardino pensile realizzato sul tetto. Pare si sia già scatenata la ricerca ai DJ in grado di distillare le maggiori energie possibili dagli scatenati ospiti: più salti, più ricarichi…

link correlati
www.enviu.org
www.off-corso.nl/
Video presentazione del progetto: www.youtube.com/watch?v=rzb3VFi3Sew

nel 1950 nessun caso di aids... ne vero nè presunto. jacopo.. mbecki si è arreso... dopo due anni senza cure... ha capito che l'hiv è un virus e provoca l'aids. non lo biasimo. è un mondo difficile e si vorrebbe che duesberg dicesse il vero perchè sarebbe facile... ma la storia è un'altra e quando vedi... credi. mckebi ha visto. tra pochi giorni usciranno i dati del 2006. vedrai come sono aumentati i casi di aids rispetto al 1950. buon lavoro. Manu

Ciao a tutti,
io credo molto che il mondo possa migliorare attraverso la diffusione dei Gruppi di Acquisto Solidale che favoriscono l'economia locale scegliendo per i loro acquisti i piccoli produttori il più possibile vicini e operanti con sani principi etici ed ecologici.
Per favorire lo sviluppo di questo mondo ho sviluppato il sito Gestione di Gruppi di Acquisto Solidali che serve a semplificare la gestione degli ordini e offre una pagina web del tutto gratuita ai produttori ed ai gruppi che non ne hanno ancora una.

Mario

Ecco alcuni nuovi dati che ho trovato ( e che andrebbero approfonditi perchè sono stati forniti dai media in modo incompleto).
Secondo Focus (novembre 06 pag 255) dal 1987 a oggi il volume complessivo del commercio di armi nel mondo è calato del 60% (secondo una ricerca realizzata dal Congresso degli Stati Uniti e dallo Stockolm international peace institute). La spesa mondiale per le armi continua comunque a essere enorme: 20 miliardi di euro.
Inoltre nel 1992 erano in corso nel mondo 50 conflitti armati, oggi siamo scesi a meno di 30.
Buone notizie anche riguardo ai morti per traffico in Italia sono calati da più di 28 morti per un miliardo di passegeri-chilometro nel 1975 ai circa 8 di oggi (fonte studio della regione Campania, assessorato ai trasporti, da Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2002). Solo dal 2000 al 2004 si è registrata una diminuzione del 15%. E’ interessante notare che ogni punto percentuale di passaggio dal trasporto individuale a quello collettivo comporta 75 morti di meno, 3100 feriti e 330 milioni di euro risparmiati.

A Milano si cammina decisamente meglio sui marciapiedi nell'ultimo anno!
E non credo sia merito solo dello spauracchio delle multe, se ora ci portiamo appresso, insieme al Fido, anche il sacchettino per non lasciare traccie del suo passaggio!
A nessuno fa piacere pestarla, ma sono certa che questa nuova attenzione ha fatto riflettere ognuno ed ha aumentato il senso civico anche dei più insensibili.

GIORNATA DELL’ORGASMO GLOBALE

Ciao a tutti,
Questo messaggio per ricordarvi dell’iniziativa contribuire alla pace nel mondo attraverso un incredibile (e piacevole) esperimento a cui tutti sono invitati DOMANI 22 DICEMBRE 2006 a qualsiasi ora vada bene per voi.
E se non siete accompagnati, va bene anche da soli!
Qui i link,

Quello di Jacopo Fo : http://www.jacopofo.com/?q=node/2270
E quello ufficiale: http://www.globalorgasm.org/

per sapere di cosa si tratta, clicca e….aggiungiti alla FOLLA!

Un meraviglioso Natale A tutti!

http://img216.imageshack.us/img216/9573/paxeu5.jpg

SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS

Ambizioso obiettivo oggi dimostrare che il mondo sta migliorando, ma bisogna rompersi il capo a reperire dati statistici di varia origine e fare confronti per dimostrarlo?

Ammettiamo "per assurdo" che l'umanità sia in grado di far migliorare il mondo, allora vorrà dire che sarà anche in grado di migliorare le condizioni di vita di tutti e quindi che l'umanità tutta "continuerà" a prosperare. (affermazione impegnativa)

Viceversa supponiamo che l'umanità non sia in grado di fare migliorare il mondo, ciò vuol dire che l'umatità in breve si ridurrà o si estinguerà del tutto. In questo caso possiamo davvero affermare che ciò non sia un miglioramento per il mondo?

Mi sento di dire che in ogni caso il mondo sa cosa fare, ne sa più di noi e sta sicuramente migliorando, se poi in questo miglioramento l'umanità è parte in causa, nel bene o nel male, è tutta un'altra storia.
;-)

Qualche link

http://www.mondounito.net/ITA/index.html

http://www.focolare.org/

http://www.brianweiss.com/

http://www.edc-online.org/it/_news.htm

Io ho l'impressione che parlare di reincarnazione,
sia un po' tabù, per noi tecnologici.

Non solo lo si nega, ma persino, non se ne parla.

Dice Gabriele La Porta, che è un modo nuovo di mettere a tacere le streghe:
dire che sono pazze, che non esiste nulla, inutile parlarne,
la scienza ne è la prova.

Ma ecco il dott. Weill rappresenta in qualche modo la scienza.
E' uno psichiatra affermato, che di colpo ha subbito un cambiamento di rotta:
Ha incontrato i maestri. E le maestre?
Beh ooonche!!!
Ha scritto vari libri, fra cui "molte vite, molti maestri" e "molte vite, un solo amore". Si tratta di ipnosi regressiva. Altro non dico.

Ho inserito il movimento dei focolari per l'ideale del mondo unito,
che in qualche modo ci accomuna.
Ma le streghe potranno mai essere ascoltate dalla chiesa?

Dialogano con le altre religioni, si, con gli atei magari,
ma con quelli che come me sono "eretici"?

Si sta sempre a guardare il male che si è fatto, che si fa.
Perchè non guardare il bene?
Per questo se devo guardare alla Chiesa, non guardo i dogmi,
ma vedo Chiara Lubich e i suoi bambini che giocano con il dado dell'amore:
Ci amiamo a vicenda. Ascolto l'altro. Perdono l'altro. Amo tutti. Amo l'altro. Amo per primo.

