Il Paese continua ad aver bisogno di un po’ di buon senso.
Il buon senso non era e non è né di sinistra né di destra.
Circa quattro mesi fa, abbiamo messo insieme dieci leggi semplici, sulle quali ci sembrava di poter essere tutti d’accordo.
Volevamo che i beni sequestrati alla mafia fossero finalmente disponibili, in tempi rapidi, per iniziative socialmente utili, che e il denaro confiscato ai delinquenti non restasse in eterno nelle casse delle banche ma che venisse invece usato per far funzionare meglio la giustizia.
E volevamo che anche in Italia, i cittadini potessero intentare cause per ottenere risarcimenti collettivi, le Class Action, che in molti Paesi civili sono già da molto tempo uno strumento formidabile di difesa dei consumatori.
Avevamo individuato dieci leggi riguardanti la responsabilità dei funzionari pubblici, la semplificazione dei meccanismi di convocazione degli imputati e le impugnazioni, la modifica del codice delle assicurazioni private, la responsabilità delle aziende in caso di incidenti sul lavoro o danni ambientali e misure di sostegno alle vittime di avvelenamento da amianto.
I parlamentari che hanno presentato i Disegni di Legge che prevedono questi ed altri cambiamenti essenziali avevano deciso di unire i loro sforzi con i nostri, affinché venissero tutti approvati in tempi ragionevolmente rapidi. E, a distanza di così poco tempo, possiamo affermare che le nostre aspettative non sono state disattese. Molte delle nostre 10 proposte sono divenute o stanno diventando Leggi dello Stato.
SICUREZZA SUL LAVORO:
IL DdL D'Ambrosio AS N. 816, sulla responsabilità delle aziende in caso di incidenti sul lavoro, è stato integrato nella legge n. 123 del 3 Agosto 2007, già in vigore dal 25 Agosto 2007.
Non solo il testo D'Ambrosio è stato integrato nella sua essenza, ma è stato addirittura rafforzato e le sanzioni pecuniarie nei confronti delle aziende che violano le norme antinfortunistiche, non potranno essere inferiori alle 1000 quote. Il limite max delle 500 proposto dal DdL D'Ambrosio, è stato addirittura surclassato. L'intento di questa iniziativa legislativa è quello di creare un forte deterrente per chi non rispetta le norme anti infortunistiche e per coloro che sfruttano il lavoro nero lucrando sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.
A questo link potrete valutare e comparare entrambi i testi.
FONDO PER LE VITTIME DELL'AMIANTO:
Sarà istituito il Fondo per le vittime dell'amianto, con contabilità separata presso l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), in favore di tutte le vittime che hanno contratto patologie asbestocorrelate per esposizione all'amianto e alla fibra “fiberfrax”, e in caso di premorte in favore degli eredi. A prevederlo è la Finanziaria con un emendamento approvato in commissione Bilancio, proposto dal Sen. Felice Casson e sostenuto da tutto il centrosinistra con la firma, tra gli altri, dei capigruppo Finocchiaro, Russo Spena, Barbato e Palermi, che specifica come “il Fondo eroga una prestazione economica, aggiuntiva alla rendita, diretta in favore di superstiti”.
“Il finanziamento del Fondo - spiega Casson - è a carico, per un quarto, delle imprese e, per tre quarti, del bilancio dello Stato. L'onere a carico dello Stato è determinato in 30 milioni di euro per gli anni 2008 e 2009 e 23 milioni di euro a decorrere dall'anno 2010. Agli oneri a carico delle imprese si provvede con una addizionale sui premi assicurativi relativi ai settori delle attività lavorative comportanti esposizione all'amianto.”
L'emendamento approvato in Commissione Bilancio si basa sul DdL Casson AS 23 (una delle 10 Leggi da noi selezionate). A questo link potrete consultare entrambi i testi, in forma integrale, a fini comparativi.
SOMME DI DENARO SEQUESTRATE
E' stato presentato dal Sen. D'Ambrosio in sede di discussione della Finanziaria 2008, l'Ordine del Giorno G/1817/4/2 (testo 2). Questo OdG riprende il DdL D'Ambrosio AS N. 1343 link al testo integrale, vincolando il Governo ad assumere opportune iniziative affinché la somma stanziata per i giudizi civili e penali (di euro 200.108.931) sia aumentata promuovendo le seguenti modifiche degli articoli 262 e 676 del codice di procedura penale e destinando alla giustizia almeno il 50 per cento delle somme reperite grazie ad esse:
a) dopo il comma 3 dell'articolo 262 del codice di procedura penale è inserito il seguente:
«3-bis. Trascorsi cinque anni dalla data della sentenza non più soggetta ad impugnazione, le somme di denaro sequestrate, se non è stata disposta la confisca e nessuno ne ha chiesto la restituzione reclamando di averne diritto sono devolute allo Stato.»;
b) all'articolo 676 dopo le parole: «alla confisca ed alla restituzione delle cose sequestrate» sono inserite le seguenti: «o alla devoluzione allo Stato delle somme sequestrate ai sensi del comma 3-bis dell'articolo 262».
