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Spariti tutti i soldi delle pensioni degli Italiani! (Ecco perché andrai in pensione a 65 anni).


Foto da www.superba.it

Negli anni ho imparato che su ogni grande tema c’è una domanda semplice che nessuno si vuol porre perché è in grado di far saltare tutto la facciata di apparente buon senso del sistema. E’ un interrogativo che getta le persone nel panico perché è intellettualmente pericoloso.
Ho passato la mattina a porre questa semplice domanda sulle a economisti, avvocati, presidenti di associazioni consumatori, consulenti finanziari. Nessuno ha saputo rispondermi.
Quindi la giro a voi, straordinari lettori, nella speranza che qualcuno possa confermare la mia agghiacciante ipotesi.
Premessa.
Sulla questione delle pensioni assistiamo a un gran dibattito. Quasi tutti gli opinionisti sono concordi nel dire che non ci sono più soldi per le pensioni perché ci sono troppi vecchi in pensione e pochi giovani che lavorano in regola e pagano i contributi. Quindi i contributi di chi lavora non bastano a coprire l’importo delle pensioni in atto. E, si dice, questa situazione peggiorerà in futuro.
Questo è falso.
Il problema delle pensioni è che in Italia non esiste la separazione tra previdenza pensionistica (i soldi accantonati sulla paga dei lavoratori per pagare la loro pensione) e assistenza (cassa integrazione, prepensionamenti, pensioni minime eccetera).
Nei paesi civili i soldi dei lavoratori vengono investiti in modo che possano aumentare negli anni e pagare successivamente le pensioni mensili. In Italia i politici hanno usato questi soldi per finanziare l’assistenza. A volte questa assistenza era sacrosanta e meritoria, come nel caso delle pensioni minime. A volte è stata una regalia alle grandi aziende, come la cassa integrazione o i prepensionamenti per la Fiat. Ma comunque, se il governo decide che alcuni milioni di lavoratori atipici vari debbano versare solo il 20% dello stipendio per le pensioni (invece del 40%) dovrebbe anche tirare fuori i soldi per finanziare questa decisione. Invece il governo decide che tutti i lavoratori in regola devono finanziare il provvedimento e preleva i soldi delle loro pensioni senza neanche avvisarli.
Cioè i governi italiani da sempre si fanno belli con i soldi degli altri. Una cattiveria.
La situazione è tale che oggi come oggi, di tutti i contributi versati nell’ultimo secolo non è restata una lira e anzi l’Inps ha dovuto vendere buona parte del suo patrimonio immobiliare per stare a galla.
E fino a questo punto affermiamo cose dette e ridette da pochi liberi pensatori.
In parlamento, da eoni, giace una legge che prevede la separazione tra previdenza e assistenza.
Ma anche su questo i giornalisti tacciono.
Non avete letto su nessun quotidiano, in prima pagina: “Spariti tutti i soldi delle pensioni degli Italiani!” Peccato. E’ un titolo che avrebbe fatto verticalizzare le vendite.