Più semplice di così!!! Gioco da bambini...sssssssssssssssssssss

POF POF POF

Presentazione
Da più parti e in modi sempre diversi, il bisogno della gente, di avere fiducia in qualcuno, di essere governato da una politica sensata, mi giunge come un grido di allarme e mi spinge a pensare se i creativi, che molti indicano come lettori del mondo e trasformatori di materia, non possano fare qualcosa di più. Considerando, poi, le recenti polemiche e mosse della nostra Politica, nocive per il Paese, in quanto possono ingenerare e fomentare movimenti anarchici, fucina d’ ogni rivolta, mi permetto di sottoporre alla Sua attenzione un mio pensiero.

1) Premessa
Già da tempo andavo vagheggiando un rinnovato ruolo degli artisti nell’ambito sociale, gli avevo dato anche una definizione, meritata, “Apostoli di un nuovo Cattolicesimo”, che il Presidente dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna, di cui faccio parte, aveva molto apprezzato. Questo ruolo tuttavia non li avrebbe visti profondamente coinvolti e in prima linea nella vita politica del Paese. E’ palese, invece, l’esigenza di una svolta politica, convinzione degli stessi politici, che purtroppo non hanno idee chiare in merito: cambiando i nomi dei partiti, infatti, il risultato non cambia: ribaltoni, mescolanze e scissioni non servono a nulla. Essendo stati tutti formattati per essere compatibili con un sistema di politica senza una rete di valori, senza reali ingranaggi per connessioni vitali allo stesso sistema, la maggior parte dei candidati alla vita politica crede di poter governare con il solo bagaglio culturale. Il bagaglio culturale è un bagaglio, non già l’uomo politico.
In queste pagine vorrei provare che “il governare” non s’impara a scuola e che invece tutto ha origine da un sentimento profondo di rispetto verso i più deboli e da una riflessione sulle proprie attitudini e capacità di intervenire positivamente in una “Creazione in divenire”. Un governo democratico deve permettere ai ricercatori e ad altri pensatori un programma nazionale, che si chiami cultura del progresso (perché non sia visto un obiettivo puramente culturale) o altro, ma deve riconoscergli una missione, più che dargli linee guida; poiché questo non succede, perché l’etica politica si è ridotta a mera etica dei compromessi, allora la Cultura deve entrare in Parlamento dalla porta principale.
Se la Scienza, la Letteratura e l’Arte non ritorneranno nell’alveo della vera Politica, come nella filosofia antica, e se la politica non sarà la scienza, la narrazione e l’arte del buon governare, nulla cambierà sul serio, con la differenza che oggi a parlare al Tavolo dei potenti c’è un nuovo personaggio: il pianeta Terra.
La Terra è una creatura reale, anch’essa con i suoi acciacchi e i suoi umori; con i suoi diritti e i suoi doveri esiste con noi, ma gli uomini, non contenti di aver ricevuto il giusto per vivere, la depauperano e così la distruggono; non si quietano neppure davanti alle sue temibili forze ( terremoti, trombe d’aria, uragani, ecc.) che spazzano via intere città, e non ci giustifica il comando biblico, dove dice “soggiogate la terra”, poiché soggiogarla è prima di tutto conoscerla per poi ben sfruttarla, ma si sfrutta ciò che si rigenera, come il latte materno, non ciò che non torna più. Davanti ad una creatura tanto meravigliosa quanto seria, che ci ha visti combattere da imbecilli contro i nostri simili, il minino che possiamo fare è rispettare la sua fisicità, la sua parola, che conta più di quella di un qualsiasi consesso umano.
E se allo sfogo del pianeta Terra si aggiungono le lotte fratricide nel popolo del Medio Oriente, ma anche nell’America Latina, nell’Africa e nell’Asia, cosa dire! Dobbiamo proprio metterci ad un Tavolo mondiale, proprio tutti, e sforzarci a fare un passo alla volta, ma che sia deciso; come primo passo bisognerà convenire tutti con l’inutilità delle guerre nelle questioni di diritto ad avere una Patria, una Tradizione e una giusta ricchezza; questo vorrà dire che in nessuna regione del Pianeta, desertica o polare che sia, gli uomini abbiano ancora a patire la fame e la sete. La Terra rispetta le sue leggi e vuole rispettare anche le nostre, ma siamo proprio noi uomini che non sapendo rispettare noi stessi, non rispettiamo i nostri simili e neppure la terra che ci ospita. A causa di ciò, ogni anno muoiono migliaia di persone, uomini, donne e bambini, vittime di catastrofi, che noi siamo abituati a definire “ naturali”, e pensare che proprio queste energie naturali ( Sottosuolo e Clima) potrebbero dare vita, anziché morte, se intelligentemente usate e sfruttate. Sono energie pure della terra, intimamente sue e le lascia uscire fuori, quindi sono buone, buone per la vita della terra, perché fanno parte del proprio ciclo vitale, che noi dovremmo lasciar manifestare, se non le sappiamo ancora usare, invece vi lasciamo costruire alberghi, o vi confiniamo i popoli delle barche e delle baracche. Ogni anno la conta dei morti e degli orfani fa rabbrividire, ciononostante invece di pensare a cosa abbiamo sbagliato, si lanciano appelli di solidarietà e si ricostruisce allo stesso posto: poveri illusi! La terra non comprende e non è tenuta a farlo, se il nostro linguaggio sarà ancora la superbia, essa continuerà a tremare e a sollevarsi, perché il tremare e il sollevarsi sono i linguaggi spaziali e temporali di una terra che vive e si evolve.