CLASS ACTION
Un altro tema di particolare importanza è al momento al centro di un forsennato dibattito al Senato. Parliamo ovviamente di Class Action, ovvero di “cause collettive risarcitorie”.
Alcuni Senatori della Maggioranza hanno tentato un colpo di mano per introdurre direttamente in Finanziaria un emendamento che stravolge nel merito e nella sostanza le Proposte di Legge che avevamo presentato in Commissione Giustizia alla Camera. (PdL Fabris, Grillini, Pedica, Poretti). L'emendamento proposto non conseguirebbe alcun risultato utile per la collettività, per i cittadini, per i consumatori e per i risparmiatori italiani.
Siamo riusciti ad ottenere direttamente dal Relatore di Maggioranza la modifica parziale di questo emendamento, in modo da estendere la platea dei legittimati attivi, ovvero coloro che potranno adire legalmente tramite class action.
Il fatto di eliminare l'incostituzionalissimo articolo che riserva esclusivamente al CNCU, alle associazioni di professionisti ed alle camere di commercio, industria, ecc. tale possibilità, è sicuramente un buon risultato, poiché evita di distruggere in un sol colpo l'associazionismo italiano.
Il fatto che, al momento, sia addirittura il Sen. Legnini, Relatore della Maggioranza in Finanziaria, ad occuparsi della modifica di tale emendamento, significa che la questione è attualmente vista, dal Governo, come cruciale e delicatissima.
Una questione, cioè, sulla quale, il Governo rischia di andare SOTTO.
In Senato gira voce che non si possa far cadere il Governo sulla class action... che il Governo sia troppo legato a certi interessi e che per conseguenza, andare contro tali interessi, sia del tutto improponibile.
Noi ci domandiamo quali altri interessi il Governo debba tutelare, oltre a quelli dei cittadini italiani. Evidentemente per il Governo questa pare una domanda retorica.
Per ottenere una class action vera, lotteremo con tutte le nostre forze, ad oltranza. Non accetteremo compromessi, perché noi abbiamo intrapreso questa battaglia per dotare tutti i cittadini italiani di un potente strumento di autodifesa collettiva. Ottenere un'ennesima legge inutile ed inservibile è un modo come un altro per truffare doppiamente gli Italiani.
Se passa una legge inutile, non solo continueremo ad esser truffati dai grandi oligopoli, dalle banche e dalle assicurazioni, ma, per l'ennesima volta, saremo stati truffati anche dal nostro Governo e dalla Maggioranza che attualmente ci rappresenta in Parlamento. E ciò è intollerabile.
Vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questa iniziativa. Nel frattempo, varrà la pena di far capire a tutti che siamo tanti e determinati. E per questo motivo che vi invitiamo a sostenere ancor più massicciamente la nostra comune lotta per una VERA CLASS ACTION. Vi invitiamo a sottoscrivere in massa la petizione durante i week end di Novembre, nelle vostre rispettive città, presso i banchetti allestiti dai meetup “Amici di Beppe Grillo”.
La petizione può anche esser scaricata, compilata ed inviata direttamente al SITI, promotore dell'iniziativa.
Inoltre è possibile firmare on line la nostra seconda petizione, promossa dal Gruppo Clienti delusi del MPS, Antonio Imperi e Alessandro Pedone (ADUC)
Per tutte le altre leggi non ancora approvate, sostienici sottoscrivendo la petizione on-line:
"10 LEGGI PER CAMBIARE L'ITALIA"
Se vuoi saperne di più: www.francarame.it .
Queste leggi sono state presentate e sostenute da:
Felice Belisario, Marco Boato, Mauro Bulgarelli, Felice Casson, Gerardo D'Ambrosio, Mauro Fabris, Franco Grillini, Stefano Pedica, Donatella Poretti e Franca Rame,
e da
Jacopo Fo (Libera Università di Alcatraz), Domenico Bacci (Segretario del SITI, Sindacato Italiano per la Tutela dell'Investimento e del Risparmio) e Lorenzo Carmassi (Coordinatore del Reset Class Action National Group)
La class action è inoltre sostenuta dal coordinamento nazionale dei meetup “Amici di Beppe Grillo” e dal “Coordinamento delle Associazioni Esponenziali di Tutela degli Interessi Collettivi Specifici non comprese nel DDL Bersani sulla Class Action” promosso dal SITI e composto dalle seguenti associazioni:
Greenpeace Italia , WWF Italia , LEGAMBIENTE ,Comitato Sopravvissuti del Vajont ,Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada ,Comitato 8 Ottobre (Incidente di Linate) ,Associazione Disastro Aereo Capo Gallo 06/08/05 ,Telefono Blu Sos Consumatori ,Telefono Rosa ,Telefono Rosa Internazionale Telefono Antiplagio ,Comitato di Cittadinanza Attiva Ambiente Legalità ,Azionariato Diffuso/Federisparmiatori/Comitato Risparmiatori e piccoli azionisti Bipop-Carire ,Giovani dell'Italia dei Valori ,FALBI Federazione Autonoma Lavoratori Banca d'Italia-Consob-Antitrust-AGCOM-UIC(Ufficio Italiano Cambi) - SIAE ,Telefono Azzurro Onlus ,API Associazione Politrasfusi Italiani ,A.I.T.F. Associazione Italiana Trapiantati di fegato ONLUS ,USICONS Associazione USI, Unione Sindacale Italiana, per la tutela dei consumatori e degli utenti, Fai Federazione delle Associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane
Commenti
quindi...
