Porta a porta

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Non fatevi ingannare dal titolo, Bruno Vespa non c'entra nulla. Il porta a porta e' invece il sistema sperimentato, con grandissimo successo, in alcune frazioni del comune di Capannori, in provincia di Lucca, per la raccolta differenziata dei rifiuti.
I risultati sono stati ottimi: in tre mesi, grazie alla raccolta domiciliare, i rifiuti risparmiati alla discarica sono passati dal 38 ad oltre l'80% (82,80% a marzo). Un risultato tra i piu' alti in Italia e anche in Europa.
In pratica funziona cosi': gli operatori ecologici invece di svuotare i cassonetti passano di casa in casa.
Il segreto della buona riuscita dell'iniziativa sta soprattutto nel fatto che i cittadini sono stati coinvolti in prima persona e ne e' stata sollecitata la loro partecipazione attiva. Un esperimento simile, infatti, condotto nel centro storico di Lucca, aveva dato risultati peggiori della normale raccolta coi cassonetti.
A Capannori invece sono stati organizzati incontri con la popolazione, sono state coinvolti nel progetto le associazioni locali, il comune e l'azienda pubblica che gestisce i rifiuti.
I vantaggi, oltre che ambientali, sono anche economici: sebbene siano stati assunti nuovi operatori ecologici per la raccolta domiciliare dei rifiuti, il mancato conferimento di grandi quantita' in discarica (o peggio ancora presso gli impianti di incenerimento) ha comportato benefici economici per l'azienda municipalizzata.
Oltre alla raccolta differenziata, il progetto prevede anche la riduzione dei rifiuti, grazie, ad esempio, all'autocompostaggio domestico della frazione organica. Chi lo pratica puo' avere una riduzione del 10% sulla tassa dei rifiuti.
Il prossimo passo sara' allargare l'esperimento in tutto il comune.
(Fonte: http://www.marcoboschini.it/?p=177)
Vorremmo aggiungere che oltre alla raccolta differenziata domiciliare gli operatori ecologici di Capannoni potrebbero anche sensibilizzare la popolazione sul risparmio energetico e idrico (lampadine e riduttori di flusso), qualcosa di simile a quello che si sta facendo a Cuba con i lavoratori sociali delle stazioni di rifornimento, che distribuiscono lampadine a basso consumo, frigoriferi ad alta efficienza e pentole a pressione elettriche.
Per maggiori informazioni http://www.jacopofo.com/?q=node/1424


Commenti

...a Casalborgone (provincia di Torino), e per quanto ne so anche in numerosi comuni della zona, è in corso il secondo anno di questo sistema. Durante il primo ci sono stati eclatanti risultati (più del 60%) nella raccolta dei riciclabili e nella conseguente riduzione dei costi di discarica.

Tuttavia non sono tutte rose e fiori. Occorrerà lavorare alla messa a punto.
Faccio qualche esempio:

Prima c'erano poche e relativamente ordinate aree di raccolta con tutti i vari bidoni. Ammetto che pochi utopisti come me li usavano tutti, ma l'impatto di immagine ambientale era migliore.
Adesso in paese ad ogni porta ci sono uno o più bidoni colorati e relativi sacchetti e contenitori di fortuna quando le capacità sono insufficienti. Alcune abitazioni sono prive di idonei ambienti dove nascondere i bidoni che non sono in raccolta nella giornata, e quindi il tutto resta lì a far parte del panorama (e francamente non è bello). Tra l'altro lavare i bidoni grandi è difficoltoso e nel tempo diventano sempre più sudici e puzzolenti.
Forse nel centro storico di Lucca si sono scontrati con problemi logistici simili a questi.

Le persone anziane non sono contente di dover spostare i bidoni dal (ipotizziamo) cortile alla strada quando sono pieni e belli pesanti.

In alcune zone, per ottimizzare i percorsi dei furgoncini e risparmiare tempo e carburante (qui siamo in campagna, abitazioni sparse) sono state create aree di bidoni, ma se io mi dimentico di posare il sacchetto dell'immondizia nella mia area, mi tocca tornare indietro o tenermelo a covare in auto, perchè in paese aree del genere non ci sono più e non posso mettere nei bidoni altrui altrimenti mi sparano (metaforicamente. È stato detto che le tasse di raccolta saranno a regime commisurate al volume di indifferenziato prodotto, e c'è chi per portarsi avanti col lavoro ha messo i catenacci coi lucchetti ai bidoni).

Sotto il bordo dei bidoni fanno il nido le vespe spesso e volentieri e io sono già stata punta per aver toccato il nido afferrando il bidone per spostarlo (per fortuna non sono allergica).

Le persone come me non capiscono perchè stando alle istruzioni non si possa mettere i piatti e le posate di plastica (che sono contrassegnate dal simbolo del riciclo) nei sacchi della plastica.

Altre persone non capiscono perchè stando alle istruzioni si debba lavare le lattine metalliche prima di metterle nel relativo contenitore: il costo dell'acqua per questa operazione e del nostro tempo per farla, viene contato? Non sarebbe meglio che venissero lavate industrialmente con idonei sistemi per il risparmio idrico? Poi: pensiamo che saranno messe in altoforno, essendo metalli, quindi che eventuali scorie bruceranno.