2) La creatività
Sono del parere che la creatività è una modalità di conoscenza, ed è uno strumento di comunicazione che non può prescindere dallo sforzo generazionale di ogni gruppo umano in cammino verso la Verità. A tal proposito mi piace ricordare che i linguaggi primordiali dell’uomo sono stati il canto sacro e l’arte figurativa, quindi ritmi del cuore e immagine della mente, le parole, venute dopo, sono convenzioni, e proprio sulle parole i politici hanno avuto sempre carta bianca su chi non ama tanto parlare.
Comunque non è con la mera produzione della creatività che si educa la gente ad operare il Bene comune, il creativo deve manifestare il senso della sua creatività; le industrie librarie e cinematografiche lamentano poca attenzione dei giovani, ma dopo aver letto o visto un film, dove sono giudicate tipologie di persone o alcuni ruoli sociali, come si può agire? si legge un libro del politico avversario o si vede un film del regista concorrente? L’uomo deve usare la fantasia, la creatività come “Carburante di una reale macchina del tempo” per anticipare il Cambiamento. Creatività in relazione alla nostra esistenza che progredisce nella conoscenza di Dio, per dare un senso pieno all’agire umano.
Le fantasie che ci vengono e la creatività che prorompe in noi sono motivate da ideali molto alti, il fatto è che siamo stati “educati” a non rappresentarli con progetti politici, da quando la Scienza, la Letteratura e l’Arte sono state scisse dalla Politica; col tempo si è poi consolidata proprio questa concezione, infatti vi sono stati uomini di scienza, di lettere e di arte che hanno pagato con la vita la loro lotta politica e proprio per quell’educazione ricevuta.
La Creatività e la Scienza all’alba del Rinascimento sono state “ ingoiate” dalla politica dei Principi, i quali facevano a gara per primeggiare sui propri rivali, e dalla missione della Chiesa, che in quel tempo sentiva utile conquistarsi e garantirsi, con l’Arte, quell’ Umanesimo nascente. Da quel momento, gli artisti, come i letterati e gli scienziati, furono etichettati quali ancelle di un duplice governare, Cielo e Terra; col tempo, quei carismi che non rientrarono nella categoria della spiritualità vennero ridotti ad “attitudini”, intese queste come capacità dignitose ma non necessarie al governo della Terra, né al servizio del Cielo.
Figli del Rinascimento, noi artisti, ricercatori e letterati soffriamo ancora di questo “mondo incantato” in cui quella politica ci ha confinati: nel mondo dell’ideale, nel mondo del sogno o dell’ipotetico; ma noi creativi, al contrario del giudizio del senso comune, siamo essenzialmente e positivamente intessuti di politica, perché, più di ogni altra persona, il creativo ha altre chiavi di lettura per leggere la realtà, la rappresenta e a volte riesce anche ad anticiparla, e se riesce pure a farla percepire, con le sue opere, impegnando il suo e l’altrui sentimento, allora può anche trasformarla.
Il creativo può essere concepito come un essere politico, realista, descrittivo, innovativo, un costruttore di progresso e per questo un essere competitivo nell’idea del Bene comune. E’ anche vero che se il Creativo non abbandonerà il suo modo di pensare, fine a se stesso, senza produrre alcunché di utile alla società, non dovrà avere pretese, poiché chi può e non produce è da considerarsi un parassita. Faccio un esempio che a mio parere calza a pennello: se Dio, pensiero puro per eccellenza, non avesse comunicato e difeso la sua dignità di Dio, nella realtà dei fatti, noi non saremmo quali siamo adesso; in un certo senso anche Dio ha politicizzato la sua Presenza, se per politica intendiamo “1a teoria e la pratica che ha come oggetto l’organizzazione e il governo di uno Stato”. Perfino in teologia si parla di Economia (salvifica) di Dio, nel senso che Egli ha usato mezzi, consoni alla sua natura, per rivelare l’organizzazione che aveva posto nel Creato e del posto riservato agli uomini, altrimenti non ci saremmo accorti di Lui, e quindi neppure della nostra vita, della nostra morte e del nostro dolore. E, ancora, se Gesù Cristo si fosse limitato a parlare di cultura e di religione, nessuno l’avrebbe giudicato, perché molti altri lo facevano in quel tempo, invece fu giudicato e condannato come un maledetto da Dio, perché fece dell’amore del Padre Eterno la Sua unica politica di vita e la indicò anche agli altri, come quella più giusta per tutti, servi o padroni che fossero, significando che qualsiasi cosa faremo nella società sarà un dovere verso i posteri, che ancora non sanno, e un diritto per noi, che abbiamo saputo, ma non ci farà conquistare nessun lembo di questo pianeta, per portarcelo chissà dove.

3) Il giusto uso della creatività
Quante associazioni e quante accademie nascono e muoiono, quanti titoli si vendono o si donano, eppure, sulla bilancia della giustizia sociale, le forze che noi creativi mettiamo in gioco sono quasi zero. La creatività deve tradursi in opera sociale, perché fine a se stessa non ha senso. Comporre liriche è una bella cosa, come scrivere un bel racconto, come dipingere un bel quadro, ma dovrebbero essere dei momenti di abbandono del poeta, dello scrittore, del pittore, intimi, puramente suoi, per poi capire da sé cosa davvero ha percepito e come tradurne politicamente i concetti. Il creativo non deve dare se stesso, ma quello che ha capito di sé, perché quel Sé è preziosissimo e deve custodirlo in lui come un respiro in più che Dio gli ha dato e per un buon motivo; alla società il creativo deve dare dell’altro, per non farsi manipolare, difatti, nel momento in cui fa vedere se stesso, il creativo si è giocata la sua difesa. In effetti chi non ha accesso alla dimensione della creatività può provare, per chi crea, diffidenza o invidia, poiché di quella dimensione gli è permesso di vedere solo un effetto; non potendo scindere la creatività dal suo artefice umano, per capire cos’è la creatività e quindi il mistero del creare, si finisce o con l’esaltare l’artefice o con l’avvilire la creatività, neutralizzando comunque il Bene. Poiché nella creatività ci crede principalmente chi odia il Bene, sono da considerarsi nemici della Società e della Giustizia chi umilia la creatività nei singoli individui.
Ci sono stati anche creativi che si sono inoltrati imprudentemente (alcuni sono stati uccisi) in casi e con argomenti che non possono essere risolti con una poesia, su un Set Cinematografico o in un Dossier: non è con il sentimentalismo, né con un film e neppure con la testimonianza di un pentito che si educa la gente. Il dovere morale del creativo non è l’esibizione e neppure la protesta: egli non deve dare un “formato” di creatività, standardizzata, fruibile e manipolabile da chiunque, ma deve porre gli altri nelle condizioni di credere ad un senso più profondo di quanto l’opera artistica o scientifica manifestano. Stadi affollati, tour da capogiro, per fare cosa? Non è così che si combattono la fame e la violenza: una Star, un Vip che ne sanno di queste cose, se pure qualche artista l’ha sperimentate, sono cose ormai lontane dalla sua mente: ci vogliono menti che legiferano, giocandosi anche la faccia! I creativi in auge devono avere il coraggio di dire a se stessi che senso ha la creatività che li ha resi famosi, e a quel punto devono essere sinceri e umili, qualunque sia il loro Credo.
L’educazione dei giovani non può avvenire nella folla, ma nel silenzio delle singole coscienze, infatti quanti viaggi ha fatto il Santo Padre Giovanni Paolo II, quanti giovani l’hanno ascoltato, ma quanti ancora muoiono ogni giorno, perché quella Parola non gli è giunta nel modo più veritiero possibile. Il giovane va educato tutti i giorni, e lo si educa quando gli si dà la possibilità di mettere insieme tutti i pezzi della sua esistenza; i grandi eventi suscitano interesse, curiosità, al contrario la politica d’ogni giorno può convincere gli uomini a credere e a testimoniare che il Cristianesimo è il calarsi di Dio nella Storia, per fare dell’esperienza della propria vita una irripetibile ma eterna azione di gloria.