l'emendamento bordon-manzione sulla class action è bene o male?
www.kuda.tk
Italietta schifo
Caro jacopo in Italia non si possono vendere i cazzetti di cioccolata , ma si possono stuprare le bambine handicappate e passarla liscia.E' un paese di ipocriti e di schifosi al potere. Scusa ma non sapevo dove postarlo. Complimenti per il tuo impegno. Ciao, baci
http://www.ilterzostato.splinder.com/
Class action, indennizzo diretto e franca rame.
Class action, indennizzo diretto e Franca Rame: sccambio di messaggi con Antonio Longo, presidente di MDC e responsabile di Help Consumatori
Data: 4 Ottobre 2007 Argomento: Comunicati, Consumatori e Prima Pagina.
—– Original Message —–
From: Antonio Longo
To: Stefano Mannacio
Sent: Tuesday, October 02, 2007 5:35 PM
Subject: Re: INDENNIZZO DIRETTO: UNA RISPOSTA E RICHIESTA PUBBLICAZIONE UNITA CORRISPONDENZA
Pubblichi tutto quello che vuole.
Antonio Longo
Presidente Movimento Difesa del Cittadino Onlus
Via Piemonte 39/A - 00187 Roma
Tel. 06 4881891
Fax 06 4820227
[email protected]
www.mdc.it
—– Original Message —–
From: Stefano Mannacio
To: Antonio Longo
Sent: Tuesday, October 02, 2007 5:32 PM
Subject: Re: INDENNIZZO DIRETTO: UNA RISPOSTA E RICHIESTA PUBBLICAZIONE UNITA CORRISPONDENZA
Gentile Dott. Longo,
sarò disattento a leggere ma, a quanto pare, Lei mi imita.
Infatti Le rinnovo la richiesta di pubblicazione dell’unita corrispondenza sul mio blog.
Resto in attesa di un Suo riscontro.
Cordiali saluti.
Dott. Stefano Mannacio
Galleria Ugo Bassi 1
40121 BOLOGNA BO
tel. 051 262008
fax 051 222883
mob 339 6938361
e-mail: [email protected]
—– Original Message —–
From: Antonio Longo
To: Stefano Mannacio
Sent: Tuesday, October 02, 2007 4:13 PM
Subject: Re: INDENNIZZO DIRETTO: UNA RISPOSTA E RICHIESTA PUBBLICAZIONE UNITA CORRISPONDENZA
Confermo tutte le cose che ho detto. Ma bisogna saperle leggere e non sono sicuro che lei lo sappia fare. Non ho tempo per dirle altro e non replicherò più alle sue eventuali email.
Distinti saluti
Antonio Longo
Presidente Movimento Difesa del Cittadino Onlus
Via Piemonte 39/A - 00187 Roma
Tel. 06 4881891
Fax 06 4820227
[email protected]
www.mdc.it
—– Original Message —–
From: Stefano Mannacio
To: Antonio Longo
Sent: Tuesday, October 02, 2007 12:22 PM
Subject: INDENNIZZO DIRETTO: UNA RISPOSTA E RICHIESTA PUBBLICAZIONE UNITA CORRISPONDENZA
www.stefanomannacio.it
Egregio Dott. Longo, so bene che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Tuttavia le rispondo per l’ultima volta. Ho letto l’articolo del Sole 24 ore che mi ha suggerito.
Trovo azzardato sostenere che non vi sono state concertazioni tra compagnie e CNCU, al contrario di quanto affermato dal Direttore Generale dell’ANIA e come esporrò in seguito.
Indipendentemente dal desiderio di nuovi accordi con le imprese, Lei si è mai posto il problema di confrontare, magari nel contesto di un “tavolo”, la realtà applicativa della procedura, sul fronte della equità dei risarcimenti, anche con i professionisti o le associazioni che tutelano le Vittime della Strada?
Ad ogni buon conto, Lei ha perfettamente ragione: Franca Rame forse sa di RC Auto quanto chi pretende di conoscere la materia del risarcimento del danno alla persona magari per sentito dire, senza alcuna esperienza nel settore, senza conoscere appieno la realtà degli ispettorati sinistri o senza sapere come si legge ed interpreta il bilancio di una impresa assicurativa.
La differenza sostanziale è che la Rame sostiene, con argomentazioni peraltro ineccepibili, un progetto di Legge del suo collega di partito On. Felice Belisario (Italia dei Valori), abrogativo dell’indennizzo diretto all’italiana, una procedura unica al mondo, altri, compagnie comprese, ne sostengono ancor oggi la logica perversa.
