di Jacopo Fo
Sono stato veramente male guardando le Iene, ieri sera.
Un intervistatore raccoglieva le dichiarazioni di due incappucciati che si vantavano di aver picchiato, impiccato per 40 secondi, bruciato col cammello del gas, preso a sprangate, un essere umano che secondo i torturatori era colpevole di aver molestato alcune ragazzine e ragazzini dai 13 anni in su.
La telecamera inquadra a lungo la porcilaia dove il maniaco e' stato torturato per due ore e mezzo. Con graziosi primi piani ripetuti su una chiazza di sangue.
L'intervistatore poi si mette a raccogliere testimonianze sulle molestie per appurare se il gruppo di torturatori (4) avessero mosso accuse fondate.
Poi l'intervistatore va a casa del torturato e lo accusa delle molestie.
Il torturato molestatore annaspa e da' proprio l'idea di essere colpevole.
Quindi siccome il molestatore e' uno schifoso maniaco allora quelli che lo hanno torturato sono brave persone?
Nonostante il voltastomaco sono restato a guardare fino alla fine per vedere se in qualche modo il servizio entrasse nel merito dell'orrore di quattro maniaci sadici che si fanno giustizia da se'.
Alla fine una rapida dichiarazione sul fatto che non e' giusto farsi giustizia da se'.
Mi chiedo quale sia il messaggio che una simile trasmissione fa arrivare ai telespettatori.
Hanno dato un enorme spazio alla sceneggiata dei torturatori con i passamontagna e un lenzuolo addosso.
Hanno dato altrettanto spazio a dimostrare che il torturato era un maniaco.
Una sola domanda e' stata fatta ai torturatori per indicare l'orrore della loro azione: "Non vi faceva pieta'?"
Risposta: "No!".
L'intervistatore non ribatte.
A proprio voler fare un servizio di questo genere una persona responsabile avrebbe dovuto assolutamente mettere in crisi la pretesa di sanita' mentale dei 4 giustizieri.
Avrebbe potuto farlo in molti modi, inducendoli a far uscire dalla loro testa malata il marcio dell'ideologia della vendetta.
Ben altra aggressivita' e prontezza verbale ha dimostrato l'intervistatore nella sua requisitoria contro il maniaco molestatore di ragazzini.
Invece l'intervistatore quando interrogava i giustizieri e' restato neutro e questo non puo' che aver avuto l'effetto di esaltare questi personaggi abominevoli. E tutti quelli tra gli spettatori che vivono nella logica della vendetta.
Non so cosa pensino alle Iene sulla vendetta. Quel che e' venuto fuori e' uno spot selvaggio che esalta giustizieri sadici.
E giustifica implicitamente la tortura.
Ma che brutta storia.
Come si sentiranno questi analfabeti morali quando altri giustizieri telefoneranno loro vantandosi di un'altra bravata sadica?
Ma chissenefrega. Sicuramente hanno realizzato una puntata di grande audience!!!
La questione comunque e' complessa. Dietro si nasconde un pilastro della nostra ideologia che e' appunto la logica della vendetta e della faida.
Per chi avesse voglia di mettere in discussione antiche certezze cito un pezzo sui tribunali del Perdono e sul miracolo compiuto da Nelson Mandela che molti ammirano ma pochi stanno a sentire.
Vuoi vendicarti per i torti subiti? Ne hai il diritto. Ma ti conviene?
Quando Nelson Mandela capitano' l'ultima protesta contro l'apartheid in Sudafrica e il regime razzista cadde egli capi' che doveva porre ai suoi connazionali una grande e difficile domanda.
Una domanda impossibile da porre a un popolo occidentale. Incomprensibile addirittura per i nostri schemi mentali.
Egli chiese: cosa dobbiamo fare a chi ci ha torturato, ucciso, tenuto in catene, umiliato? Cosa facciamo a chi ha ucciso i nostri padri, violentato le nostri madri, le nostre mogli, le nostre figlie? Cosa facciamo a quei cani che ci hanno azzannato per tutta la vita? Siamo proprio sicuri che valga la pena di ucciderli, tenerli in prigione, punirli?
