cacao della domenica

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Strage a Palazzo di Giustizia di Milano: avevamo dato l’allarme! Siamo rimasti inascoltati!

Dopo i morti si attuano ferrei sistemi di sicurezza. Perché non agire prima? Non c’era in Italia un sufficiente allarme terrorismo?
È addirittura del 2003 la denuncia che facemmo sullo stato risibile della sicurezza nel tribunale milanese e sulla facilità di introdurre armi e qualunque altra cosa all’interno (riporto sotto il testo).
E non fummo i soli: altri hanno continuato a denunciare questa situazione nei successivi 12 anni. Neppure l’allarme per le recenti azioni terroristiche e le chiare minacce all’Italia da parte dell’Isis hanno generato una vigilanza sufficiente. Intanto c’erano membri del governo e funzionari dello Stato che si sgolavano sostenendo che in Italia si era pronti a fronteggiare attacchi. Si è visto. A Palazzo di Giustizia mancava persino un piano di emergenza, tanto che dopo aver ammazzato 3 persone Claudio Giardiello ne ha ferita una quarta lungo le scale e poi è riuscito a fuggire.
Sarebbe meglio che in futuro si ascoltino i segnali di allarme, invece di liquidare come “il solito rompiscatole” chi si preoccupa per le inefficienze macroscopiche.
Ma non è solo una questione di autorità sorde. C’è da chiedersi perché anche le organizzazioni di categoria di giudici, avvocati e impiegati se ne stiano state zitte di fronte ad una situazione di abnorme mancanza di sicurezza.
In un paese normale ci sarebbe ora un terremoto e dimissioni a valanga di tutti quelli che avevano il dovere di occuparsi della questione e non lo hanno fatto. Alcuni di questi sono funzionari pubblici che hanno uno stipendio più alto di Obama…
In Italia si difendono dicendo: “Non si poteva prevedere…”
Invece si poteva prevedere. Si poteva fare molto. Non si è fatto.

Da Cacao della domenica del 30 marzo 2003
Vigilanza inefficiente al Palazzo di Giustizia di Milano
Per la gioia dei terroristi di tutte le tendenze è stata smobilitata ogni
 vigilanza al tribunale di Milano. 
Dire che le procedure di sicurezza sono una presa per il culo è un
 vezzeggiativo. Praticamente ci sono eccezionali misure di sicurezza 
all'ingresso principale con metal detector e corridoio blindato.
 Ma all'ingresso laterale c'è solo un metal detector e al lato della porta
vigilata da un solo agente ce n'è un'altra riservata teoricamente a avvocati
e giudici: è presidiata da un foglio di carta che dice: "Ingresso riservato a
avvocati e giudici esibire il tesserino". 
Già questa è un'assurdità perché un terrorista potrebbe procurarsi
 facilmente un tesserino falso oppure costringere un avvocato a trasportare
 armi... Comunque non ne avrebbe bisogno: di guardia c'è un solo agente adibito
al controllo e centinaia di persone che passano senza esibire un bel niente.
 Provo a entrare facendo la faccia da giudice, sono vestito come un teppista
 con giaccone e barba di tre giorni e nessuno mi chiede niente. Non ci posso
 credere. 
Riprovo il giorno dopo a entrare con una sporta della spesa con dentro una
 telecamera e varie attrezzature metalliche ma potrebbero essere bombe e
 pistole. Nessuno mi ferma. Inizio a riprendere l'ingresso libero con la
 telecamera. Solo dopo pochi minuti vengo fermato: non si può riprendere
all'interno del tribunale senza autorizzazione. Mi chiedono come abbia fatto
a entrare con la telecamera. Gli spiego che sono passato dall'ingresso per
gli avvocati. Mi guardano perplessi.
A questo punto parlo con uno dei due poliziotti e chiedo come mai le misure
di sicurezza siano così tenui. Mi spiegano sconsolati che è stata dimezzata
la vigilanza.

Fonte: alcatraz.it

Jacopo Fo