Le lastre di vetro delle finestre pare che non si possano mettere nei bidoni di vetro/lattine (non ho saputo, quando mi si rompe un vetro, come ne debba smaltire i frammenti...).

Infine, a mio parere, e lo pensavo anche prima del porta-a-porta perchè io la raccolta differenziata la faccio da quando è possibile, si impone il ridisegno di molte confezioni, perchè sono quasi impossibili da riciclare: il tetrapack mischia carta, alluminio e plastica in maniera perfida. Trovo sempre dei tetrapak nel bidone della carta perchè qualcuno ignora tuttora che sono materiali misti. I negozianti o i produttori attaccano etichette cartacee con colle tenacissime alle vaschette o ai flaconi di plastica. Esistono fantasiosi ed eleganti imballi di materiali misti fusi assieme, e così via. Non perdo occasione per farlo notare a cassiere/i e commesse/i o chiunque, ma con poco o nullo interesse da parte di tutti.

Secondo me occorre rendere più facile alla gente acquisire la buona abitudine a differenziare i rifiuti, quindi aumentare l'informazione, e anche incentivare le industrie a produrre imballi "facili" da riciclare (perchè sopra agli imballaggi non si può scrivere in che bidone vanno gettati?), e trovare soluzioni ai problemi estetici, pratici e di manutenzione dei contenitori.

Caro Jacopo,
ho letto con molto interesse questa notizia perchè, sebbene le iniziative sostenibili per la gestione dei rifiuti in Italia siano pochissime, scavando bene, qualche comune "illuminato", in realtà che semplicemente applica il "buon senso" si trova. A questo proposito vorrei segnalarti che il Gruppo Locale di Greenpeace Milano, di cui faccio parte, ha organizzato e svolto a marzo di quest'anno, un incontro con il Prof. Paul Connett, esperto mondiale di gestione dei rifiuti, sostenitore della strategia Zero Waste cioè Rifiuti Zero, già applicata con successo in diverse città (grandi e piccole) e Paesi in tutto il mondo (dagli Stati Uniti all'Australia). Non è semplice spiegare in poche parole in cosa consiste la strategia Rifiuti Zero (l'incontro è durato circa 2 ore) ma ti anticipo che è un modo di gestire il problema dei rifiuti, completamente innovativo, che prevede diversi livelli di responsabilità: responsabilità aziendale (ridurre gli imballaggi, scegliere materiali riutilizzabili ecc.), responsabilità dei cittadini (ridurre la quantità di rifiuti prodotti, eseguire correttamnte la raccolta differenziata ecc.) responsabilità dei politici (amministratori lungimiranti che non si limitino a politiche sui rifiuti nel breve termine, vedi gli inceneritori che sono altamente inquinanti). Il tutto, unito anche alla formazione, alla ricerca, al progresso tecnologico e alla progettzione di prodotti cercando di eliminare sempre di più i materiali non riutilizzabili o riciclabili. Insomma, UNA BELLA SFIDA, IMPEGNATIVA E AMBIZIOSA ma che non è rimasta solo sulla carta, anzi sta producendo ottimi risultati dove utilizzata. Pensa che San Francisco in California (USA) punta all'obiettivo Rifiuti Zero entro il 2020, e sta mantenendo la tabellina di marcia. Attualmente sono arrivati ad un apercentuale di riciclo del 70%. San Francisco, una metropoli, ci rendiamo conto!!! Addirittura Canberra, in Australia ha l'obiettivo ambizioso di arrivare a ll'obiettvo Rifiuti Zero entro il 2010, tra quattro anni. E noi siamo ancora qui a costruire nuovi inceneritori finanziati con i soldi presi dalle nostre bollette elettriche (e che dovrebbero andare, invece, a sostegno delle energie rinnovabili). Ci stiamo letteralmente suicidando coi nostri rifiuti. E poi ci sarebbero tante altre cose da dire a proposito, come per esempio i vantaggi economici e la creazione di nuovi posti di lavoro e mi dilungherei troppo, ma spero di aver stuzzicato la tua curiosità e il tuo senso critico, che come immagino, sono due tue qualità molto spiccate.
Spero che vorrai dare risalto, se lo ritieni, a questa cosa.
Di seguito riporto i link per scaricare il materiale (presto ci sarà anche un video dell'incontro con sottotitoli...lo stiamo montando, è un alvoro un po' lungo) e i contatti miei e di Greenpeace Milano per informazioni:

Link:
Home Page di Greenpeace Milano
Greenpeace Milano - sezione Obiettivo Rifiuti Zero

Contatti:
[email protected]
[email protected]

Ti ringrazio fin da ora per quanto vorrai fare,
Diego

PS: speriamo di poter presto organizzare un altro incontro con il Prof Paul Connett non appena tornerà in Italia per il suo ciclo di conferenze.

Ottimi risultati in molti paesi del Piemonte con la raccolta porta a porta.Il riciclaggio arriva in media al 60% con punte anche dell'80%.Meno rifiuti in discarica,assunzioni ed incentivi per gli operatori ecologici,un bonus per chi fa autocompostaggio ,nessun aumento della tassa rifiuti.A Rivalta ,nel torinese , in accordo con alcuni commercianti ,si sta sperimentando la riduzione della quantita'di materiale utilizzata per gli imballaggi ,con conseguenti meno rifiuti da smaltire e/o riciclare.