Fu cosi' che inizio' una grande discussione. Nessuno metteva in dubbio che un ladro o un assassino dovessero essere messi in prigione per impedir loro di compiere un altro reato e perche' venissero sottoposti a un percorso di rieducazione. Ma nel caso dei carnefici e dei loro mandanti che avevano torturato il popolo per decenni sembro' che non si potesse usare la stessa logica punitiva. Il crimine era troppo immenso perche' potesse essere punito. Quindi dopo moltissime discussioni si decise di non punire i colpevoli delle piu' tremende e barbariche violenze compiute in Sudafrica.
Non sono impazzito. E' cosi' che e' andata. E hanno fatto bene. Questi neri hanno ancora una forte componente dell'antica cultura matriarcale che riconosce al suo centro, come fulcro, l'idea del valore spirituale dell'esperienza e l'interconnessione stretta tra tutti i fenomeni. E questa cultura porta piu' facilmente a identificarsi nelle vittime per comprendere quale e' la loro esigenza piu' forte e profonda. Se hai subito l'abominio, una semplice vendetta non e' soddisfacente. Non cambia l'orrore che hai vissuto, le stigmate dell'umiliazione, il tormento dei ricordi e dei rimpianti. Anche se ammazzi il tuo torturatore e lo fai morire in modo lento e doloroso, la tua percezione dell'orrore vissuto non cambia. Nella cultura bantu' esiste un concetto che ha un valore maggiore della vendetta: la consolazione della vittima. Cosi' essi si chiesero che cosa potesse veramente modificare lo stato mentale delle vittime. Riscattare almeno in parte l'ingiustizia subita. E dissero: rinunciamo alla vendetta perche' l'unico medicamento che da' sollievo al dolore delle vittime e' la comprensione.
Il dolore viene arginato solo dalla sua condivisione collettiva. Quando il torturato torna nel villaggio e racconta di aver subito 100 frustate anche i suoi amici si chiedono se, magari, non stia esagerando un po'. Non mettono in dubbio che sia stato frustato ma si chiedono se le frustate siano state proprio 100 oppure "solo" 70... Il torturato invece desidera innanzitutto di essere creduto totalmente, che la misura del suo dolore sia riconosciuta. Questa e' l'unica possibile, piccola consolazione. E allora il governo dei neri inventa un istituto legale incredibile: i Tribunali del Perdono. Per anni sono andati avanti a tenere udienze in questi tribunali speciali. Le vittime si presentano e raccontano tutto quello che hanno patito e fanno i nomi dei loro carnefici. I quali sono obbligati a presentarsi e a confessare raccontando per filo e per segno quali crimini hanno commesso e come. Se ammettono le colpe non vengono puniti in nessun modo. Cosi' si ottiene che nessuno possa negare la verita' di quei fatti. Non esistera' mai nessuno in Sudafrica che potra' mettere in dubbio la misura dei crimini commessi perche' vittime e carnefici hanno testimoniato, le loro dichiarazioni sono state filmate e trasmesse in televisione. Ci sono voluti anni per elencare, descrivere e comprovare l'enorme mole dei crimini commessi. Oggi c'e' chi nega i crimini nazisti, stalinisti, di Pinochet, dei colonnelli greci o argentini. Questa situazione e' legata proprio al tentativo di punire in modo vendicativo i colpevoli. Un procedimento che genera automaticamente una difesa che cerca di negare le colpe. E questa negazione degli orrori del passato, restando piu' o meno latente, semina odi e rancori inestinguibili. Ma attenzione, non si tratta di rinunciare all'azione ma di sostituire l'azione della vendetta con quella della presa di coscienza degli orrori. Di fronte agli orrori non si puo' non reagire. In Jugoslavia, durante la seconda guerra mondiale, il regime filonazista croato realizzo' lo sterminio di piu' di un milione di serbi. Questo crimine fu censurato da Tito in nome della riconciliazione nazionale. Non affrontare il bagaglio di dolore di un simile genocidio ha avuto effetti piu' devastanti dell'affrontarlo con lo spirito di vendetta. Dopo qualche decennio il bubbone e' scoppiato.
I giornalisti che intervistavano i combattenti serbi della guerra etnica si stupivano di sentir sommare i morti delle persecuzioni degli anni '40 insieme a quelli degli anni '90. Per molti serbi la guerra non era mai finita, era restata solamente congelata per 50 anni. Ti ho convinto?