4) Creativi al bivio
I creativi sono tanti, soprattutto quelli ignoti, quasi un terzo dell’intera popolazione del pianeta, e sarebbero una vera forza sociale, se educati seriamente al loro impegno; purtroppo, se in Parlamento non siederà anche “ l’Onorevole Creatività”, non si andrà mai a caccia di creatività nel nostro Paese, e la creatività è l’energia della ragione; i giovani artisti, gli studenti d’ogni facoltà, i ricercatori riporrebbero fiducia in coloro che gli somigliano, da loro prenderebbero le mosse per costruire la propria identità storica.
Il creativo, per primo, deve essere educato a capire e a trarre benefici dalla sua creatività, contrariamente potrebbe impazzire o suicidarsi: la creatività è una cosa seria, tanto seria da non potersi scindere o distinguersi dalla stessa persona che la possiede, e il suicidio nei giovani è genericamente motivato da una paura di conoscersi e di proporsi. Abbiano testimonianze di gente istruita e capace che si è poi rimbecillita, per non essersi potuta esprimere nella totalità del proprio essere; altre persone hanno avuto paura di ciò che sentivano, non credendo veramente a quella silenziosa voce di Dio nei propri carismi; vi sono poi uomini falsi applauditi sui palchi o in Televisione e saggi veri che si aggirano nei bassifondi delle città.
Le associazioni di cultura, gli organismi di ricerca e quanto altro c’è del mondo dei valori devono agire politicamente, viceversa (proprio perché la creatività è donata da Dio come un impegno) queste cose potrebbero paradossalmente trasformarsi, per l’uomo e per la società, in pesanti catene, che rallenterebbero il doveroso cammino verso il Bene, poiché ritengo che “non fummo fatti per sognare ed evadere dal reale, semmai per fare del reale l’unico sogno dell’uomo”. Gli uomini di cultura devono convincersi di essere guide speciali, di una diversa Civiltà, che ancora fa fatica a splendere ai nostri occhi. Siamo noi, creativi, ad essere chiamati a piantare le fondamenta, per costruire strutture morali forti e durevoli, necessarie per non essere presi alla sprovvista da quello che noi chiamiamo semplicemente “spauracchio”, perché il Male esiste, cammina con noi, anzi convive nelle nostre coscienze: quando dobbiamo decidere per noi e per gli altri e per l’esistenza delle cose che ci fanno vivere, lui è con noi, con l’esaltazione o di contro con la falsa umiltà, mai con la concretezza, invece, . Se ci stiamo pensando un po’ tutti, vuol dire che ora è il tempo di farlo:basta davvero volerlo!
Il ricercatore che non crede nella creazione in divenire, che non crede in un creatore, è destinato a fallire prima come uomo e poi come scienziato, se, invece, si proietta in avanti, con le finalità di una società ancora giovane, e il senso dell’esistere nel Cosmo, egli vedrà la sua teoria come una verità in itinere, cioè di un sapere in più che sopraggiunge in un certo momento, considerato opportuno, e sentirà il dovere di dimostrare qualità e valore delle ricerche, e avrà le capacità di significare le soluzioni alla opinione pubblica, in tale ottica egli avrà dato un senso alla storia umana. Sono dell’idea che il ricercatore legge il pensiero che ha, lo sa spiegare con linguaggio scientifico, ma potrebbe anche non saperlo difendere, non comprenderlo nell’orizzonte del senso dell’esistenza, difatti potrebbe anche usare conoscenze nuove a danno dell’umanità, come ancora succede: inventare una sedia elettrica, ad esempio, “non è inventare” ma “architettare” la fine di una vita.
Anche la scienza è una modalità di conoscenza delle cose, infatti si può pensare alla sostanza delle Cose e alla grandezza del Creato anche non avendo mai preso un alambicco o un cannocchiale in mano, poiché l’esperienza umana ci dice che la vita non può contenere in sé la morte, e il nostro intelletto ci invita ad immaginare altre forme di vita nell’ Universo; se però mancassero gli uomini di scienza, noi non avremmo i mezzi materiali per difenderci dai mali del tempo, che passa inesorabile, portando via qualcosa di noi, qualcosa che dice prima di tutto Amore.

