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La privacy, il trionfo della criminalità organizzata e il collasso dell'occidente.

Stefano Rodotà, dalla tribuna di Repubblica redarguisce gli autori di quel 93% di messaggi ai blog dei giornali che innaggiano alle Iene e alla loro inchiesta sui parlamentari e la droga. Dice. Cosa pensereste se durante un colloqui di lavoro vi offrissero una tazzina di caffè e poi analizzando le tracce della vostra saliva sapessero tutto di voi? E non solo se vi drogate o no ma anche a quali malattie siete esposti geneticamente?
Rodata, ma che dici? Non c’è nesso!
Le Iene hanno carpito dati sui parlamentari senza identificarli. C’è una bella differenza!!!
Ma il problema di Rodotà stà nel manico: lui crede al valore assoluto della privacy. Noi crediamo che la privacy sia giusta solo su alcune questioni strettamente personali.
E crediamo che la privacy venga usata con astuzia dalla criminalità comune e politica.
Volete battere la criminalità? Abolite il segreto bancario e i paradisi fiscali.
Ma come si fa a ragionare con gente che insiste a dire che sia giusto distruggere le intercettazioni illegali Telecom, che sono prove di un reato e che potrebbero contenere notizie di altri reati, perché violano la privacy?
Sotto il governo del buon D’Alema, dando retta alla filosofia della privacy, si abolì la legge che puniva come reato il possesso non giustificato di denaro. Uno strepitoso regalo alla malavita e alla corruzione che permette a persone come Berlusconi di non rispondere alla domanda: “Come li hai fatti ii soldi Silvio?” Prima di D’Alema non rispondere equivaleva a confessare la provenienza illecita del denaro. Oggi non rispondere è un diritto, perché magari mi vergogno a dire che me li ha regalati il parroco in cambio di prestazioni sessuali.
Così, per proteggere i diritti di persone che compiono atti vergognosi, anche se non punibili dalla legge, rinuncio a uno strumento essenziale per perseguitare i malvagi.
Ma i briganti e gli assassini possono ringraziare anche un’altra legge che è fondamento marcio di tutti i sistemi legilativi occidentali: se la polizia scopre la prova che Tizio ha ucciso qualcuno ma per qualsiasi motivo questa scoperta non è stata conseguita rispettando la legge, anche solo per un piccolo particolare burocratico, la prova dell’omicidio non è utilizzabile in tribunale. Ma non solo: se durante il processo il giudice o il pubblico ministero commettono un qualunque errore formale, anche insignificante ai fini pratici, il processo viene annullato, e se il reato sta andando in prescrizione tanto meglio: puoi aver compiuto qualunque nefandezza e te ne vai libero e felice.
Caro Rodotà, in Italia queste merdate hanno garantito ai potenti corrotti 50 anni di impunità e sono costate dolore e morte.
La grande crisi della società occidentale, ha come suo centro proprio lo squilibrio tra i mezzi nelle mani del crimine e quelli nelle mani della legge.
Questo mondo è nella merda perché la gente onesta non riesce a far fronte alla criminalità e alla corruzione.
Sono gli sterminati mezzi finanziari del Male a corrompere i fondamenti sociali.
Criminalità e corruzione stanno dietro al terrorismo, alle guerre, all’inquinamento, alle sofisticazioni alimentari, ai medicinali che uccidono, all’inefficienza degli ospedali, alla follia della pubblica amministrazione.
Riesci a immaginare, caro Rodotà, come sarebbe il mondo se gli onesti avessero gli strumenti per limitare veramente il potere di questi criminali?
Riesci a immaginare che cosa succederà invece se continueremo in questa direzione?
Per approfondire:
La privacy per i manigoldi non mi piace!.

Il delirio privacy.

Jacopo Fo 04/10/2005 La privacy serve a terroristi, criminali, evasori e corrotti (file audio).