Lei pare scambiare le critiche, anche accese, ad alcune associazioni dei consumatori, con le offese. Non facciamo i permalosi, Dott. Longo. Lasciamo ad altri ventilare ipotesi di querela, che sembrano, in tutta franchezza, una esagerazione dal sapore vagamente intimidatorio e, aggiungerei, una vistosa caduta di stile. Forse i limiti del consumerismo italiano non possono essere evidenziati, come ha fatto, ad esempio, Riccardo Luna sull’Espresso in un articolo dal titolo “Robin Hood Alla cassa?”
Le chiacchiere, Dottor Longo comunque “stanno a zero” perchè Lei non ha intenzione di entrare nel merito della mia intervista a Gente Motori e sulla posizione della rivista stessa. Registro invece una apparente ostinazione a darmi quelle che sembrano lezioni di “netiquette”, di cui prendo atto. La Sua opinione attuale sull’indennizzo diretto non mi è poi cosi chiara.
Per certi aspetti non dovrebbe essere neanche tanto distante dalla mia.
Nel 2005 infatti Lei dichiarava “Il Movimento Difesa del Cittadino commenta positivamente l’approvazione del Codice delle Assicurazioni e in particolare dell’indennizzo diretto. “I consumatori riceveranno indubbi benefici da questa semplificazione, perché potranno rivolgersi direttamente alla propria compagnia evitando lungaggini e burocratizzazioni A questo punto le compagnie assicurative non hanno poi alibi e devono procedere all’abbassamento delle polizze per le quali i consumatori in dieci anni hanno raddoppiato la loro spesa con livelli di costo insostenibili soprattutto per i giovani neo-patentati“.
Recentemente Lei, nella Sua testata, ha dichiarato“L’ANIA e le assicurazioni parlano delle polizze vigenti in “Second Life” quando affermano che, al netto dell’inflazione, l’RCA sarebbe diminuita addirittura dell’8%. I dati esposti oggi all’Assemblea ANIA sono un pugno nell’occhio dei milioni di assicurati che continuano a vedere aumentare le polizze anche in assenza di incidenti e soprattutto suonano come una beffa per i neopatentati di città come Napoli, costretti a pagare 2-3mila € l’anno”!
Inoltre, l’ANIA farebbe bene a guarire in fretta da quella sindrome grave di “benaltrismo”, che la affligge da anni: continuano a richiedere nuovi provvedimenti per poter procedere a una diminuzione sensibile delle polizze. Nel 2002, quando fu stipulato l’accordo Marzano - Associazioni dei consumatori ci fu detto che l’applicazione di quell’accordo avrebbe permesso un calo delle polizze. Solo pochi mesi fa, di fronte alle difficoltà parlamentari sull’indennizzo diretto, l’ANIA chiese il sostegno delle associazioni per una misura che avrebbe certamente portato a riduzioni dei costi, da tradurre in abbassamento delle polizze. Oggi l’ANIA lamenta la mancata concertazione di Bersani“.
Da quello che Lei ha dichiarato dovrei dedurre che le Sue aspettative sulla nuova procedura erano in passato ben più ottimistiche.
Il fatto che l’ANIA abbia chiesto ed ottenuto, proprio per Sua stessa ammissione, il vostro sostegno per convincere il Parlamento, solo apparentemente riottoso, a varare una misura da subito smaccatamente favorevole alle imprese non sembra un motivo di gran vanto.
Proprio il Suo richiamo all’iter parlamentare della norma mi fa ricordare alcune sedute della commissione finanze di fine giugno 2005, dove maggioranza e opposizione, divise su tutto, trovarono un ecumenico accordo sulla nuova procedura.
Una storica pagina di unità nazionale che per ora ha giovato solo ai bilanci, già ottimi, delle compagnie.
Alla luce dei fatti non era opportuno ascoltare anche gli appelli delle “lobbies” (e le assicurazioni cosa sono?) degli avvocati, dei patrocinatori e dei “parafangari” che hanno fornito dovizia di buone argomentazioni, anche “di bottega” o - per usare un linguaggio a mio avviso meno volgare - “occupazionali”.
Forse si sarebbero trovati equilibri diversi, più giusti ed avanzati di quelli attuali.
L’aumento esponenziale dei reclami all’ISVAP significa peraltro che il meccanismo dell’indennizzo diretto, tra le tante difettosità, implica, contrariamente alle Sue aspettative, maggiore burocrazia e lungaggini, a meno che non ci si affidi alla triste regola dei “pochi, maledetti e subito”.
I patrocinatori stragiudiziali sono peraltro gli ultimi a desiderare di alimentare il contenzioso perchè affrontare una causa, spesso lunga e sfibrante, stimolata da atteggiamenti ostruzionistici e dilatori delle compagnie, significa allontanare il danneggiato da un equo risarcimento.
