Perche' Berlusconi può perdere al Senato pur prendendo più voti se la Sinistra Arcobaleno supera l’8% nelle regioni rosse.
Inviato da Jacopo Fo il Sab, 04/05/2008 - 18:28I sondaggi di venerdi' scorso di Prediction People (la legge vieta di fornire dati di sondaggi subito prima delle elezioni) ci dicono che Berlusconi e' in vantaggio del 3,5% dei voti. I sondaggi ufficiali davano il distacco a 6 punti e più. Il sondaggio che cito io e' quello ottenuto tramite le scommesse gratuite sul sito Prevision People (http://www.predictionpeople.com/) e ho gia' spiegato (http://www.jacopofo.com/node/4293) perche' mi fido più di questo nuovo sistema di sondaggio che non a caso abbiamo sostenuto con una campagna pubblicitaria intensa.
Possiamo quindi realisticamente affermare (salvo rivolgimenti improvvisi) che si ripetera' una situazione simile a quella delle ultime elezioni con Berlusconi nelle condizioni in cui era Prodi, con una maggioranza minima.
Ma ora il quadro politico e' cambiato e se Casini riesce a superare l’8% in Sicilia e eleggere qualche senatore e se altrettanto riesce a concludere la Sinistra Arcobaleno in Toscana, Emilia o Umbria, otterremo che, pur essendo il primo partito, il PdL potrebbe non avere la maggioranza dei senatori.
E attenzione, se nelle regioni rosse Veltroni stravince in realta' e' un problema perche' il partito più votato ha il premio di maggioranza regionale ma se prende molti voti più del necessario questi voti hanno un peso inferiore in termini di senatori eletti perche' ormai e' scattato il premio di maggioranza. I voti della Camera vengono messi tutti insieme a livello nazionale, ogni tot voti c’e' un eletto, e chi ha più voti prende il premio di maggioranza. Al Senato invece (demenziale!) ogni votazione regionale va a se' e non si recuperano i voti in più nella singola regione se non in minima parte. Per questo nelle regioni rosse ha senso votare per la Sinistra Arcobaleno per ottenere il massimo effetto contro Berlusconi.
Capisco che questi discorsi contorti facciano girare le scatole a molti.
Tant’e', questa e' la situazione.
Si potra' dire che se Berlusconi non avra' la maggioranza in Senato arriverebbe comunque a un governo con Casini ma potrebbe anche essere contrastato in qualche modo, visto che la maggioranza dei senatori potrebbe costantemente metterlo in minoranza.
Insomma, nella migliore delle ipotesi siamo nella merda.
E allora, cosa parlo a fare?
Parlo perche' credo che la battaglia elettorale sia oggi importante anche se non essenziale.
L’essenziale e' che continua ad avanzare la cultura della pace, del rispetto per gli esseri umani e l’ambiente, della cooperazione.
E questo progresso non lo decide il Parlamento, andra' avanti comunque. Ma in questo momento vale proprio la pena di investire un po’ della nostra energia per tentare di limitare i danni in una situazione di crisi. Il paese e' sull’orlo del collasso e il crollo non possiamo permettercelo. Soprattutto gli strati più deboli della popolazione pagherebbero un conto esistenziale gravissimo.
In una situazione come questa anche quel briciolo di scarto tra destra e sinistra fa la differenza.
Berlusconi ci riporta nella guerra in Iraq, Veltroni no. Berlusconi fa impazzare la spesa pubblica e depenalizza i brogli economici, Veltroni cerchera', pigramente, di risanare il bilancio.
Berlusconi finanziera' centrali nucleari, ponti sugli stretti, trafori e se qualcuno si oppone mandera' la polizia come a Genova, con Veltroni c’e' qualche spazio di trattativa e scene alla Bolzaneto sono meno probabili.
Fa la differenza come fa la differenza Bush rispetto a Clinton. Guerra totale o non guerra totale.
E vorrei aggiungere che se andiamo a votare questo non toglie forza alla protesta del V-Day.
Ma se non votiamo, se annulliamo la scheda, se votiamo scheda bianca, il nostro voto non varra' un fico secco, sara' solo un dato statistico di cui i politici se ne fottono. Anche se 10 milioni di italiani non votassero verrebbe eletto lo stesso numero di parlamentari, non uno di meno.
Io credo che se verra' eletto Berlusconi anche chi non ha votato si sentira' un po’ deluso.
Allora perche' non votare?
Se non voti lasci che siano gli altri a decidere.
Punto e chiuso.
Quanto detto spiega anche perche' sui nostri siti e newsletter in questo momento trovate la pubblicita' elettorale della Sinistra Arcobaleno. Non abbiamo fatto una scelta di campo ma non abbiamo motivi per rifiutare la pubblicita' di chi sta concorrendo contro Berlusconi.
La nostra posizione e' vota chi ti pare ma vota contro Berlusconi.