Da "La rivoluzione pigra" capitolo ventunesimo
http://www.jacopofo.com/?q=node/1531
Commenti
Mickk62 Mi hai convinto
Mickk62
Mi hai convinto eccome! Ma questo è un pessimo periodo per parlare di perdono, lo dico con una grande paura dentro di me, perchè vedo e sento gente sempre più incazzata, anche per le ragioni più futili, che invova la forca col sostegno maligno e strumentale di alcuni politici da strapazzo. E' davvero deprimente...Non so cosa dire. Vorrei tanto vivere in un mondo più sereno, meno ossessionato dal denaro,dalla fretta, dalla necessità di scaricare su qualcuno la rabbia accumulata per uno stile di vita insensato. Spero che sia soltanto un periodo, che passi.
Grazie, ciao.
Michele
risposta a jacopo
Anche il nostro sistema giudiziario prevede un sostanzioso sconto di pena per chi confessa i crimini per i quali è accusato.Il punto è cosa succede quando vi è insufficienza di prove. Nel caso di insufficienza di prove non può vigere il principio-o confessi o sei punito comunque- perchè ci troveremmo di fronte a delle complicazioni sostanziali contrarie al principio stesso di giustizia.Un innocente si troverebbe nella situazione di dover confessare un reato non commesso pur di non incorrere nella pena.
In sostanza e con tutto il rispetto che nutro per i bantù, credo che il diritto italiano sia eccellente e che sia il migliore strumento per assicurare la giustizia.La soluzione in Italia non è quella di cambiare il diritto.I problemi del nostro paese nascono dall'assoluta mancanza di rispetto del diritto sul quale si fonda il nostro sistema giudiziario.I tempi dei processi sono lunghissimi e non sono rari i casi nei quali la vittima ottiene giustizia solo dopo la morte; c'è un'alta collusione tra potere politico, magistratura e criminalità. Abbiamo un ministro della giustizia ex democristiano e amico dei mafiosi che ha varato l'indulto, in un governo che ha tradito le promesse fatte ai propri elettori.Sono questi i problemi reali del nostro paese
Per quanto riguarda la puntata delle iene condivido pienamente la tua opinione. Non ho avuto modo di seguirla bene perchè avevo gente a cena e l'ho vista, come si dice...A spizzichi e bocconi.Tuttavia anch'io ho avuto l'impressione che abbiano fatto una scelta sbagliata mandando in onda quel servizio condotto in quel modo.Non si può velatamente celebrare in televisione chi si fa giustizia da sè o si rischia di fomentare emulatori e giustizieri sommari con smanie di protagonismo.
A chi non l'ha visto consiglio cmq un bellissimo film americano di qualche anno fa:MYSTIC RIVER, di Clint Eastwood.Ciao
www.ilterzostato.splinder.com
SCONFORTANTE
Sono d'accordo con te, Jacopo. L' estrema barbarie, che sembra ultimamamente aver raggiunto l' umanità intera, come dimostra il reportage da te commentato, è davvero impressionante. Ma io continuo a credere, ad essere fortemente convinta, dell' utilità della comprensione, del perdono, della misericordia, per un vero miglioramento dei rapporti umani. Nel mio caso, tutto ciò ha origine dalla fede cristiana, ma, nel contempo, penso che, pur da laici, da agnostici, da atei, non ci si possa non rendere conto che una faida perenne, un continuo rispondere alle offese con altre offese più grandi, alle violenze con altre violenze più grandi, il prevalere della legge del taglione, non può che farci precipitare sempre più nell'abisso dell' abiezione, della disumanità più totale, con gravi danni per tutti. Sono anche molto convinta della veridicità dell' asserzione vichiana, per cui non si può essere saggi se non si è pii. E allora....speriamo in meglio ( o come Dio vorrà ).
Avv. Patrizia Castaldo
E' difficile non concordare
E' difficile non concordare con le tesi espresse da Jacopo, come lo è portare il discorso sulle connivenze tra poteri vari ecc.
Io credo che il problema di fondo sia invece più difficile da cogliere.