Nella sua lettera Lei ha parlato degli esperti di 14 associazioni. Non nascondiamoci dietro una foglia di fico, Dott. Longo!!
Lei sa bene come sia stato importante il ruolo svolto dall’Adiconsum nelle politiche assicurative del CNCU tramite il suo “Responsabile Assicurazioni” Fabrizio Premuti, ex segretario di un sindacato di patrocinatori.
Lei certo ricorderà cosa il Premuti dichiarava il 22/2/2002 alla rivista “Il Salvagente“.
“Estendere l’indennizzo diretto ai sinistri che hanno comportato anche danni fisici significa dare un alibi alle imprese per ritardare il risarcimento che ora, per Legge, deve essere corrisposto entro trenta giorni………...”
E ancora: ” E’ una vittoria dei consumatori aver ottenuto la bocciatura di un emendamento che aboliva il rimborso agli utenti delle spese legali sostenute prima che fossero trascorsi sessanta giorni dalla richiesta di risarcimento”
Riesce a spiegare come mai l’opinione della Associazione di punta nel settore RC Auto sia diametralmente cambiata, con ragioni che sfiorano il ridicolo, di carattere semantico e non sostanziale come il Premuti ha affermato in varie sedi, non ultimo rispondendo ad una mia precisa domanda in una trasmissione radiofonica?
Non sto qui ad analizzare, solo per brevità, anche i ruoli di Adusbef e di Federconsumatori.
La vostra analisi pare rivelare in pieno, proprio per Sua stessa ammissione, pesanti limiti strutturali, come ho sempre denunciato, non tanto da rappresentante di categoria, che non sono, o semplice blogger ma da laureato in economia e conoscitore del mercato assicurativo.
Non le pare che sostenere, come ha fatto la Sua associazione sottoscrivendo vari protocolli di intesa, una politica mirante alla riduzione dei risarcimenti alle vittime della strada, in un mercato oligopolistico come quello italiano non può avere effetti calmieranti sulle tariffe ma produrre solo una traslazione dei risparmi sui profitti, come è puntualmente avvenuto, negli ultimi sei anni?
Si ricorda il protocollo del 25 ottobre 2000, sottoscritto anche dalla Sua associazione, che era stato propagandato come un accordo che a doveva garantire risarcimenti uguali per tutti da Bolzano a Palermo e che invece li ha sì garantiti uguali per tutti ma da Palermo a Bolzano?
Solo per fare un esempio, Lei sa che nel 2000 una vittima della strada genovese di 20 anni con un danno di 9 punti di invalidità permanente - corrispondente alla perdita della milza - veniva risarcito con 42.365 euro e uno di Bari con 33.953 e che dopo il varo della legge 57/01, frutto del protocollo di intesa, il risarcimento per detta lesione è sceso a 23.598 euro?
Uniformità e uguaglianza, certo, ma verso i valori più bassi. E a chi ha giovato tutto ciò se non all’andamento dei bilanci delle Compagnie, che, ripeto, sono addirittura esplosi?
E il protocollo di conciliazione con l’ANIA, da Lei sottoscritto il 7 aprile 2005, che ai punti C e D lascia all’ANIA, cioè alla controparte, il compito di garantire ai vostri conciliatori strutture e iniziative formative, non Le pare criticabile?
Per chiudere il quadro desidero anche menzionare il protocollo del 5 maggio 2003 che, oltre a costituire i prodromi della procedura di indennizzo diretto, ha prodotto il varo di tabelle medico legali molto restrittive per le lesioni c.d. di lieve entità, scritte e redatte da una commissione a maggioranza ANIA, e ha prodotto un’altra commissione per le lesioni gravi dove, tra i rappresentanti medico-legali, il CNCU ha nominato un fiduciario di compagnie, come se non ce ne fossero già abbastanza.
Immune da ogni forma di “didietrismo” non sostengo affatto che vi sia una “collusione” implicita tra Assicurazioni e associazioni dei consumatori.
Vi sono però due protocolli di intesa e uno di conciliazione stipulati con l’ANIA i cui risultati sono sotto i Suoi occhi, quelli degli assicurati e quelli dei danneggiati.
E’ così offensivo pensare che chi ha sostenuto l’indennizzo diretto dovrebbe conoscere la realtà lavorativa non solo dei patrocinatori ma anche quella dei liquidatori che, con la nuova norma, rischiano un eterno precariato?
E tutto questo a chi giova?
Non certo agli assicurati nè ai danneggiati alle prese con servizi assicurativi sempre più scadenti.
Dimentichi per un istante il suo livore e rifletta bene, perchè Lei dipinge la mia categoria professionale, fatta di lavoratori, professionisti e dipendenti di studi professionali, in modo del tutto errato. Infatti, come fanno anche alcuni Suoi colleghi e qualche assicuratore poco prudente, Lei sembra prendere le “mele marce” della mia professione - che esistono anche per lo scarso interesse delle compagnie ad avversarle in modo efficace - per il tutto, con la conseguenza che si è percorsa l’idea di rottamare una intera categoria professionale, quasi come buttare il bambino insieme all’acqua sporca.