5) E’ ora di riprenderci la nostra dignità
Al XX Congresso del Sindacato Scrittori si era parlato della creazione di un Fondo per la creatività, per sostenere in concreto il lavoro intellettuale e creativo degli scrittori, ma la mia domanda è semplice, . Non siamo giullari, come qualcuno ha volgarmente definito una personalità insignita del Premio Nobel per la Letteratura, e non vogliamo elemosina.
I creativi devono nuovamente condividere con gli altri la gestione del Paese, per quello che gli compete e che sanno di sapere e di dover fare. Non devono andare all’Estero, per vendere al mercante ricco o al potente di turno il proprio genio artistico o ingegno. Come si può pensare alla pace dei popoli, all’equilibrio mondiale, se lasciamo andar via quelle persone che non per loro volontà sono cresciute in una certa nazione e che ad essa consegnerebbero la gloria di una scoperta, di una invenzione, del frutto della loro sana creatività.
Per aver condiviso nei secoli scorsi la guida della società con le filosofie modernistiche, i creativi sono stati emarginati man mano ai confini della realtà, concepiti dei sognatori: oggi la creatività è applaudita dai politici, quando conviene, e dal popolo, quando è in crisi; ma se la mera fantasia non ripaga, ciò che spinge un creativo a creare o a scoprire non può che essere una Realtà velata, la quale vuole essere svelata del tutto e crescere con noi. E’ anche vero che l’uomo, per quanto possa scervellarsi, non potrà aggiungere nulla a quanto Dio ha messo a disposizione dell’intelletto umano, da qui il diritto dovere del conoscere, per conoscere in Lui il mistero del nostro esistere e del nostro destino, e così da conoscere e comprendere le cose utili al nostro desiderio di Eternità. Il ricercare è in fondo un non andare in avanti, verso l’ignoto, ma un tornare indietro, verso la nostra origine; volgerci all’intelligenza che avevamo (il quando e il come restano ancora un mistero), al bene che avremmo saputo fare, se non ci fossimo inorgogliti nello spirito, e nell’origine troveremo la nostra dignità, una dignità regale che dice Pace, che dice Dio, che dice Vita.
C’è chi è confuso dalla nostra creatività, dal nostro senso di pienezza della vita, che ci stimola ad andare avanti nonostante le difficoltà. Chi ricercatore, chi artista o letterato non ha sperimentato sulla propria pelle periodi bui, magari quando ha creduto di aver sbagliato strada, quando una sua creazione non ha funzionato, quando un collega non è stato sensibile alla sua scoperta. “L’artista faccia l’artista”, mi ha risposto un giorno una collega di lavoro e la sua risposta non mi è sembrata un complimento, anzi, come per dire “voi vivete di sogni”, ma chi l’ha detto che viviamo di sogni, chi ha interesse a tramandare questo falso messaggio?
Quello a cui sto pensando è un Raggruppamento Politico, una coalizione di scienziati, di letterati e di artisti, persone che producono per natura, che offrono per dovere di progresso, che impiegano il loro tempo e le loro energie per un messaggio di alto livello sociale. Queste menti possono realizzare programmi di governo a partire dai valori e dalle ricchezze che si hanno in comune: le menti producono, in ogni campo, non individui che eseguono compiti di giornata. Per ora se ve ne sono alcuni, ma sono disseminati nei vari Partiti politici, in Circoli Scientifici, Letterati o Artistici, o in Formazioni Giovanili, se non addirittura tra quelli che definiamo ultimi, un po’ come quel “seme” buttato alla cieca.