Personalmente l'imbarbarimento della soc civile e la disgreagazione del concetto di famiglia ( non mi riferisco ne alla visone cattolica della stessa , ne alle questioni divorzistiche e così via ) sono gli elementi su cui poggiano tutte queste manifestazioni che a mio avviso sono solo sintomi ma non cause.
L'insicurezza, la solitudine, il sentirsi inutili sono visti sempre come elementi causanti ma sono solo sintomi.
Il dramma ha radici altrove : nel rispetto della vita, delle persone, delle cose e delle regole che le persone hanno deciso di condividere e di darsi per vivere in comunità.
Qui fonda tutta la sua aberrante distorsione la vita che oggi viviamo , nel pressapochismo e nel qualunquismo identitario.
A condire tutto questo c'è poi da un lato la visione del potere a cui oggi sono approdati " i nostri grandi statisti" insieme a la quasi totalità della classe dirigente ( non solo politica ) del nostro paese, e dall'altro il proliferare dell'invidia nelle menti delle persone.
ciao
alberto
CIO' CHE POSSIAMO ESSERE
Tutte le volte che mi capita di vedere trasmissioni televisive come quella di cui parli, sono tentato di buttare la tv dalla finestra …….occhio non vede cuore non duole!!!.
E mi chiedo come faccio ad essere così autolesionista quasi mi divertissi a prendere certe incazzature che mi fanno poi star male in modo tale da risentirne poi anche sul piano fisico. Non lo so, forse sono spinto dalla curiosità di verificare fino a dove può giungere un modo di pensare di una parte di umanità per me inconcepibile, sono in un certo modo attirato dal mio opposto. Ma per fortuna anch’io come te ho perlomeno il buon senso di non limitarmi alla sola verifica o alla denuncia di questi fatti , ma cerco di proporre delle logiche di alternative credibili. Quella che tu proponi in questo caso ( l’esempio del Sudafrica), la trovo eccezionale, qualcosa di veramente straordinario, che certamente precorre i tempi.
Sai Jacopo, penso che l’umanità si stia lentamente ma ineluttabilmente dividendo sostanzialmente in due gruppi nettamente contrapposti: una parte che io definisco "dell’uomo lupo" con tutto il rispetto per i lupi veri;( uso questo termine per rendere l’idea) dove vice la legge della sopraffazione , la legge della giungla, dove ci sono le categorie dominanti di ( serie A) e le categorie inferiori (di serie B) Si ritiene giusto che il più forte mangi il più debole perché così da sempre funziona il mondo….. Esiste poi un altro gruppo che definisco per rendere l’idea "dell’uomo fratello" dove tutti gli uomini sono considerati di "serie A" dove si riconosce certamente la disuguaglianza fra gli uomini ,ma anche dove si ricerca costantemente il rispetto e si coltiva l’arte dell’incontro, dove si sperimenta la teoria "dell’uguaglianza nella disuguaglianza." Due umanità contrapposte come si può dedurre che si vanno separando in modo sempre più netto: E’ questa secondo me la caratteristica di quest’epoca. Penso che ognuno di noi sia chiamato sempre più a schierarsi ; dobbiamo decidere da che parte stare !!! Non ci è più consentito di rifugiarsi nel "limbo" (come si poteva fare nelle epoche passate), se non per il periodo strettamente necessario per decidere da che parte stare. Per questo credo sia fondamentale poter proporre una cultura alternativa credibile in contrapposizione alla cultura imperante ; perché solo così tutti possano essere messi nelle migliori condizioni per poter liberamente scegliere da che parte stare: E credetemi non è retorica affermare che da questa scelta dipenderà il futuro dell’umanità, ognuno di noi in questo senso è chiamato ad una grande responsabilità Per questo caro Jacopo io sto dalla tua parte in tutto e per tutto, e sto con tutti quelli che credono in un mondo diverso, alternativo e possibile . , Dobbiamo avere fiducia, dobbiamo coltivare l’alternativa e questo sentimento di assoluta fiducia. Dobbiamo crederci!!! Ho usato volutamente il verbo dovere ,anche se questo può sembrare in qualche modo impositivo poiché penso che non abbiamo alternative. La posta in gioco è troppo importante e noi uomini siamo infinitamente migliorie più importanti di quello che la cultura imperante cerca di farci credere . Ciò che possiamo essere è assolutamente straordinario.