(Domanda incidentale: è vero che la pensione dei giornalisti è gestita da un ente autonomo che non è stato depredato dallo stato? Le pensioni dei giornalisti vengono gestite dall’Inpgi? L’Inpgi è in una situazione di attivo mostruoso?)
Ma a questo punto mi viene in mente la domanda veramente cattiva: l’Italia ha un debito pubblico che supera i 3 milioni di miliardi di lire (1500 miliardi di euro). In questo conteggio come è calcolato il fatto che ci siamo spesi i soldi delle pensioni?
Se il sistema fosse razionale tutti i soldi scippati dovrebbero essere inscritti nel debito visto che sono stati spesi per scopi altri. Cioè anche se per questi denari non si sono emessi bot e cct comunque sono soldi che dobbiamo ai pensionati attuali e futuri.
Il mio sospetto è che siccome questi soldi dovrebbero essere nelle casse della previdenza che è un demandamento del Ministero del Tesoro, l’ammanco si faccia finta di non vederlo. Cioè non essendo un debito dello stato sul quale si pagano gli interessi (non sono stati emessi bot e cct per coprirlo) ma un debito che diventerà attivo solo nel futuro (quando i lavoratori richiederanno la loro pensione) questi soldi non vengano contabilizzati.
Se fosse così risulterebbe che perfino la contabilità del debito pubblico dello stato è una presa per il culo inaudita.
Saremmo fuori da qualunque parametro dell’Unione Europea visto che il nostro debito reale sarebbe aumentato, se ho ben capito, di più di 2 milioni di miliardi di lire, per un totale di più di 5 milioni di miliardi di lire di lire. 2500 miliardi di euro invece di 1500.
Attenzione: quando i giornalisti dicono che l’Italia ha un debito pubblico inferiore a quello degli Stati Uniti dicono una cazzata sonora. Infatti la cifra complessiva del debito Italiano è circa un quarto di quello Usa. Peccato che la nostra popolazione sia quasi un quinto di quella statunitense e la nostra economia (il nostro Prodotto Interno Lordo) sia parecchio meno di un quinto di quello Usa (vedi http://www.jacopofo.com/?q=node/2006).
Ed ecco perchè l’Europa preoccupata per le nostre pensioni. Li abbiamo fregati con la nostra contabilità taroccata e siamo riusciti a entrare in Europa. Mo ci hanno scoperti e se la fanno sotto perché siamo una mina vagante.
Vorrei sapere dagli economisti in ascolto se quanto ho detto è vero o è una mia allucinazione onirica (vivendo nel mondo dei sogni da ormai un mese non so se ho perso ogni contatto con la realtà).
E gia che ci siamo vorrei porre un’altra domandina stronza: è vero che anche gli enti pubblici hanno un ulteriore debito di circa 1 milione di miliardi?
E’ vero che teoricamente la legge non consente alle amministrazioni locali di contrarre debiti in proprio ma loro se ne fregano?

Ps
Vorrei che si capisse che la mia celta di vivere in un sogno si rafforza ogni giorno di più. E’ iniziata come un gioco ed è diventata una forma di protesta a oltranza. Qui non siamo semplicemente di fronte al malgoverno. C’è una fitta rete di alleanze, di complicità e di silenzi che supera l’immaginazione dello scrittore di fantascienza medio.
Non si può limitarsi a denunciare il sistema. Bisogna affermare che siamo di fronte alla follia e all’abuso che sono diventati sistema.
Per questo credo che dobbiamo fare un salto di qualità nella nostra denuncia. Solo entrando nell’assurdo e svegliando di vivere virtualmente in un’altra dimensione (siamo extraterrestri) possiamo dare una misura alla distanza che ci separa da questo mondo e dalla sua ritualità demente e criminale. Noi non siamo semplicemente in disaccordo con il Sistema. Noi ci troviamo in una gabbia di matti.

PPSS
Conducendo questa inchiesta, oltre ad andare a ripescare vecchi articoli usciti su Cacao e interpellare vari specialisti del settore ho pensato bene di telefonare anche all’Inps. Già trovare il numero di telefono della direzione nazionale si è rivelato impossibile. Il servizio informazioni Telecom ha disponibile solo il numero dell’Inps provinciale di Roma (0677381). Provo sul sito Internet (Qualcuno sa quanto è costato? E’ patetico.). Ma anche lì danno solo il telefono della sede provinciale di Roma.
Telefono 4 volte, resto appeso all’auricolare per 20 minuti complessivi e sento solo un cazzo di nastro che mi dice di non perdere la priorità acquisita. Il numero verde (803164) si rivela inutile, non sanno darmi un altro numero (!!!!).

Ho telefonato anche all’ente pensionistico autonomo dei giornalisti. Dopo 8 squilli il nastro mi guida in un minuto a un operatore umano che mi dà il telefono della segreteria della direzione nazionale. Oggi pomeriggio mi daranno il dato esatto sul loro attivo nel 2005 (il 2006 non è ancora chiuso). Quando gli ho chiesto se erano in passivo anche loro mi hanno risposto scandalizzati: la legge italiana ci impone precisi criteri di accantonamento finanziario!
Date retta a me: essere giornalisti è meglio.
Ora che ci penso: anche gli attori, i presentatori televisivi e i cantanti hanno le loro pensioni a parte. E come funziona per avvocati, commercialisti, notai e medici?
Non è che a restare con un pugno di mosche in mano sono solo gli operai, i portuali, le cameriere, le segretarie e i venditori ambulanti? Sarebbe veramente crudele…
E se la facessimo finita con queste corporazioni?