6) Una nuova realtà politica
Il punto di snodo per equilibrare e poi migliorare le cose sono le Forze reali, intese queste come realtà positive ed indipendenti, autonome, quelle cioè che possiede la persona per natura, come talento, come attitudine, come dono, in quanto nessuna disposizione di legge le pone in essere. Da queste forze scaturisce la produzione che produce produttività; proprio dal plusvalore tra la Legge e la Creatività di ogni individuo si palesa LA VERA RICCHEZZA DI UN PAESE, ed è una ricchezza che aumenta man mano che si distribuisce alle fasce deboli: “non fai perché te lo dice la Legge, ma fai perché non puoi fare altro che eseguire ciò che già è legge dentro di te.”.
I miliardi che si spendono per la Ricerca Scientifica, per l’Editoria, per le Accademie Letterarie, per la Musica, per la Televisione e per il Cinema devono rendersi riconvertibili in conoscenza, in ricchezza spirituale e in impegno sociale, con un Progetto Educativo Unitario, Nazionale ed Internazionale, diversamente vi sarà una fetta di popolazione che, non sapendo che farsene del denaro, si abbandonerà al vizio, e una fetta di popolazione che, soffrendo l’inganno dei potenti della terra, si scoraggerà; e chi sarà chiamato in causa per tante anime abbandonate a se stesse? per chi voleva credere o almeno sperare e non è stato aiutato? Io penso che nessun Premio Nobel in più potrà mai rimediare ad un’anima santa in meno.
Si spezzettano le risorse materiali e si mandano in tilt quelle umane; le Leggi vecchie si scontrano con le nuove, facendo perdere tempo e testa agli impiegati e umiliando il cittadino, che nella burocrazia ci perde la salute e a volte anche la vita. Una legge slegata dal senso di sovranità popolare, dalla realtà vera che è il singolo cittadino, non è una legge democratica, ma una presa in giro dei diritti inviolabili dell’uomo, che, prima ancora della giustizia, chiede Verità.
Per evitare di danneggiarci ulteriormente e restare fuori dal cammino europeo è proprio auspicabile un Sistema politico equilibrato nel nostro Parlamento e che sia la motrice di ogni altra politica di parte:
1) Un raggruppamento politico di Centro, significando che il motore della macchina statale è fatta di Cultura, di Idee, di Innovazione, di Programmazione Educativa ed Economica e di Strategie significative per l’acquisizione delle risorse umane e materiali, dando un volto concreto al messaggio politico-culturale della propria nazione, così che gli altri Stati possano stringersi in collaborazioni volute e necessarie per lo sviluppo di tutte le altre regione della Terra, a partire dalla vera identità di una nazione. Basta un solo popolo a soffrire l’ingiustizia o l’abbandono, che gli equilibri internazionali vacillano e le guerre insorgono. Il Centro avrà l’onere di non tralasciare nulla, di valutare tutto, di prevenire ogni cosa, perché la Destra e la Sinistra possano lavorare in sintonia tra loro e produttivamente.
2) Uno schieramento di Destra, dove l’imprenditoria, Pubblica e Privata, si assume le sue responsabilità e segue i mercati nazionali ed internazionali, incentivando il progresso proprio e collaborando democraticamente con gli altri Paesi nelle politiche di Sviluppo ed Industrializzazione dei paesi disagiati. Funzioni di livello diplomatico, un ruolo di prestigio ma anche di grande responsabilità, poiché deve garantire che il capitale di ogni individuo non diventi mai uno strumento di dominio per un altro, pertanto provvederà a rendere fluido il denaro privato, non più fagocitato dalle innumerevoli tasse e balzelli per gonfiare Finanze che poi non sono diventate mai davvero Pubbliche ( per la corruzione di alti funzionari dello Stato); s’impegnerà affinché il singolo lavoratore trovi nel suo lavoro quel tasso di spendibilità per fare della sua opera lavorativa un’esperienza di capitalizzazione e di progresso, per sé e per gli altri.
3) Uno schieramento di Sinistra, dove il sistema produttivo, che sia la Pubblica Amministrazione o il lavoro Privato, sia guidato nelle politiche di giustizia sociale. Si porrà attenzione ai sistemi di controllo sugli ambienti di lavoro, per ovviare allo spreco di denaro pubblico; nei Comuni, per rispondere al disagio della cittadinanza per la crescita degli immigrati, si potranno proporre rapporti di ospitalità, perché lo straniero sia trattato umanamente: si ospiterà in base a ciò che sa produrre, quindi sempre in un ottica culturale; il senso di umanità deve diventare la molla che deve farci scattare per trovare sempre buone soluzioni ai tanti problemi del vivere moderno. Contro l’umano rapportarci c’è da attenderci o la disumanità o l’antiumanità, …ambedue un orrore, solo ad immaginarlo! Un rapporto di ospitalità non è un contratto di lavoro, se il lavoro non c’è per tutti gli italiani, ma è un’ospitalità meritata, perché dietro una richiesta di aiuto vi sarà un contraccambio del richiedente in termini di servigi alla collettività che lo ospita. La sicurezza interna di un Paese è in definitiva tutta basata sul Lavoro e sulla Giustizia sociale: l’ingiustizia sociale costruisce i mostri e i terroristi.
Una tale visione della politica tenderà a dare risposte concrete ai reali bisogni della collettività, senza antagonismi, cioè senza una maggioranza e un’opposizione in lotta continua tra loro, poiché ogni Parlamentare avrà il suo bel da fare. Ognuno farà quello che gli compete e ha promesso agli elettori, per meritarsi ancora e personalmente la loro fiducia, senza più garantismi di simboli o di colori politici ai quali nessuno ci crede più. Un parlamentare non sarà pagato dai cittadini per opporsi al resto di un Parlamento, ma legifererà e governerà anche lui, per quello che gli compete e che deve dimostrare di saper fare: è molto facile fare l’oppositore o peggio, l’ostruzionista, quando un altro ha il carico della nazione sulle spalle! Con questo tipo di sistema politico, “Sistema di Politica Funzionale” ognuno lavorerà per un settore della Vita pubblica e sarà rieletto soltanto se lo avrà fatto bene, da se stesso, senza stemmi partitici alle spalle.
Trasferendo l’idea di un raggruppamento di tale fatta anche nelle altre nazioni, facendo leva sui grandi sodalizi culturali, per la giusta divulgazione, si otterrà una Rete Mondiale di Cultura e di conseguenza una Rete Mondiale di Politica Estera e di Sicurezza, un sostanzioso canovaccio per tessere mete più ambite in tema di lotta alla fame, alla violenza e al disarmo nucleare. In questo obiettivo si congiungeranno tutte le ansie e le idee dei Pensatori e dei Capi di Governo per neutralizzare l’incomprensione che stiamo vivendo con i popoli arabi, che, non si sottovaluti, in questo primo scorcio di secolo hanno già islamizzato mezza Europa.
Se abbiamo paura di quello che può fare una cultura, e l’Islam è una cultura, che frutti possiamo sperare dalla politica nazionale e da quella estera; se non risponderemo e da subito con la nostra cultura, la politica estera si limiterà sempre più ad una politica di difesa, quella cioè che costruisce contenuti e strumenti di dialogo ma senza veri obiettivi. Mancando la fiducia nei protagonisti, anche quando si stringono alleanze in materia economica, si stringe con una mano, ma con l’altra si fanno gli scongiuri, e la paura è uno dei motivi del fallimento dell’uomo nella costruzione della pace. Le basi della scienza, delle lettere e delle arti, che sono generate da un solo spirito creativo potranno, al contrario, essere garanti di una civiltà umana predisposta al dialogo sul Bene comune e sul progresso dei popoli, perché la Cultura conosce sempre il suo obiettivo, nell’essenza delle cose che va pensando, dicendo e sperando che accadano.
L’idea vincente potrebbe essere quella della Cultura che si fa nuovamente Politica, perché il Centro, visto come un campo comune e fertile, sarà condiviso dalle persone che credono nei valori universali, infatti chi potrà smontare teorie scientifiche, senza doverne formulare un’altra e con lo stesso rigore scientifico, o chi potrà mettere in dubbio la poetica o l’estetica; da qualunque nazione provenga, la passione per la scienza, per la letteratura e per le arti è la stessa, perché nasce da un solo principio immateriale, non da scuole o tradizioni, e così anche il linguaggio, sebbene multiforme, sarà sempre Uno nella comprensione. Infatti, chi potrà rinnegare la letteratura e l’arte, se l’uomo da sempre ha voluto giocare a fare il buono e il cattivo, a fare l’angelo e il diavolo, la vittima e il carnefice, divertendosi con i ruoli, con le maschere, con i tipi di gente, facendosi perfino lui stesso orizzonte di significato, quello che noi chiamiamo “Personalità”, sicuramente un valore già condiviso nel ventesimo secolo. Oggi, questo valore sta scadendo in uno sfrenato narcisismo e a tal riguardo voglio ricordare le parole di uno studioso, che registrava una situazione spiacevole: “dall’ultima guerra mondiale, quell’alleanza tra Governo e Ricerca è andato sempre affievolendosi e negli ultimi tempi ha mostrato una sostanziale insofferenza al mondo dei valori, delle idee, delle consuetudini che una comunità scientifica italiana ha elaborato in un secolo e mezzo di Storia”.
La politica attuale non regge, perché non regge l’idea di Partito; il Partito è un’idea ormai antiquata, un concetto nato in seno alle lotte di classe, oggi, invece, è una lotta di ruoli, di funzioni e di servizio, di competenze, di responsabilità e di Conoscenza, di voglia di rinnovamento, di avanzamento, di equilibri internazionali, non più di lotte tra ricchi e poveri o tra padroni e schiavi: si lotta per la dignità del genere umano e per la sua sopravvivenza, e per questa missione ci vogliono cuori decorosi e coraggiosi e menti pulite e lungimiranti.
Vorrei proprio sostituire l’ottica del “fare il politico” con quella dell’Essere politico: non simboli, non nomi di partiti, ma uomini e donne con una forte motivazione sociale. L’Italia delle Scienze, delle Lettere e delle Arti, come raggruppamento politico, vuol dire che la ricchezza del paese, se è prodotta dalle menti creative, deve essere governata anche da uomini creativi; in tale prospettiva si convertiranno tanti fondi, a volti sprecati o usati mali, ed usciranno allora quelle ricchezze depositate su capitoli di spesa invecchiati o logorati. Si spreca denaro pubblico perché non si è dato ancora un senso univoco alla trasformazione che ha subito la società nell’ultimo secolo: se non si denuncia chiaramente una modernità incalzante, che rischia di farci evadere dalla realtà, e se non si frena quella povertà che distrugge reali forze economiche e culturali, io mi chiedo in cosa la società si sta veramente trasformando. Il Giorno dopo nessuno lo conosce, mentre il giorno che io costruisco devo per forza conoscerlo, perché lo costruisco a misura della creatività e della speranza umana che sento in me!

