Chiamatele Persone con disabilità - Di Gabriella Canova

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Chiamatele Persone con disabilità

24 agosto pomeriggio
Ad Alcatraz c’è il Festival dell’Immaginazione, è pomeriggio e fa un caldo pesante, afoso, si preannuncia un gran temporale. Sono seduta davanti alla palestra con il mio lavoretto a punto croce su telaio, che mi serve a tener impegnate le mani, aver qualcosa da fare per tacitare il senso di colpa per tutto quello che mi sto godendo senza aver fatto praticamente nulla di organizzativo e tutti quelli che passano dicono: “Fai il tombolo?” 
“No” rispondo “Punto croce”.
Sì, perchè il tombolo è un’altra cosa. Non che mi interessi in particolar modo puntualizzare ma son due cose diverse. Anche due immaginari diversi. Ci si immagina la signora dalle lunghe gonne e la crocchia davanti a un camino con il tombolo... oddio magari pure col punto croce... Ma le parole sono importanti e non è tombolo!
“E che stai facendo?” 
“Un sampler” 
“Eh?”
“Un imparaticcio...”
“Ahhh”
“Un quadretto”
“Ah! Bello!”
Ce la posso fare. 
Intanto, seduti fuori dal bar vedo due signori, uno giovane e uno più anziano in sedia a rotelle con una ragazza. Bevono qualcosa, parlano tra di loro. Normali clienti che passano di qui l’estate per conoscere Alcatraz e godersi un po’ di colline. 
Dopo un po’ si avvicina Giuliana e mi dice che quei signori vogliono parlare con me del Nuovo Comitato Nobel per i Disabili; molto volentieri. 
Ci accomodiamo dietro la palestra, davanti all’affresco di Dario Fo sul San Francesco, un’opera d’arte stupenda. 

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