Recentemente sono intervenuto ad una trasmissione su RAI Utile dove Francesco Avallone, vicepresidente di Federconsumatori, ha dichiarato che lo spirito della norma era di limitare l’intervento dei patrocinatori nell’immediatezza del sinistro.
Ma siamo impazziti!? L’assistenza stragiudiziale è efficace perché, se vogliamo usare un paragone, è un “pronto soccorso” dei diritti del danneggiato, che proprio nell’immediatezza del sinistro si formano in termini di prova, di istruttoria e di procedura.
La vostra impostazione culturale è errata nel momento in cui scambia i diritti con le speculazioni sui diritti.
E il diritto alla difesa nella fase che precede il giudizio non può in sè essere considerato forma di speculazione. Confermo nuovamente la mia disponibilità a fornire gli elementi di analisi atti a ottenere i risultati che vi prefiggete, ma con un metodo del tutto alternativo e, se mi permette, “intrinsecamente consumerista”.
Infatti la strada maestra per combattere gli elevati premi assicurativi è adottare misure tese a favorire una maggiore competizione tra le imprese, e quindi la loro numerosità, non certo con l’eliminazione delle controparti.
Il quadro generale infatti fornisce una realtà in cui le imprese ormai sono praticamente tre o quattro, con processi di concentrazione che vanno di pari passo con la legislazione favorevole.
E le compagnie assicuratrici, qualsiasi valido economista lo sa, non sono affatto iscritte nella categoria degli oligopoli naturali, tutt’altro. Come mai su questo tema, veramente interessante e consumeristico, non vi siete mai cimentati, Lei come nessuno di quei 14 esperti, pronti, invece, ad avallare misure per ridurre i risarcimenti?
E se solo per ipotesi di scuola le polizze dovessero scendere di uno zerovirgola, magari dopo un altro e sostanzioso aumento, sarà bene ricordare sin d’ora quale è l’attuale qualità ed l’equità dei risarcimenti con l’introduzione della norma che è il tetto una edificio che ha come fondamenta e mura il protocollo del 2000 e le norme seguenti.
Proprio perchè è responsabile di un organo di informazione molto ben strutturato potrebbe avere tutto l’interesse ad ascoltare e produrre altre argomentazioni in modo “laico” e senza tentare mettere la mordacchia a nessuno.
Per quanto riguarda la Sua opinione espressa sul CNCU, ne prendo atto, ma, a parte qualche sporadica dichiarazione, non ho ancora visto un disegno di legge presentato dalle associazioni dei consumatori per riformarne la collocazione nè alcuna battaglia decisa che sarei pronto a sostenere.
Mi pare che solo l’ADUC critichi il CNCU sostenendo che non si può essere presieduti dalla contro parte.
Forse va bene così, vi sono altre priorità, ma qualche malizioso al quale non voglio aggiungermi potrebbe pensare che tale inerzia sia dovuta al fatto che c’è un ministro che sostiene un disegno di legge sulla class action che pone una riserva quasi esclusiva alle associazioni appartenenti al CNCU.
Tutto il contrario dello spirito originario della class action americana che dovrebbe, per i successi che ha ottenuto, essere il modello di riferimento, un modello diffuso sul territorio.
Tale disegno di legge, a mio avviso, pare quindi illiberale e, se usiamo tutta l’onestà intellettuale del caso, potrebbe configurare un sistema nel quale il Ministro dello Sviluppo Economico, presidente del CNCU, controlla, in ultima istanza, il meccanismo stesso della class action.
Non sono l’unico a sostenere tale tesi e penso che Lei lo sappia bene. Non condivido comunque una collocazione presso la presidenza del Consiglio, che è sempre politica; posso al limite comprendere la logica di un sottosegretario ad hoc, ma con un CNCU non basato sul criterio della rappresentanza (i famosi 30000 iscritti) ma composto solo da professionisti selezionati sulla base di una comprovata competenza ed esperienza. In buona sostanza, l’opzione strategica che il consumerismo italiano ha perseguito negli ultimi anni, per carità non senza qualche successo o merito, di trovare o accettare senza tante storie una “casa” nelle istituzioni politiche, geograficamente collocato al 4° piano del ministero dello Sviluppo Economico, ne ha limitato, a mio avviso, l’azione. Il caso della RC auto è proprio l’emblema di tale limite. Mi legga bene Dott. Longo, forse troverà che quello che scrivo o l’aggregazione dei contenuti del mio blog può essere più interessante di quello che sembra. In ogni caso, Le chiedo espressamente l’autorizzazione a pubblicare l’unita corrispondenza sin qui intercorsa, sul mio blog.
Cordiali saluti.