7) Il Bene comune
La politica è all’origine un discorso filosofico, quindi attività propria di quell’individuo che ha lasciato agli altri i compiti quotidiani del sostentamento della società, per andare alla ricerca dei principi di ogni organizzazione civile e al senso della fatica umana, tanto da poterla anche reinvestire nel futuro a beneficio delle nuove generazioni. Si parla di politica in termini di intelligenza che deve, sempre, essere conosciuta in anticipo; si parla ancora di arte, arte sublime, insomma la ricerca del bene comune e del senso che essa ha nella vita di ogni uomo non è da tutti e non c’è nessuna scuola che possa formare al ruolo politico, semmai nelle scuole si parla delle idee del passato, ci si prova a capirle e a descriverle e magari ad attualizzarle, rispettando i diversi contesti, ma si insegna loro anche il modo di dire la stessa cosa con mille parole diverse, quando non si conosce il vero obiettivo.
Le materie scolastiche possono dare gli strumenti per analizzare le vicende politiche del passato, per costruire discorsi persuasivi nel presente e per svignarsela nei momenti critici; le scuole di politica non produrranno mai operatori del bene comune, se quello studente non ha già dentro di sé la convinzione che il governare è un dovere carico di responsabilità; pertanto chi finge di governare non sogni la pace e non pretenda la sicurezza, perché non basteranno mille uomini di scorta per difenderlo dal suo egoismo e dalla sua solitudine, che sono i suoi reali nemici. Chi lascia crescere l’erba cattiva, prima o poi si troverà a dover uscire di casa con forconi e bastoni, per difendersi dalle serpi che ha nutrito in quell’erba.
Ho passato in rassegna i nomi di vari partiti politici e mi sono fatta un’idea che le sostanziali differenze sono da ricercarsi nella dinamica della vicenda umana; in un certo periodo storico, infatti, la libertà dell’uomo è stata elevata al di sopra delle stesse istituzioni, monarchia o impero che fossero, che si arrogavano il diritto di decidere della vita di un uomo. Dalla rivolta dei ceti medi e poi dei lavoratori sono nati i partiti storici che oggi conosciamo, gruppi umani che hanno riflettuto sulle reali condizioni socioeconomiche e sulle eventuali possibilità di svolta, innescando poi quel meccanismo boumerang delle maggioranze e delle minoranze politiche, delle destre e delle sinistre, che negli ultimi cinquant’anni hanno dato vita a tante fantasie popolari e hanno ingenerato false speranze nell’imprenditoria giovanile.
Secondo la mia modesta opinione, non è la forma di governo a non reggere, in quanto la forma democratica garantisce di principio i diritti di tutti i cittadini, ma sono Personalità emergenti che si etichettano quali “emancipatori e liberatori”; non è neppure un partito ad essere migliore di un altro, ma le persone fisiche che vanno in Parlamento. Gli uomini eletti dal popolo sono in primis responsabili delle sorti del Paese, anche perché la loro opera politica si concretizza nella pubblica amministrazione, con la quale danno una risposta concreta e programmata agli elettori, che in loro hanno creduto. La Pubblica amministrazione poi, quale esecutività e prolungamento dell’azione politica del Parlamento, agisce per mezzo di altri cittadini, assunti per concorso, quindi che interpretano e dosano il bene comune secondo il proprio sapere, finito e finalizzato (come fare dei conti, come elevare un ponte o come applicare gli articoli di un codice), non con una dote di sapere ed un senso del bene comune, per essere davvero vicini alle esigenze di altri cittadini.
Tra le Leggi e il Popolo vi è la pubblica amministrazione, la quale si tramuta sempre più in un “ virus” per la salute della società, in quanto infetta le leggi nella sua stessa architettura, fagocitando risorse umane e materiali, poiché anche quando in Parlamento una legge nasce buona, poi nella dimensione di rete di servizi pubblici, dove ingrassa il verme della viltà e dell’inefficienza e dove si erge il gigante del disprezzo e dell’ipocrisia, quella legge perde di significato: si tende infatti a spersonalizzare, a rimandare, a condizionare; a volte si improvvisa il bene comune, ma per capacità di singoli individui, così come a volte si parcheggia o si sminuzza, per mancanza di chiare direttive dei superiori o per assenza di senso civico nei dipendenti.