Un abbraccio Idio
Le iene portano "Bene"...
Carissimo, condivido dalla prima all'ultima lettera del tuo "sfogo", ma che dico lettera? anche le virgole, gli accenti, gli apostrofi... Mia moglie ha dovuto subire una mia infervorata "filippica" allo scorrere delle immagini in TV, mentre lei sperava solo di riuscire a guadagnare il letto per sprofondare in una meritata dormita... Invece no! Un programma capace di realizzare anche scoop e servizi di indubbia sgacia, cosa ti propone? La "normalizzazione" della giustizia privata messa in atto da 4 giovani deficienti codardi, capaci pure di lanciare una provocazione di sfida alle autorità indaganti (?)... Ma rendiamoci conto!!! Non serve neanche mettere in piedi il giochetto del "se fossi stato io nell'intervistatore..." perchè l'interrivstatore, proprio, non ci sarebbe dovuto essere stato ... Un minimo di autodisicplina, di etica, di moralità prima di prenotare il biglietto per la Sardegna... O, almeno, una volta giunto sul posto e visti i 2 pagliacci incapucciati, mandarli affanculo e andare via... Sinceramente trovo che questi siano quegli episodi "minori, "sottotono" eppure drammaticamente più "efficaci" di molti altri eventi strombazzati. Pensamo all' "ambiente": evidentemente tutti in quel giro e in quella zona conoscevano questo agente di spettacolo. Alle persone: tutte sapevano qualcosa dei suoi vizi e, probabilmente, la sanno lunga sui deficenti incappucciati. Alle motivazioni: tutti spinti dalla smania di successo e pronti a mettersi in evidenza ognuno con la propria scala soggettiva di valori e compormessi. E, quindi, pensiamo alla trasmissione: possibile che non uno solo dei televisori del posto non si sia sintonizzato sulle Iene quella sera? Ovviamente tutti incollati a guardare il programma e (qui sta la gravità), tutti pronti a dare il proprio commento personale prorpio perchè in qualche maniera coinvolto nell'atmosfera della provincia sarda in cui si è maturato il fatto. RIsultato? Facile da immaginare: qualunque cosa fosse stata detta o fatta sarebbe risuonata come un megafono a penzoloni da un aeroplano che sorvolava gli stessi luoghi del misfatto... E allora ecco il dilemma del "taglio" giornalistico da dare al pezzo (dilemma per un giornalista vero, responsabile, consapevole del mezzo che utilizza, ecc. ecc.), proprio perchè doveva essere ben chiaro che il serivizo, di qualsiasi tipo fosse stato, avrebbe pesato come un macigno sullla reazione della piccola comunità locale. Invece: pieno spazio alla sceneggiata dei pagliacci incapucciati, pieno risalto all'imbarazzo dell'agente manolesta, con il tipico alibi del professionista che si limita a far semplicemente passare le immagini che registra (come se oggi, nel 2007, ancora qualcuno crede a queste balle, ben saopendo che anche il tipo di telecamera che scegli di usare ha il suo potere distortivo o "dattativo" della notizia...). E, allora, in conclusione, perchè si è persa l'occasione per dire che la giustizia sommaria privata è degna di una civiltà troglodita? Perchè si è persa l'occasione di far capire a quei 4 pagliacci incappucciati "cosa" sono realmente, quanto male stiano, che vita di merda sia la loro e quanta merda accompagni i loro pensieri dal mattino in cui si alzano alla sera in cui appoggiano la testolina sul cuscino? Perchè non si è voluto fare del bene in TV? Alla comunità, aiutandola ad essere consapevole della trivialità delle reazioni giusitzialiste, ai pagliacci incappucciati, facendo loro capire che si sono messi in una posizione ben peggiore di quella dello sfigato agente, all'agente stesso, facendogli capire che il suo comportamento ha suscitato malumori, pensieri, energie negative di tale portata da spingere 4 coglioni ad agire come hanno agito... Perchè non si è voluto fare del "Bene"? Che non sia di moda? Mah...
Pierpaolo Bon
www.bioguida.com