Dott. Stefano Mannacio
—– Original Message —– From: Antonio Longo To: Stefano Mannacio Sent: Saturday, September 22, 2007 4:48 PMSubject: Re: RC AUTO - INTERVISTA SU GENTE MOTORI: INDENNIZZO DIRETTO: SE LO CONOSCI LIMITI I DANNI Dimenticavo…il ministro presiede il CNCU non “col beneplacito delle associazioni dei consumatori” ma per una legge dello stato l’ex 281/98 oggi Codice del consumo, che può anche non piacerci (e non ci piace, a partire proprio dall’attuale assetto istituzionale che colloca il CNCU presso il Ministero dello sviluppo economico. Noi avevamo chiesto la Presidenza del Consiglio e un Sottosegretario ai consumatori), ma finchè non viene cambiata vale per tutti.Antonio Longo
—– Original Message —– From: Antonio Longo To: Stefano Mannacio Sent: Saturday, September 22, 2007 3:38 PMSubject: Re: RC AUTO - INTERVISTA SU GENTE MOTORI: INDENNIZZO DIRETTO: SE LO CONOSCI LIMITI I DANNI La sua foga nel rispondere non le ha permesso di leggere attentamente..non ho detto che lui non può mandarmi l’email, l’ho invitata soltanto a non mandarmela TRE volte. Quanto al resto, padronissimo lei di pensarla come vuole, come io di pensare il contrario. Quanto alle testimonianze che lei porta…beh..mi fanno sorridere…France Rame è una grandissima attrice ma sull’RCA e sull’indennizzo diretto credo che ne sappia quanto io ne so di recitazione e cioè pressoché nulla. CODICI la pensa diversamente? Ben venga il pluralismo, è legittimo, ma non vedo perchè io dovrei maggior valore a quello che pensa CODICI piuttosto che a quello che sostengono gli esperti di tutte le altre associazioni (almeno 14!). Comunque, scriva quello che vuole ma almeno me lo mandi una sola volta. Poi deciderò io se vale la pena di pubblicare o meno, considerando, ad esempio, che non pubblichiamo lettere offensive e passibili di querela. E lei di querele ne avrebbe meritata più di una per la sue espressioni offensive nei confronti delle associazioni da un anno a questa parte. Quanto poi alla nostra “collusione” con ANIA e assicurazioni..si legga PLUS (inserto del Sole 24 Ore) di oggi… Distinti saluti Antonio Longo
—– Original Message —– From: Stefano Mannacio To: Antonio Longo Sent: Saturday, September 22, 2007 2:03 PMSubject: Re: RC AUTO - INTERVISTA SU GENTE MOTORI: INDENNIZZO DIRETTO: SE LO CONOSCI LIMITI I DANNI Gentile Dott. Longo, gli indirizzi di posta elettronica a cui ho inviato la mia comunicazione sono pubblici e di una testata giornalistica che affronta tematiche consumeristiche. Mi considero pertanto libero di inviare i miei messaggi a Lei, alla redazione e, se permette, a chi mi pare. Sono peraltro certo che Help Consumatori pubblicherà questa risposta. La Sua comunicazione non entra nel merito delle dichiarazioni contraddittorie da Lei fatte, pubblicate proprio sulla testata, riprendendo, invece, la litania di presunti interessi corporativi. Non le pare un’arma un pò spuntata, alla luce dei risultati ottenuti, tutti a vantaggio delle compagnie?
Come si azzarda ad affermare che io non tutelo l’interesse degli assicurati nel momento in cui, come Vittime della Strada, avevano conquistato, dopo anni di giurisprudenza, culminata in una sentenza della cassazione del 2005 molto chiara, il sacrosanto diritto ad una tutela nella delicata fase stragiudiziale?
Una conquista di cui qualsiasi associazione dei consumatori d’oltralpe si sarebbe vantata, come avanzamento del diritto e una sconfitta dello strapotere delle compagnie, potere, quello sì “forte” e in grado di influenzare, come Lei stesso pare affermare in un articolo (http://www.helpconsumatori.it/news.php?id=14239), anche le associazioni dei consumatori.
Lasciare la volpe a guardia del pollaio: questo è quello avete ottenuto e continuate pure a vantarvene.
Anche se lontana dalle mie posizioni politiche e culturali Franca Rame (http://www.francarame.it/?q=node/452) difende forse le “corporazioni” chiedendo l’abolizione dell’indennizzo diretto?
E CONFCONSUMATORI che chiede il diritto all’assistenza stragiudiziale almeno per i sinistri con lesioni?
E cosa pensa di CODICI, che ha una opinione ben diversa dalla vostra?
E’ forse una associazione in mano alla “lobby” dei patrocinatori? Mi faccia il piacere Dott. Longo, si risparmi una accusa del tutto immotivata nei miei confronti che forse dovrebbe, proprio alla luce dei fatti, attribuire alle posizioni da Lei assunte.
L’unica “corporazione”, se vogliamo usare il Suo linguaggio, che ci guadagna con la nuova norma è quella delle compagnie assicuratrici (basta leggere un pò reportistica) le cui caratteristiche pare non siano a Lei o ai Suoi collaboratori pienamente conosciute.