E questo discorso spiega anche perche' sarò a Firenze contro il nucleare a una manifestazione dei Verdi toscani. E perche' sostengo la candidatura di Fabio Roggiolani anche se si presenta alla Camera, in Toscana. E’ una persona onesta, ci siamo incatenati insieme di fronte all’Enel di Firenze, e' uno che si da' veramente da fare per sviluppare le ecotecnologie e ha contribuito a realizzare tutte le nuove leggi sul solare, l’eolico e le biomasse. E’ al quinto posto della lista, una posizione molto scomoda, ma se ci sara' un successo della Sinistra Arcobaleno in Toscana ce la può fare. Avere una persona come lui al Parlamento sarebbe un voto utile.
Allego una lettera dell’avvocato Antonio Rotelli che mi e' stata inviata da Lorenzo Carmassi, del comitato per le Class Action, che spiega perche' le lettere che girano in rete, che sostengono che non votare abbia qualche effetto, sono menzognere.
Viene fatta girare in rete un’informazione sul funzionamento della legge elettorale che vorrei smentire.
Si invitano i cittadini elettori a non votare scheda bianca o nulla in quanto queste sarebbero attribuite come voti validi, automaticamente, alla lista che ha prende il maggior numero di voti, andando a determinare il premio di maggioranza. Non e' vero.
Le schede bianche o nulle non vengono attribuite a nessuna lista o coalizione di liste, ma sono voti che vanno dispersi. A maggior ragione non entrano nel calcolo di alcun premio di maggioranza.
Una scheda bianca o una scheda nulla non rappresentano voti validamente espressi e non vengono assegnati a nessuna lista o coalizione di liste.
La legge, come da ultimo riformata nel 2005, afferma espressamente che il quoziente elettorale, che determina l’assegnazione dei seggi alle coalizioni e alle liste, e' dato dalla somma dei soli voti validamente espressi a ciascuna lista.
Il premio di maggioranza viene assegnato alla lista o alla coalizione di liste che riesce a prendere un voto in più di tutte le altre, indipendentemente dal fatto che abbia ottenuto solo il 10%, il 30% o il 51% delle preferenze degli elettori. e' sufficiente che prenda un voto in più di tutte le altre liste o coalizioni di liste.
Poiche' esistono soglie di sbarramento sia alla Camera, 4% su base nazionale, che al Senato, 8% su base regionale, i voti validamente espressi per liste o coalizioni di liste che non raggiungono rispettivamente il 4 o l’8 %, sono anch’essi voti che non si conteggiano e non concorrono a formare il quoziente elettorale nazionale o regionale. Cosi' come accade per le schede nulle o bianche, sono voti che vanno dispersi e, quindi, che non incidono per nulla sull’elezione dei deputati e dei senatori.
Peraltro il risultato delle elezioni e' valido quale che sia il numero dei cittadini che partecipa al voto, anche se molto basso, e quale che sia il numero dei voti validamente espressi, anche se molto basso. Se partecipasse al voto solo il 70% dei cittadini e di questi il 50% votasse scheda bianca o nulla, mentre solo il 20% esprimesse validamente un voto, quel 20% di voti eleggerebbe il Parlamento e ne stabilirebbe la composizione.
Se inoltre accadesse che quel 20% di voti validamente espressi, facendo l’esempio per la Camera dei Deputati dove il quorum di sbarramento e' del 4%, fossero stati dati: il 6% alla lista A, il 5% alla lista B, il restante 9% a più coalizioni o liste nessuna delle quali raggiunga la soglia di sbarramento del 4%, la cifra elettorale nazionale scenderebbe ulteriormente e sarebbe dell’11% (somma dei soli voti presi dalle liste A e B) mentre il restante 9% dei voti si perderebbero.
In questo caso al partito A verrebbero attribuiti il 55% dei seggi, in quanto avendo preso almeno un voto in più di tutte le altre liste gli viene assegnato anche il premio di maggioranza, che gli spetta indipendentemente dalla soglia di voti/preferenze che ha ottenuto.
L’esempio che ho fatto e' abbastanza irrealistico che si verifichi, ma spiega chiaramente il meccanismo di funzionamento della legge elettorale, quale risulta dalla riforma Berlusconi della legge elettorale, legge 270 del 2005, c.d. Porcellum. Lo stesso esempio e' valido anche per il Senato della Repubblica dove però voti, quorum e cifre elettorali si contano regione per regione.
Per chi fosse interessato a verificare gli estremi legislativi di quanto ho spiegato, sono i seguenti:
Testo unico delle leggi elettorali, Norme per l'elezione della Camera dei deputati, D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 e successive modifiche (ultime modifiche introdotte dalla Legge 21 dicembre 2005, n. 270) art. 83;
Testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione del Senato della Repubblica, D.LGS. 20 dicembre 1993, n. 533, artt. 16 e 17.
Infine, non esiste alcuna disposizione regolamentare per il calcolo del premio di maggioranza, ma e' la stessa legge, negli articoli che ho appena citato che stabilisce come e quando si assegna il premio di maggioranza.
Chi scrive il contrario diffonde, consapevolmente o meno, informazioni non corrispondenti al vero.
Avv. Antonio Rotelli