8) Governare è amare
Di pubblico e di democratico resiste oggi un reticolato invecchiato di Pubblica Amministrazione, una concezione di servizio pubblico che non risponde in maniera funzionale agli attuali bisogni dei cittadini e al nostro status di figli della globalizzazione; ristrutturata dopo il regime monarchico, per far giungere ad ogni cittadino l’onere dell’ambita democrazia, la macchina burocratica dell’ amministrazione pubblica è vissuta da alcuni come un altare pagano, e dal momento che il dialogo tra il cittadino e lo Stato si riduce a ritualismi e c’è chi è disposto ad adorare quel dio-burocrazia per proprio tornaconto, è proprio il caso di dire che esiste una Graticola Sociale che dà grasso ad alcuni cittadini e fa cadere nella brace altri.
Tanti sono i nomi dei Partiti, ma in essi vi sono sempre uomini che di norma promettono benessere e giustizia, difatti nessuno si sognerebbe di negare valori che fondano un governo democratico, pregiudicando la propria vittoria nelle elezioni, tuttavia succede sempre più spesso che quando si è al potere non si hanno più quelle risorse promesse, perfino contabilizzate durante le campagne elettorali; di questo gioco la società è stanca, e per chi continua la corsa non si prospetta un futuro facile: i giovani muoiono sulle strade, si drogano, si lasciano cadere e distruggono con loro intere famiglie… chi resterà tra mezzo secolo!!! I giovani di qualche decennio fa sono ormai uomini maturi e per un granello di fede in più che li alimenta si prendono cura degli ammalati, dei vecchi e degli stranieri; i bambini di oggi, specie quelli che hanno subito violenze, cosa potranno o sapranno offrire un domani a se stessi e a chi non connette più. Paradossalmente anche le organizzazioni criminali, che odiano il bene comune, uccidono con droghe e disperazione la manodopera delinquenziale, ed è proprio per questo che tutto è così gravemente puerile, quanto vivacemente drammatico.
Stiamo conoscendo ottimi oratori, che sono proprio per questo lontani dal concetto di politica, di quella politica concepita dagli antichi, che, ribadisco, deve essere opera di saggezza, un alto dovere di civiltà: sapendo ben governare si libera l’uomo dalla pura concezione del vivere per vivere, poiché si consegna a lui soltanto la gravità delle sue scelte e la gloria delle sue più profonde aspirazioni. Nelle aspirazioni del cuore umano, unica pista da seguire, è suggellato il percorso salvifico tracciato da Dio stesso, perché le aspirazioni esistono e sussistono nello Spirito che ci tiene in vita e per questo c’ispira il Bene, possiamo addirittura pensare che l’uomo è un’Aspirazione incarnata. L’uomo è la sola creatura che può volere e promettersi libertà e prosperità, ma potrà ottenerle a patto che si riveli per quello che è, esprimendo coraggiosamente ciò che sente nell’anima, spogliandosi di quello che non è umano e che quindi non gli appartiene; potrà farlo se avrà costanza nelle sue sfide e se non si scandalizza dei suoi simili e soprattutto se la smette di sentirsi inadeguato o insignificante per un dono tanto grande come quello di essere anch’Egli storia di un Dio in terra, perché lo è davvero.
E’ l’amore che insegna davvero a governare, non la presunzione di essere stati ad una scuola di politica o di essere nati intelligenti, furbi o forti, e sarà lo stesso amore, che è l’unica verità, a chiamarci ai nostri più profondi doveri, con quei carismi donati da Dio, che ogni uomo ha il dovere di analizzare e difendere, e che ci invitano a vivere, a sperare e a credere anche per chi non riesce più a farlo.

APPELLO
Italia delle Scienze delle Lettere e delle Arti

L’ I.S.L.A. nasce dall’idea che la gestione del Bene Pubblico non deve essere un pretesto e il mezzo per assoggettare la massa o per ricevere consensi internazionali, ma un diritto-dovere di ogni gruppo umano che ha conosciuto sulla propria pelle la gloria della libertà e i sacrifici del progresso. La gestione del Bene pubblico è dunque un fatto culturale, poiché si gestisce ciò che si riconosce comune, da qui il dovere di ogni governo democratico di ridistribuire equamente la ricchezza pubblica, mediante una prassi agile e concreta che risponda ai reali bisogni del cittadino.
Il motivo fondante dell’ufficiale “scesa in campo” delle Forze Culturali, che ci si augura d’essere vissuto come la più profonda e connaturale sua aspirazione, è la filosofia di una classe dirigente che va trascurando l’emergente bisogno di identità dei giovani, che non permette ai lavoratori di sostenere col lavoro la propria famiglia, e alle fasce deboli offre una caritatevole sovvenzione.
All’ I.S.L.A potrà far riferimento ogni persona che crede nella forza della ragione e che vuole la vittoria del cuore umano nelle battaglie contro ogni forma di dominio. Tutto può essere rivisto, come tutto può essere cambiato, poiché il Diritto, come Patto Sociale, matura nell’era illuministica, un’era in cui le classi sociali si sono confrontate e scontrate sulle questioni di pubblico interesse.
Si vuole credere a questa idea come ad una svolta nel pensiero umanistico, un pensiero che ai suoi albori e dopo un lungo Medioevo ha identificato più di ogni altra compagine sociale le popolazioni europee e soprattutto il Popolo italiano. Questo pensiero, già languente e contrastato da secoli e che negli ultimi decenni neppure la Famiglia e lo Stato riescono ad assicurare, è ora seriamente compromesso da un’Etica di mercato spregiudicatamente materialistica, che, quantificando tutto, mercifica anche la sensibilità e la vita degli uomini, violando i diritti fondamentali della persona umana.
La scelta dei Rappresentanti dell’ I.S.L.A., eletti dai cittadini, porteranno in Parlamento le ragioni del proprio impegno politico e sarà senz’altro il momento della consapevolezza della Nazione di avere sul proprio territorio un nuovo schieramento politico, costituito da menti scientifiche, letterarie ed artistiche, che, al di là delle proprie esigenze di sapere e di creare, sapranno proporre idee oneste e ben mirate di Organizzazione, di Tutela e di Gestione del Bene Pubblico, finalizzate al profondo e doveroso progresso della Società.

Pittrice e Saggista Annamaria Arletti

Milano, 7 settembre 2007

Ciao Annamaria,
scusami se non posso leggere bene tutto.
L'idea dell' I.S.L.A. è carina. Non ho capito se è in creazione, o se già è stato partorito un corpo. Cattolica non sono, e mi chiedo come un creativo possa aderire ad una credenza, piuttosto che come Giordano Bruno armarsi di eroico furore.
Una favoletta per sorridere a questo link http://www.mariamaddalena.it/

PS: ma domani non è la giornata del V-Day nelle piazze ideata da Beppe Grillo? :)

Ti auguro di trovare qualcuno che ti voglia bene.La Pnl sarebbe ancora meglio,ma siccome nella valanga di parole mi è saltata subito all'occhio "Cattolicesimo",temo che tu non ne voglia sentir parlare,ovviamente.Il tuo Karma è molto nefasto.Un grazie va a me stesso,per aver visto in due secondi (nel mare delle parole che non mi sarei mai sognato di leggere) la parola "cattolicesimo",che è l'errore per antonomasia,il virus letale del cervello . Tante parole,tanti pensieri,tanta violenza,male dentro . Se Marx faceva Pnl avrebbe stravinto,e tu non esisteresti

Per dire la verità anche una mia amica crede in Dio, ed è ridotta maluccio,salvo che scopa fisso con il suo boy.