Se poi legge attentamente il mio blog potrà notare che non c’è proprio niente di corporativo se non una battaglia, probabilmente contro i mulini a vento, per il ripristino di un diritto per le Vittime della Strada che anche la Sua associazione ha contribuito a toglire senza ottenere niente, ma proprio niente in cambio per gli assicurati.
C’è anche una battaglia molto liberale e “consumerista”, nel senso anglossassone del termine, per informare quali storture e potenziali conflitti di interesse siano presenti nell’attuale assetto istituzionale del CNCU, attualmente presieduto, con il placet delle associazioni, dal Ministro dello Sviluppo Economicoo o, comuque, da un suo delegato.
Potrà inoltre notare che sostengo iniziative che potrebbero anche non fare piacere alla mia “corporazione”.
Se invece di arroccarsi dietro una posizione offensiva e sterile ha interesse a conoscere meglio il settore assicurativo e le possibili soluzioni per raggiungere un equilibrio tra la giusta tutela del danneggiato e un mercato assicurativo evoluto e realmente competitivo sono comunque a Sua disposizione. Con i migliori saluti. Stefano Mannacio
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From: Antonio Longo
To: Stefano Mannacio
Sent: Saturday, September 22, 2007 11:21 AMSubject:
Re: RC AUTO - INTERVISTA SU GENTE MOTORI: INDENNIZZO DIRETTO: SE LO CONOSCI LIMITI I DANNI
Gentile signor Mannacio, comprendo la sua ansia nel farci conoscere la sua intervista, ma inviarcela addirittura tre volte significa perdere tempo, per lei e per noi. Tanto, sappiamo bene cosa c’è dietro le sue affermazioni e le sue battaglie..non l’interesse degli assicurati, ma gli interessi di bottega. Legittimi, per carità, ma non spacciamo per disinteressate delle battaglie di corporazioni.
Cordiali saluti
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From: Stefano Mannacio
To: [email protected] Sent: Friday, September 21, 2007 3:12 PM
Subject: RC AUTO - INTERVISTA SU GENTE MOTORI: INDENNIZZO DIRETTO: SE LO CONOSCI LIMITI I DANNI
Indennizzo diretto - Il grande inganno? - Storia di un disastro annunciato
Intervista su Gente Motori - Indennizzo diretto:se lo conosci limiti i danni
Data: 18 Settembre 2007 Argomento: Stampa-Interventi, Comunicati e Prima Pagina. Gente Motori, rivista controcorrente rispetto alla propaganda imperante, pubblica in primo piano una nostra intervista dal titolo “Indennizzo Diretto se lo conosci limiti i danni” (pdf 840kb) che fa seguito a “Indennizzo diretto: una mezza bufala“. Per ulteriori approfondimenti leggere anche “Indennizzo Diretto sotto tiro” e “Indennizzo diretto: il dietrofront degli entusiasti“
Gente Motori - Indennizzo diretto: il dietrofront degli entusiasti
Data: 18 Settembre 2007 Argomento: Comunicati, Consumatori e Prima Pagina. Gente Motori, traendo spunto da una nostra analisi sulle opinioni contraddittorie di alcune associazioni consumatori (qui), stigmatizza, nel rispondere ad una lettera, quello che sembra essere uno sterile e opportunistico “dietrofront” sull’indennizzo diretto. Qui il testo (pdf 250 kb). Nello stesso numero della rivista è pubblicata la nostra intervista ”Indennizzo Diretto se lo conosci limiti i danni“.
Nostro intervento su Panorama Economy: “l’indennizzo diretto è un flop”
Data: 7 Settembre 2007 Argomento: Stampa-Interventi, Comunicati e Prima Pagina. Panorama Economy, il magazine di finanza ed economia di Mondadori, a seguito della nostra critica e richiesta di dimissioni della presidenza dell’Adusbef (qui) ci ha concesso una intervista. Uniamo qui l’articolo dal titolo “Ma il premio continua a correre“, dove Elio Lannutti, presidente dell’Associazione, replica alle critiche continuando a insultare la categoria dei patrocinatori con accuse che sfiorano il delirio e peraltro superate dall’introduzione dell’indennizzo diretto, che, al contrario delle sue stesse previsioni, non non solo non ha garantito, a tutt’oggi, mirabolanti riduzioni tariffarie ma ha lasciato i danneggiati in balia delle Compagnie, professionisti e dipendenti di studi professionali a rischio disoccupazione e gli assicurati alle prese con aumenti dei prezzi delle polizze. Un bel risultato, non c’è che dire, di cui il Lannutti pare continui a vantarsi. Continueremo a monitorare la situazione nell’auspicio, forse vano, che qualche associazione dei consumatori abbia il coraggio di ammettere gli errori commessi nel sostenere acriticamente la nuova normativa, apice di una dissennata politica di accordi, concertazioni e protocolli di intesa con le compagnie assicuratrici. Siamo sempre pronti a recapitare un cilicio a Landi dell’Adiconsum, Trefiletti di Federconsumatori, Rienzi del Codacons, Longo di MDC - Movimento Difesa del Cittadino.